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La risposta della gente a Saviano: "C'è chi parla e chi arresta i mafiosi"

Ultimo Aggiornamento: 22/11/2010 13:53
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20/11/2010 16:42
 
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www.ilgiornale.it/interni/la_risposta_gente_saviano_ce_chi_parla_e_chi_arresta_mafiosi/campagna_giornale-io_non_sono_mafioso-roberto_saviano/20-11-2010/articolo-id=488310-page=0-co...


L’onda lunga dei lettori del Giornale continua la sua corsa. Dopo che nella giornata di giovedì, fin dalle prime ore del mattino, la redazione è stata tempestata di proteste per la levata d’ingegno di Roberto Saviano, loscrittore-showman-intrattenitore- capopopolo il quale ha dato,senza mezzi termini, del «mafioso»al Nord, e dopo che ieri,dando conto della reazione popolare, abbiamo pubblicato due pagine di firme in risposta al nostro appello, oggi si replica. La gente è sempre più indignata contro l’autore di Gomorra, approdato al comodo lido televisivo di Vieni via con me, immediatamente divenuta la sua tribuna ’elezione. Sms, fax e-mail con firme non esclusivamente «nordiche» provengono da tutto ilPaese.

Il messaggio è chiaro: non è vero che il Nord, e i leghisti in particolare, ospitino in Padania i rappresentanti delle cosche mafiose. Èvero, al contrario,che le accuse squadernate dal «nuovo Santoro» durante il tanto strombazzato programma con Fabio Fazio su Raitre sono gratuite. E chepersinociò che Repubblica gli ha permesso di dire è intollerabile. Nel suo articolo dell’altro giorno Saviano aveva detto che «Maroni parla come Sandokan ». Non riferendosi, purtroppo, al personaggio di Salgari, ma al boss camorrista Francesco Schiavone che così si fa (o meglio si faceva...) chiamare. Un ministro dell’Interno accusato di comportarsi come un criminale: vengono in mente i tempi in cui, sui muri, Cossiga si scriveva con la «K» e con due «esse» stilizzate alla maniera nazista, e non è un bel ricordo.

In un suo articolo del lontano 2003, quando non era ancora il totem ricco e incontestabile di oggi, l’autore di Gomorra scrisse: «L’armata padana guidata da Bossi è un esercito pronto a usare il mitra contro immigrati, meridionali e negri». L’articolo si intitolava «Un sogno leghista » e faceva anche i nomi e i cognomi di chi sarebbe stato pronto a impugnare i mitrae a premere il grilletto: Bossi, Maroni, Castelli, Borghezio. Ma a quel tempo a parlare così era un semplice collaboratore del manifesto, e la cosa passò in cavalleria.

ECCO COME ADERIRE ALL'INIZIATIVA
Dopo gli interventi di Roberto Saviano nel corso del programma di Raitre «Vieni via con me» e sul quotidiano «La Repubblica», nei quali ha accusato il Nord di essere mafioso, chiediamo di aderire alla nostra iniziativa «Non sono mafioso»
Potete inviare questo testo con firma leggibile in stampatello all’indirizzo mail: nonsonomafioso@ilgiornale.it oppure per sms con la scritta «Nonsonomafioso» e la firma al numero 335 7594391 oppure per fax al numero: 02 72 02 38 59 oppure per posta ordinaria a: il Giornale, via Gaetano Negri 4, 20123 Milano.







Ho evidenziato soltanto due delle assurdità di questo pezzo.
Visto che questo giornale è finanziato da noi, possiamo chiedere di imbavagliarlo? [SM=x43802]


20/11/2010 16:49
 
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Re:
napulitanboy, 20/11/2010 16.42:

http://www.ilgiornale.it/interni/la_risposta_gente_saviano_ce_chi_parla_e_chi_arresta_mafiosi/campagna_giornale-io_non_sono_mafioso-roberto_saviano/20-11-2010/articolo-id=488310-page=0-comments=1



Il messaggio è chiaro: non è vero che il Nord, e i leghisti in particolare, ospitino in Padania i rappresentanti delle cosche mafiose. Èvero, al contrario,che le accuse squadernate dal «nuovo Santoro» durante il tanto strombazzato programma con Fabio Fazio su Raitre sono gratuite. E chepersinociò che Repubblica gli ha permesso di dire è intollerabile. Nel suo articolo dell’altro giorno Saviano aveva detto che «Maroni parla come Sandokan ». Non riferendosi, purtroppo, al personaggio di Salgari, ma al boss camorrista Francesco Schiavone che così si fa (o meglio si faceva...) chiamare. Un ministro dell’Interno accusato di comportarsi come un criminale: vengono in mente i tempi in cui, sui muri, Cossiga si scriveva con la «K» e con due «esse» stilizzate alla maniera nazista, e non è un bel ricordo.





Ho evidenziato soltanto due delle assurdità di questo pezzo.
Visto che questo giornale è finanziato da noi, possiamo chiedere di imbavagliarlo? [SM=x43802]



[SM=x43624] non ho parole

comunque ma guarda un po' accuse al partito della lega di legami con la mafia e arrivano arresti e retate [SM=x43820] coincidenze? [SM=x43820]
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20/11/2010 16:56
 
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anche gli idioti hanno il diritto di parlare

e poi se li imbavagli come fai a capire che sono idioti?
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20/11/2010 17:14
 
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Allibisco, questa è una manipolazione incontestabile delle parole di Saviano. [SM=g51999]



Per quanto rigurda la storia dei fucili, Saviano è stato lungimirante, basta scrivere "Bossi fucili" su google...per capire che aveva ragione. [SM=x43668]
[Modificato da |Lyuba| 20/11/2010 17:16]
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20/11/2010 17:25
 
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oltre a darvi ragione sul fatto che le parole di Saviano siano state del tutto travisate,ci tengo a dire che in questi giorni ho letto Il Giornale e pure la maggior parte dei lettori abituali di questo quotidiano che puntualmente commentano le varie notizie on line,si sono detti contrari all'iniziativa di Feltri,apostrofandola come vergognosa,e ,benchè molti di loro non stimino Saviano perchè lo vedono come uno "scrittore schierato a sinistra",hanno dovuto condividere le sue affermazioni sulla presenza della mafia anche al Nord,che riesce ad infiltrarsi nel tessuto sociale ed economico grazie all'appoggio di alcuni politici e amministratori locali [SM=x43799] poi vabbè gli stupidi che possono appoggiare questa iniziativa ci stanno ma,in democrazia,si accetta pure questo [SM=x43606]
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21/11/2010 14:48
 
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Re:
napulitanboy, 20/11/2010 16.42:

http://www.ilgiornale.it/interni/la_risposta_gente_saviano_ce_chi_parla_e_chi_arresta_mafiosi/campagna_giornale-io_non_sono_mafioso-roberto_saviano/20-11-2010/articolo-id=488310-page=0-comments=1


L’onda lunga dei lettori del Giornale continua la sua corsa. Dopo che nella giornata di giovedì, fin dalle prime ore del mattino, la redazione è stata tempestata di proteste per la levata d’ingegno di Roberto Saviano, loscrittore-showman-intrattenitore- capopopolo il quale ha dato,senza mezzi termini, del «mafioso»al Nord, e dopo che ieri,dando conto della reazione popolare, abbiamo pubblicato due pagine di firme in risposta al nostro appello, oggi si replica. La gente è sempre più indignata contro l’autore di Gomorra, approdato al comodo lido televisivo di Vieni via con me, immediatamente divenuta la sua tribuna ’elezione. Sms, fax e-mail con firme non esclusivamente «nordiche» provengono da tutto ilPaese.

Il messaggio è chiaro: non è vero che il Nord, e i leghisti in particolare, ospitino in Padania i rappresentanti delle cosche mafiose. Èvero, al contrario,che le accuse squadernate dal «nuovo Santoro» durante il tanto strombazzato programma con Fabio Fazio su Raitre sono gratuite. E chepersinociò che Repubblica gli ha permesso di dire è intollerabile. Nel suo articolo dell’altro giorno Saviano aveva detto che «Maroni parla come Sandokan ». Non riferendosi, purtroppo, al personaggio di Salgari, ma al boss camorrista Francesco Schiavone che così si fa (o meglio si faceva...) chiamare. Un ministro dell’Interno accusato di comportarsi come un criminale: vengono in mente i tempi in cui, sui muri, Cossiga si scriveva con la «K» e con due «esse» stilizzate alla maniera nazista, e non è un bel ricordo.

In un suo articolo del lontano 2003, quando non era ancora il totem ricco e incontestabile di oggi, l’autore di Gomorra scrisse: «L’armata padana guidata da Bossi è un esercito pronto a usare il mitra contro immigrati, meridionali e negri». L’articolo si intitolava «Un sogno leghista » e faceva anche i nomi e i cognomi di chi sarebbe stato pronto a impugnare i mitrae a premere il grilletto: Bossi, Maroni, Castelli, Borghezio. Ma a quel tempo a parlare così era un semplice collaboratore del manifesto, e la cosa passò in cavalleria.

ECCO COME ADERIRE ALL'INIZIATIVA
Dopo gli interventi di Roberto Saviano nel corso del programma di Raitre «Vieni via con me» e sul quotidiano «La Repubblica», nei quali ha accusato il Nord di essere mafioso, chiediamo di aderire alla nostra iniziativa «Non sono mafioso»
Potete inviare questo testo con firma leggibile in stampatello all’indirizzo mail: nonsonomafioso@ilgiornale.it oppure per sms con la scritta «Nonsonomafioso» e la firma al numero 335 7594391 oppure per fax al numero: 02 72 02 38 59 oppure per posta ordinaria a: il Giornale, via Gaetano Negri 4, 20123 Milano.







Ho evidenziato soltanto due delle assurdità di questo pezzo.
Visto che questo giornale è finanziato da noi, possiamo chiedere di imbavagliarlo? [SM=x43802]




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21/11/2010 17:48
 
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tratto da un'email inviata ad un amico
Su Saviano il discorso è molto elaborato. Sono d'accordo sulla poca eccezionalità che caratterizza il suo modo di scrivere e parlare (anche se l'ultimo libro sul bello credo che sia un buon lavoro che potrebbe interessarti). In ogni caso il suo modo di scrivere è condizionato dal suo background professionale. Certamente non si può paragonare Saviano all'eccezionale Leonardo Sciascia che è stato il primo ad aprire gli occhi dell'Italia sul problema mafioso. Sciascia, di cui mi piace ricordare la militanza radicale, è stato un genio assoluto ed uno scrittore fantastico, ma i giornalisti non possono emulare un maestro come lui e devono avere molta linearità piuttosto che estro, ovviamente con la buona pace di qualcuno tra cui Travaglio. Saviano riesce a raggiungere il suo obiettivo di spiegare alle persone nel modo più semplice ciò che, come dicevi tu, noi già sappiamo. Il problema fondamentale è che il libro di Saviano non è rivolto solo a noi meridionali a cui i suoi racconti non aggiungono quasi nulla di nuovo, benché a volte è riuscito a mostrare cose a cui noi siamo poco attenti forse per una questione di abitudine. L'Italia manca ancora di una chiara coscienza di cosa sia e quale sia la forza economica della criminalità organizzata, motivo per cui al Nord i soldi sporchi vengono trattati con simpatia e noncuranza quasi che le conseguenze della criminalità siano un problema strettamente meridionale.
Non so quanto Saviano si aspettasse di pagare come conseguenze dalla scrittura del suo libro. Credo che il successo ricevuto sia il vero motivo per cui oggi è un obiettivo sensibile. Tuttavia mi piace ricordare che anche dei semplici giornalisti di paese, come era Saviano, pagano e rischiano di pagare conseguenze importanti per la loro opera di denuncia. A livello locale si è molto individuabili e rompere le scatole è un rischio altissimo. Il lavoro di Saviano nel passato è degno della maggiore stima possibile, perché è dall'opera di queste persone e dal loro coraggio che possiamo sperare di controllare la classe politica. I politici godono del silenzio sulle loro magagne e sui loro rapporti con la criminalità. Senza l'opera di gente come Saviano le nostre tasse (cioè i soldi che tu oggi non puoi spendere per te e la tua famiglia) andrebbero a finire direttamente nelle tasche della criminalità e dei politici collusi.
Il Saviano di oggi mi piace meno, forse perché cerca costantemente di convincerci che il suo coraggio, di cui si vanta implicitamente, sia dote comune a tutti; il che produrrebbe come diretta conseguenza la fine di qualsiasi vanto. Il punto che sfugge a Saviano è che non fare il male è possibile solo in alcune condizioni e, soprattutto, che il suo coraggio è un affare strettamente personale legato appunto alle doti umane e all'assenza di responsabilità nei confronti di una famiglia. Il Saviano di oggi non ha la capacità di allontanarsi dalle categorie della sinistra e capire che solo il libero mercato ci libererà dalla criminalità organizzata, solo la concorrenza e le liberalizzazioni daranno un colpo mortale a questo sistema. Ciò non toglie che Saviano è un patrimonio italiano da tutelare e che l'opera di discredito a cui è costantemente sottoposto è inquietante ed oltremodo ingiusta tipica di un Paese in cui c'è qualcosa che non va e purtroppo questo qualcosa tende sempre di più ad albergare nelle coscienze passive, le stesse che hanno permesso l'avvento del fascismo. Mi piace ricordare Indro Montanelli che spiegava come in Italia ci fossero due forme di fascismo: quello propriamente detto e l'antifascismo militante. Oggi si potrebbe dire che esistono due forme di criminalità organizzata: quella propriamente detta e l'antimafia militante (il professionismo dell'antimafia a cui si riferiva Sciascia il cui unico errore è stato quello di associare a tale attività la figura di Borsellino). É necessario, però, specificare che Saviano non sta nell'antimafia militante (benché, dimenticando di parlare di Violante, Orlando e Magistratura democratica durante la prima puntata del suo programma, sia in costante rischio di caderci) e che la criminalità organizzata propriamente detta oggi assume anche le facce pulite dei giornalisti e degli imprenditori disposti non solo a chiudere gli occhi, ma a trarre profitto da questi rapporti nel pieno rifiuto della morale, forse perché, apprendendo bene la folle categoria moderna del relativismo e del pensiero debole di Vattimo, ritengono che la morale non esista o più probabilmente abbracciano l'assunto del sofista Gorgia per il quale la ragione sta sempre dalla parte del denaro.
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21/11/2010 18:06
 
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Re: tratto da un'email inviata ad un amico
giusperito, 21/11/2010 17.48:

Su Saviano il discorso è molto elaborato. Sono d'accordo sulla poca eccezionalità che caratterizza il suo modo di scrivere e parlare (anche se l'ultimo libro sul bello credo che sia un buon lavoro che potrebbe interessarti). In ogni caso il suo modo di scrivere è condizionato dal suo background professionale. Certamente non si può paragonare Saviano all'eccezionale Leonardo Sciascia che è stato il primo ad aprire gli occhi dell'Italia sul problema mafioso. Sciascia, di cui mi piace ricordare la militanza radicale, è stato un genio assoluto ed uno scrittore fantastico, ma i giornalisti non possono emulare un maestro come lui e devono avere molta linearità piuttosto che estro, ovviamente con la buona pace di qualcuno tra cui Travaglio. Saviano riesce a raggiungere il suo obiettivo di spiegare alle persone nel modo più semplice ciò che, come dicevi tu, noi già sappiamo. Il problema fondamentale è che il libro di Saviano non è rivolto solo a noi meridionali a cui i suoi racconti non aggiungono quasi nulla di nuovo, benché a volte è riuscito a mostrare cose a cui noi siamo poco attenti forse per una questione di abitudine. L'Italia manca ancora di una chiara coscienza di cosa sia e quale sia la forza economica della criminalità organizzata, motivo per cui al Nord i soldi sporchi vengono trattati con simpatia e noncuranza quasi che le conseguenze della criminalità siano un problema strettamente meridionale.
Non so quanto Saviano si aspettasse di pagare come conseguenze dalla scrittura del suo libro. Credo che il successo ricevuto sia il vero motivo per cui oggi è un obiettivo sensibile. Tuttavia mi piace ricordare che anche dei semplici giornalisti di paese, come era Saviano, pagano e rischiano di pagare conseguenze importanti per la loro opera di denuncia. A livello locale si è molto individuabili e rompere le scatole è un rischio altissimo. Il lavoro di Saviano nel passato è degno della maggiore stima possibile, perché è dall'opera di queste persone e dal loro coraggio che possiamo sperare di controllare la classe politica. I politici godono del silenzio sulle loro magagne e sui loro rapporti con la criminalità. Senza l'opera di gente come Saviano le nostre tasse (cioè i soldi che tu oggi non puoi spendere per te e la tua famiglia) andrebbero a finire direttamente nelle tasche della criminalità e dei politici collusi.
Il Saviano di oggi mi piace meno, forse perché cerca costantemente di convincerci che il suo coraggio, di cui si vanta implicitamente, sia dote comune a tutti; il che produrrebbe come diretta conseguenza la fine di qualsiasi vanto. Il punto che sfugge a Saviano è che non fare il male è possibile solo in alcune condizioni e, soprattutto, che il suo coraggio è un affare strettamente personale legato appunto alle doti umane e all'assenza di responsabilità nei confronti di una famiglia. Il Saviano di oggi non ha la capacità di allontanarsi dalle categorie della sinistra e capire che solo il libero mercato ci libererà dalla criminalità organizzata, solo la concorrenza e le liberalizzazioni daranno un colpo mortale a questo sistema. Ciò non toglie che Saviano è un patrimonio italiano da tutelare e che l'opera di discredito a cui è costantemente sottoposto è inquietante ed oltremodo ingiusta tipica di un Paese in cui c'è qualcosa che non va e purtroppo questo qualcosa tende sempre di più ad albergare nelle coscienze passive, le stesse che hanno permesso l'avvento del fascismo. Mi piace ricordare Indro Montanelli che spiegava come in Italia ci fossero due forme di fascismo: quello propriamente detto e l'antifascismo militante. Oggi si potrebbe dire che esistono due forme di criminalità organizzata: quella propriamente detta e l'antimafia militante (il professionismo dell'antimafia a cui si riferiva Sciascia il cui unico errore è stato quello di associare a tale attività la figura di Borsellino). É necessario, però, specificare che Saviano non sta nell'antimafia militante (benché, dimenticando di parlare di Violante, Orlando e Magistratura democratica durante la prima puntata del suo programma, sia in costante rischio di caderci) e che la criminalità organizzata propriamente detta oggi assume anche le facce pulite dei giornalisti e degli imprenditori disposti non solo a chiudere gli occhi, ma a trarre profitto da questi rapporti nel pieno rifiuto della morale, forse perché, apprendendo bene la folle categoria moderna del relativismo e del pensiero debole di Vattimo, ritengono che la morale non esista o più probabilmente abbracciano l'assunto del sofista Gorgia per il quale la ragione sta sempre dalla parte del denaro.




Ecco è esattamente questo il dato straniante e preoccupante che molto ci dice sul nostro paese.
Qualcuno disse che il "fascismo" fu per l'Italia la malattia di un corpo sano. Ma io ho sempre pensato che invece nel nostro paese ci sia qualcosa di intrinsecamente patalogico.
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21/11/2010 19:08
 
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Re: tratto da un'email inviata ad un amico
giusperito, 21/11/2010 17.48:

Su Saviano il discorso è molto elaborato. Sono d'accordo sulla poca eccezionalità che caratterizza il suo modo di scrivere e parlare (anche se l'ultimo libro sul bello credo che sia un buon lavoro che potrebbe interessarti). In ogni caso il suo modo di scrivere è condizionato dal suo background professionale. Certamente non si può paragonare Saviano all'eccezionale Leonardo Sciascia che è stato il primo ad aprire gli occhi dell'Italia sul problema mafioso. Sciascia, di cui mi piace ricordare la militanza radicale, è stato un genio assoluto ed uno scrittore fantastico, ma i giornalisti non possono emulare un maestro come lui e devono avere molta linearità piuttosto che estro, ovviamente con la buona pace di qualcuno tra cui Travaglio. Saviano riesce a raggiungere il suo obiettivo di spiegare alle persone nel modo più semplice ciò che, come dicevi tu, noi già sappiamo. Il problema fondamentale è che il libro di Saviano non è rivolto solo a noi meridionali a cui i suoi racconti non aggiungono quasi nulla di nuovo, benché a volte è riuscito a mostrare cose a cui noi siamo poco attenti forse per una questione di abitudine. L'Italia manca ancora di una chiara coscienza di cosa sia e quale sia la forza economica della criminalità organizzata, motivo per cui al Nord i soldi sporchi vengono trattati con simpatia e noncuranza quasi che le conseguenze della criminalità siano un problema strettamente meridionale.
Non so quanto Saviano si aspettasse di pagare come conseguenze dalla scrittura del suo libro. Credo che il successo ricevuto sia il vero motivo per cui oggi è un obiettivo sensibile. Tuttavia mi piace ricordare che anche dei semplici giornalisti di paese, come era Saviano, pagano e rischiano di pagare conseguenze importanti per la loro opera di denuncia. A livello locale si è molto individuabili e rompere le scatole è un rischio altissimo. Il lavoro di Saviano nel passato è degno della maggiore stima possibile, perché è dall'opera di queste persone e dal loro coraggio che possiamo sperare di controllare la classe politica. I politici godono del silenzio sulle loro magagne e sui loro rapporti con la criminalità. Senza l'opera di gente come Saviano le nostre tasse (cioè i soldi che tu oggi non puoi spendere per te e la tua famiglia) andrebbero a finire direttamente nelle tasche della criminalità e dei politici collusi.
Il Saviano di oggi mi piace meno, forse perché cerca costantemente di convincerci che il suo coraggio, di cui si vanta implicitamente, sia dote comune a tutti; il che produrrebbe come diretta conseguenza la fine di qualsiasi vanto. Il punto che sfugge a Saviano è che non fare il male è possibile solo in alcune condizioni e, soprattutto, che il suo coraggio è un affare strettamente personale legato appunto alle doti umane e all'assenza di responsabilità nei confronti di una famiglia. Il Saviano di oggi non ha la capacità di allontanarsi dalle categorie della sinistra e capire che solo il libero mercato ci libererà dalla criminalità organizzata, solo la concorrenza e le liberalizzazioni daranno un colpo mortale a questo sistema. Ciò non toglie che Saviano è un patrimonio italiano da tutelare e che l'opera di discredito a cui è costantemente sottoposto è inquietante ed oltremodo ingiusta tipica di un Paese in cui c'è qualcosa che non va e purtroppo questo qualcosa tende sempre di più ad albergare nelle coscienze passive, le stesse che hanno permesso l'avvento del fascismo. Mi piace ricordare Indro Montanelli che spiegava come in Italia ci fossero due forme di fascismo: quello propriamente detto e l'antifascismo militante. Oggi si potrebbe dire che esistono due forme di criminalità organizzata: quella propriamente detta e l'antimafia militante (il professionismo dell'antimafia a cui si riferiva Sciascia il cui unico errore è stato quello di associare a tale attività la figura di Borsellino). É necessario, però, specificare che Saviano non sta nell'antimafia militante (benché, dimenticando di parlare di Violante, Orlando e Magistratura democratica durante la prima puntata del suo programma, sia in costante rischio di caderci) e che la criminalità organizzata propriamente detta oggi assume anche le facce pulite dei giornalisti e degli imprenditori disposti non solo a chiudere gli occhi, ma a trarre profitto da questi rapporti nel pieno rifiuto della morale, forse perché, apprendendo bene la folle categoria moderna del relativismo e del pensiero debole di Vattimo, ritengono che la morale non esista o più probabilmente abbracciano l'assunto del sofista Gorgia per il quale la ragione sta sempre dalla parte del denaro.



Mi sembra un po' ingeneroso paragonare Saviano a Sciascia. Scusa tu diresti che Lance Armstrong è più grande di Anquetil? Il secondo era un fuoriclasse, fuori dal comune, ne nascono uno ogni cento anni se tutto va bene. Quindi eviterei il paragone.
Sul fatto che Saviano sia ancorato alle categorie della sinistra non condivido. La criminalità organizzata moderna, purtroppo, rovina il tessuto economico proprio perché annulla la concorrenza. Ora mi chiedo, e ti chiedo, come fai a sconfiggerla sul piano delle liberalizzazioni?



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21/11/2010 20:06
 
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Liberalizza le droghe ed elimina i monopoli legali.. se no continuiamo ad arrestare i boss.

Il paragone era proprio per sottolineare come ci sia una differenza fondamentale tra un giornalista ed uno scrittore\romanziere. Non vuol dire togliere a Saviano meriti o dovremmo dire per forza che è anche iperdotato?
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Re:
giusperito, 21/11/2010 20.06:

Liberalizza le droghe ed elimina i monopoli legali.. se no continuiamo ad arrestare i boss.

Il paragone era proprio per sottolineare come ci sia una differenza fondamentale tra un giornalista ed uno scrittore\romanziere. Non vuol dire togliere a Saviano meriti o dovremmo dire per forza che è anche iperdotato?




Sarebbe un sogno. Ma non lo pratica la Germania e l'Olanda, figuriamoci se lo fa l'Italia.




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21/11/2010 22:57
 
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Le liberalizzazioni servono.. che poi il nostro Paese è restio non credo lo scopriamo oggi. Tuttavia se l'alternativa a B. (con tutte le negatività ed incapacità di sempre, quindi evitiamo le solite polemiche) è Vendola, allora...
Ti prego non rispondermi che Vendola liberalizzerebbe le droghe...
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Re:
giusperito, 21/11/2010 22.57:

Le liberalizzazioni servono.. che poi il nostro Paese è restio non credo lo scopriamo oggi. Tuttavia se l'alternativa a B. (con tutte le negatività ed incapacità di sempre, quindi evitiamo le solite polemiche) è Vendola, allora...
Ti prego non rispondermi che Vendola liberalizzerebbe le droghe...




Neanche Cameron......



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22/11/2010 00:36
 
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A parte che in Inghilterra c'è ben poco altro da liberalizzare, non è da sottovalutare la riforma del sistema scolastico e le politiche dell'ultima finanziaria. Sul discorso droga non credo che Cameron sarebbe disponibile, ma permettimi credo che in Inghilterra la necessità di una scelta del genere è completamente diversa.
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