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La lunga corsa alle elezioni 2013 (sponda sinistra)

Ultimo Aggiornamento: 19/11/2012 20:31
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05/09/2012 11:10
 
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topic dedicato a tutte le notizie riguardanti la corsa alle elezioni della sinistra
eve esserci qualche componente di indecifrabile autolesionismo nel coro di attacchi ad personam intonato dai dirigenti del Pd ostili alla sfida di Matteo Renzi. Quando Massimo D'Alema sostiene che Renzi è «inadatto» a governare l'Italia, trasmette il messaggio che anche Firenze sia guidata da un sindaco del Pd «inadatto» a governare, oltre che un Paese, una città. E se Beppe Fioroni chiede le dimissioni di Renzi da sindaco di Firenze nel caso in cui volesse insistere con la candidatura a premier, dimostra che c'è un malanimo speciale nei confronti di uno sfidante trattato come uno straniero in Patria, un «nemico interno», una figura molesta da mettere all'angolo.
Quella lanciata da Renzi è una sfida vera alla leadership di Bersani e scombina le geometrie che si stanno delineando in vista delle elezioni. E ovviamente sono legittimi i toni aspri di chi viene sfidato e non condivide la politica proposta dal sindaco di Firenze. Ma un martellamento così stizzito, peraltro non assecondato dallo stesso Bersani che ne dovrebbe essere il beneficiario, ha il sapore della reazione infastidita di un ceto dirigente che si crede inamovibile ed è anche controproducente. Sembra il ricompattamento della nomenclatura contro l'outsider e non è una buona politica se si considera il non proprio eccelso livello di popolarità che le nomenclature di partiti oggi patiscono nell'opinione pubblica. Il dato generazionale non sembra centrale in questa reazione auto difensiva. È piuttosto lo scompiglio che la figura di Renzi suscita a provocare un'ostilità emotiva così pronunciata nei D'Alema, nei Fioroni, nella Bindi e in tutta la seconda fila che oggi spara sul sindaco di Firenze dimenticando che nelle primarie per il sindaco fiorentino Renzi sfuggì alla logica della cooptazione e degli apparati onnipotenti. Come Vendola in Puglia: solo che Vendola è il leader di un «altro» partito, mentre il partito di Renzi resta il Pd.
Dunque è la percezione di una minaccia insidiosa, lo sbandamento che provoca una figura da delegittimare prima, come è accaduto, come un presunto emissario del Nemico (il famoso incontro ad Arcore), poi da neutralizzare trattandolo come un ragazzino incapace, un carrierista senza scrupoli, un giovanotto sfrontato che non vuole adeguarsi ai riti e alle liturgie lente dei tradizionali curricula della classe politica italiana, più fondati sul criterio della fedeltà che su quello dell'intraprendenza e della spregiudicatezza. Ovviamente il ceto dirigente del Pd può accusare legittimamente Renzi di aver usato per primo un'aggressività verbale («la rottamazione») da cui ha tratto ispirazione per una difesa anch'essa eccessiva.
E anche la critica politica alle posizioni di Renzi non deve essere ingabbiata in una pastoia di buone maniere che nascondono l'essenza di un conflitto esplicito. Ma se il coro si fonda sull'ossessione dell'«incapacità» del giovane Renzi, sostenuta con sospetta unanimità dentro e fuori il Pd, da D'Alema a Vendola, da Fioroni a Casini, da Rosy Bindi allo stesso Grillo, allora la critica politica diventa l'isolamento del reprobo, la terra bruciata attorno al grande rompiscatole. E da che pulpito, poi. Forse la vecchia ed esausta nomenclatura politica può emettere verdetti sulla presunta «incapacità» altrui senza un crudele esame di autocoscienza e di autovalutazione? Davvero pensano che sia un argomento formidabile contro Renzi e non, invece, un insperato regalo al sindaco fiorentino il quale, attaccato dai mandarini che sentono oltraggiata la loro presunta superiorità, assume agli occhi dell'opinione pubblica un ruolo di simpatico e baldanzoso scompaginatore degli apparati, della «casta», della vecchia politica abbarbicata alle proprie rendite di posizione? Fioroni chiede a Renzi di dimettersi da sindaco di Firenze se vuole presentare la propria candidatura alla premiership. Ma l'aveva chiesto al parlamentare Fassino quando si è presentato candidato sindaco di Torino? Ovviamente no. Allora è questa disparità di trattamento il vero problema. Perché Renzi è sentito come una minaccia, un esplosivo da disinnescare, a prescindere dai sondaggi e dalle previsioni. Un regalo più prezioso al sindaco di Firenze non si poteva immaginare.

(Pierluigi Battista)
[Modificato da giusperito 14/09/2012 15:24]
05/09/2012 12:34
 
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l'altra sera vidi un'intervista a Renzi fatta da Pippo Baudo in giro per Firenze.L'impressione ovviamente e' quella di un uomo non dotato di particolare acume, ma che dalla sua, ha il vantaggio di essere un tantino piu' carismatico di tutti gli altri esponenti del Pd ( e' fortunato perchè anche uno spillo sarebbe piu' convincente di un Bersani, una Bindi, etc). Condivido l'articolo : un uomo di non grande spessore, furbo, che potrebbe sfruttare tutti i mali del pd per emergere,rispetto ad una classe dirigente di sinistra arrivata semplicemente alla frutta, che addirittura commette l' errore di sottovalutarlo.Renzi e' il male minore, forse l' occasione di fare un po' piazza pulita all'interno del partito.Tuttavia finche' non cambiera' la legge elettorale, e finche' non si ridurra' la spesa pubblica e tutto quanto ruota intorno ad essa, in termini di potere,corruzione, e quant' altro, avremo soltanto e solo politici-parassiti.
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05/09/2012 13:13
 
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è un volto nuovo. e se votare lui con tutte le sue incompetenze significa eliminare qualche dinosauro, ben venga.

Comunque per perdere contro il PD bisogna essere dei fenomeni.
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05/09/2012 18:24
 
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_____________________________________

60 secondi di intensa riflessione sul Pd, mi sembra che ne rappresenti la situazione encefalica.
D'alema e Veltroni hanno capito che farsi la guerra in questo momento è inutile, meglio spartirsi i resti del cadavere.
Repubblica(nella sua logica immagino per silurare il progetto) ha pubblicato il futuro organigramma delle poltrone post vittoria:
Walter alla presidenza della camera o ministro della cultura(con delega alle comunicazioni), Max ministro degli esteri(hezbollah già esulta, Bersani premier e Bindi vice con aspirazioni per il quirinale(sai che divertimento sette anni di prediche cattocomuniste).

ps inutile dire che il progetto è endogeno alla logica partitocratica e ha scarsa attinenza con quello che succede fuori dalla finestra(cose bruttine per l'italia).

[Modificato da giusperito 14/09/2012 15:24]
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05/09/2012 22:51
 
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Caro Trixam, Veltroni e D'Alema sono il Gatto e la Volpe, Bersani è nuovo e rassicurante come una Trabant (la macchina cecoslovacca fatta all'epoca con le spighe di grano), Renzi ha la faccia (e il cervello) di uno che ha appena rubato il lecca lecca al compagno dell'asilo (l'ho vista l'intervista che gli ha fatto Baudo: critica e cattiva come quelle di Vespa a Berlusconi, per capirci), Grillo voglio proprio vederlo litigare con la culona alle riunioni UE (Di Pietro invece il tedesco dovrebbe capirlo, ha fatto l'operaio in Germania; infatti il suo problema è l'taliano), Vendola non è interessato al tema (semmai ai culoni). Ma non avete ancora capito che dopo Monti c'e ancora Monti?
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06/09/2012 10:34
 
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Siamo commissariati, ma forse nei limiti del commissariamento la differenza la potrebbe fare il commissario...
Monti ha fallito perché la sua ricetta non era né liberale né favorevole alla crescita.
Mi ero entusiasmato per Fermare il declino, ma l'abboccamento con Italia Futura e l'incapacità di scrivere chiaramente che Monti sta sbagliando mi stanno convincendo poco.
Renzi è indubbiamente un leader carismatico. A me piace per le idee della Leopolda e noto che riesce ad ottenere simpatie anche tra chi a destra non vuole più votare, benché sia convintamente di centro destra.
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06/09/2012 18:53
 
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Re:
(pollastro), 05/09/2012 22.51:

Caro Trixam, Veltroni e D'Alema sono il Gatto e la Volpe, Bersani è nuovo e rassicurante come una Trabant (la macchina cecoslovacca fatta all'epoca con le spighe di grano), Renzi ha la faccia (e il cervello) di uno che ha appena rubato il lecca lecca al compagno dell'asilo (l'ho vista l'intervista che gli ha fatto Baudo: critica e cattiva come quelle di Vespa a Berlusconi, per capirci), Grillo voglio proprio vederlo litigare con la culona alle riunioni UE (Di Pietro invece il tedesco dovrebbe capirlo, ha fatto l'operaio in Germania; infatti il suo problema è l'taliano), Vendola non è interessato al tema (semmai ai culoni). Ma non avete ancora capito che dopo Monti c'e ancora Monti?




Mi sa che tu non hai capito il ps. CHe dopo Monti venga Monti è quello che vogliono certe elite(non a caso ho detto che Repubblica ha pubblicato il papello per silurare il Pd) e Napolitano. Ma non è che queste elite siano solidissime visto che anche la poltrona del più montiano di tutti, Albert Nagel di Mediobanca, traballa di brutto.
L'anno prossimo non ci sarà una manovra di palazzo ma le elezioni dove bisogna prendere i voti di gente più incazzata del solito.
E in queste elezioni come diceva cuccia i voti non si conteranno ma si peseranno.

Cmq il senso del ps come ha capito gius è che tutti questi ragionamenti sono fuffa. Mentre in Italia si blatera a Francoforte si è deciso il nostro destino.
Penso che domani i giornalai italici esulteranno, perché come al solito non hanno capito niente. Leggete bene il comunicato della Bce.

Ps Questa storia che Renzi è un coglioncello sprovveduto è per la solita serie: vogliamo i giovani, ma quando arrivano non sono mai buoni a niente.
COme se Renzi fosse diventato sindaco di Firenze per nomina dello spirito santo e non avesse vinto invece una combattutissima primaria contro il candidato di D'alema e Vendola per una volta stranamente uniti. Non credo che questa sia una cosa che possono fare tutti gli idioti, altrimenti non si capisce come mai in tutte le altre città d'italia il Pd non abbia un solo sindaco che sia un uomo del pd.
Intanto ieri due diversi sondaggi lo davano in vantaggio sia contro Bersani in primarie vere sia nelle preferenze degli elettori di centrosinistra.
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08/09/2012 21:00
 
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Allora. Sono talmente d'accordo col post scriptum da ritenere irrilevante la politica italiana, che si agita come se tutto non fosse stato già deciso da altri e in sdi europea, come appunto dice il post che quindi condividi. Detto questo, penso che Bersani è impresentabile per quanto è vecchio, ma Renzi (che è furbetto e ha dalla sua l'età) ha un orizzonre mentale locale. Penso effettivamente che all'Italia occorra un commissariamento, se non di Monti - che a mio parere pensa al Quirinale)- di altri (una volta in tempi di crisi i presidenti del Consiglio li prendevano dalla Banca d?Italia, vedi Einaudi e Ciampi, ora li prenderanno dalla Bce?). Ho una domanda: posto che noi abbiamo ormai l'OBBLIGO COSTITUZIONALE di rientrare dal debito, nella misura del 3% di Pil all'anno, cioè di 35/40 miliardi di Euro ogni 365 giorni) c'è ancora spazio per politiche di destra o di sinistra? Personalmente ritengo di no, ecco perché ritengo che oggi e domani siamo e saremo commissariati. Dopodiché, constato, non critico: per essere critici occorrerebbe avere alternative praticabili
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10/09/2012 08:51
 
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Si ritorna alla crociata dei pezzenti e alla politica provincialotta itagliana ( l'errore è voluto).
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14/09/2012 09:51
 
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Un'altra Italia è già qui: basta farla entrare

Questo non è un programma: la solita raccolta di buone intenzioni e di proposte astratte che popolano le campagne elettorali e spariscono il giorno dopo. Qui non troverete né proclami, né promesse, perché la formula magica per risolvere i problemi dell'Italia non esiste.
Ciò che esiste è un Paese stracolmo di capacità e di energie. Un Paese che, nella sua storia, è sempre uscito più bello e più forte dalle crisi che ha attraversato. E lo ha fatto grazie all'unica risorsa naturale della quale dispone in abbondanza: il talento degli italiani.
Ecco perché non ha senso proporre l'ennesima ricetta calata dall'alto. Quel che serve è un'occasione per mettere in rete le migliaia di idee e di esperienze che fanno dell'Italia un Paese molto migliore di come ce lo raccontano i media e la politica.
Noi vogliamo ripartire dall'Italia che funziona: i Comuni che, nonostante i tagli, continuano ad assicurare servizi di qualità e un vero modello di civiltà e di buongoverno; le aziende che, nonostante la crisi, hanno saputo adattarsi al nuovo scenario competitivo e oggi tengono alto il nome del nostro Paese nel mondo; le mille associazioni e realtà del terzo settore che tengono insieme le nostre comunità e fanno dell'Italia un Paese sul quale vale ancora la pena scommettere.
Troppo spesso, da noi, si pensa che basti il comma di un decreto legge partorito in qualche Ministero a cambiare le cose. Nove volte su dieci non funziona: perché chi ha scritto quel comma parte da un'idea astratta, anziché immergersi nella complessità del reale. Il risultato è il sistema pubblico con il maggior numero di leggi e il minor numero di risultati tra le grandi democrazie occidentali. Il punto, oggi, non è proporre l'ennesimo grande disegno di riforma destinato a rimanere confinato nelle aule del Parlamento e sulle pagine dei giornali. Il punto è dare gli strumenti a chi ha già dimostrato di saper fare, per moltiplicare le esperienze migliori e farle diventare la norma.

Una norma che nasce dal basso, anziché piovere dall'alto. Il genio, diceva Thomas Edison, è l'1% di ispirazione e il 99% di traspirazione. Ecco perché abbiamo fatto della sussidiarietà il filo conduttore della nostra proposta. Il modo più semplice per far ripartire l'Italia è investire sugli italiani: cominciare presto, con un grande progetto per gli asili pubblici, migliorare l'istruzione riportando il merito nella scuola e nell'università, restituire potere d'acquisto alle famiglie con un intervento immediato per i redditi più bassi e un'azione decisa sulle tariffe che crescono da noi molto più che altrove, incentivare l'occupazione dei giovani, delle donne e degli over 55 con politiche mirate, introdurre un welfare biografico, che segua il percorso di ognuno e permetta a tutti di sviluppare appieno il proprio potenziale. Il modo migliore di riscoprire un modello italiano fatto di bellezza e di sostenibilità è ripartire dai territori. Smentire Longanesi che diceva che l'Italia è un Paese di inaugurazioni, non di manutenzioni, con un grande programma di interventi di recupero ambientale e messa in sicurezza, investendo sulla viabilità, sul trasporto pubblico locale, sull'efficienza energetica.
Rivedere il patto di stabilità per consentire ai Comuni virtuosi di investire sul loro futuro. Coinvolgere i cittadini nel welfare, nella sicurezza e nella protezione civile rafforzando le autonomie dei Comuni in questi settori. La strumento più importante per il rilancio della nostra economia è la semplificazione. Una pubblica amministrazione trasparente che punti sulla qualità attraverso una chiara individuazione delle responsabilità e valutazione dei risultati. Un fisco semplice, con la dichiarazione precompilata per i singoli e per le aziende. E, a tutti i livelli, meccanismi semplici, di buonsenso, per ridurre la burocrazia e rimettere l'utente al centro. Non è un libro dei sogni. Ci sono migliaia di esempi di buone pratiche, sparse per l'Italia, che dimostrano che tutto questo è possibile. Le risorse finanziarie sono limitate, ma è proprio per questo che bisogna compiere scelte chiare e avere il coraggio di reinventarsi. Per esempio, impiegando una quota dei finanziamenti europei - soldi oggi spesi poco e male - per garantire i crediti delle imprese che oggi sono in difficoltà a causa della crisi e dei ritardati pagamenti della pubblica amministrazione attraverso lo schema Jeremie. Oppure chiedendo che gli investimenti pubblici vengano valutati uno per uno, sulla base di un piano economico vero, non di un'adesione fideistica al mito delle "Grandi Opere". La politica serve a questo: a compiere delle scelte. Il suo dovere è quello di ridurre la complessità in modo da dare ai cittadini una visione chiara delle opzioni che si trovano davanti. Non quello di accrescere il caos nascondendosi dietro a tecnicismi o confondendo le acque per tenere le mani libere.
Ciò che proponiamo è una rivoluzione degli strumenti per raggiungere gli obiettivi di sempre: l'equità, la dignità, una società nella quale ciascuno possa realizzare appieno il proprio potenziale e le proprie aspirazioni. Sono valori di sinistra, ma non sempre la sinistra ha avuto la capacità di promuoverli con la forza necessaria. Siamo rimasti attaccati troppo spesso ai feticci del passato, senza capire che il mondo intorno a noi stava cambiando e che l'unico modo di rimanere fedeli a noi stessi era di cambiare con lui. Il risultato è che oggi viviamo in una società più povera e più diseguale di vent'anni fa, quando l'attuale classe dirigente ha iniziato la propria carriera parlamentare e di governo.
Noi non ci rassegniamo a dare per scontato che i figli vivranno peggio dei padri. L’idea che le uniche battaglie da combattere siano scontri di retroguardia è assurda. La sfida, per noi, è riuscire a coinvolgere le forze più vitali nella costruzione di un nuovo modello competitivo che abbia lo stesso potenziale di inclusione sociale del precedente.
Ecco perché noi non diciamo: Un'altra Italia è possibile. Per noi, Un'altra Italia è già qui: basta farla entrare.
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14/09/2012 10:50
 
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Bersani-Bindi-D'Alema-Veltroni...

Ovvio che Renzi diventa uno statista eccellente da votare senza alcuna riserva.

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14/09/2012 20:36
 
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bell'intervento denso e pieno di prospettiva.. (intervento integrale di Renzi)

www.youtube.com/watch?v=V5YrO0vmtko&feature=player_...
[Modificato da giusperito 14/09/2012 20:37]
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29/10/2012 11:22
 
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Renzi: “Ma quali Cayman, in banca ho 19.500 euro”
Il sindaco di Firenze (e candidato rottamatore alle primarie Pd) Matteo Renzi era oggi ospite della trasmissione di Maria Latella su SkyTg24. Oltre a fornire l’estratto conto, ha detto ai telespettatori cosa ne pensa di: Berlusconi, Cayman, D’Alema, Massoneria, Pd, primarie, riforme e tandem Casini-Montezemolo…

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Matteo Renzi ospite della trasmissione di Maria Latella su SkyTg24
POLITICA
28 ottobre 2012 - 17:50
BERLUSCONI. «Ormai siamo alle candidature a targhe alterne. Berlusconi è più altalenante dello spread. Dopo 18 anni di berlusconismo e antiberlusconismo questo Paese ha bisogno di parlare d’altro».

CAYMAN (ISOLE). «La vicenda delle Cayman è stata usata per denigrazione ed è molto triste, perché vuol dire che c’è una incapacità a parlare di fronte».

CONTO IN BANCA. «Io sono uno di quelli che ha un mutuo sulla prima casa. In banca in questo momento ho 19.500 euro; in un Paese che ha 80 miliardi di euro per il pagamento di interessi sul debito, non parlare con la finanza significa non pagare i dipendenti della pubblica amministrazione. È impossibile non farlo».

D’ALEMA. «Lo rassicurerei: se c’è un’invasione alle primarie e non si vota un candidato che lui preferisce, non significa allora che io sia una spia del nemico: possono votare anche quello che lui non preferisce ed essere genuini».

MASSONERIA. «Io massone? L’unica tessera che ho nel portafogli è quella di boy scout».

MONTI. «Ha fatto bene. Però c’è un punto, il Paese reale questi professori non l’hanno mai visto nemmeno per sbaglio».

PD. «Il 95% del gruppo dirigente del Pd sta contro di me e la nostra scommessa è dimostrare che la base Pd è con noi. Se vogliamo scrivere un libro nuovo non possiamo farlo con autori vecchi e non è che se vinco io devo dare un ministero alla Bindi, uno a Fioroni eccetera».

PRIMARIE. «Se io vinco le primarie e poi le secondarie avrò un grande obbligo morale con gli italiani, quello di mettere nei posti di responsabilità persone libere, indipendenti dall’appoggio delle singole correnti del partito, capaci di competenza e autorevolezza».

RIFORME. «Quando si parla di riforme si dice “vai avanti tu che mi scappa da ridere”. Si va avanti da trent’anni con le stesse idee. Noi siamo stati gli unici a dire anche nel nostro partito che il re era nudo. La burocrazia soffoca tutto».

TANDEM. «Montezemolo-Casini? Non sarà certamente questo che porterà a una fase di innovazione».







Leggi il resto: www.linkiesta.it/renzi-conto-banca#ixzz2AgMW8bC6
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02/11/2012 22:59
 
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Io a votare non andrò più.In questo paese non ci sono i presupposti,prima degli uomini deve cambiare il sistema.Mi diverte che ora i comunisti stanno iniziando ad aver paura di Grillo.Che sfigati che sono:prima nascondevano la loro incapacità dietro il nemico Bettino Craxi,poi Berlusconi ed ora Grillo...ah ah ah.L'unico un poco più capace mi pare Renzi ma la mia originaria idea di andarlo a votare alle primarie sta venendo meno perchè cmq saranno delle primarie farsa.Non lo faranno mai vincere e semmai dovesse riuscirsi alle politiche i vari D'Alema,Veltroni,De Benedetti,Santoro lo faranno perdere.
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Utente Gold
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19/11/2012 20:31
 
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Primarie 2012, Il confronto (integrale) [SM=x43799]
[Modificato da Koogar 19/11/2012 20:32]





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