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Metamorfosi ovvero le pie astrazioni sinistrorse di San Saviano da Casale

Ultimo Aggiornamento: 13/03/2011 11:59
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07/03/2011 20:27
 
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3 marzo 2011
Leggere le liste di Saviano e capire tutto dei mutamenti genetici della sinistra


Saviano non lo sa, ma la sua lista di cose per le quali valga la pena di vivere, infilata alla fine dell’introduzione al volume che raccoglie i monologhi di “Vieni via con me”, è il termometro esattissimo del mutamento genetico occorso alla sinistra italiana negli ultimi vent’anni. Saviano non lo sa perché nell’introduzione sbaglia clamorosamente la paternità culturale di questa lista, rifacendosi alla scena di “Manhattan” in cui Woody Allen, col registratore sul divano, elenca le ragioni “why life is worth living”: il secondo movimento della Sinfonia Jupiter, i film svedesi, Cézanne… Saviano si crede Woody Allen e allora mischia Maradona con Bob Marley, una mail di suo fratello con Billy Evans, la mozzarella di bufala con l’epigrafe funebre di Raffaello Sanzio. Al nono posto spicca “fare l’amore” che, per quanto sia un bisogno naturale, scivola ben quattro posizioni dietro la lettura dell’Iliade.

La stessa formulazione “fare l’amore” denuncia come Saviano abbia scansato accuratamente ogni equivoco con la lista di riferimento della sinistra italiana di vent’anni fa, il “Giudizio universale” sull’ultima pagina di Cuore, “la più grande hit parade della storia” in cui Michele Serra chiedeva ai lettori di votare per le cinque cose per cui valesse la pena di vivere. Carta canta: ho controllato la classifica del numero 23 del 1991 (8 luglio) ed è emersa l’incompatibilità profonda fra le priorità dei coriacei lettori di allora e quelle degli odierni savianisti sdilinquiti. Lo fa notare involontariamente lo stesso estensore del Giudizio, insistendo sulla “natura riccamente ambigua (etica ma godereccia, estetica ma crapulona) dell’universo cuorista, sensibile alle buone cause come al bagordo, fedele ad alcuni principi quanto permeabile al meglio (a volte anche al peggio) di questo porco mondo”.

Sono andato a controllare la posizione di “fare l’amore” e altro che nono: l’ho trovato miseramente 159°, a pari merito con “Francesco De Gregori” e subito dietro “Vedere la figlia di Bossi che sposa un senegalese”. (L’Iliade non figura nelle prime 230 posizioni; tutt’al più ci sono “i libri”, ma al 57° posto, subito davanti a “leggere al cesso”). Si potrebbe obiettare che nella top ten stampata a caratteri grassetti il primo posto risultasse insindacabilmente dell’“amore” mentre “il sesso” fosse solo terzo e “la figa”, scritta con la g nonostante le indicazioni contrarie di Nanni Moretti in “Ecce bombo”, quarta. Se però sommiamo ai voti ricevuti dall’apparato riproduttivo femminile quelli conseguiti da “scopare” (18°), “toccare le tette” (20°), “leccarla” (24°) e da un’altra ventina di variazioni che non sto a citare, scopriamo che la priorità del popolo di sinistra era ben più ruspante, comprensibile e condivisibile del “tuffarsi ma nel profondo, dove il mare è mare” privilegiato da Saviano. Viene da commuoversi leggendo i motivi che spingevano i lettori di Cuore a tirare avanti, così basici, così immediati, così privi di ogni rispetto per il non-si-fa e il non-si-dice: erano infatti i tempi in cui – spiega ancora l’anonimo estensore della rubrica – la sinistra privilegiava “la libertà d’espressione, l’allegria e l’incazzatura, tutti i radicalismi politici ed esistenziali”.

Ora invece, non appena è trapelata su Internet la molle introduzione di Saviano, è scattata la corsa dei benpensanti a intenerirsi per il suo romanticismo, ad aderire indignati al suo anelito a una vita normale, l’invidia di mille signorine istruite per quel “portare la persona che più ami sulla tomba di Raffaello Sanzio e leggerne l’iscrizione latina che molti ignorano”. A scorrere la lista di Saviano viene istintivo pensare che certamente valeva di più la pena di vivere vent’anni fa.

© - FOGLIO QUOTIDIANO
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Re:
giusperito, 07/03/2011 20.27:

3 marzo 2011
Leggere le liste di Saviano e capire tutto dei mutamenti genetici della sinistra


Saviano non lo sa, ma la sua lista di cose per le quali valga la pena di vivere, infilata alla fine dell’introduzione al volume che raccoglie i monologhi di “Vieni via con me”, è il termometro esattissimo del mutamento genetico occorso alla sinistra italiana negli ultimi vent’anni. Saviano non lo sa perché nell’introduzione sbaglia clamorosamente la paternità culturale di questa lista, rifacendosi alla scena di “Manhattan” in cui Woody Allen, col registratore sul divano, elenca le ragioni “why life is worth living”: il secondo movimento della Sinfonia Jupiter, i film svedesi, Cézanne… Saviano si crede Woody Allen e allora mischia Maradona con Bob Marley, una mail di suo fratello con Billy Evans, la mozzarella di bufala con l’epigrafe funebre di Raffaello Sanzio. Al nono posto spicca “fare l’amore” che, per quanto sia un bisogno naturale, scivola ben quattro posizioni dietro la lettura dell’Iliade.

La stessa formulazione “fare l’amore” denuncia come Saviano abbia scansato accuratamente ogni equivoco con la lista di riferimento della sinistra italiana di vent’anni fa, il “Giudizio universale” sull’ultima pagina di Cuore, “la più grande hit parade della storia” in cui Michele Serra chiedeva ai lettori di votare per le cinque cose per cui valesse la pena di vivere. Carta canta: ho controllato la classifica del numero 23 del 1991 (8 luglio) ed è emersa l’incompatibilità profonda fra le priorità dei coriacei lettori di allora e quelle degli odierni savianisti sdilinquiti. Lo fa notare involontariamente lo stesso estensore del Giudizio, insistendo sulla “natura riccamente ambigua (etica ma godereccia, estetica ma crapulona) dell’universo cuorista, sensibile alle buone cause come al bagordo, fedele ad alcuni principi quanto permeabile al meglio (a volte anche al peggio) di questo porco mondo”.

Sono andato a controllare la posizione di “fare l’amore” e altro che nono: l’ho trovato miseramente 159°, a pari merito con “Francesco De Gregori” e subito dietro “Vedere la figlia di Bossi che sposa un senegalese”. (L’Iliade non figura nelle prime 230 posizioni; tutt’al più ci sono “i libri”, ma al 57° posto, subito davanti a “leggere al cesso”). Si potrebbe obiettare che nella top ten stampata a caratteri grassetti il primo posto risultasse insindacabilmente dell’“amore” mentre “il sesso” fosse solo terzo e “la figa”, scritta con la g nonostante le indicazioni contrarie di Nanni Moretti in “Ecce bombo”, quarta. Se però sommiamo ai voti ricevuti dall’apparato riproduttivo femminile quelli conseguiti da “scopare” (18°), “toccare le tette” (20°), “leccarla” (24°) e da un’altra ventina di variazioni che non sto a citare, scopriamo che la priorità del popolo di sinistra era ben più ruspante, comprensibile e condivisibile del “tuffarsi ma nel profondo, dove il mare è mare” privilegiato da Saviano. Viene da commuoversi leggendo i motivi che spingevano i lettori di Cuore a tirare avanti, così basici, così immediati, così privi di ogni rispetto per il non-si-fa e il non-si-dice: erano infatti i tempi in cui – spiega ancora l’anonimo estensore della rubrica – la sinistra privilegiava “la libertà d’espressione, l’allegria e l’incazzatura, tutti i radicalismi politici ed esistenziali”.

Ora invece, non appena è trapelata su Internet la molle introduzione di Saviano, è scattata la corsa dei benpensanti a intenerirsi per il suo romanticismo, ad aderire indignati al suo anelito a una vita normale, l’invidia di mille signorine istruite per quel “portare la persona che più ami sulla tomba di Raffaello Sanzio e leggerne l’iscrizione latina che molti ignorano”. A scorrere la lista di Saviano viene istintivo pensare che certamente valeva di più la pena di vivere vent’anni fa.

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Vorrei mi si spiegasse l'utilità di questo articolo.
Non fa che dimostrare quanto ormai è mia enorme convinzione: la politica non è più FARE... ma criticare gli altri. Il giornalismo in questione rappresenta l'incapacità del critico blando che non sa cosa dire.
Quando riusciremo a guardare al di là dei calzini colorati delle persone, forse riprenderemo in mano le redini del nostro paese


[Modificato da napulitanboy 07/03/2011 20:46]


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Saviano ormai è patetico. Mette il proprio timbro su qualsiasi cosa il sinistrume intellettuale repubblichino gli imponga di profetare. Il bello è che sta sempre a farci menate sulla forza della parola ecc.
Lui e la cricca che gli sta dietro, quelli che fanno tardi la sera solo per leggere kant, stanno devastando la cultura di sinistra.
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07/03/2011 23:40
 
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... l'altro giorno se ne è uscito, da Fazio, con un "è stato sparato", in piena aderenza con la sciatteria tipica verso la lingua italiana di noi Napoletani. Ma uno scrittore non se lo può permettere! Uno scrittore deve fare "bene il proprio lavoro". Anche rispettando la grammatica. Spero che almeno Benigni "gli" telefoni (o "LO" telefoni per seguirlo nella sciatteria verso la lingua di Dante...), per censurarlo: matita blu!






Nolite conformari huic saeculo sed reformamini in novitate sensus vestri.
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Re:
trixam, 07/03/2011 21.08:

Saviano ormai è patetico. Mette il proprio timbro su qualsiasi cosa il sinistrume intellettuale repubblichino gli imponga di profetare. Il bello è che sta sempre a farci menate sulla forza della parola ecc.
Lui e la cricca che gli sta dietro, quelli che fanno tardi la sera solo per leggere kant, stanno devastando la cultura di sinistra.





Questo è il genere di commento degno dell'argomentare di Pansa. Mi piacerebbe sapere, a questo punto, ancora una volta, quale sarebbe la strada da percorrere, sia dal punto di vista politico che culturale per la sinistra italiana.
Naturalmente, posto che a sinistra si sia costitutivamente più stupidi, perché ad avercelo l'acume di Ferrara; penso, in realtà, credo molti destrorsi -ma perché adeguarsi al linguaggio di questi cafoni?-, volevo dire molte persone di destra, specialmente quelle che lavorano con l'intelletto (si fa per dire), abbiano un lungo e mai digerito complesso d'inferiorità, e indipendentemente da chi sia l'esponente della sinistra che parla, questi è a priori, ça va sans dire, un "sinistrato" / "sinistroide" / "repubblichino" (sic!) / "sinistrume" e via dicendo.
Ma il problema linguistico, ed è ovvio, tradisce il problema culturale: la c.d. macchina del fango in realtà è ben peggio di una macchina del fango, è una delegittimazione costante, perpetua, dell'esponente di turno di sinistra o anti-berlusconiano.

Ho trovato quello di Saviano un bel momento di televisione, e ho apprezzato la sua capacità di narrazione; spesso l'ho criticato, e quando farà cose che non condividerò tornerò a farlo.
Critica, non demolizione. La differenza è vitale.

Ultima cosa, vorrei sapere se Giurisperto abbia postato l'articolo perché lo trova valido, perché lo trova un argomento dal quale partire per dibattere o, insomma, volevo sapere perché l'ha postato, se possibile.

Ultimissima cosa, noto che ancora una volta la parola liberale sia una delle più stuprate del linguaggio politico italiano.
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Re:
maximilian1983, 07/03/2011 23.40:

... l'altro giorno se ne è uscito, da Fazio, con un "è stato sparato", in piena aderenza con la sciatteria tipica verso la lingua italiana di noi Napoletani. Ma uno scrittore non se lo può permettere! Uno scrittore deve fare "bene il proprio lavoro". Anche rispettando la grammatica. Spero che almeno Benigni "gli" telefoni (o "LO" telefoni per seguirlo nella sciatteria verso la lingua di Dante...), per censurarlo: matita blu!




uccidiamolo!

[SM=x2217231]
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Re: Re:
Massimo Volume, 08/03/2011 8.51:





Questo è il genere di commento degno dell'argomentare di Pansa. Mi piacerebbe sapere, a questo punto, ancora una volta, quale sarebbe la strada da percorrere, sia dal punto di vista politico che culturale per la sinistra italiana.
Naturalmente, posto che a sinistra si sia costitutivamente più stupidi, perché ad avercelo l'acume di Ferrara; penso, in realtà, credo molti destrorsi -ma perché adeguarsi al linguaggio di questi cafoni?-, volevo dire molte persone di destra, specialmente quelle che lavorano con l'intelletto (si fa per dire), abbiano un lungo e mai digerito complesso d'inferiorità, e indipendentemente da chi sia l'esponente della sinistra che parla, questi è a priori, ça va sans dire, un "sinistrato" / "sinistroide" / "repubblichino" (sic!) / "sinistrume" e via dicendo.
Ma il problema linguistico, ed è ovvio, tradisce il problema culturale: la c.d. macchina del fango in realtà è ben peggio di una macchina del fango, è una delegittimazione costante, perpetua, dell'esponente di turno di sinistra o anti-berlusconiano.

Ho trovato quello di Saviano un bel momento di televisione, e ho apprezzato la sua capacità di narrazione; spesso l'ho criticato, e quando farà cose che non condividerò tornerò a farlo.
Critica, non demolizione. La differenza è vitale.

Ultima cosa, vorrei sapere se Giurisperto abbia postato l'articolo perché lo trova valido, perché lo trova un argomento dal quale partire per dibattere o, insomma, volevo sapere perché l'ha postato, se possibile.

Ultimissima cosa, noto che ancora una volta la parola liberale sia una delle più stuprate del linguaggio politico italiano.




Giuro che quando ti leggo mi applico, ma non capisco mai bene il punto. Si vede che non sono abbastanza intelligente.

La mia idea di quale sia la strada che il centrosinistra dovrebbe percorrere l'ho già esposta varie volte e la ribadisco.
"Smettete di pensare agli scandali e tornate a fare politica", così ha detto Tony Blair ai leader del centrosinistra l'ultima volta che è venuto in Italia. Tutto qui. Una sinistra che metta in campo un programma POLITICO radicalmente riformista su scuola, università, economia, tasse e sanità, in grado di conquistare il consenso della maggioranza degli italiani alle prossime elezioni. Cioè quello che hanno fatto tutte le sinistra occidentali negli ultimi venti anni mentre noi ci cuccavamo B e gli anti B.
Tutto qui. Lo hanno fatto gli altri, perché non possiamo farlo anche noi? Questa è il grande enigma a cui prima o poi qualcuno darà una risposta. Io in quanto blariano sono esponente di una concezione di centrosinistra che ha il complesso di superiorità: quello dato dall'aver vinto sempre a mani basse contro la destra.
Di recente Peter mandelson è stato in Italia per presentare il suo libro. Alla solita domanda sulla crisi della sinistra italiana ha risposto: "In italia la sinistra vuole sempre riflettere sulle sue sconfitte. Solo che queste discussioni le insegnano solo come perdere meglio la prossima volta". Bersani era in prima fila e non ti dico la sua faccia.

Va da sè che una sinistra che torni a fare politica, non avrebbe più bisogno di essere eterodiretta dai saviano, dai repubblichini o da quelli che rimangono svegli fino a notte tarda ma solo per leggere kant(la cosa più patetica che abbia sentito negli ultimi venti anni).
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ho da fare due precisazioni:

1) nella lista di Saviano, non è presente una mozzarella di bufala qualsiasi ma LA mozzarella di bufala AVERSANA* (per bacco un minimo di rispetto per la mia città [SM=x2217231] ).

2) Trovo il titolo di questo topic molto pretestuoso. "San Saviano da Casale" innanzitutto non viene da casale (dettagli), ma poi il problema dov'è? Perchè stare sempre a sottolineare ogni sua parola, ogni suo gesto, cercare sempre il pelo nell' uovo ma vi deve qualcosa di soldi?




*passi tutto, ma certe cose vanno precisate [SM=x43636]






"Perchè un pretesto per tornare bisogna sempre seminarselo dietro, quando si parte"

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08/03/2011 14:09
 
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tante persone dovrebbero sciacquarsi la bocca prima di toccare l'argomento-Saviano
mi rendo conto però che, essendo un personaggio molto "in vista", ormai ne parlano cani e porci..
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Re:
gran generale, 08/03/2011 14.09:

tante persone dovrebbero sciacquarsi la bocca prima di toccare l'argomento-Saviano
mi rendo conto però che, essendo un personaggio molto "in vista", ormai ne parlano cani e porci..




Con il dentifricio o la candeggina?

Ps io mi associo ai porci.
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08/03/2011 14:32
 
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Re: Re:
trixam, 08/03/2011 14.21:



Con il dentifricio o la candeggina?

Ps io mi associo ai porci.



per certa gente meglio l'acido muriatico

mi fa un pò sorridere leggere certe cose di Saviano.. di quel Saviano che da ragazzino era un fascistone da far paura

ps
mi riferivo all'articolo, visto che non ho minimamente il tempo di leggere i commenti
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Re: Re: Re:
gran generale, 08/03/2011 14.32:



per certa gente meglio l'acido muriatico

mi fa un pò sorridere leggere certe cose di Saviano.. di quel Saviano che da ragazzino era un fascistone da far paura

ps
mi riferivo all'articolo, visto che non ho minimamente il tempo di leggere i commenti




Ma il punto è proprio questo. Come può uno che aveva, ed ha, una visione destrorsa ed eticizzante essere un simbolo della cultura di sinistra?
Una volta il riferimento della cultura di sinistra era Gramsci.
Non si può essere per Gramsci e per Saviano al tempo stesso, uno esclude l'altro. Quando gli intellettuali di sinistra elevano questa popstar creata dalla casa editrice di Berlusconi a simbolo, fanno sinistrume.

Ma ormai va così. In italia si è parlato di Gramsci di recente solo perché Luca e Paolo hanno letto un suo brano a Sanremo.
Su facebook tra i commenti ricorreva la domanda inquietante: "ma chi c.... è sto gramsci"?
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08/03/2011 16:24
 
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Re: Re:
Massimo Volume, 08/03/2011 8.51:





Questo è il genere di commento degno dell'argomentare di Pansa. Mi piacerebbe sapere, a questo punto, ancora una volta, quale sarebbe la strada da percorrere, sia dal punto di vista politico che culturale per la sinistra italiana.
Naturalmente, posto che a sinistra si sia costitutivamente più stupidi, perché ad avercelo l'acume di Ferrara; penso, in realtà, credo molti destrorsi -ma perché adeguarsi al linguaggio di questi cafoni?-, volevo dire molte persone di destra, specialmente quelle che lavorano con l'intelletto (si fa per dire), abbiano un lungo e mai digerito complesso d'inferiorità, e indipendentemente da chi sia l'esponente della sinistra che parla, questi è a priori, ça va sans dire, un "sinistrato" / "sinistroide" / "repubblichino" (sic!) / "sinistrume" e via dicendo.


Non so se ti riferisci a me o all'autore dell'articolo. Ti rispondo per me, ovviamente. Non mi sembra di qualificare in questo modo ogni esponente della sinistra, anzi alcuni li apprezzo profondamente. D'altra parte mi domando se è, quindi, ufficiale che Saviano è arruolabile per la sinistra, attuale o da venire (?). Mi posso evitare l'elenco degli autori di sinistra che mi piacciono e che considero culturalmente validi?


Ma il problema linguistico, ed è ovvio, tradisce il problema culturale: la c.d. macchina del fango in realtà è ben peggio di una macchina del fango, è una delegittimazione costante, perpetua, dell'esponente di turno di sinistra o anti-berlusconiano.


Credo che ci sia un errore di fondo. Cos'è la macchina del fango? Contestare Saviano è macchina del fango? E' ovvio che un personaggio esposto come Saviano sia necessariamente criticabile. Altrimenti dovremmo "censurare" la costante e perpetua delegittimazione di San Silvio da Arcore. La critica è il prezzo dell'esposizione, ma è anche un momento culturale. Ribadisco che non so se il riferimento è a me o all'autore dell'articolo, perché sinceramente non potrei delegittimare a prioristicamente ogni antiB, in quanto mi sento profondamente antiB.
A me sembra, di converso, che in una parte del Paese ci sia una costante legittimazione di chiunque dica qualcosa contro B., perché ormai dire "qualcosa di sinistra" è dire qualcosa (qualsiasi cosa) contro San Silvio.



Ho trovato quello di Saviano un bel momento di televisione, e ho apprezzato la sua capacità di narrazione; spesso l'ho criticato, e quando farà cose che non condividerò tornerò a farlo.
Critica, non demolizione. La differenza è vitale.


Mi dovresti indicare la differenza tra la tua critica e la mia. Inoltre davvero, parlo in riferimento al forum, non ho visto nessuno inalberarsi perché Saviano indicava come "cattivi" Sciascia e Galasso e dimenticava Violante ed Orlando. Vorrei capire dove sono quelli che criticano onestamente San Roberto da Casale. Le mie parole sono demolizione (?) e quella non pervenute degli altri sono critica.
Poi se parliamo di Feltri e co., allora il discorso cambia (ribadisco a chi ti riferisci?)




Ultima cosa, vorrei sapere se Giurisperto abbia postato l'articolo perché lo trova valido, perché lo trova un argomento dal quale partire per dibattere o, insomma, volevo sapere perché l'ha postato, se possibile.


L'ho postato perché mi sembra valido (in re ipsa considero i topic un "argomento per dibattere"). In ogni caso la mia critica riguarda un distacco elitario che la sinistra moderna sta scavando con il popolo. Mi sembra la fiera dell'ipocrisia o della santità. Non vorrei che presto il Pd arruolasse tra le sue fila qualche mormone oltranzista. Credo che lo spirito dell'articolo sia proprio il distacco di una certa sinistra dal popolo. A me questa sinistra sembra una vecchia destra. Mi domando dove sia il progressismo. D'altra parte oggi è di sinistra Di Pietro che, a me, sembra l'Austria a Milano



Ultimissima cosa, noto che ancora una volta la parola liberale sia una delle più stuprate del linguaggio politico italiano.


e su questo siamo abbondantemente d'accordo. L'unica cosa è che mi domando come mai ci sia bisogno di definirsi liberali ad ogni pie' sospinto.
per non parlare di quanta confusione c'è tra liberale, liberista e liberal. tuttavia questo forum è piena di gente che nel proclamarsi di sinistra si definisce non liberale, perché non sa la differenza con liberista. Ma si sa l'attuale re di Francia è calvo...







[Modificato da giusperito 08/03/2011 16:26]
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Re: Re: Re:
trixam, 08/03/2011 10.44:




Giuro che quando ti leggo mi applico, ma non capisco mai bene il punto. Si vede che non sono abbastanza intelligente.

La mia idea di quale sia la strada che il centrosinistra dovrebbe percorrere l'ho già esposta varie volte e la ribadisco.
"Smettete di pensare agli scandali e tornate a fare politica", così ha detto Tony Blair ai leader del centrosinistra l'ultima volta che è venuto in Italia. Tutto qui. Una sinistra che metta in campo un programma POLITICO radicalmente riformista su scuola, università, economia, tasse e sanità, in grado di conquistare il consenso della maggioranza degli italiani alle prossime elezioni. Cioè quello che hanno fatto tutte le sinistra occidentali negli ultimi venti anni mentre noi ci cuccavamo B e gli anti B.
Tutto qui. Lo hanno fatto gli altri, perché non possiamo farlo anche noi? Questa è il grande enigma a cui prima o poi qualcuno darà una risposta. Io in quanto blariano sono esponente di una concezione di centrosinistra che ha il complesso di superiorità: quello dato dall'aver vinto sempre a mani basse contro la destra.
Di recente Peter mandelson è stato in Italia per presentare il suo libro. Alla solita domanda sulla crisi della sinistra italiana ha risposto: "In italia la sinistra vuole sempre riflettere sulle sue sconfitte. Solo che queste discussioni le insegnano solo come perdere meglio la prossima volta". Bersani era in prima fila e non ti dico la sua faccia.

Va da sè che una sinistra che torni a fare politica, non avrebbe più bisogno di essere eterodiretta dai saviano, dai repubblichini o da quelli che rimangono svegli fino a notte tarda ma solo per leggere kant(la cosa più patetica che abbia sentito negli ultimi venti anni).



Si, effettivamente nella prima parte del commento ho sbagliato a cancellare varie frasi e si capisce poco, nella seconda invece è chiaro, mi pare.
Per quanto riguarda la questione culturale, dunque, mi pare che la questione sia stata elusa; non riesco a comprendere per quale motivo vi sia questo accanimento avverso Saviano o chi si professa di sinistra, la quale, mi pare, non è eterodiretta dai saviano o dai repubblichini - continuo a trovare il linguaggio veramente orrendo.

Questa non vuole essere una apologia del Pd, ma far risalire la debolezza politica del partito a questo o quel personaggio, quasi epi-fenomeno del triste momento politico, è eccessivo e fuorviante.
Non c'è solo Saviano a rappresentare la sinistra, qualora questi sia effettivamente di sinistra o si professi tale, cosa che non so quanto sia marcata.

Poi, sul fatto che la sinistra debba tornare a fare politica, siamo all'acqua calda; piuttosto sul riformismo si potrebbe discutere, posto che, a mio avviso, alcuni credono che riformismo sia sinonimo di liberismo...




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Re: Re: Re:
giusperito, 08/03/2011 16.24:








Mi riferivo all'autore dell'articolo.


"Credo che ci sia un errore di fondo. Cos'è la macchina del fango? Contestare Saviano è macchina del fango? E' ovvio che un personaggio esposto come Saviano sia necessariamente criticabile."

Certo, gli attacchi ad hominem, però, esulano dalla critica (giusta, doverosa); giustamente vengono definiti come stalinisti, e sono d'accordo. Per questo un titolo come "le pie astrazioni sinistrorse di San Saviano da Casale" mi pare discutibile oltreché intellettualmente volgare, come, a mio avviso, l'articolo che hai postato.
Sulla distanza della sinistra dal popolo, sinceramente sono stanco di discuterne, anche perché è un argomento che non mi appassiona.
Ho ribadito più volte come la penso, esiste una sinistra salottiera, incapace di comunicare, ""radical chic"", ma penso che sia una questione molto, molto marginale rispetto al tracollo politico della stessa.
Poi, quando si usa il termine "popolo" tendo istintivamente a rabbrividire... come quando ci si ritrova di fronte a parole quali "anti-politica", il "paese reale" e altre mostruosità linguistiche.
A proposito, naturalmente Berlusconi è in sintonia col popolo, vero?
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08/03/2011 19:31
 
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di MARTA HERLING



Caro direttore,


in uno dei suoi monologhi televisivi ora raccolti nel volume Vieni via con me (Feltrinelli), Roberto Saviano afferma (Il terremoto a L'Aquila, p. 7): «Nel luglio del 1883 il filosofo Benedetto Croce si trovava in vacanza con la famiglia a Casamicciola, a Ischia. Era un ragazzo di diciassette anni. Era a tavola per la cena con la mamma, la sorella e il padre e si accingeva a prendere posto. A un tratto, come alleggerito, vide suo padre ondeggiare e subito sprofondare sul pavimento, mentre sua sorella schizzava in alto verso il tetto. Terrorizzato, cercò con lo sguardo la madre e la raggiunse sul balcone, da cui insieme precipitarono. Svenne e rimase sepolto fino al collo nelle macerie. Per molte ore il padre gli parlò, prima di spegnersi. Gli disse: "Offri centomila lire a chi ti salva". Benedetto sarà l’unico supersite della sua famiglia massacrata dal terremoto».

Da dove l’autore di Gomorra ha tratto la ricostruzione di quella tragedia? Dalla sua mente di profeta del passato e del futuro, di scrittore la cui celebrità meritata con la sua opera prima, è stata trascinata dall’onda mediatica e del mercato editoriale, al quale è concesso di non verificare la corrispondenza fra le parole e fatti, o come insegnano gli storici, fra il racconto, la narrazione degli eventi, e le fonti, i documenti che ne sono diretta testimonianza. Uno scrittore che vuole riscrivere quello che altri hanno scritto non con le sole parole ma con l’esperienza vissuta: dal terremoto di Casamicciola, ad Auschwitz, al gulag, alla Kolyma. Dove Saviano ha orecchiato la storia che racconta nell’incipit del suo monologo? Certo non dalla lettura del testo del suo protagonista principale poiché sopravvissuto, Benedetto Croce, testo che si è tramandato intatto senza una parola in più di commento o di spiegazione, nella nostra memoria famigliare e nelle biografie del filosofo, che lo riportano a illustrare quella pagina tragica della vita sua e dei suoi cari. Ora lo citiamo integralmente per il rispetto e la considerazione che abbiamo dei milioni di ascoltatori del Saviano in versione televisiva e dei lettori, della sua versione a stampa. E per la dignità del ricordo di chi quella tragedia ha vissuto e potuto testimoniare.

Nelle Memorie della mia vita (10 aprile 1902), Benedetto Croce scrive: «Nel luglio 1883 mi trovavo da pochi giorni, con mio padre, mia madre e mia sorella Maria, a Casamicciola, in una pensione chiamata Villa Verde nell’alto della città, quando la sera del 29 accadde il terribile tremoto. Ricordo che si era finito di pranzare, e stavamo raccolti tutti in una stanza che dava sulla terrazza: mio padre scriveva una lettera, io leggevo di fronte a lui, mia madre e mia sorella discorrevano in un angolo l’una accanto all’altra, quando un rombo si udì cupo e prolungato, e nell’attimo stesso l’edifizio si sgretolò su di noi. Vidi in un baleno mio padre levarsi in piedi e mia sorella gettarsi nelle braccia di mia madre; io istintivamente sbalzai sulla terrazza, che mi si aprì sotto i piedi, e perdetti ogni coscienza. Rinvenni a notte alta, e mi trovai sepolto fino al collo, e sul mio capo scintillavano le stelle, e vedevo intorno il terriccio giallo, e non riuscivo a raccapezzarmi su ciò che era accaduto, e mi pareva di sognare. Compresi dopo un poco, e restai calmo, come accade nelle grandi disgrazie. Chiamai al soccorso per me e per mio padre, di cui ascoltavo la voce poco lontano; malgrado ogni sforzo, non riuscii da me solo a districarmi. Verso la mattina, fui cavato fuori da due soldati e steso su una barella all’aperto. Mio cugino fu tra i primi a recarsi da Napoli a Casamicciola, appena giunta notizia vaga del disastro. Ed egli mi fece trasportare a Napoli in casa sua. Mio padre, mia madre e mia sorella, furono rinvenuti solo nei giorni seguenti, morti sotto le macerie: mia sorella e mia madre abbracciate. Io m’ero rotto il braccio destro nel gomito, e fratturato in più punti il femore destro; ma risentivo poco o nessuna sofferenza, anzi come una certa consolazione di avere, in quel disastro, anche io ricevuto qualche danno: provavo come un rimorso di essermi salvato solo tra i miei, e l’idea di restare storpio o altrimenti offeso mi riusciva indifferente» .

Non è necessario, né opportuno, sottoporre i due testi a un confronto per evidenziarne le discrepanze, che balzano agli occhi di chiunque li legga l’uno dopo l’altro. Fra tutti i particolari che riporta Saviano, e che non corrispondono alla testimonianza di Croce, uno colpisce: non solo perché inventato dallo scrittore (licenza inaccettabile quando si parla di fatti realmente accaduti), ma improponibile in sé. «Per molte ore il padre gli parlò, prima di spegnersi. Gli disse: “ Offri centomila lire a chi ti salva”». Quel parlare nell’agonia, separati, soffocati e sepolti dalle macerie...; quella cifra inimmaginabile per l’anno 1883, perché non bisogna essere economisti per sapere che il valore della lira a quell’epoca impedisce di supporre una simile offerta dalla mente e soprattutto dalle tasche degli uomini di allora. Forse Saviano ha orecchiato la testimonianza di un turista tedesco in vacanza a Casamicciola nel 1883, il quale in un libretto di recente pubblicato dichiara di aver ascoltato la voce di chi identifica con Benedetto Croce, dalle macerie, offrire una certa somma per essere liberato? Ma come può essere credibile nella foga del suo monologo? Perché nel messaggio che Saviano ci vuole comunicare e imporre, questo fa intendere: «mazzette» allora per i terremoti, «mazzette» oggi, la storia si ripete e soprattutto si perpetuano i grandi mali del nostro Mezzogiorno, mali atavici dai quali non può essere immune nessuno di noi, che abitiamo queste terre e abbiamo vissuto i loro terremoti — ultimi quelli dell’Irpinia del 1980 e dell’Abruzzo del 2009 — proprio perché non ne sarebbe stato immune, anche se inconsapevolmente per la necessità imposta dalla tragedia, uno dei loro più illustri figli. Caro Saviano, mi dispiace, c’è anche chi non offre e non riceve «le mance e le mazzette» : questa è mistificazione della storia e della memoria.
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08/03/2011 20:53
 
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Prima di tutto mi sfugge il contenuto di questa etichetta di intellettualmente volgare... illuminami
Gli attacchi all'uomo dove sono? Ho fatto ironia sul fatto che sia santificato, mica ho detto che il padre di S. è un indagato.
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08/03/2011 21:19
 
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Gius io ricordo che leggevi il Fatto Quotidiano e difendevi la magistratura. Capisco che solo gli stupidi non cambiano idea, però il Foglio di solito era citato per lo più da Trixam.
Lo sai che una economia basata solo sull'emulazione di prodotti brevettati in altri paesi alla lunga non regge?




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08/03/2011 21:36
 
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Re:
JuanManuelFangio, 08/03/2011 21.19:

Gius io ricordo che leggevi il Fatto Quotidiano e difendevi la magistratura. Capisco che solo gli stupidi non cambiano idea, però il Foglio di solito era citato per lo più da Trixam.
Lo sai che una economia basata solo sull'emulazione di prodotti brevettati in altri paesi alla lunga non regge?





Questa è cattiva... [SM=x43668]


08/03/2011 22:34
 
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l'altra sera da fazio ho spento per quanto fosse irritante il suo idealismo speranzoso da mamma saggia.
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