come sostiene Maya morì di tumore dopo essere tornato in tv, già da uomo assolto.
Tortora non è stato certamente l'unica (e forse neanche la più innocente...) vittima di un errore giudiziario.
E del resto la Giustizia è e resta una cosa umana, e come tale passibile di errori (certo, si potrebbe anche parlare della responsabilità civile dei magistrati che essendo uomini può anche capitare che sbaglino... ma è un altro tema!).
il tema saliente di questa grottesca vicenda è stato però lo sbranamento mediatico di cui tortora fu vittima, e che si continua ciclicamente a ripetere in ogni eclatante caso di cronaca. Tortora è stato letteralmente crocifisso sulle pagine dei giornali, e più si andava avanti più saltavano fuori mitomani e pseudo pentiti di professione che lo accusavano ( dicendo per lo più cosa che a loro volta avevano letto dai giornali ) inscenando una spirale perversa e inarrestabile.
La giustizia non è cosa che si debba amministrare sulla carta stampata o sui giornali!!
ci diciamo contrari alla pena di morte in questo paese perchè riteniamo ingiusto che anche al più feroce degli assassini si tolga il bene della vita;
ma nessuno arriccia il naso quando quotidianamente vediamo sottrarre a persone non ancora riconosciute colpevoli il bene (a mio avviso ancor più prezioso) della DIGNITA'.
…ma il Capitano Bellodi, emiliano di Parma, per tradizione familiare repubblicano, e per convinzione, faceva quello che in antico si diceva il mestiere delle armi, e in un corpo di polizia, con la fede di un uomo che ha partecipato a una rivoluzione e dalla rivoluzione ha visto sorgere la legge: e questa legge che assicurava libertà e giustizia, la legge della Repubblica, serviva e faceva rispettare. E se ancora portava la divisa, per fortuite circostanze indossata, se non aveva lasciato il servizio per affrontare la professione di avvocato cui era destinato, era perché il mestiere di servire la legge della Repubblica, e di farla rispettare, diventava ogni giorno più difficile.
Leonardo Sciascia - Il giorno della civetta