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Io porto i pantaloni rosa

Ultimo Aggiornamento: 22/11/2012 16:03
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22/11/2012 16:03
 
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Siete degli assassini”. “Vergognatevi”. “Dovete marcire in galera”. Davide (continuiamo a chiamarlo così, il nome è di fantasia) non c’è più, ma rimane la pagina Facebook che i compagni avevano creato per denigrarlo. L'avevano soprannominato "il ragazzo dai pantaloni rosa". Era un anno che pubblicavano foto e commenti contro di lui. Lo prendevano in giro per il suo look, avevano anche indicato la zona in cui abitava e persino il suo nome e cognome. Anche per questo si è tolto la vita, martedì pomeriggio, impiccandosi.

Non solo omofobia, ma anche stalking. Una persecuzione fatta di risatine e commenti al suo indirizzo. Anche per questo, la polizia indagherà sui gestori della pagina: l’ipotesi di reato potrebbe essere di istigazione al suicidio. Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center, dopo aver incontrato i suoi compagni di scuola, lancia un appello ai ministri dell’Istruzione e delle Pari Opportunità, rispettivamente Francesco Profumo ed Elsa Fornero, affinché lavorino su un programma di sensibilizzazione sull’omofobia, rivolto non solo agli studenti ma anche ai docenti. Il giorno del suicidio, secondo quanto riferito dai compagni, una docente avrebbe ripreso Davide per aver usato uno smalto per le unghie.

Facebook. “Spero che la polizia arrivi a prendervi e indaghi voi e i vostri genitori debbano pagare fior di avvocati e di penali , banda di mentecatti”, scrive Fabrizio sulla pagina creata nel novembre dello scorso anno, quando Davide era al primo anno di liceo. “Se tra i motivi che hanno spinto un coraggioso ragazzo di 15 anni a togliersi la vita c'è questa pagina, spero che il peso delle vostre luride coscienze vi stringa un cappio al collo fino a farvi soffocare. Nella vita si paga tutto, spero soltanto che il prezzo che sarete costretti a pagare serva a qualcosa”, scrive Roberto. E ancora: “Voi piccoli bulli non avvertirete mai a sufficienza il senso di colpa per il suicidio di un vostro coetaneo. Perché i vostri genitori, i vostri insegnanti e il vostro stato tutelano quelli come voi. Riposa in pace Davide”, “Spero vi rimorderà la coscienza per il resto dei vostri giorni. Vergognatevi”, “Non ci dovrebbe essere perdono per tutto ciò. Se i giovani italiani sono come voi, mi vergogno di essere italiano”. Decine di messaggi, ma anche segnalazioni a Facebook affinché rimuova quella pagina della vergogna. La stessa rabbia e dolore sono palpabili nei commenti pubblicati, da stanotte, sulla pagina dell’Huffington Post: alcuni utenti propongono di sostituire la loro immagine di profilo con un quadrato rosa, in memoria di Davide (leggete sotto gli altri commenti).

La madre."Forse perché così mi pare ancora di parlarti, forse per questo entro ed esco dal tuo profilo, indosso il tuo pigiama, cerco tra i tuoi appunti, i tuoi disegni, le tue cose". Sono queste le parole affidate a Facebook dalla madre di Davide. "Voglio abbracciare i tuoi amici - scrive - perché voglio abbracciare te e tutto il tuo mondo. Non capiamo, non accettiamo. Ti vogliamo con noi e BASTA!". Nel suo profilo la donna ha messo una foto di lei e del figlio che sorridono abbracciati verso l'obiettivo di una macchina fotografica. "Intanto - scrive, con lo strazio di una madre che vede morire il proprio figlio - papà ed io domani saremo da te per quell'ultimo bacio che tu dovevi a noi, perché così avrebbe dovuto essere per natura. Ci mancano le tue battute, le tue risate, le tue urla. Ci manca tutto. Anche il rumore dei tuoi passi quando giravi per casa nel silenzio della notte. Tutto di te! Eri ancora così acerbo, capace di un amore così grande, tu che ancora non avevi dato il tuo primo bacio. Con tutto l'amore che posso, riposa in pace figlio mio adorato".

Appello. Marrazzo, che ieri pomeriggio si è recato nel liceo in cui studiava Davide, lancia in queste ore un appello ai ministri Profumo e Fornero. “La formazione dei ragazzi e dei docenti è tutto. Molti non sanno cosa significhi – spiega – essere presi in giro per il proprio orientamento sessuale. Servono strategie mirate. Peccato che non tutti i presidi siano così disposti a collaborare con noi. Chiediamo al ministro della Pubblica Istruzione di indire una giornata di lutto nelle scuole con un minuto di silenzio. Il suicidio del giovanissimo ragazzo romano merita la partecipazione di tutto il mondo della scuola - aggiunge Marrazzo - Questo potrebbe essere un modo per tutti, soprattutto per gli studenti, di partecipare ad una tragedia umana che lascia un aspetto da chiarire: il ragazzo suicida era gay e non è escluso che sia stato vittima di azioni di discriminazione e di omofobia".

Fiaccolata. Per ricordare Davide il circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, Queerlab, l’Associazione Radicale Certi Diritti e Luiss Arcobaleno hanno organizzato per stasera, alle 19.30, una fiaccolata che partirà da via di San Giovanni in Laterano per arrivare al Liceo Cavour. “Vessato dai compagni da più di un anno, rimproverato da un’insegnante, non ce l’ha fatta più e si è impiccato con una sciarpa, davanti al fratello minore. L’ennesima bruttissima pagina che racconta una condizione, quella di gay e lesbiche e trans ancora in età scolare, che sono preda dell’ignoranza, insultati ed emarginati – dice il Mario Mieli - Registriamo questo episodio di bullismo ignorante che colpisce chi si trova in un età delicatissima di affermazione della propria identità e si trova spesso a farlo in un contesto sociale e familiare ostile o indifferente. Finché le Istituzioni non prenderanno veramente sul serio questo problema collaborando con le Associazioni che se ne occupano, non riusciremo a scardinare alla radice un problema che è prima di tutto culturale. Crediamo inoltre che alle aggressioni, alle vessazioni, agli insulti nei confronti di gay lesbiche e trans uno stato democratico deve rispondere con leggi adeguate e pene veramente commisurate al delitto. È in tal senso che reclamiamo da tempo l’estensione della legge Mancino ai reati di stampo omofobico”.

#ioportoipantalonirosa Su Twitter e Facebook, in queste ore, c'è chi vuole ricordare Davide lanciando un hashtag specifico, oppure sostituendo la propria immagine di profilo con una foto rosa.

Reazioni. "Lo chiamavano ‘il ragazzo dai pantaloni rosa’. Su Facebook c’era una pagina in cui veniva preso in giro dai suoi compagni di scuola. Aveva 15 anni e ieri si è tolto la vita. Fa male". Così, il presidente della Provincia della Roma, Nicola Zingaretti. "E’ una storia triste, ma dobbiamo raccontarla perché tutti si rendano conto di quanto fa male l’omofobia, delle conseguenze terribili che offese e battute possono avere sulla vita delle persone - scrive - C’è chi vuole imporre le proprie paure e le proprie ossessioni. Noi dobbiamo continuare a lottare contro l’ignoranza e il pregiudizio, perché tutti siano liberi e felici di essere se stessi". 'Un dramma che toglie il fiato e deve interrogare tutti'', afferma la deputata del Pd Barbara Pollastrini. ''Istituzioni e classi dirigenti dovrebbero farsi un esame di coscienza su quanto seminato da indifferenza e cinismo. In questi anni - prosegue l'ex ministro per le Pari opportunita' - sono cresciuti machismo e regressione. E i piu' fragili, cadono. Anche per questo la buona politica e la societa' consapevole devono rimettere al centro una battaglia culturale per i diritti e per il rispetto della persona. Ora penso al dolore della famiglia, dei suoi compagni di scuola, che impegnati nell'occupazione hanno letto in assemblea una lettera a lui indirizzata, del corpo insegnante e dirigente, che ha dovuto dare loro la tremenda notizia".
Per Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia, non bisogna criminalizzare i ragazzi: "La società degli adulti, in particolare quella delle famiglie, degli operatori della scuola, delle associazioni lgbt non può che essere scossa e addolorata per il suicidio di davide, che probabilmente si è tolto la vita per i continui sfottò perpetrati anche su Facebook da parte di alcuni suoi compagni. Allo stesso tempo bisogna sapersi fermare, riflettere, dare il giusto peso alle parole e alle azioni, partendo dalla considerazione che il bullismo omofobico non si sconfigge individuando i mostri, ma agendo sulle cause, interrogandosi sulle mancanze di ascolto degli adulti, della sottovalutazione dei segnali, della devastante distanza dei ragazzi da modelli positivi cui riferirsi, compresa una politica cieca e sorda rispetto alla solitudine e abbandono delle giovani e giovanissime generazioni".

www.huffingtonpost.it/2012/11/22/suicidio-15enne-rabbia-facebook_n_2174977.html?utm_hp_ref=italy&re...
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