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Il 2 novembre, riflessione tra vivi

Ultimo Aggiornamento: 04/11/2011 10:41
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01/11/2011 16:56
 
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Ogn'anno, il due novembre, c'é l'usanza
per i defunti andare al Cimitero.
Ognuno ll'adda fà chesta crianza;
ognuno adda tené chistu penziero.
Ogn'anno, puntualmente, in questo giorno,
di questa triste e mesta ricorrenza,
anch'io ci vado, e con dei fiori adorno
il loculo marmoreo 'e zi' Vicenza.

Mi chiedo chi fosse zi’ Vicenza, una donna esistita davvero, la zia amata che ha rappresentato tutto nella vita di chi scrive, o semplicemente colei che permette al più celebre Partenopeo di tutti i tempi di compiere il gesto di recarsi al cimitero il 2 novembre?

Quasi tutti noi tra oggi e domani ci recheremo al cimitero a “portar rispetto” ai nostri cari defunti.
E quando erano in vita che rapporto avevamo con loro?
Li rispettavamo, il nostro animo era sinceramente amico (nel senso più ampio che ci sia del termine) o sotto sotto nutrivamo nei riguardi di quel qualcuno sentimenti cattivi?
E cos’è che ci spinge a piangere disperatamente quando veniamo a conoscenza della morte di qualcuno, se quel qualcuno è la stessa persona alla quale una settimana prima non abbiamo dato un passaggio, non abbiamo risposto al telefono, non abbiamo regalato un sorriso perche troppo presi da noi stessi?

A volte mi chiedo: se adesso morissi, chi verrebbe a piangere sulla mia bara?
Mi passano davanti agli occhi volti di gente che oggi non vorrei vedere per nessuna ragione al mondo, ma allo stesso tempo mi dico che se quelle persone morissero io andrei al loro funerale, ma allora che senso ha tutto ciò? Viviamo già una vita in buona percentuale falsa e continuiamo a seminare falsità anche dopo la morte?

La mente umana mi dà lo spunto per scrivere tutto ciò che è un’assurdità, eppure avviene.

Se domani mattina, andando al cimitero, da lontano mi renderò conto che vicino alla tomba di mia nonna c’è mio zio, inizierò a girare a zonzo nel campo santo, aspetterò che lui si allontani e poi mi avvicinerò, questo per evitare che lui approfitti dell’occasione per farmi domande, per evitare anche solo la necessità di dovermi stampare un falso sorriso in faccia e dire un freddo “ciao” che evito ormai da mesi. Però mi chiedo: e se tra un paio di giorni io o lui morissimo, piangerei per lui o lui piangerebbe per me? E quanta gente che mi si finge amica nella mia quotidianità e sparla di me alle spalle e non fa altro che aspettare un mio insuccesso, verrebbe a bagnare di lacrime la mia salma? E tutte quelle persone che sì, è vero, mi sono state davvero molto vicine nella vita, sono state un po’ il mio alter ego, ma che ora per incomprensioni, capricci, litigi o imposizioni non sento più da tempo quasi immemorabile, quelle persone anche verrebbero a darmi l’estremo saluto? E quelli con i quali invece ho ancora tanto da dire, ma con i quali mi ostino a non parlare e che si ostinano a non parlare con me, a non chiarire, a non dare il giusto peso alle cose, ad aspettare, tanto non c’è fretta e il tempo sistemerà ogni cosa… Se quel tempo, all’improvviso, ci fosse tolto da una forza che noi non conosciamo e non possiamo gestire? Basterebbero sincere e disperate lacrime di dolore per la morte di un amico che avevi allontanato a compensare i silenzi, gli orgogli e le distanze della vita che difendevi senza sapere che nemmeno t’apparteneva?

Credo, in definitiva, che sia molto più facile un gesto del genere, credo che sia più semplice ricompattare le famiglie in occasione di un funerale, piuttosto che in occasione di un matrimonio… Ma chesquallori siamo capaci di creare!!! Noi che siamo uomini, noi che abbiamo un’anima, noi ai quali il Buon Dio ha voluto dare l’intelletto e il piacere del sentimento, siamo sempre pronti a piangere per le disgrazie altrui, ma non ad essere altrettanto felici per una gioia che appartiene a qualcun altro.

Nicola Di Prisco e Marco Simoncelli ci hanno lasciato all’improvviso, senza avvisarci…

…solitamente i morti decidono loro quando e a chi dare un terno vincente, manteniamoci VIVI finchè è possibile!





. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Di fronte a questo brulichio di artisti e di bambini, di gente in vario modo allegra, chiedo che festa si stia celebrando. “Nessuna, qui da noi ogni giorno si festeggia la vita.”

Silvano Agosti – Lettere dalla Kirghisia
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è un pensiero molto profondo. Io nel dubbio ,quando posso, faccio qualche telefonata per sentire la voce di chi mi è lontano,proprio perché un qualsiasi istante potrebbe essere l ultimo. Ci sono persone che potrei abbracciare ora o dirgli semplicemente un ti voglio bene,non so perché non lo faccio ma il giorno in cui non potrò più rimpiangero'di non averlo fatto o di non averlo fatto spesso. Quanto alla domanda "cosa è che ci porta... "forse è proprio il fatto che quando una persona muore si scopre un velo e ti rendi conto che qualunque fosse stato il motivo per cui non ci parlavi più non era poi così grave,ti rendi conto che non avrai più altre possibilità di parlare e chiedere o ottenere scuse... O forse semplicemente ti fa male il pensiero che la sua vita sia finita,e poco importa se tu ne facevì ancora parte o meno e che ruolo avevi [SM=x43610]
________ ______________ _________ ________ _______







www.pensieriecassate.blogspot.com
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01/11/2011 17:25
 
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il mio pensiero è tornare ogni tanto qui e ritrovarvi, vecchi e nuovi. Se penso che ho conosciuto giuristifedericiani nel 2004 mi scende la lacrimuccia.

----------------------------------------------------------------------------------


Mi chiamo Simkha Rahabinovic&.sono un venditore di ombre.A chi vendo le mie ombre? A gente che lha persa&
Un ombra si perde per troppa luce..
O per troppa oscurità&.

...


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Re:
gegge82, 01/11/2011 17.17:

è un pensiero molto profondo. Io nel dubbio ,quando posso, faccio qualche telefonata per sentire la voce di chi mi è lontano,proprio perché un qualsiasi istante potrebbe essere l ultimo. Ci sono persone che potrei abbracciare ora o dirgli semplicemente un ti voglio bene,non so perché non lo faccio ma il giorno in cui non potrò più rimpiangero'di non averlo fatto o di non averlo fatto spesso. Quanto alla domanda "cosa è che ci porta... "forse è proprio il fatto che quando una persona muore si scopre un velo e ti rendi conto che qualunque fosse stato il motivo per cui non ci parlavi più non era poi così grave,ti rendi conto che non avrai più altre possibilità di parlare e chiedere o ottenere scuse... O forse semplicemente ti fa male il pensiero che la sua vita sia finita,e poco importa se tu ne facevì ancora parte o meno e che ruolo avevi [SM=x43610]




E cioè deve arrivare la morte per farci ricordare che siamo vivi? [SM=x43600]





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Di fronte a questo brulichio di artisti e di bambini, di gente in vario modo allegra, chiedo che festa si stia celebrando. “Nessuna, qui da noi ogni giorno si festeggia la vita.”

Silvano Agosti – Lettere dalla Kirghisia
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Tanti anni fa avevo un gruppo di cari amici, con i quali trascorrevo gran parte delle vacanze estive.
Ridevamo, scherzavamo...era uno di quei gruppi "puliti", come non mi è stato più facile incontrarne.
Con una ragazza, tra gli altri, avevo un ottimo rapporto, e anche quando l'estate finiva, per un periodo capitava anche ci scrivessimo lunghe lettere per mantenere il contatto.
Ho sempre saputo, in cuor mio, che c'era da parte di lei anche una qualche forma di interesse, ma non l'ha mai palesato apertamente, e, con la discrezione e delicatezza che sempre l'ha contraddistinta, ha continuato a viversi semplicemente quel nostro rapporto di amicizia.

Crescendo le strade del gruppo si sono inevitabilmente divise. Capitava di incontrarsi, certo, ma in maniera più occasionale, frastagliata, rara.
Anche con lei i contatti si sono via via fatti sempre più radi, casuali.
Quando però capitava, per quel giorno o due, di incontrarsi, c'era sempre il piacere e la semplicità di sempre. Niente imbarazzi, saluti formali...anche se erano anni, magari, che non ci si vedeva. Anche se non capitava di parlare praticamente più.

Quando l'anno scorso mi son ritrovato a trasportare la sua bara, nel percorso che separava la chiesa dal cimitero, ho preso per la prima volta realmente consapevolezza del fatto che quel tempo perso non sarebbe mai più stato recuperato.
E il peso immane ed inaspettato che mi massacrava la spalla alleviava solo in maniera illusoria il senso di colpa, diffondendo un senso di piacere da "espiazione" destinato a sparire presto, nel freddo.
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Re:
mitrokin1979, 01/11/2011 17.25:

il mio pensiero è tornare ogni tanto qui e ritrovarvi, vecchi e nuovi. Se penso che ho conosciuto giuristifedericiani nel 2004 mi scende la lacrimuccia.





Avvocato!!! Ti devo fare una domanda.. [SM=x43813]
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01/11/2011 17:58
 
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Pensieri profondi, grazie a Donna Prassede e a Paperino... Credo che il giorno dei morti sia come la festa della donna o del papà: tendiamo, sbagliando, a riflettere su certi problemi solo in queste occasioni. E invece ad esempio, come dice Seneca, Cotidie morimur (non credo che sia necessario tradurre). Ognuno di noi ha qualche giro ozioso da fare, vedendo da lontano persone che sarebbe imbarazzante incontrare, non tutti hanno accompagnato al cimitero persone con le quali avrebbero potuto forse avere una storia, che è un'esperienza molto forte. "Si sta come d'autunno/sugli alberi le foglie", ha scritto qui Moggii, citando senza dirlo Ungaretti, a proposito del professore Di Prisco, morto di infarto in pochi secondi... Se fosse possibile seppellire ogni giorno in noi stessi i rancori, gli equivoci con gli altri, non farli sedimentare (i muri si costruiscono a partire dai sassolini, c'è sempre un momento prima del quale potremmo attraversarli e uno a partire dal quale questo sembra impossibile), se fosse possibile questo, sarebbe perfetto. Ma forse non saremmo uomini e donne, capaci di tutto e quindi anche piccoli e mediocri, fatti di legno storto... [SM=x43642]
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01/11/2011 19:36
 
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Re:
(pollastro), 01/11/2011 17.58:

Pensieri profondi, grazie a Donna Prassede e a Paperino... Credo che il giorno dei morti sia come la festa della donna o del papà: tendiamo, sbagliando, a riflettere su certi problemi solo in queste occasioni. E invece ad esempio, come dice Seneca, Cotidie morimur (non credo che sia necessario tradurre). Ognuno di noi ha qualche giro ozioso da fare, vedendo da lontano persone che sarebbe imbarazzante incontrare, non tutti hanno accompagnato al cimitero persone con le quali avrebbero potuto forse avere una storia, che è un'esperienza molto forte. "Si sta come d'autunno/sugli alberi le foglie", ha scritto qui Moggii, citando senza dirlo Ungaretti, a proposito del professore Di Prisco, morto di infarto in pochi secondi... Se fosse possibile seppellire ogni giorno in noi stessi i rancori, gli equivoci con gli altri, non farli sedimentare (i muri si costruiscono a partire dai sassolini, c'è sempre un momento prima del quale potremmo attraversarli e uno a partire dal quale questo sembra impossibile), se fosse possibile questo, sarebbe perfetto. Ma forse non saremmo uomini e donne, capaci di tutto e quindi anche piccoli e mediocri, fatti di legno storto... [SM=x43642]



tu sul serio credi che questa ricorrenza sia vissuta all'insegna della riflessione, della commemorazione?

la tragicità della morte la si comprende solo vivendola, solo perdendo una persona cara si può veramente capire cosa significhi la morte con tutte le sue conseguenze.



 "...E ricordati, io ci sarò. Ci sarò su nell'aria.
Allora ogni tanto, se mi vuoi parlare, mettiti da una parte,
chiudi gli occhi e cercami.
Ci si parla.
Ma non nel linguaggio delle parole. Nel silenzio..."
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01/11/2011 20:05
 
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Chiara forse è OT ,ma un po'alla Koogar [SM=x43668] ti segnalo una canzone di Niccolò Fabi che racchiude tutta la tua riflessione:



Hai presente quando sogni di morire
per vedere chi verrà al tuo funerale
per capire chi ti ha voluto bene
e chi ti ha voluto male hai presente?

Chi ti vuole bene dopo di me?
Chi ti vuole bene?
e capire poi che hai sbagliato tutto
che non manchi a nessuno
lei non è vestita a lutto


Rosso, è un vestito rosso
oggi quello che indossi
per il mio funerale
bella senza più pensieri
come sei tranquilla
nel giorno del mio funerale

Hai presente poi la figlia del dottore
seduta in terza fila che piange e non si fa notare
per non parlare del mio migliore amico
che mentre il prete parla
sta nel letto suo a dormire

Chi ti vuole bene dopo di me?
Chi ti vuole bene?
e vedere poi la donna del tuo cuore
che assiste alla funzione
senza il minimo dolore


Rosso, è un vestito rosso
oggi quello che indossi
per il mio funerale
bella senza più pensieri
come sei tranquilla
nel giorno del mio funerale

Hai presente quando sogni di morire
per vedere chi verrà al tuo funerale
e capire poi che hai sbagliato tutto
che non manchi a nessuno
e lei non è vestita a lutto


Ma rosso, è un vestito rosso
oggi quello che indossi
per il mio funerale
bella senza più pensieri
come sei tranquilla nel giorno del mio funerale



E cmq è un discorso che condivido.Purtroppo l'ipocrisia umana nn si ferma neanche davanti alla morte.Anzi è proprio l'occasione in cui ci sguazza.

Per il resto domani è una data come tante.La ferita,purtroppo ancora fresca di una perdita,fa male così come il 3 novembre.Se vado al cimitero è perchè ci vado spesso e domani avrà lo stesso valore delle altre volte
[Modificato da diegoo. 01/11/2011 20:08]
nel mezzo c'è tutto il resto
e tutto il resto è giorno dopo giorno
e giorno dopo giorno è
silenziosamente costruire
e costruire è potere e sapere
rinunciare alla perfezione

Niccolò Fabi-Costruire

01/11/2011 20:50
 
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La vita ti da l'illusione di essere eterna, tutti noi abbiamo (chi più chi meno) qualche situazione in "sospeso" con qualcuno, ma...vai avanti pensando che ci sia tempo, tempo per fare quella telefonata, tempo per dire ciò che vorresti da sempre dire.A volte abbiamo la presunzione di essere onnipotenti anche di fronte a ciò che non è in nostro potere.Nel momento in cui viene a mancare quella persona non puoi più tornare indietro, non puoi rimediare se hai sbagliato nei suoi confronti,non puoi dirle un ti voglio bene o un ti amo che avresti voluto dire. Ti resta il vuoto di un'assenza che non puoi più colmare oltre ovvio ai rimorsi che ti divorano l'esistenza.
Anche io mi pento di non aver passato più tempo insieme a una persona che non c'è più...non riesco ad andare neanche al cimitero perchè a distanza di anni non ho elaborato il lutto.E mi accorgo di non aver imparato da quella esperienza perchè mi divora spesso anche il pensiero del mio orgoglio che non mi fa alzare il telefono e comporre un numero....con la consapevolezza che potrei ricevere io invece una telefonata tra qualche anno...è dilaniante.
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01/11/2011 23:00
 
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Perfetto, Nina de Luna, cogli esattamente quello che volevo dire... Non mi importa dell'ipocrisia della gente, che c'è nella bella e amara canzone di Nicolò Fabi: la metto nel conto. Mi interessano di più le mie manchevolezze, le parole che non ho detto al tempo giusto e che ora non posso dire più... Ma la raggiunta maturità il lutto te lo ha fatto elaborare: devi perdonarti (e dovrei perdonarmi anch'io...). Nessuno è perfetto e quella persona a cui non abbiamo saputo dire quello che avremmo dovuto, o a cui abbiamo detto parole sbagliate, lo sapeva come eravamo veramente...
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02/11/2011 08:14
 
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nn ho voglia di commentare questi tpoic la riflessione sui vivi e i morti mi fa molto male . Forse un giorno riusciro' a parlarne veramente [SM=x43607] [SM=x2712064]
[Modificato da ioete78 02/11/2011 08:14]
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02/11/2011 11:43
 
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Ho smesso di andare al cimitero quando mi sono stancata di vedere certe scene a dir poco squallide. Sono convinta che una persona si ama e si rispetta in vita, dopo è inutile portare fasci di fiori al cimitero o star lì a piangere. Ne ho viste tante, ai funerali di miei amici, compagni di classe, c'era gente che fino al giorno prima o addirittura durante la veglia funebre, se ne stava fuori la porta ad offendere la memoria di quel ragazzo defunto, definendolo drogato. Certo, al mio paese quando muore un ragazzo, di incidente o di infarto, o ammazzato di botte, è comunque un drogato. Poi durante il funerale queste stesse persone sono lì, a piangere. Questa è una cosa insopportabile. Lo stesso vale per chi abbandona i genitori, e poi ricopre la tomba di fiori. Ho amato mia nonna più di qualsiasi persona al mondo, l'ho adorata, e non vado mai al cimitero. Fin quando è stata in vita ho fatto il possibile per dimostrarle il mio amore per lei. Ora la tengo viva nel mio cuore, ricordando tutti i nostri momenti insieme. Certo, mi manca, ma non la riporterò in vita andando al cimitero ogni giorno o piangendo o portando miliardi di fiori. Mia nonna, i miei amici, le persone che ho amato, vivono in me. Nessuno muore veramente se lo teniamo vivo dentro di noi.


“Come folgore dal cielo!”
canta il motto della gloria
“come nembo di tempesta!”
precediamo la vittoria

Paracadutista tu
che scendi da lassù
sopra l’inferno,
tu conquisti ciò che vuoi
a fianco degli eroi
che sono eterni,
quando scendi giù dal ciel
avvolto nel tuo vel
la vittoria ti sorride già,
ma se ti tronca la mitraglia
dalla battaglia
in ciel ritornerai lassù

FOLGORE!!! [Avanti è la vita]

8° Battaglione Genio Guastatori Paracadutisti "Folgore"
22^ Compagnia Guastatori Paracadutisti "ANGELI NERI"
02/11/2011 11:55
 
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Re:
(sAlly_88), 02/11/2011 11.43:

Ho smesso di andare al cimitero quando mi sono stancata di vedere certe scene a dir poco squallide. Sono convinta che una persona si ama e si rispetta in vita, dopo è inutile portare fasci di fiori al cimitero o star lì a piangere. Ne ho viste tante, ai funerali di miei amici, compagni di classe, c'era gente che fino al giorno prima o addirittura durante la veglia funebre, se ne stava fuori la porta ad offendere la memoria di quel ragazzo defunto, definendolo drogato. Certo, al mio paese quando muore un ragazzo, di incidente o di infarto, o ammazzato di botte, è comunque un drogato. Poi durante il funerale queste stesse persone sono lì, a piangere. Questa è una cosa insopportabile. Lo stesso vale per chi abbandona i genitori, e poi ricopre la tomba di fiori. Ho amato mia nonna più di qualsiasi persona al mondo, l'ho adorata, e non vado mai al cimitero. Fin quando è stata in vita ho fatto il possibile per dimostrarle il mio amore per lei. Ora la tengo viva nel mio cuore, ricordando tutti i nostri momenti insieme. Certo, mi manca, ma non la riporterò in vita andando al cimitero ogni giorno o piangendo o portando miliardi di fiori. Mia nonna, i miei amici, le persone che ho amato, vivono in me. Nessuno muore veramente se lo teniamo vivo dentro di noi.




la penso come te,anche se il cimitero' e' un luogo per i vivi e non per i morti,serve magari a farti sentire meglio e piu'vicina la persona che non c'e' piu',ma fondamentalmente e' solo un mezzo,un veicolo non necessario,dal momento che il ricordo e' dentro i nostri pensieri.
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02/11/2011 12:41
 
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Re:


(sAlly_88), 02/11/2011 11.43:

Ho smesso di andare al cimitero quando mi sono stancata di vedere certe scene a dir poco squallide. Sono convinta che una persona si ama e si rispetta in vita, dopo è inutile portare fasci di fiori al cimitero o star lì a piangere. Ne ho viste tante, ai funerali di miei amici, compagni di classe, c'era gente che fino al giorno prima o addirittura durante la veglia funebre, se ne stava fuori la porta ad offendere la memoria di quel ragazzo defunto, definendolo drogato. Certo, al mio paese quando muore un ragazzo, di incidente o di infarto, o ammazzato di botte, è comunque un drogato. Poi durante il funerale queste stesse persone sono lì, a piangere. Questa è una cosa insopportabile. Lo stesso vale per chi abbandona i genitori, e poi ricopre la tomba di fiori. Ho amato mia nonna più di qualsiasi persona al mondo, l'ho adorata, e non vado mai al cimitero. Fin quando è stata in vita ho fatto il possibile per dimostrarle il mio amore per lei. Ora la tengo viva nel mio cuore, ricordando tutti i nostri momenti insieme. Certo, mi manca, ma non la riporterò in vita andando al cimitero ogni giorno o piangendo o portando miliardi di fiori. Mia nonna, i miei amici, le persone che ho amato, vivono in me. Nessuno muore veramente se lo teniamo vivo dentro di noi.




come non quotarti, non vado al cimitero da una vita, perchè mi mette tristezza e non mi va di ricordare chi non c'è più solo il 2 novembre
le persone a me care che oramai mi guardano da lassù le porto sempre con me, non andranno mai via dal mio cuore nè dalla mia mente...
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02/11/2011 12:49
 
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Penso che se morissi adesso, morirei in pace. E questo perchè ho la coscienza tranquilla, sia nei confronti di chi non c'è più, sia nei confronti di chi resta. E tra quelli che restano, c'è una parte di famiglia che non vorrei nemmeno al mio funerale: è da più di anno che non abbiamo rapporti con i fratelli di mio padre ed io, dopo centinaia di tentativi di riconciliazione, ho ritenuto di avere di una dignità e quindi mi sono messa la coscienza in pace.
Al cimitero vado una volta ogni due settimane ed evito di andarci in questi due giorni:onestamente, mi urta vedere chi va lì giusto una volta l'anno e solo per dovere. E ce ne sono tantissimi: tombe e "mausolei"completamente abbandonati durante l'anno, profusione di fiori, ceri e ghirlande il 1 e 2 novembre. Mi piace andare lì di primo mattino, parlare con i miei nonni, come ho sempre fatto quand'erano in vita. E' una cosa che faccio con amore, perchè in realtà li senti vivi e vicini, il legame non si è interrotto!



For you I was a flame....love, is a losing game....


Quando stai per mollare, fermati un attimo a pensare al motivo per il quale hai resistito fino ad ora ... Pensa alla meta, non a quanto sia lungo il tragitto. Rimboccati le maniche e non aver paura della fatica. Guardati allo specchio e riconosci quel sognatore che ti sta di fronte. Lotta e combatti. E quando ciò che desideri sarà tuo, una mano al cuore e sentirai in ogni singolo battito l'eco di ognuno dei passi che hai compiuto. E se avrai qualche cicatrice non preoccuparti, non c'e vittoria senza una ferita di guerra, non c'è arcobaleno senza la pioggia.
02/11/2011 13:16
 
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Re:
(pollastro), 01/11/2011 23.00:

Perfetto, Nina de Luna, cogli esattamente quello che volevo dire... Non mi importa dell'ipocrisia della gente, che c'è nella bella e amara canzone di Nicolò Fabi: la metto nel conto. Mi interessano di più le mie manchevolezze, le parole che non ho detto al tempo giusto e che ora non posso dire più... Ma la raggiunta maturità il lutto te lo ha fatto elaborare: devi perdonarti (e dovrei perdonarmi anch'io...). Nessuno è perfetto e quella persona a cui non abbiamo saputo dire quello che avremmo dovuto, o a cui abbiamo detto parole sbagliate, lo sapeva come eravamo veramente...




Ho capito che perdonarsi è di gran lunga più difficile che perdonare [SM=x43805]
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02/11/2011 13:59
 
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Re: Re:
Niña de Luna, 02/11/2011 13.16:




Ho capito che perdonarsi è di gran lunga più difficile che perdonare [SM=x43805]




vero!



For you I was a flame....love, is a losing game....


Quando stai per mollare, fermati un attimo a pensare al motivo per il quale hai resistito fino ad ora ... Pensa alla meta, non a quanto sia lungo il tragitto. Rimboccati le maniche e non aver paura della fatica. Guardati allo specchio e riconosci quel sognatore che ti sta di fronte. Lotta e combatti. E quando ciò che desideri sarà tuo, una mano al cuore e sentirai in ogni singolo battito l'eco di ognuno dei passi che hai compiuto. E se avrai qualche cicatrice non preoccuparti, non c'e vittoria senza una ferita di guerra, non c'è arcobaleno senza la pioggia.
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02/11/2011 14:22
 
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Per rendere un po' meno pesante il contenuto del topic vi racconto quello che mi è successo stamattina al cimitero.

Ero con una mia amica, abbiamo iniziato a fare il giro solito, ci troviamo davanti una di quelle scalette di ferro, sulla scaletta un cartello e sul cartello la scritta:

"QUESTA SCALA DEVE STARE QUA. SE LA SPOSTATE POI RIPORTATELA QUA"


[SM=x43600]





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Silvano Agosti – Lettere dalla Kirghisia
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02/11/2011 14:43
 
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Giusto, Donna Prassede: è la scala per salire in cielo, che diamine! [SM=x43668]
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