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Sara Giudice non rappresenta il PDL, Minetti si. (by S.Ventura)

Ultimo Aggiornamento: 06/05/2011 19:34
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09/02/2011 13:33
 
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Sara non rappresenta il partito, Nicole sì. Ecco a voi il PdL
Inserito il 09 febbraio 2011

Di Sofia Ventura


- Sara Giudice è una ragazza dallo sguardo severo e intelligente. L’abbiamo vista in alcune trasmissioni di approfondimento politico. Sara Giudice ha 25 anni, è consigliera di zona a Milano dal 2006 ed è militante del PdL da quando aveva 18 anni. Ed è una ragazza che dice quello che pensa e pensa cose molto sensate. Nel 2009, alla vigilia delle elezioni regionali, si era espressa contro la candidatura di Nicole Minetti, l’ormai celeberrima igienista dentale, già comparsa con pochi vestiti addosso in un paio di varietà televisivi, imposta dal talent scout Silvio Berlusconi nel listino di Formigoni. L’ennesimo, triste e insopportabile, caso di “velinismo in politica”.

Nel frattempo Nicole Minetti, divenuta consigliere regionale senza alcun merito, se non la simpatia suscitata nel nostro Presidente del Consiglio, è nuovamente balzata agli ‘onori’ delle cronache per le ben note vicende. Innocente fino a prova contraria rispetto alle accuse che le vengono mosse, ha comunque con tutta evidenza tenuto dei comportamenti non proprio consoni al ruolo che immeritatamente si è trovata a ricoprire (e chi se ne importa, caro Presidente Berlusconi, se ha una laurea e conosce l’inglese, tanti suoi coetanei con gli stessi e anche più requisiti si arrabattano oggi in Italia con lavoretti precari, quando va bene). La decenza, il rispetto per l’istituzione della quale fa parte e il buon senso vorrebbero che la signora Minetti si dimettesse, ma non lo fa.

Così Sara Giudice è tornata all’attacco, ne ha chiesto le dimissioni e ha raccolto migliaia di firme. Ma Sara Giudice non rappresenta il PdL, hanno prontamente spiegato il presidente della regione Formigoni e un obbediente responsabile provinciale dei giovani (come sono tristi i giovani quando sono già vecchi prima di invecchiare!). Già, il PdL è rappresentato da Nicole Minetti e dalle belle e agguerrite deputate sempre pronte a difendere il loro capo; che se ne fa il Pdl di una ragazza normale che esibisce – e senza strafottenza – solo il cervello?

E così, fuoco sulla giovane Sara.
Ne abbiamo avuto un esempio, di questo fuoco, ad una recente puntata di In Onda, su La7.
Cerca di farsi pubblicità, ha sostenuto il direttore Sallusti, vuole lo Stato Etico, ha affermato quella fine intellettuale che è Alessandra Mussolini quando la giovane consigliera si è permessa di parlare di etica della politica (l’on. Mussolini pare un po’ confusa e dimentica che lo Stato etico era proprio quello che voleva suo nonno). Ma questa è la politica nel PdL e dubitiamo che per Sara Giudice ci sarà ancora spazio. Abbandonerà la politica? Andrà altrove? Non lo sappiamo. Certo è che nella politica italiana non c’è mai molto spazio per le giovani dallo sguardo severo e intelligente che hanno il difetto di dire quello che pensano e di battersi per le loro idee.

Fonte: Libertiamo, Sofia Ventura - 9/2/2011

Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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09/02/2011 13:36
 
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a me sembra che la chiave sia proprio nel titolo: Sara Giudice non rappresenta il PDL, la Minetti sì.




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09/02/2011 14:00
 
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Re:
Selkis, 09/02/2011 13.36:

a me sembra che la chiave sia proprio nel titolo: Sara Giudice non rappresenta il PDL, la Minetti sì.




E per 7 anni cosa ci ha fatto?
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06/05/2011 19:34
 
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Minetti: un posto in Parlamento [SM=g1700005] per far pace con Berlusconi

Il premier convince Nicole a licenziare l'avvocato Daria Pesce dopo l'intervista ad Annozero
L’avvocata cacciata, l’assistita in Parlamento. Daria Pesce non ha più la difesa di Nicole Minetti, accusata di induzione e favoreggiamento della prostituzione, anche minorile, nel processo Ruby. Minetti ha invece avuto la promessa da Silvio Berlusconi di un salto di carriera, da consigliera regionale a deputata, alla prossima tornata elettorale. Si è consumata così una svolta che promette di avere conseguenze nel processo sul caso della minorenne Karima El Mahroug.

Con una telefonata piena d’imbarazzo, Minetti ha comunicato al suo difensore di doverla revocare, benché con dispiacere. A sostituirla arriverà un legale di Rimini, ha spiegato Minetti al Corriere della Sera: “Per motivi personali preferisco orientarmi su un avvocato amico della mia famiglia da tempo”. In più la sua difesa sarà assunta anche dal professor Piermaria Corso, già legale di Silvio Scaglia nel processo Fastweb. La scelta di Nicole è arrivata dopo la memoria difensiva consegnata dall’avvocato Pesce alla procura di Milano e dopo una sua intervista al programma di Michele Santoro, Annozero.

In tv, il 21 aprile, l’avvocato Pesce era stata chiara. Aveva ribadito che la posizione processuale della sua assistita era più difficile (“Gli indizi ci sono”) per quanto riguarda il cosiddetto “capo a” dell’accusa, e cioè l’induzione e favoreggiamento della prostituzione ad Arcore delle ragazze maggiorenni.
Troppe intercettazioni provano, in effetti, che Nicole Minetti si dava da fare per convocare e “assistere” le ragazze.
[SM=x44458]
Per questo l’avvocato aveva pronta una strategia difensiva che non negava i fatti, non sosteneva la linea ufficiale, quella secondo cui i festini del bunga-bunga erano “serate eleganti”, ma spiegava invece i comportamenti di Minetti: una ragazza di 25 anni che dava una mano a Berlusconi per organizzare le sue serate, in quanto “compagna, donna, flirt del premier”. Daria Pesce prometteva però battaglia sul cosiddetto “capo b”, quello sulla prostituzione minorile, ovvero su Ruby: “Nicole non l’ha mai accompagnata ad Arcore, Karima non ha alcun aggancio con Minetti”. Era convinta così di fare il bene della sua assistita: puntando all’assoluzione per l’accusa più grave (quella del “capo b”), senza impegnarsi a difendere l’indifendibile.

Pesce, infatti, spiegava ad Annozero: “Noi avvocati abbiamo fatto il giuramento di difendere la persona che assistiamo. Di non venderla, né di fare pubblicità mediatica, ma di difenderla. Questo è lo scopo che ho io con Nicole Minetti”. Difenderla: anche a costo di differenziare le posizioni. Di rompere il fronte con il capo. Imperdonabile, per il capo. E anche per Emilio Fede, che si era sentito “scaricato” dalla ragazza.
Il direttore del Tg4, coimputato di Minetti e Lele Mora, era andato su tutte le furie quando l’avvocato Pesce aveva depositato, il 18 aprile, la memoria difensiva che puntava a smontare l’accusa per la sua assistita di aver indotto Ruby a prostituirsi con il presidente del Consiglio.
In quel documento sono citati atti d’indagine dei magistrati milanesi che coinvolgono Fede e Mora nell’ingresso di Ruby alla corte di Arcore. Immediate le reazioni. Per Fede “è una gara a ingraziarsi la Procura”:

Minetti e Pesce “hanno bisogno di un’assistenza psichiatrica”.
Il direttore del Tg4 chiama Berlusconi e gli chiede la testa di Daria Pesce. Berlusconi tergiversa per qualche giorno, ma la sera del 21 aprile riceve una nuova, allarmatissima telefonata di Fede: fuori di sé, lo avverte che sta andando in onda l’intervista ad Annozero. A questo punto, Berlusconi interviene: Minetti deve licenziare quell’avvocato. Prima di arrivare alla svolta, il presidente del Consiglio aveva tentato di “commissariare” Daria Pesce. Aveva fatto sapere a Minetti che sarebbe stato opportuno affiancarle l’avvocato Maurizio Paniz, il deputato Pdl venuto alla ribalta grazie al noto intervento alla Camera sul presidente del Consiglio davvero convinto che Ruby fosse la nipote di Mubarak. [SM=x44457]

Pesce, per nulla amata dai difensori di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo, ha proseguito nel suo cammino, pronta però a farsi da parte se le avessero imposto un collega come codifensore. L’idea di incaricare Paniz è stata però accantonata, perché ritenuta troppo “sfacciata” perfino dall’entourage del presidente del Consiglio. Ora è arrivata la revoca secca. Pesce non commenta. Storico avvocato della Fininvest, fa parte dei collegi difensivi al lavoro nei processi Mediaset e Mediatrade ed è sempre stata un’ammiratrice del Cavaliere. Ammiratrice sì, dice chi la conosce bene, ma non tanto da abbracciare una linea che ritiene dannosa per un suo assistito. Stenta a riconoscere, nel Berlusconi di oggi, l’imprenditore e il politico che ha tanto ammirato fin qui.

Oggi o lunedì la Procura chiederà il rinvio a giudizio di Minetti, Fede e Mora. Poi si potrà capire quale sarà la strategia difensiva dei nuovi avvocati di Minetti, la quale comunque incassa la promessa che Berlusconi le ha fatto di un seggio alla Camera. Silvio l’ha portata in società, lunedì scorso, alla cena con gli industriali lombardi a villa Gernetto. Il “culo flaccido” che Nicole evocava in un’intercettazione, attribuendolo a Berlusconi, è ormai dimenticato. [SM=x44454]

da il Fatto quotidiano del 6 maggio 2011

Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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