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To Badogliate

Ultimo Aggiornamento: 28/03/2013 18:59
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22/03/2013 12:46
 
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Mesti e con la morte nel cuore Massimiliano Latorre e Salvatore Girone hanno preso il volo per Nuova Delhi. Nelle stesse ore l’India già cantava vittoria. Mostrando al mondo intero l’immagine di un’Italia debole che non è capace di far sentire la sua voce. La diplomazia, quella vera, è tutt’altra cosa. E per rendersene conto basta leggere la reazione postata su Twitter dal viceministro degli Interni Sing: «La ferma resistenza dell’India come espressa dal premier Singh e da Sonia Gandhi ha funzionato». Un po’ come dire: «Vedete, basta fare la voce grossa con questi qui per ottenere quello che vogliamo». Un segnale negativo che costituisce un pericoloso precedente a livello internazionale. Dal canto suo, il ministro degli Esteri Salman Khurshid in Parlmento ha assicurato che nei confronti dei due marò «non ci sarà alcun rischio di arresto e il loro processo in India non rientra nei rarissimi casi in cui é prevista l’applicazione della pena di morte». Poi, pur rallegrandosi dell’esito «soddisfacente» della vicenda, non ha esitato a tenere per il collo il governo Monti dicendo che «le richieste italiane di incontri a livello diplomatico o di esperti non possono essere accettate. Ho chiarito che la Repubblica italiana è obbligata a rispettare l’impegno solenne assunto con la Corte Suprema». Tutta la questione, ha aggiunto il ministro, continuerà «a essere regolata dall’ordinanza della Corte Suprema del 18 gennaio 2013» in cui è stata fra l’altro disposta la costituzione di un tribunale speciale. In Italia il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha minimizzato, gettato acqua sul fuoco e ridimensionato le conseguenze della decisione: «I due marò non rischiano la pena di morte». Ergo, non ha alcuna intenzione di dimettersi. Ma il provvedimento del governo di rispedirli in India ha provocato la reazione durissima di tutto il centrodestra. «Se non fosse una tragedia sarebbe una farsa», ha scritto su Twitter Ignazio La Russa. Per Angelino Alfano si tratta di «una decisione tanto inaspettata quanto grave, che ha il sapore di un tragico ritorno all’Italietta. Così si perde la credibilità nazionale e internazionale». Dal canto suo, Daniele Capezzone si è chiesto: «È questa la credibilità internazionale di Monti e Terzi?». Anche per Roberta Angelilli, vicepresidente Ppe del Parlamento europeo, «l’atteggiamento ondivago e contraddittorio del governo Monti sta avendo come unico risultato l’indebolimento dell’immagine dell’Italia. Ci aspettiamo che Terzi fornisca delle spiegazioni chiare a giustificazione di quanto accaduto. Non vi è altro aggettivo per descrivere la situazione che si sta delineando: surreale». Renato Brunetta ha chiesto che «al più tardi lunedì il presidente Monti riferisca all’assemblea quanto accaduto. La credibilità del nostro Paese non ha mai toccato un livello così basso». Caustico Francesco Storace: «Del resto, al Paese di Beppe Grillo che gliene frega se l’Italia rispedisce in India i suoi soldati…. Pena, dolore, indignazione!».

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