Quando il Pd diceva 'mai con B.'

(pollastro), 30/04/2013 13:46:

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Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Caro TriXam, andavo a memoria e mi ero sbagliato. Grazie moltissimo e per favore, forumisti, prendete nota della doverosa correzione. Quanto a Berlusconi senatore a vita, io ragiono sulla base degli strumenti attualmente vigenti (condividendo in linea di principio l'idea che l'art. 59 della Costituzione implichi un'eccezione alla regola che la responsabilità politica deriva da un'elezione, cioè si spieghi solo con la tradizione storica).
Ragiono cioè così: Berlusconi, se volesse, potrebbe staccare la spina al Governo, anche se non lo farà per un po', giacché chi provocase oggi elezioni a breve, anche se con la prospettiva di vincerle, sarebbe visto male da un Paese esausto di scontri e desideroso di avere respiro su cose concrete. Perciò penso che sull'Imu Letta non poteva dire altro che quello che ha detto: non l'impossibile restituzione di quanto già versato, che pure è nel programma del PdL, ma almeno una moratoria, poi si vedrà. E per se stesso Berlusconi vuole impunità giudiziaria e/o trovarsi sempre in condizione di legittimo impedimento, mentre il PD ha bisogno di tempo per ritrovare la bussola, la Lega e Scelta Civica idem, ciascuna per radicarsi meglio (anche la Lega maroniana è "nuova"), Pan di Stelle pure, per fare capire che non è solo protesta (altrimenti una parte dei simpatizzanti lo mollerebbero), infine Vendola per erodere un po' a sinistra il PD. Risultato: per uj certo tempo non si penserà a tornare al voto. L'espressione sull'"onore delle armi", che ha provocato la censura di George Stobbart, era evidentemente metaforica. Berlusconi vuole la sostanza, dell'"onore" (cioè di averlo avuto in passato, di averlo in ipotesi perso e di volerlo riavere in futuro), che è un bene immateriale, non se ne importa nulla. Il fatto è che - se si vuole cambiare davvero stagione politica - una delle poste in gioco è disinnescare la mina dei processi ancora pendenti sul Cavaliere. Questo passaggio potrà non piacere a molti, ma è ineludibile: non si può fare finta che il problema non sia qui. Come è chiaro, non esprimo in merito auspici o deprecazione, ma mi limito a osservare e prevedere senza illusioni: chi non si illude, non viene poi deluso, in qualunque campo della vita

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Prof io condivido con lei che andrebbe trovata una soluzione ma il suo ragionamento si presta ad una serie di obiezioni pratiche.

La prima è che il nostro ordinamento attuale non prevede una forma di salvacondotto tranne l'amnistia la quale però pone problemi sia per la necessità dei 2/3 per l'approvazione che obbligherebbe il pd a bere un calice troppo amaro come votare palesemente per salvare Berlusconi, sia perché la maggioranza del paese sarebbe contro. Nemmeno la grazia è una soluzione perché berlusconi è implicato in più processi e ne servirebbe più di una, cosa anche questa improponibile. Quindi anche
l'eventuale nomina a senatore a vita non risolverebbe il problema.

Inoltre c'è un problema di opportunità. Gli atti di pacificazione si fanno quando le guerre sono finite e il vincitore concede qualcosa al vinto perché come diceva Hugo "nessuna guerra è finita davvero fino a quando i prigionieri non sono tornati a casa".
Io ho fatto l'esempio di Nixon che dopo essersi dimesso ebbe il perdono, lei giustamente di Togliatti che concesse l'amnistia ai fascisti dopo la fine della guerra contro la maggioranza del suo partito e fu un gesto di enorme forza politica.
Qui Berlusconi è ancora in campo ed quello messo meglio nel pollaio attuale, la guerra è in corso anche se in questo momento è quella che i francesi chiamano la dròle de guerre, la guerra finta.

Inoltre, cosa che non compare nel suo ragionamento, i problemi giudiziari sono solo una parte delle fissazioni di B, dall'altra ci sono i suoi rilevanti interessi economici che condizionano il paese da 20 anni. B ha preso una tranvata da 500 milioni a favore di De benedetti, Mediaset in questi giorni ha presentato per la prima
volta dalla sua nascita un bilancio con perdite rilevanti e avrebbe bisogno di un processo di ristrutturazione che però si evita perché avrebbe ricadute politiche negative(leggasi licenziamenti). L'altro giorno all'assemblea dei soci Confalonieri ha parlato chiaro e con la solita faccia di bronzo ha chiesto al governo di proteggere il mercato televisivo che, a suo dire, è un'eccellenza e l'ultimo pezzo della grande industria italiana. Ridevano anche le sedie in sala.

Su letta mi permetta di dire che era ovvio annunciasse un programma generico e trasversale ma proprio per questo sull'Imu il suo è stato un passo falso perché ha annunciato una cosa specifica come la sospensione del pagamento della rata di giugno che creerebbe in un colpo solo 5 o 6 problemi a cominciare dal fatto che i comuni
quei soldi li hanno già impegnati e se non li incassano bisogna sostituire il gettito con qualcos altro se non si vuol far saltare le amministrazioni locali.
Poi sospendere che significa? Che rimoduli l'imposta e la fai pagare in un colpo solo a Dicembre? Un paese non si può amministrare dicendo sospendiamo e poi vediamo.

Infine condivido nella sostanza la sua analisi sui partiti e proprio per questo ritengo che le riforme costituzionali rimarranno un miraggio, la paralisi delle istituzioni è la rendita di posizione sulla quale vive questa classe politica.

Il paese è prigioniero di sé stesso, come al solito.