ma l'Italia di oggi sarebbe stata diversa senza Berlusconi?

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--letizia22--
00giovedì 28 ottobre 2010 21:59
ma la domanda nn diceva se l italia fosse stata migliore o peggiore senza berlusconi,ma solo diversa,e' in questa misura che ritengo che berlusconi abbia influito su vari aspetti della societa' italiana.Il fatto che sarebbe potuta essere peggiore o migliore senza di lui,e' una domanda troppo astratta benche' l'unica risposta che mi viene,(perche' sono un ottimista),e' che sarebbe stata migliore.
°Paranoid Android°
00giovedì 28 ottobre 2010 22:03
Re:
goisis, 28/10/2010 21.16:

Il concorso esterno in associazione mafiosa è una stronzata.In primo luogo contrasta col principio di personalità della responsabilità penale di cui all'art 27 Cost.;in secondo luogo la figura di reato in questione non è contemplata dal nostro codice cosicchè vi è una violazione del principio di legalità che stabilisce che nessuno può essere punito per un fatto che non sia espressamente previsto dalla legge come reato (derivante tra l'altro dal brocardo ''nullum crimen nulla poena sine lege certa et stricta'').Allora mettiamo che io lavoro in un ufficio e in questo ufficio lavora un impiegato affiliato ad un clan camorristico ed io sono a conoscenza di questa cosa vengo considerato pure io un concorrente esterno?!




[SM=x43624]

ma sai di cosa stai parlando????
gran generale
00giovedì 28 ottobre 2010 22:45
Re:
goisis, 28/10/2010 21.54:

Non questo confermano la tesi che il reato in questione è più che discutibile in quanto,tra le altre cose,si nega il concorso eventuale nel reato di associazione per delinquere di
stampo mafioso partendo dal rilievo che, ai sensi dell’art. 110 c. p., i concorrenti
debbono «realizzare il medesimo reato» nel senso che tutte le condotte devono essere orientate verso l’evento tipico di ciascuna figura criminosa,cioè la coincidenza dell'elemento psicologico.



e su questo siamo d'accordo

senza fare copia-incolla da fonti esterne, ti ho solo chiesto di provare la tua affermazione ("per combatterlo hanno inventato un reato:il concorso esterno in associazione mafiosa")

[SM=x43606]

(e sò tre..)
napulitanboy
00venerdì 29 ottobre 2010 01:39
Re:
goisis, 28/10/2010 21.59:

Ma io ammetto che Berlusconi ha il conflitto di interessi.Ma allora se la sinistra era interessata a risolvere il problema in questione perchè non ha fatto mai una legge in tal senso?





Tesoro mio, amore della mia vita.
Vuoi farmi capire per quale motivo tutto deve essere ricondotto a "non sei pro-berlusca? allora sei di sinistra, e fai schifo pure tu."

Sai, luce dei miei occhi, sappiamo benissimo di che pasta è fatta la nostra classe politica.

Io faccio un favore a te, tu lo fai a me. Sinistra, destra, CENTRO ( non parliamo del centro, per carità [SM=x43830]...credo che solo casini AL MONDO sia peggio di berlusconi come uomo politico).

Ognuno, a suo modo, ha di che far schifo.
Quindi magari io non so perché la sinistra non l'ha fatta una legge contro il conflitto d'interessi PERò so sicuramente perchè andrebbe fatta [SM=x43673]
Mojo Pin
00venerdì 29 ottobre 2010 09:06
Sicuramente ci sarebbero state più troie sul marciapiede e meno in poltrona [SM=x52003]
.pisicchio.
00venerdì 29 ottobre 2010 09:13
Re:
goisis, 28/10/2010 21.59:

Ma io ammetto che Berlusconi ha il conflitto di interessi.Ma allora se la sinistra era interessata a risolvere il problema in questione perchè non ha fatto mai una legge in tal senso?




Perchè la sinistra è fatta di ciantroni.

Tanto ciantroni che l'Italia (vd. ultimi sondaggi) continua a preferirgli Berlusconi (con i suoi scandali, i suoi conflitti, la sua totale incapacità di prendere decisioni nell'interesse del Paese) e la Lega.
sanimma
00venerdì 29 ottobre 2010 10:31
secondo stiamo diventando una barzelletta da quando c'è berlusconi, con tutti questi scandali....quello di ruby è ancora più pietoso degli altri...
nekonika
00venerdì 29 ottobre 2010 11:58
Secondo me, dire che Berlusconi non ha influito sulla politica italiana è assurdo: con la sua "discesa in campo" lo scontro d'idee si è trasformato in scontro personale, i programmi in populismo e propaganda e gli interessi del Paese negli interessi del Capo del Governo- soprattutto giudiziari-.

Per non parlare del ruolo delle donne: col Pdl si è inaugurata la stagione delle Parlamentari/ Ministre/ Consigliere vallette o escort...

Gli organi di stampa e televisivi, concentrati nelle mani della famiglia del Premier, sono diventati il "braccio armato" del Governo: le inchieste giornalistiche si sono trasformate in strumenti di diffamazione e controffensiva nei confronti di chiunque si fosse dimostrato critico nei confronti dell'operato del Governo. Persino il co-fondatore del partito non è rimasto indenne dal meccanismo.

Il conflitto d'interessi è diventata la regola e gli scandali dei Ministri la degna conseguenza: Scajola, Verdini, Brancher.....

La situazione, denunciata da sempre dall'opposizione, è venuta a galla in tutto il suo squallore grazie all'intervento di Fini che ha preso le distanze dall'operato del governo sempre più concentrato sulle esigenze del Nord Italia- a causa del grande peso della Lega- e del Premier.

Insomma, basta non dimenticare la dichiarazione d'incostituzionalità del Lodo Alfano e la successiva legge sul legittimo impedimento per notare subito l'uso a fini personalistici della politica di governo.

In un periodo di crisi economica globale il nostro Governo si spacca e si blocca sulla legge salva-Berlusconi.

trixam
00venerdì 29 ottobre 2010 19:24
Dal punto di vista pratico, senza l'entrata in campo di B Occhetto avrebbe vinto le elezioni nel 1994 e l'Italia avrebbe avuto una stagione simile a quelle vissute dalla francia e dalla spagna negli anni trenta, con i governi dei fronti popolari che nacquero con grandi speranze e finirono spernacchiati e umiliati.
In un paio di anni si sarebbe riformato un grande partito di centro che avrebbe spazzato via la sinistra alle successive elezioni mandandola negli archivi della storia per sempre.
In quegli anni di governo però ci sarebbe stata una forte conflittualità perché la sinistra del 94, cioè quella prima dell'Ulivo, era rancorosa per le sconfitte a raffica del passato e sostanzialmente antidemocratica.

Però mi incuriosisce molto questo fatto che molti lamentano che berlusconi ha prodotto il degrado politico e culturale e che prima di lui le cose andavano meglio.
Ma parlate dell'Italia? Cioè il paese in cui per raggiungere l'unità i bersaglieri dovettero prendere a cannonate la gente del sud che non ne voleva sapere, dove ancora oggi si inneggia al meraviglioso regno dei borbone? Il paese che ha inventato il fascismo?
Il paese dove nella campagna elettorale del 48 Togliatti arringando la folla disse di aver già ordinato un paio di scarpe per prendere a calci in culo de gasperi?
Il paese che negli anni settanta ha inventato il terrorismo politico di massa, con i neri e i rossi che hanno lasciato sul campo 500 morti e qualche migliaio di feriti?
Questo paese qui era il regno delle meraviglie devastato dall'orco di arcore? Ma che diciamo?
L'italia è una repubblica fondata sulla guerra civile, da quindici secoli noi italiani ci scanniamo tra di noi.
Siamo un popolo, che per tante ragioni, non è mai diventato popolo e per questo è sempre stato plebe.

La nostra storia politica è caratterizzata da due fattori: la tendenza ad andare a destra che produce come conseguenza la guerra civile. La repubblica aveva posto un argine a questi limiti, con la nascita dei grandi partiti di massa che avevano portato anche in Italia quello che c'era altrove da un secolo: le culture politiche.
Ecco che cosa c'era prima di Berlusconi, il discorso pubblico veniva organizzato per culture politiche, il socialismp, il liberalismo, il repubblicanesimo, il pensiero cattolico-democratico, il comunismo.
Queste erano le culture politiche che esistevano in Italia e che sono state cancellate con Mani Pulite.
La nostra era già una democrazia anomala, perchè in Italia esisteva il più importante partito comunista dell'occidente, mentre nel resto d'europa la sinistra maggioritaria era quella riformista il cui modello è l SPD tedesca. Così mentre nel resto d'Europa i vari partiti si alternavano al governo, in Italia questo non poteva succedere perché l'alternativa al blocco della Dc era un partito antidemocratico alleato con una potenza ostile.
Il duopolio dc pci impedì la nascita di una vera democrazia.

Negli anni ottanta ci fu poi la grande riscossa della sinistra riformista italiana, quella impersonata dal partito socialista che dopo un secolo di sconfitte contro fascismo e comunismo trovò la forza di uscire dall'angolo e di diventare centrale nella scena politica fino a conquistare la presidenza del consiglio.
Il guaio fu che a guidare questa riscossa ci fu quel grande e controverso leader che fu Bettino Craxi, un genio politico e una mente da mascalzone. Craxi massacrò i comunisti fino ad indurli alla svolta della Bolognina, quando Occhetto dovette ammettere la sconfitta storica del comunismo ancora prima che il muro di berlino cadesse. Lì la sinistra italiana ebbe la grande occasione, quella di ricomporre la frattura del 1921 e di far nascere un grande partito europeo e riformista in grado di dare all'Italia quello che avevano avuto gli altri paesi: l'alternanza nella normalità.
La sinistra post pci però rifiutò sdegnosamente, convinta com'è che tutto le sia dovuto per consenso divino, scelse la strada del revascismo memorialisto e della rivoluzione giudiziaria cominciata con l'affare Gladio e finita con mani pulite. D'alema, che di fatto era il segretario occulto già dal 1990, scelse la via dei giudici convinto che eliminando il psi e la dc la sinistra avrebbe potuto governare per un secolo. Max è una persona abilissima e non vorrei averlo come nemico per niente al mondo, ma alla bravura tattica non accoppia la sagacia strategica. Quello che i comunisti non avevano capito, e craxi invece si, è che la dc in italia svolgeva una duplice funzione: una esplicita di diga anticomunista e l'altra implicita di diga antipopulista.
La dc impediva la deriva a destra cui l'Italia naturalmente tende.
Infatti eliminati il psi e la dc e consumato il colpo di stato del 6 gennaio 1994, quando la magistratura di milano obbligò il presidente scalfaro a sciogliere le camere nonostante quel giorno stesso la maggioranza avesse presentato una mozione di fiducia al governo ciampi, uno schiaffo alla costituzione simbolicamente identico al rifiuto di Vittorio emanuele III di firmare lo stato d'assedio nel 1922; l'Italia è andata a destra. Berlusconi è solo il valletto che l'ha accompagnata, dando agli italiani quello che hanno sempre sognato: una guerra civile da combattere attorno alle sue persona nelle sembianze del berlusconismo e antiberlusconismo.

Io poi capisco il senso più profondo della domanda, che è ispirato dallo stato di frustrazione dato dal pensiero che il berlusconismo sia imbattibile. Giustamente se uno è giovane e di sinistra perché crede nella giustizia, nell'eguaglianza e tante belle cose, pensando di stare nella squadra vincente si chiede come mai la gente preferisca votare per un puttaniere settantenne.
Diceva Lucio Colletti che la sinistra è bravissima a trovare una scusa per le proprie disfatte, ai tempi del pci ci ingegnava di più: a volte era la polizia, altre volte i brogli, poi la Cia, la questione morale ecc.
Con B è più facile, lui ha le televisioni con le veline, il grande fratello, i giornali di gossip che distraggono le persone dai problemi, il milan e via di questo passo. Insomma l'apparato con cui, per usare le parole di eugenio scalfati, ha cambiato l'antropologia della nazione. Io penso che tutto questo sia una gigantesca puttanata, scusandomi per la licenza poetica. E lo penso non solo per i fatti di cui sopra, che sono tutti politici e non hanno nulla a che vedere con i culi delle veline, ma perchè il nostro è il paese di antonio gramsci. Ecco io non smetterò mai di meravigliarmi del fatto che persone ventenni che si dichiarano o votano a sinistra non sappiano chi sia gramsci e che non usino gli strumenti del pensiero gramsciano in una discussione per capire berlusconi.
Gramsci, fondatore del partito comunista italiano, intellettuale tra i più grandi che l'italia abbia mai avuto, antistalinista, morto nelle carceri fasciste da cui togliatti si rifiutò di farlo liberare in uno scambio di prigionieri dietro le pressioni di stalin, cosa che è utile a far capire perchè nelle scuole dominate dalla sinistra non lo insegnino più; diceva che il partito al governo deve esercitare una egemonia culturale. Il partito fascista per esempio era culturalmente egemone, nel senso che tutti gli intellettuali del tenpo erano fascisti, compresi tutti quelli che finito il fascismo passarono armi e begagli al pci.
La democrazia cristiana invece non era un partito egemone, essa dominava la scena grazie alla sua forza politica e ai maneggi e alla paura di tanti italiani di finire come in russia, ma si dinsinteressò sempre della cultura che lasciò in mano al pci che la egemonizzò.
Il pci costruì una potente industria culturale fatta di giornali, case editrici ecc e tutti gli intellettuali più noti erano comunisti, ho detto i più noti, non i più significativi.
Ignazio Silone per esempio, il più grande scrittore che l'Italia abbia mai avuto, era un feroce anticomunista, pur avendo fondato il pci insieme a gramsci, e per questo gli squadristi culturali del pci lo hanno perseguitato in vita e dopo la morte con delle orrende calunnie degne della peggior macchina del fango, ma questa è un'altra storia.
Comunque il pci costruì la sua egemonia, conquistò le scuole, le università ecc, ma ebbe un limite gravissimo, che è poi il limite tipico della cultura italiana, cioè fu elitario. La cultura comunista italiana fu sempre fine a sé stessa, fatta da puri intellettuali che parlavano e scrivevano per altri intellettuali, segnando quella distanza tra popolo e cultura che gramsci riteneva fosse la grande tragedia italiana. Gramsci si scagliava contro gli intellettuali puri che voglio fare la rivoluzione prendendo a bacchettate il popolo, definendoli dei puri asini che andrebbero presi a bacchettate.
La mancanza di una tradizione culturale, di quella che gramsci chiamava con un termine che avrebbe fatto epoca, il nazionalpopolare, fa si che l'egemonia della sinistra sia inutile, incapace di penetrare la società profonda, di capirla e interpretarla per costruire il consenso.

Berlusconi invece la lezione gramsciana l'ha capita benissimo.
Berlusconi esercita una egemonia culturale imperfetta. In termini marxisti sarebbe una egemonia culturale sovrastrutturale.
Ricordo rozzamente che marx riteneva che nella società capitalistica esistesse una sovrastruttura su cui si concrentrava l'attenzione collettiva, una sorta di tetto, e una substruttura in cui invece si fissavano i rapporti di produzione. Ecco berlusconi con le sue tv ha costruito una nuova sovrastruttura, che ha surclassato la vecchia e burocratica sovrastruttura comunista. Ha fondato una cultura popolare che gli ha permesso di penetrare nella società e di capirla nel profondo formando consenso. Ma non ha conquistato la substruttura, il profondo della società italiana che ha partecipato alle ubriacature di tutti i regimi italiani, senza però consegliargli mai fino in fondo l'anima. Detto in termini più concreti, è vero che in tv si vedono le tette delle veline che fanno la fortuna di pubblitalia, ma l'elettore medio di centrodestra vota berlusconi, da quindici anni, perchè spera che prima o poi si decida a fare la riforma fiscale.
Il fisco è una delle grandi questioni irrisolte della nostra democrazia, il nostro è il sistema più iniquo del mondo, B lo ha capito e cavalca la questione dal 1994 senza avere il coraggio di affrontarla, mentre i due governi prodi si sono suicidati su questo tema con delle politiche hanno rasentato la follia politica.

In conclusione, questo è un paese la cui democrazia non è normale perchè non abbiamo mai avuto una sinistra normale mentre ne avremmo un gran bisogno. Una sinistra normale e riformista che sappia fare quello che hanno fatto le sinistre negli ultimi decenni in europa, conquistare il consenso con una proposta alternativa alle destre.
Dice Tony Blair: "La sinistra perde quando difende lo status quo. Invece la sinistra vince quando riesce ad intercettare il futuro ed il cambiamento ed a precederlo". Blair, uno che ha preso un partito all'obitorio e lo ha riportato al governo per tredici anni ottenendo risultati spettacolari. Di recente in visita in Italia ha detto: "cari amici della sinistra italiana, se volete battere Silvio, smettete di parlare di scandali e cominciate a parlare di politica".
Tutto qui il nostro problema. Anche senza berlusconi, in Italia non avremo mai un Tony Blair.
kusovme
00venerdì 29 ottobre 2010 20:34
genericamente, come la domanda, è ovvio che sarebbe stata un'italia diversa, mi pare ovvio visto che ha dominato la scena politica ed è ancora PdC.
Se non fosse sceso in campo, le cose sarebbero andate diversamente (e chissà come). perchè con i se e con i ma....si sa che non si può.

cmq,
chissà come? il mio punto di vista è che invece di avere oggi forza italia ed exploit di lega e ex fascisti (erano l'MSI, parto dal 93), avremmo continuato ad avere al governo una coalizione di governo centrista alla DC, cioè la DC..
la sinistra non avrebbe mai vinto, perchè i blocchi di voti non sono mai cambiati. la sinistra ha vinto appena solo con qualche parente centrista. tutt'ora è così.

ma senza B, respireremmo un'aria migliore. E' paradossale dirlo, pensando al ciatillo della DC, ma è proprio così.

J.Rebus
00venerdì 29 ottobre 2010 20:37
Re:
Massimo Volume, 28/10/2010 15.16:

E' una bella domanda, e la risposta è enormemente complessa. Cioè, rispondere in modo esauriente a tale questione presupporrebbe una analisi approfondita sul fronte culturale-mediatico, economico, politico/politologico, sociologico, filosofico, giuridico-istituzionale, psicologico; non è possibile in questa sede - semmai sia possibile una ricostruzione generale e unitaria del "berlusconismo".

Personalmente, appartengo a coloro i quali ritengono che Berlusconi abbia inciso enormemente, e enormemente in peggio, sull'Italia e sugli italiani.
Ritengo, al tempo stesso, che nessuna giustificazione possa sussistere al votare Berlusconi.





ovviamente sono d'accordissimo con te. [SM=x43799]
nandito
00venerdì 29 ottobre 2010 21:30
Re:
trixam, 29/10/2010 19.24:

Dal punto di vista pratico, senza l'entrata in campo di B Occhetto avrebbe vinto le elezioni nel 1994 e l'Italia avrebbe avuto una stagione simile a quelle vissute dalla francia e dalla spagna negli anni trenta, con i governi dei fronti popolari che nacquero con grandi speranze e finirono spernacchiati e umiliati.
In un paio di anni si sarebbe riformato un grande partito di centro che avrebbe spazzato via la sinistra alle successive elezioni mandandola negli archivi della storia per sempre.
In quegli anni di governo però ci sarebbe stata una forte conflittualità perché la sinistra del 94, cioè quella prima dell'Ulivo, era rancorosa per le sconfitte a raffica del passato e sostanzialmente antidemocratica.

Però mi incuriosisce molto questo fatto che molti lamentano che berlusconi ha prodotto il degrado politico e culturale e che prima di lui le cose andavano meglio.
Ma parlate dell'Italia? Cioè il paese in cui per raggiungere l'unità i bersaglieri dovettero prendere a cannonate la gente del sud che non ne voleva sapere, dove ancora oggi si inneggia al meraviglioso regno dei borbone? Il paese che ha inventato il fascismo?
Il paese dove nella campagna elettorale del 48 Togliatti arringando la folla disse di aver già ordinato un paio di scarpe per prendere a calci in culo de gasperi?
Il paese che negli anni settanta ha inventato il terrorismo politico di massa, con i neri e i rossi che hanno lasciato sul campo 500 morti e qualche migliaio di feriti?
Questo paese qui era il regno delle meraviglie devastato dall'orco di arcore? Ma che diciamo?
L'italia è una repubblica fondata sulla guerra civile, da quindici secoli noi italiani ci scanniamo tra di noi.
Siamo un popolo, che per tante ragioni, non è mai diventato popolo e per questo è sempre stato plebe.

La nostra storia politica è caratterizzata da due fattori: la tendenza ad andare a destra che produce come conseguenza la guerra civile. La repubblica aveva posto un argine a questi limiti, con la nascita dei grandi partiti di massa che avevano portato anche in Italia quello che c'era altrove da un secolo: le culture politiche.
Ecco che cosa c'era prima di Berlusconi, il discorso pubblico veniva organizzato per culture politiche, il socialismp, il liberalismo, il repubblicanesimo, il pensiero cattolico-democratico, il comunismo.
Queste erano le culture politiche che esistevano in Italia e che sono state cancellate con Mani Pulite.
La nostra era già una democrazia anomala, perchè in Italia esisteva il più importante partito comunista dell'occidente, mentre nel resto d'europa la sinistra maggioritaria era quella riformista il cui modello è l SPD tedesca. Così mentre nel resto d'Europa i vari partiti si alternavano al governo, in Italia questo non poteva succedere perché l'alternativa al blocco della Dc era un partito antidemocratico alleato con una potenza ostile.
Il duopolio dc pci impedì la nascita di una vera democrazia.

Negli anni ottanta ci fu poi la grande riscossa della sinistra riformista italiana, quella impersonata dal partito socialista che dopo un secolo di sconfitte contro fascismo e comunismo trovò la forza di uscire dall'angolo e di diventare centrale nella scena politica fino a conquistare la presidenza del consiglio.
Il guaio fu che a guidare questa riscossa ci fu quel grande e controverso leader che fu Bettino Craxi, un genio politico e una mente da mascalzone. Craxi massacrò i comunisti fino ad indurli alla svolta della Bolognina, quando Occhetto dovette ammettere la sconfitta storica del comunismo ancora prima che il muro di berlino cadesse. Lì la sinistra italiana ebbe la grande occasione, quella di ricomporre la frattura del 1921 e di far nascere un grande partito europeo e riformista in grado di dare all'Italia quello che avevano avuto gli altri paesi: l'alternanza nella normalità.
La sinistra post pci però rifiutò sdegnosamente, convinta com'è che tutto le sia dovuto per consenso divino, scelse la strada del revascismo memorialisto e della rivoluzione giudiziaria cominciata con l'affare Gladio e finita con mani pulite. D'alema, che di fatto era il segretario occulto già dal 1990, scelse la via dei giudici convinto che eliminando il psi e la dc la sinistra avrebbe potuto governare per un secolo. Max è una persona abilissima e non vorrei averlo come nemico per niente al mondo, ma alla bravura tattica non accoppia la sagacia strategica. Quello che i comunisti non avevano capito, e craxi invece si, è che la dc in italia svolgeva una duplice funzione: una esplicita di diga anticomunista e l'altra implicita di diga antipopulista.
La dc impediva la deriva a destra cui l'Italia naturalmente tende.
Infatti eliminati il psi e la dc e consumato il colpo di stato del 6 gennaio 1994, quando la magistratura di milano obbligò il presidente scalfaro a sciogliere le camere nonostante quel giorno stesso la maggioranza avesse presentato una mozione di fiducia al governo ciampi, uno schiaffo alla costituzione simbolicamente identico al rifiuto di Vittorio emanuele III di firmare lo stato d'assedio nel 1922; l'Italia è andata a destra. Berlusconi è solo il valletto che l'ha accompagnata, dando agli italiani quello che hanno sempre sognato: una guerra civile da combattere attorno alle sue persona nelle sembianze del berlusconismo e antiberlusconismo.

Io poi capisco il senso più profondo della domanda, che è ispirato dallo stato di frustrazione dato dal pensiero che il berlusconismo sia imbattibile. Giustamente se uno è giovane e di sinistra perché crede nella giustizia, nell'eguaglianza e tante belle cose, pensando di stare nella squadra vincente si chiede come mai la gente preferisca votare per un puttaniere settantenne.
Diceva Lucio Colletti che la sinistra è bravissima a trovare una scusa per le proprie disfatte, ai tempi del pci ci ingegnava di più: a volte era la polizia, altre volte i brogli, poi la Cia, la questione morale ecc.
Con B è più facile, lui ha le televisioni con le veline, il grande fratello, i giornali di gossip che distraggono le persone dai problemi, il milan e via di questo passo. Insomma l'apparato con cui, per usare le parole di eugenio scalfati, ha cambiato l'antropologia della nazione. Io penso che tutto questo sia una gigantesca puttanata, scusandomi per la licenza poetica. E lo penso non solo per i fatti di cui sopra, che sono tutti politici e non hanno nulla a che vedere con i culi delle veline, ma perchè il nostro è il paese di antonio gramsci. Ecco io non smetterò mai di meravigliarmi del fatto che persone ventenni che si dichiarano o votano a sinistra non sappiano chi sia gramsci e che non usino gli strumenti del pensiero gramsciano in una discussione per capire berlusconi.
Gramsci, fondatore del partito comunista italiano, intellettuale tra i più grandi che l'italia abbia mai avuto, antistalinista, morto nelle carceri fasciste da cui togliatti si rifiutò di farlo liberare in uno scambio di prigionieri dietro le pressioni di stalin, cosa che è utile a far capire perchè nelle scuole dominate dalla sinistra non lo insegnino più; diceva che il partito al governo deve esercitare una egemonia culturale. Il partito fascista per esempio era culturalmente egemone, nel senso che tutti gli intellettuali del tenpo erano fascisti, compresi tutti quelli che finito il fascismo passarono armi e begagli al pci.
La democrazia cristiana invece non era un partito egemone, essa dominava la scena grazie alla sua forza politica e ai maneggi e alla paura di tanti italiani di finire come in russia, ma si dinsinteressò sempre della cultura che lasciò in mano al pci che la egemonizzò.
Il pci costruì una potente industria culturale fatta di giornali, case editrici ecc e tutti gli intellettuali più noti erano comunisti, ho detto i più noti, non i più significativi.
Ignazio Silone per esempio, il più grande scrittore che l'Italia abbia mai avuto, era un feroce anticomunista, pur avendo fondato il pci insieme a gramsci, e per questo gli squadristi culturali del pci lo hanno perseguitato in vita e dopo la morte con delle orrende calunnie degne della peggior macchina del fango, ma questa è un'altra storia.
Comunque il pci costruì la sua egemonia, conquistò le scuole, le università ecc, ma ebbe un limite gravissimo, che è poi il limite tipico della cultura italiana, cioè fu elitario. La cultura comunista italiana fu sempre fine a sé stessa, fatta da puri intellettuali che parlavano e scrivevano per altri intellettuali, segnando quella distanza tra popolo e cultura che gramsci riteneva fosse la grande tragedia italiana. Gramsci si scagliava contro gli intellettuali puri che voglio fare la rivoluzione prendendo a bacchettate il popolo, definendoli dei puri asini che andrebbero presi a bacchettate.
La mancanza di una tradizione culturale, di quella che gramsci chiamava con un termine che avrebbe fatto epoca, il nazionalpopolare, fa si che l'egemonia della sinistra sia inutile, incapace di penetrare la società profonda, di capirla e interpretarla per costruire il consenso.

Berlusconi invece la lezione gramsciana l'ha capita benissimo.
Berlusconi esercita una egemonia culturale imperfetta. In termini marxisti sarebbe una egemonia culturale sovrastrutturale.
Ricordo rozzamente che marx riteneva che nella società capitalistica esistesse una sovrastruttura su cui si concrentrava l'attenzione collettiva, una sorta di tetto, e una substruttura in cui invece si fissavano i rapporti di produzione. Ecco berlusconi con le sue tv ha costruito una nuova sovrastruttura, che ha surclassato la vecchia e burocratica sovrastruttura comunista. Ha fondato una cultura popolare che gli ha permesso di penetrare nella società e di capirla nel profondo formando consenso. Ma non ha conquistato la substruttura, il profondo della società italiana che ha partecipato alle ubriacature di tutti i regimi italiani, senza però consegliargli mai fino in fondo l'anima. Detto in termini più concreti, è vero che in tv si vedono le tette delle veline che fanno la fortuna di pubblitalia, ma l'elettore medio di centrodestra vota berlusconi, da quindici anni, perchè spera che prima o poi si decida a fare la riforma fiscale.
Il fisco è una delle grandi questioni irrisolte della nostra democrazia, il nostro è il sistema più iniquo del mondo, B lo ha capito e cavalca la questione dal 1994 senza avere il coraggio di affrontarla, mentre i due governi prodi si sono suicidati su questo tema con delle politiche hanno rasentato la follia politica
.


In conclusione, questo è un paese la cui democrazia non è normale perchè non abbiamo mai avuto una sinistra normale mentre ne avremmo un gran bisogno. Una sinistra normale e riformista che sappia fare quello che hanno fatto le sinistre negli ultimi decenni in europa, conquistare il consenso con una proposta alternativa alle destre.
Dice Tony Blair: "La sinistra perde quando difende lo status quo. Invece la sinistra vince quando riesce ad intercettare il futuro ed il cambiamento ed a precederlo". Blair, uno che ha preso un partito all'obitorio e lo ha riportato al governo per tredici anni ottenendo risultati spettacolari. Di recente in visita in Italia ha detto: "cari amici della sinistra italiana, se volete battere Silvio, smettete di parlare di scandali e cominciate a parlare di politica".
Tutto qui il nostro problema. Anche senza berlusconi, in Italia non avremo mai un Tony Blair.



quoto tutto e
quotissimo la parte in grassetto...
kusovme
00sabato 30 ottobre 2010 16:10
Re:
trixam, 29/10/2010 19.24:


Detto in termini più concreti, è vero che in tv si vedono le tette delle veline che fanno la fortuna di pubblitalia, ma l'elettore medio di centrodestra vota berlusconi, da quindici anni, perchè spera che prima o poi si decida a fare la riforma fiscale.
Il fisco è una delle grandi questioni irrisolte della nostra democrazia, il nostro è il sistema più iniquo del mondo, B lo ha capito e cavalca la questione dal 1994 senza avere il coraggio di affrontarla, mentre i due governi prodi si sono suicidati su questo tema con delle politiche hanno rasentato la follia politica.





ma allora non sono bastati 15 anni per capire che le tasse non le possono abbassare?
[SM=x43665]
Giubo
00sabato 30 ottobre 2010 18:46
Berlusconi scese in campo mentre infuriava Mani pulite...
credo che bisogna fare,come dice Di PIetro,una netta distinzione:Mani pulite fu quell'operazione che portò a scoperchiare il sistema corruttivo di cui,a ben guardare,si sapeva già prima che arrivassero i magistrati;Tangentopoli è un sistema che esisteva,esiste ed esisterà...Silvio non scendeva in campo?Ci sarebbe stato qualcun altro che avrebbe fatto gli interessi della casta
Giubo
00sabato 30 ottobre 2010 18:50
leggo un'intervista fatta nel 1994 ad Augusto Minzolini, che allora decisamente ragionava in modo diverso da come possiamo 'ammirare'oggi al Tg1..parlando della differenza tra pubblico e privato che non esiste per un politico, diceva che"noi giornalisti sapevamo cosa facevano Craxi, cosa faceva Andreotti, se ci fossimo messi fin da allora a fargli le pulci probabilmente non ci sarebbe stata Mani pulite, li avremmo obbligati o a cambiare o ad andarsene....
tortor
00lunedì 1 novembre 2010 15:57
nn credo sarebbe cambiato qlcosa...i politici,destra sinistra centro sopra sotto eccc, in Italia sanno solo magnà.
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