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Parliamo ancora del Sottosegretario Santanchè

Ultimo Aggiornamento: 11/03/2011 20:57
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10/03/2011 01:53
 
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Re:
giusperito, 09/03/2011 12.29:

Perché non approfondiamo questa cosa dei sottosegretari?
Allora il governo è organo complesso formato da presidente e ministri.

Ora i sottosegretari non rispondono davanti al tribunale dei ministri. Tuttavia leggevo da qualche articolo che i sottosegretari appartenevano in modo subordinato al governo (se è giusto, che vuol dire e cosa implica?).

Mi sorge un dubbio i ministri che non appartengono a nessuna Camera sono coperti dalle garanzie costituzionali previsti dalla l.cost. 1/89, ma chi dà l'autorizzazione a procedere?




Gius questa è una questione di grande interesse, che riguarda il problema generale dell'organizzazione dei governi.
Visto che il professor Prisco veglia sul forum, magari potrebbe darci un contributo.
In effetti se diamo uno sguardo comparativo, credo che la figura del sottosegretario sia nata nell'ordinamento francese ai tempi di Napoleone come una figura ibrida.
Per metà tecnica e metà politica, una forma di raccordo tra gli organi politici e amministrativi. I sottosegretari a volte ricoprivano anche la carica di direttori dei ministeri, cioè erano i capi del personale amministrativo. La questione è interessante anche nel mondo anglosassone, perché è una delle grandi differenze tra la democrazia inglese e quella americana.
Il governo federale americano è un governo quasi esclusivamente tecnico.
Gli unici due che sono eletti sono il presidente e il suo vice, il resto, dal capo dello staff, che è una sorta di primo ministro occulto, all'ultimo dei funzionari, sono tutti nominati dal presidente. Naturalmente spesso il presidente nomina politici, i quali però prima di entrare in carica devono dimettersi dalla carica elettiva, e sottoporsi al giudizio di ratifica del senato. Ad esempio Hillary Clinton che era senatore dello stato di New York, prima di diventare segretario di Stato, ha dovuto dimettersi e poi farsi approvare dai suoi ex colleghi.
Nel governo federale i sottosegretari, svolgono un ruolo molto importante, soprattutto quelli che lavorano al dipartimento di stato, sono a capo di interi settori e hanno dei vice e dei subordinati.
Invece in Inghilterra è l'opposto, dal primo ministro all'ultimo componente del governo devono essere tutti membri del parlamento, tanto che la figura del ministro o sottosegretario tecnico non è ammissibile. Anche se di fatto questo divieto è aggirabile grazie al fatto che esiste la camera dei lord che è nominativa dove vengono inseriti membri della società civile che poi possono diventare ministri o sottosegretari, fenomeno che negli ultimi quindici anni è aumentato parecchio, tanto che alcuni dei migliori ministri del governo Blair venivano dai lords.
La distinzione naturalmente è data dalla diversità dei due sistemi, uno presidenziale e l'altro parlamentare, uno incentrato sull'autorità politica di un solo organo e l'altro su quella di più organi.
Gli unici funzionari non eletti del governo inglese erano fino a quindici anni fa i segretari generali dei ministeri, in omaggio anche alla distinzione classica tra autorità politica e amministrativa.
I segretari dei ministeri per consuetudine non venivano cambiati con il cambiare dei governi, cioè non si verificava lo spoil system, per garantire la continuità amministrativa.
Quando Blair divenne primo ministro però volle cambiare. La ragione era semplice e tutta politica. Dopo 18 anni di governo conservatore Blair pensava, giustamente, che la macchina amministrativa, il civil service, gli fosse ostile perché troppo abituato a ragionare secondo gli schemi dei governi passati.
Si ebbe così il problema dei consiglieri, che scatenò un grande dibattito costituzionale.
Tutti i primi ministri avevano avuto consiglieri, i quali però non avevano una funzione ufficiale.
Blair volle che i suoi consiglieri invece avessero un ruolo riconosciuto ufficialmente e che in sostanza potessero dare ordini ai funzionari, sulla scia dei consiglieri del presidente americano. Sarebbero diventati di fatto dei sottosegretari alle dirette dipendenze del primo ministro e di conseguenza avrebbero aumentato enormente il potere di quest'ultimo, riducendo invece quello del segretario generale di Downing Street.
Naturalmente gli inglesi non sono italiani e non rimasero a discutere per secoli, Blair vinse la partita in pochi mesi avendo una maggioranza schiacciante, il vecchio segretario generale di downing street si dimise e Blair lo sostituì con uno più accomodante e la costituzione flessibile inglese si è adattata, tanto che poi sia Brown che Cameron hanno seguito la stessa linea.
Certo però la cosa ha avuto anche i suoi lati negativi, perché di fatto queste figure non hanno un reale controllo, se non quello fiduciario del primo ministro che li nomina, e a volte, come ai tempi dell'entrata in guerra in Iraq, si comportarono in modi discutibili tanto da far configurare degli abusi di potere. Sta di fatto che senza di loro Blair non avrebber completato nessuna riforma.

Nel nostro ordinamento i sottosegretari invece mantengono la natura ibrida.
Innanzitutto perchè la costituzione non li prevede, poi perché possono essere sia membri del parlamento che tecnici. Infine perché pur essendo nominati con un decreto del presidente della repubblica, di fatto sono scelti dal governo e giurano nelle mani del presidente del consiglio.
Le loro funzioni sono attribuite con decreto ministeriale o con decreto del presidente del consiglio, quindi da questo punto di vista sono subordinati agli organi politici.
Infatti mi sembra che la legge parli riguardo alle funzioni di “coadiuvare i ministri”, cioè devono seguirne le direttive ed aiutarli ad atture la politica governativa nel loro settore di competenza.
Sono quindi soggetti politici, subordinati agli organi politici, che non fanno parte dell'amministrazione, perché il nostro ordinamento prevede i direttori generali dei ministeri, i dipartimenti, capi dipartimenti ecc.... Anche se naturalmente noi sappiamo che nella pratica tutto questo non vale un fico secco.
Tuttavia secondo me questo è un tema di enorme interesse. Perché se la distinzione tra autorità politica e amministrativa resta valida in via di principio ed è una garanzia per il cittadino, affinché nessuna delle due possa avere un potere assoluto per praticare abusi, resta il problema di come garantire al meglio la possibilità ai governi di realizzare i loro programmi che spesso nelle amministrazioni pubbliche trovano resistenze passive molto forti dovute a motivi politici, o lobbystici o a mancanza di comptenze adeguate.

In italia lo abbiamo già avuto in forma patologica, con la protezione civile che ad un certo punto è diventata lo strumento del governo per operare in ogni campo con persone di fiducia sottraendosi ai controlli.
Se domani piove troppo forte, basta un decreto del presidente del consiglio che dichiari la pioggia una emergenza e si mette in campo tutto il meccanismo.
Ora Bertolaso era una ottima persona e secondo me su tante questioni ha fatto un gran lavoro, però anche lì un eccessivo concetramento di potere ha portato a situazioni complicate in cui personaggi oscuri come Balducci erano più potenti dei ministri e gestivano decine di miliardi in maniera inquietante.
Alla fine si tratta di conciliare il diritto dei governi a governare con il loro dovere di sottostare alla legge. In questo senso il ruolo dei sottosegretari in futuro sarà rilevante e probabilmente un tema da approfondire.

Ps per quanto riguarda il problema dell'autorizzazione dei ministri tecnici, mi sembra di aver letto una volta un articolo di un costituzionalista che sosteneva che la competenza fosse del Senato.
Questo in ossequio alla concezione che pur essendo il nostro un bicameralismo paritario e perfetto, c'è la consuetudine di considerare il senato la camera alta. Però mi sembra anche di ricordare che questa cosa sia prevista anche in qualche legge.

















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