| | | | Post: 1.909 Post: 1.909 | Utente Veteran | | OFFLINE | |
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12/01/2014 11:49 | |
Mi sa che non si era capito il mio punto. Io non contestavo l'esistenza dei codici ma il fatto che fossero senza sanzioni e quindi inapplicabili secondo il solito malcostume italiano di fare norme che diventano carta igienica, particolarmente grave in tema di autorità di garanzia(leggasi alla voce Consob e dintorni).
Ebbene il prof non solo conferma che così è, ma rilancia dicendo che lo scopo non era regolare il funzionamento della vita universitaria o in generale aumentare l'accountability ma scatenare una sorta di giustizia sommaria di tipo ordalico. Una riproposizione dei due minuti di Odio di Orwell.
Effettivamente la cosa è anche comprensibile: un paese diversamente democratico come l'italia è anche diversamente etico.
Solo che non capisco cosa c'entri la cultura anglosassone dove i codici etici, soprattutto nelle università, prevedono sanzioni che vengono applicate con procedure ben precise. Boh.
Ps Quindi però ora mi incuriosisce come verrà risolto il caso in base alla prospettiva delineata.
La professoressa rimarrà al suo posto senza sanzioni ma "sputtanata" con le immaginabili conseguenze sulla sua futura attività?
O si risolverà con un bel duello rusticano?
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