Panebianco ha fatto l'editoriale istituzionale per dire che il corriere ed i suoi grandi elettori sono favorevoli alla legge elettorale proposta.
I suoi argomenti però sono solo in parte condivisibili. Due punti in particolare sono molto deboli.
Il primo è che la legge elettorale possa produrre la stabilità politica, questa è una cosa con cui in Italia ci si trastulla da venti anni o forse più senza capire che è un falso logico e politico. Un sistema politico stabilizzato crea una legge elettorale che funziona, non il contrario.
Se anche la legge obbligasse a fare due soli cartelli elettorali in una specie di bipartitismo niente impedirebbe poi in parlamento che ci siano scissioni e la nascita di gruppi parlamentari autonomi come è avvenuto nelle ultime legislature, a meno di non voler sposare la teoria dei gonzi che vogliono abolire il divieto di mandato imperativo che invece è una norma fondamentale di garanzia.
La roadmap di un paese in crisi istituzionale come l'italia dovrebbe essere il seguente: A) stabilizzazione sistema politico; B) Riforma della costituzione; C) varo di una legge elettorale che sia la logica conseguenze di A e B.
Invece in italia si cerca di fare una legge elettorale per stabilizzare il sistema politico nella speranza di riformare la costituzione.
Il secondo punto debole è l'assoluzione implicita che Panebianco fornisce a questa classe dirigente con l'alibi della frammentazione.
Quello che dice Panebianco si presta ad un semplice controfattuale: come mai quando c'è da fare una cazzata il sistema istituzionale non influisce? Pensiamo tra i tanti possibili esempi ad Alitalia, un'azienda fallita che grazie al suo potere lobbystico su tutto lo schieramento politico viene tenuta in vita artificialmente con i soldi di quel coglione del contribuente italiano.
In casi del genere il sistema politico va come un freccia rossa a dimostrazione che quando vuole può e che la frammentazione ed i poteri di veto sono solo scuse con le quali fregare i militonti.
Il tema di fondo è sempre quello della qualità della classe dirigente e del suo ruolo. Anche i commentatori seri come Panebianco cincischiano attorno al nodo di questa crisi economica ed istituzionale facendo finta di non vederlo, cioè che il sistema sociale italiano è insostenibile e totalmente inadeguato ad affrontare le sfide davanti alle quali l'italia si trova. Quel sistema andrebbe radicalmente riformato ma qui si pone il famoso problema del
time inconsistency, perché riformare il sistema significherebbe cancellare la classe dirigente che di quel sistema è l'espressione.
Si tratta di un classico problema di principal-agent problem sul quale vi è ampia letteratura scientifica.
Un esempio di un buon paper che se ne occupa per chi fosse interessato.
faculty.washington.edu/jwilker/571/571readings/Miller.pdf
GLi incentivi che ha la classe dirigente attuale sono di tirare a campare e resistere fino all'ultimo uomo, per questo stanno trasformando il paese in una specie di gigantesco carcere fatto di desertificazione industriale, pressione fiscale folle, distruzione del mercato che producono come reazione fiammate populistiche che sono politicamente sterili. Ridurranno il paese in cenere prima di mollare.