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Per non dimenticare: il caso Tortora

Ultimo Aggiornamento: 20/11/2010 22:02
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16/11/2010 14:35
 
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riassumo il mio pensiero che, sussumendo il caso Tortora in fattispecie (grande Punzi!) dovrebbe insegnarci le seguenti lezioni:
a) La magistratura ha il DOVERE (e non solo il diritto) di fare delle indagini. se queste indagini comportano il mio arresto per motivi cautelari, ciò ben venga, non ne discuto, purchè io possa avere modo e tempo - un tempo civile - di essere interrogato a mia discolpa;
b) nel frattempo, tempo in cui io sono detenuto in attesa di giudizio, non è giusto che i giornali imbastiscano una campagna mediatica con stralci di intercettazioni, verbali di pentiti, assalti sotto casa mia per riprendere i miei familiari in lacrime.
Il diritto di cronaca deve limitarsi ad una prima sommaria ricostruzione di dati non invasivi della libertà del soggetto ma elencare dati di fatto: tizio è stato arrestato con l'accusa di x, gli elementi attualmente al vaglio degli inquirenti sono le dichiarazioni del pentito x (SENZA DIRE QUALI PERCHE' SE NON VENGONO RISCONTRATE SONO CARTA STRACCIA);
c) solo dopo una sentenza di primo grado in cui ho avuto il diritto di difendermi guardando negli occhi chi mi accusa e chi ha fatto le indagini, ed aver avuto la possibilità di difendermi, pubblicare anche tutti i verbali e gli atti del procedimento, non anche intercettazioni telefoniche che non essendo utili non sono state insetite nel fascicolo dibattimentale;
d) solo nel caso in cui un magistrato abbia male applicato la legge condannando un innocente con errori commessi per DOLO o COLPA GRAVE sarebbe esigibile la sua responsabilità CIVILE (mai penale e attenzione sul tema è stato fatto anche un referendum popolare dall'esito quasi plebiscitario, poi vergognosamente disatteso). Per chi dice che la responsabilità potrebbe limitare i pm nelle loro azioni ribatto che la responsabilità civile è cosa che esiste per tutti i dipendenti della PA e per cui esistono assicurazioni che con pochi euro all'anno ti coprono dall'esborso economico che potresti pagare.
Ma se uno è stato mandato in galera e li tenuto, ha poi il diritto soprattutto MORALE di vedere condannato chi in galera ce l'ha sbattuto per colpa al risarcimento di un danno, anche simbolico. Danno che non è l'ingiusta detenzione che si fa con un calcolo matematico dei giorni di galera e che si paga anche ai colpevoli assolti per insufficienza di prove. E che soprattutto paga lo stato in qunato tale.
Io mi inchino difronte ai magistrati, e chissà, magari un giorno di diventare uno di loro, ma chi sbaglia specie quando la posta in gioco è la vita degli altri, deve pagare.
[Modificato da VincenzoP@ 16/11/2010 14:38]



…ma il Capitano Bellodi, emiliano di Parma, per tradizione familiare repubblicano, e per convinzione, faceva quello che in antico si diceva il mestiere delle armi, e in un corpo di polizia, con la fede di un uomo che ha partecipato a una rivoluzione e dalla rivoluzione ha visto sorgere la legge: e questa legge che assicurava libertà e giustizia, la legge della Repubblica, serviva e faceva rispettare. E se ancora portava la divisa, per fortuite circostanze indossata, se non aveva lasciato il servizio per affrontare la professione di avvocato cui era destinato, era perché il mestiere di servire la legge della Repubblica, e di farla rispettare, diventava ogni giorno più difficile.
Leonardo Sciascia - Il giorno della civetta

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16/11/2010 16:20
 
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Re: Re:
nekonika, 16/11/2010 13.17:




E voi dove vi iscrivete?!?! Ah è vero tu sei super partes, sei obiettivo a prescindere....eppure non ascolti e rispetti chi si confronta con te.
Ad ogni modo contento tu, abbandonami al mio destino come hai fatto con Felice.....ne sarò veramente felice! [SM=x43604]




ma avere idee politiche non vuol dire iscriversi.. quello è il fascismo o il comunismo. A titol personale ribadisco che le uniche due volte in cui ho votato ho messo la x sull'idv e sul movimento 5 stelle. Non tanto perché mi convincevano, ma per dare un contributo al miglioramento mediante la crisi dei sistemi di potere (motivo per cui non votai per de luca).
Per me la militanza partitica è una stortura delle idee, appunto un sistema nel quale ragioni per appartenenza e per iscrizione. Non ho bisogno di iscrivermi a destra per stimare Cameron, né ho bisogno di trovare un partito\fede da seguire. Lo stesso pisicchio votava radicale e alle regionali ha votato per de luca. Come fai a dire che è del pdl?
Il problema del ragionamento è evidente. Se difendi dei principi che in qualche modo tutelano B., allora sei del pdl o se si è clementi di fli. Nn si legge la critica a Fini e co., né la costante critica a B. Ti sfido a trovare una sola volta che ho difeso B. Il tuo sistema di ragionamento è viziato alla base. Se non stai cn vendola o cn qlc altro allora stai cn B.
Vorrei capire da dove si evince che ci iscriveremo lì o che voteremo pdl.

Per quanto riguarda il confronto il problema è analogo a quanto detto sopra. Se un utente qualsiasi dice una cosa condivisibile in toto (la giustizia nn deve essere amministrata sui giornali), e viene aggredito perché dice la stessa cosa di B., non c'è possibilità di ragionamento. Per aver difeso dei valori superiori e mosso critiche a qlc santino di sinistra (mentre continuamente abbiamo criticato il governo B. e abbiamo detto che mai abbiamo votato e mai voteremo per B.) diventiamo degli adepti del pdl. No così nn c'è speranza di ragionare.

Il tifo lo lascio a te, goisis e alla buonanima di felice
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16/11/2010 16:20
 
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Re: Re:
nekonika, 16/11/2010 13.03:




capezzopisicchio non stiamo parlando di questo perciò non mi hai sentito dire niente in proposito......




Certo, va bene... allora dimmelo, rendici partecipi della tua opinione!

Tu quali provvedimenti adotteresti nei confronti dei magistrati che hanno chiuso in galera Tortora?

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16/11/2010 17:03
 
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Per giusperito:
La mia domanda era ironica.
Tu dici che militare in un partito vuol dire piegare le proprie idee a rigide linee guida. Non ragionare con oggettività. Invece io credo che, a prescindere dalle proprie idee politiche, si possa essere critici e discutere.
Io non credo che chi non sta cn Vendola sta con B. ed anzi ho rispetto delle opinioni altrui( ho risposto poco cortesemente a pisicchio perchè era stato altrettanto poco cortese con me e sto sotto esame....)
Ma non mi piace che, per la smania di impunità, passino argomentazioni fallaci: la magistratura di regola sbaglia essendo composta da persone in malafede, con finalità politiche, ecc...
Oppure: le intercettazioni violano la privacy delle persone e dunque vanno ostacolate ed i giornali che le pubblicano vogliono amministrare la giustizia...
Oggettivamente quello che possiamo ricavare dal caso Tortora è esattamente quello che ha detto VincenzoP@: la magistratura dovrebbe ponderare bene l'attendibilità delle dichiarazioni dei testimoni.

La regolamentazione della cd fuga di notizie è un affare serio e non può essere affrontata da un governo presieduto da chi vuole il bavaglio e basta. Ho troppo poco tempo( senza polemica) per pensare ad una soluzione che possa essere soddisfacente (a garanzia del diritto di cronaca e del decoro delle persone), però quella proposta col ddl intercettazioni era scandalosa.

Infine sono stata io a fraintendere VincenzoP@ e per questo mi sono già scusata, ma davvero non mi spiego gli interventi successivi nei miei confronti.....
[Modificato da nekonika 16/11/2010 17:06]
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16/11/2010 17:05
 
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per pisicchio:
la soluzione di VincenzoP@ mi sembra condivisibile.
[Modificato da nekonika 16/11/2010 17:09]
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16/11/2010 18:29
 
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Re:
nekonika, 16/11/2010 17.05:

per pisicchio:
la soluzione di VincenzoP@ mi sembra condivisibile.




Mi ritieni poco cortese. Invero, sono i tuoi interventi ad apparirmi maleducati. Non solo maleducati, ma pure un pochino fascisti (es. la tecnica di "bollare" chi la pensa diversamente per squalificarlo apriori senza entrare nel merito).

Perchè, se fossi forzitaliota avrei minore libertà di espressione? Le mie idee sarebbero meno valide di quelle altrui?

Ma come ragioni?

Ad ogni modo, in tutta sincerità, dormo ugualmente bene anche se mi chiami Bondi o Cicchitto.

Solo mi dispiace per te.
[Modificato da .pisicchio. 16/11/2010 18:30]
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16/11/2010 19:08
 
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Re: Re: Re:
giusperito, 16/11/2010 16.20:




ma avere idee politiche non vuol dire iscriversi.. quello è il fascismo o il comunismo. A titol personale ribadisco che le uniche due volte in cui ho votato ho messo la x sull'idv e sul movimento 5 stelle. Non tanto perché mi convincevano, ma per dare un contributo al miglioramento mediante la crisi dei sistemi di potere (motivo per cui non votai per de luca).
Per me la militanza partitica è una stortura delle idee
, appunto un sistema nel quale ragioni per appartenenza e per iscrizione. Non ho bisogno di iscrivermi a destra per stimare Cameron, né ho bisogno di trovare un partito\fede da seguire. Lo stesso pisicchio votava radicale e alle regionali ha votato per de luca. Come fai a dire che è del pdl?
Il problema del ragionamento è evidente. Se difendi dei principi che in qualche modo tutelano B., allora sei del pdl o se si è clementi di fli. Nn si legge la critica a Fini e co., né la costante critica a B. Ti sfido a trovare una sola volta che ho difeso B. Il tuo sistema di ragionamento è viziato alla base. Se non stai cn vendola o cn qlc altro allora stai cn B.
Vorrei capire da dove si evince che ci iscriveremo lì o che voteremo pdl.

Per quanto riguarda il confronto il problema è analogo a quanto detto sopra. Se un utente qualsiasi dice una cosa condivisibile in toto (la giustizia nn deve essere amministrata sui giornali), e viene aggredito perché dice la stessa cosa di B., non c'è possibilità di ragionamento. Per aver difeso dei valori superiori e mosso critiche a qlc santino di sinistra (mentre continuamente abbiamo criticato il governo B. e abbiamo detto che mai abbiamo votato e mai voteremo per B.) diventiamo degli adepti del pdl. No così nn c'è speranza di ragionare.

Il tifo lo lascio a te, goisis e alla buonanima di felice





Sono d'accordo ma sarei meno tranchant. Parlerei di omologazione ma non di vera e propria stortura, anche se poi bisogna analizzare caso per caso i partiti italiani.
La militanza in un gruppo stalinista, ad esempio, ancora oggi comporta l'uniformazione a quegli assunti assurti a dogma, pena il vedersi appioppato l'appellativo di nemico del popolo.
Quantunque un discorso analogo, seppure con presupposti e in modi diversi, lo vediamo con il Pdl: un partito con un grado di democraticità interno davvero minimo, per glissare sulla stretta osservanza del culto del capo (in spregio al più basilare concetto di liberalismo).
Il Pd (a questo punto continuo la carrellata) pure non scherza in quanto a monopolizzazione del partito da parte di un gruppo dirigente, il quale, seppure leggermente superiore agli omologhi del centro destra, è comunque non in grado di governare e di certo inviso agli elettori del centro sinistra.
L'unico partito che ha un elevato grado di democrazia interna sono i radicali, infatti tutti i processi (non in senso stalinista) interni al partito vengono pubblicati (ad es. Radio Radicale è un unicum). Certo, monopolizzatori ci sono anche in quel caso. Pannella docet.

Ci sarebbero poi da menzionare quelle dinamiche interne ai partiti, molto meno teoriche e eminentemente pratiche, che sovente rasentano lo squallore, come possono essere menzionate quelle battaglie (meritorie) di quelli che agiscono dall'interno per migliorarli, i partiti.
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16/11/2010 19:28
 
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Re: Re:
.pisicchio., 16/11/2010 18.29:




Mi ritieni poco cortese. Invero, sono i tuoi interventi ad apparirmi maleducati. Non solo maleducati, ma pure un pochino fascisti (es. la tecnica di "bollare" chi la pensa diversamente per squalificarlo apriori senza entrare nel merito).

Perchè, se fossi forzitaliota avrei minore libertà di espressione? Le mie idee sarebbero meno valide di quelle altrui?

Ma come ragioni?

Ad ogni modo, in tutta sincerità, dormo ugualmente bene anche se mi chiami Bondi o Cicchitto.

Solo mi dispiace per te.



Sei intervenuto nel topic al solo scopo di offendermi dicendo che sono ossessionata da Berlusconi, poi hai storpiato il mio nick ora dici che provi dispiacere per me.
Pisicchio ma fammi il piacere! Per fortuna verba volant, scripta manent....
Non dispiacerti per me, pensa piuttosto a te!
[Modificato da nekonika 16/11/2010 19:29]
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Re: Re:
.pisicchio., 16/11/2010 18.29:





Perchè, se fossi forzitaliota avrei minore libertà di espressione? Le mie idee sarebbero meno valide di quelle altrui?

Ma come ragioni?





Ma poi che sono queste elucubrazioni?! Sono scesa sul personale per reazione ma sul serio credevo fossi un berlusconiano......quindi per me non era un' offesa in re ipsa. [SM=x43606]
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Re: Re: Re: Re:
_Noodles_, 16/11/2010 19.08:





Sono d'accordo ma sarei meno tranchant. Parlerei di omologazione ma non di vera e propria stortura, anche se poi bisogna analizzare caso per caso i partiti italiani.
La militanza in un gruppo stalinista, ad esempio, ancora oggi comporta l'uniformazione a quegli assunti assurti a dogma, pena il vedersi appioppato l'appellativo di nemico del popolo.
Quantunque un discorso analogo, seppure con presupposti e in modi diversi, lo vediamo con il Pdl: un partito con un grado di democraticità interno davvero minimo, per glissare sulla stretta osservanza del culto del capo (in spregio al più basilare concetto di liberalismo).
Il Pd (a questo punto continuo la carrellata) pure non scherza in quanto a monopolizzazione del partito da parte di un gruppo dirigente, il quale, seppure leggermente superiore agli omologhi del centro destra, è comunque non in grado di governare e di certo inviso agli elettori del centro sinistra.
L'unico partito che ha un elevato grado di democrazia interna sono i radicali, infatti tutti i processi (non in senso stalinista) interni al partito vengono pubblicati (ad es. Radio Radicale è un unicum). Certo, monopolizzatori ci sono anche in quel caso. Pannella docet.

Ci sarebbero poi da menzionare quelle dinamiche interne ai partiti, molto meno teoriche e eminentemente pratiche, che sovente rasentano lo squallore, come possono essere menzionate quelle battaglie (meritorie) di quelli che agiscono dall'interno per migliorarli, i partiti.




La stortura nasce dalla capacità di piegare idee pure all'uso e consumo delle contingenze.
Parli con B. e ti elenca i mille motivi di democrazia, libertà e co. che giustificano il suo operato.. il problema è che se lui è in malafede, i berluscones sono in buona..
Non dimentichiamo che la Germania est era la RDT.

La stortura nasce nel momento in cui un'idea è buona o cattiva solo perché si lega a certe persone. Se parlo di B., allora possa accettare che venga processato sui giornali. Se parlo di Tizio, allora non dobbiamo amministrare sui giornali.
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17/11/2010 14:04
 
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Re: Re: Re: Re: Re:
giusperito, 17/11/2010 0.07:




La stortura nasce dalla capacità di piegare idee pure all'uso e consumo delle contingenze.
Parli con B. e ti elenca i mille motivi di democrazia, libertà e co. che giustificano il suo operato.. il problema è che se lui è in malafede, i berluscones sono in buona..
Non dimentichiamo che la Germania est era la RDT.

La stortura nasce nel momento in cui un'idea è buona o cattiva solo perché si lega a certe persone. Se parlo di B., allora possa accettare che venga processato sui giornali. Se parlo di Tizio, allora non dobbiamo amministrare sui giornali.




La mia posizione è meno aprioristica: sicuramente in entrambi i casi ci troviamo di fronte ad una intromissione dei media nella vita di una persona per una vicenda giudiziaria ancora in via di accertamento.
Questa intromissione può danneggiare anche molto la persona che, se dichiarata innocente nel successivo processo( i cui tempi sono troppo lunghi ), ha ricevuto indubbiamente un danno morale, esistenziale, caso per caso.
Però la differenza è che Berlusconi è il Presidente del Consiglio che propone la legge regolatrice ( nella fattispecie il ddl intercettazioni) e che dispone di tutte le televisioni e giornali che vuole per compensare la cd fuga di notizie( e di questa possibilità fa ampio uso...) mentre dall'altro lato ci troviamo di fronte ad un povero cristo qualunque.
Inoltre mentre il primo cerca a tutti i costi di impedire l'accertamento che potrebbe dissipare ogni dubbio l'altro verosimilmente si lamenterà dei tempi lunghi della giustizia che gli impediscono la sentenza di assoluzione.
Mi sembra che le due situazioni siano ben diverse e questo dicevo fin dall'inizio.
La regolamentazione è auspicabile ma deve essere scollegata da esigente particolari e contingenti. Per poter esse obiettiva e contemperare senza sbilanciamenti i due diritti alla cronaca e privacy.
Allo stato dei fatti dico meglio la fuga di notizie che il ddl intercettazioni.
Ma io sono una tifosa comunista e dunque ho torto a priori.....

[Modificato da nekonika 17/11/2010 14:08]
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17/11/2010 17:12
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re:
nekonika, 17/11/2010 14.04:




La mia posizione è meno aprioristica: sicuramente in entrambi i casi ci troviamo di fronte ad una intromissione dei media nella vita di una persona per una vicenda giudiziaria ancora in via di accertamento.
Questa intromissione può danneggiare anche molto la persona che, se dichiarata innocente nel successivo processo( i cui tempi sono troppo lunghi ), ha ricevuto indubbiamente un danno morale, esistenziale, caso per caso.
Però la differenza è che Berlusconi è il Presidente del Consiglio che propone la legge regolatrice ( nella fattispecie il ddl intercettazioni) e che dispone di tutte le televisioni e giornali che vuole per compensare la cd fuga di notizie( e di questa possibilità fa ampio uso...) mentre dall'altro lato ci troviamo di fronte ad un povero cristo qualunque.
Inoltre mentre il primo cerca a tutti i costi di impedire l'accertamento che potrebbe dissipare ogni dubbio l'altro verosimilmente si lamenterà dei tempi lunghi della giustizia che gli impediscono la sentenza di assoluzione.
Mi sembra che le due situazioni siano ben diverse e questo dicevo fin dall'inizio.
La regolamentazione è auspicabile ma deve essere scollegata da esigente particolari e contingenti. Per poter esse obiettiva e contemperare senza sbilanciamenti i due diritti alla cronaca e privacy.
Allo stato dei fatti dico meglio la fuga di notizie che il ddl intercettazioni.
Ma io sono una tifosa comunista e dunque ho torto a priori.....





Dai neko non fare così..non hai torto a priori. Dati i troll che girano sul forum ringrazio Dio (o B. che dir si voglia) per poter far polemica con te [SM=x43600]

Andiamo su un piano generale. Concordo abbastanza cn ciò che dici, però fai confusione (permettimi) su alcune cose.
Non si può confondere un principio con una legge. 0vvi0 che se d0vessi ritenere che B. faccia la legge sulle intercettazi0ni per pr0teggere il principi0 sarei un pazz0. Il pr0blema è che ai principi n0n d0bbiam0 mai rinunciare se n0 ci ritr0viam0 c0n Guantanam0, c0n Muss0lini 0 quant'altr0 tu preferisca. L'ultim0 passaggi0 del tu0 disc0rs0 nn p0trò mai c0ndividerl0. per me n0n esiste il male ass0lut0 ed 0gni v0lta che parliam0 di male ass0lut0 ci suicidiam0. Pensa Muss0lini che grazie al male ass0lut0 dei c0munisti nel bienni0 r0ss0 ha regalat0 20 anni di verità, splend0re e paradis0. N0n d0bbiam0 rinunciare ai principi nemmen0 se dall'altr0 lat0 abbiam0 B. se n0 p0i ci ritr0viam0 D'alema.
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19/11/2010 00:38
 
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Re: Re: Re:
giusperito, 16/11/2010 16.20:




ma avere idee politiche non vuol dire iscriversi.. quello è il fascismo o il comunismo. A titol personale ribadisco che le uniche due volte in cui ho votato ho messo la x sull'idv e sul movimento 5 stelle. Non tanto perché mi convincevano, ma per dare un contributo al miglioramento mediante la crisi dei sistemi di potere (motivo per cui non votai per de luca).
Per me la militanza partitica è una stortura delle idee, appunto un sistema nel quale ragioni per appartenenza e per iscrizione. Non ho bisogno di iscrivermi a destra per stimare Cameron, né ho bisogno di trovare un partito\fede da seguire. Lo stesso pisicchio votava radicale e alle regionali ha votato per de luca. Come fai a dire che è del pdl?
Il problema del ragionamento è evidente. Se difendi dei principi che in qualche modo tutelano B., allora sei del pdl o se si è clementi di fli. Nn si legge la critica a Fini e co., né la costante critica a B. Ti sfido a trovare una sola volta che ho difeso B. Il tuo sistema di ragionamento è viziato alla base. Se non stai cn vendola o cn qlc altro allora stai cn B.
Vorrei capire da dove si evince che ci iscriveremo lì o che voteremo pdl.



Il tifo lo lascio a te, goisis e alla buonanima di felice




Gius la pensi come George Washington il quale nel suo farewell address disse: "guardatevi dallo spirito di parte e dalle fazioni".
Tuttavia non sono d'accordo, cioè è una posizione che andava bene duecento anni fa.
Oggi la democrazia senza i partiti non è possibile, questa è una cosa chiara come il sole e non è assolutamente vero che far parte di un partito sia una riduzione di libertà intellettuale.
Se Cameron leggesse la tua opinione ti guarderebbe a dir poco storto, perchè ricordati che primo di essere il primo ministro di sua maestà britannica è il capo del suo partito ed è un uomo di partito.

La militanza partitica è necessaria per formare culture politiche e selezionare classi dirigenti di elevato valore.
Poi è chiaro che da noi a un ceto punto la cosa ci è sfuggita di mano e siamo finiti in una sorta di bahatismo di stile iracheno che ha prodotto la rabbia popolare e la disillusione che ha fondato una base culturale del berlusconismo che è un epoca in cui il popolo vota per il capo.
E si può certo discutere su come organizzare i partiti, sul loro ruolo nella società che non deve essere eterno. Ma non si può pensare di vivere una vera democrazia senza partiti, altrimenti si va nell'illusione della società civile, del populismo e del qualuinquismo.

Sull'argomento tortora, c'è da dire che si tratta di un caso simbolico. Quello di tortora fu il simbolo di un cambiamento culturale in una parte della magistratura italiana.
La nostra magistratura ha una tradizione di indipendenza tanto che sotto il fascismo Mussolini dovette creare un tribunale speciale per applicare le leggi fascistissime che i giudici togati si rifiutavano di applicare.
Questa tradizione di indipendenza è stata minata, paradossalmente, dalla creazione del csm che ha portato la lotta politica nella magistratura.
Ovvio che ad un certo punto una parte di magistrati, entrati in magistratura sotto le ali della politica, abbiano identificato l'indipendenza con le idee del partito che li aveva sponsorizzati.
All'interno di questa frangia se ne è poi creata un'altra che ha teorizzato un salto di qualità con un ruolo politico diretto della magistratura in nome della supremazia dei giudici, quella che io chiamo l'iranianizzazione della magistratura(democratica). Che poi trova sponde culturali nel travaglismo ecc.
Questa è una cosa con cui dovremo fare i conti una volta che B sarà fuori dalla scena.
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19/11/2010 11:42
 
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Re: Re: Re: Re:
trixam, 19/11/2010 0.38:




Gius la pensi come George Washington il quale nel suo farewell address disse: "guardatevi dallo spirito di parte e dalle fazioni".
Tuttavia non sono d'accordo, cioè è una posizione che andava bene duecento anni fa.
Oggi la democrazia senza i partiti non è possibile, questa è una cosa chiara come il sole e non è assolutamente vero che far parte di un partito sia una riduzione di libertà intellettuale.
Se Cameron leggesse la tua opinione ti guarderebbe a dir poco storto, perchè ricordati che primo di essere il primo ministro di sua maestà britannica è il capo del suo partito ed è un uomo di partito.

La militanza partitica è necessaria per formare culture politiche e selezionare classi dirigenti di elevato valore.
Poi è chiaro che da noi a un ceto punto la cosa ci è sfuggita di mano e siamo finiti in una sorta di bahatismo di stile iracheno che ha prodotto la rabbia popolare e la disillusione che ha fondato una base culturale del berlusconismo che è un epoca in cui il popolo vota per il capo.
E si può certo discutere su come organizzare i partiti, sul loro ruolo nella società che non deve essere eterno. Ma non si può pensare di vivere una vera democrazia senza partiti, altrimenti si va nell'illusione della società civile, del populismo e del qualuinquismo.

Sull'argomento tortora, c'è da dire che si tratta di un caso simbolico. Quello di tortora fu il simbolo di un cambiamento culturale in una parte della magistratura italiana.
La nostra magistratura ha una tradizione di indipendenza tanto che sotto il fascismo Mussolini dovette creare un tribunale speciale per applicare le leggi fascistissime che i giudici togati si rifiutavano di applicare.
Questa tradizione di indipendenza è stata minata, paradossalmente, dalla creazione del csm che ha portato la lotta politica nella magistratura.
Ovvio che ad un certo punto una parte di magistrati, entrati in magistratura sotto le ali della politica, abbiano identificato l'indipendenza con le idee del partito che li aveva sponsorizzati.
All'interno di questa frangia se ne è poi creata un'altra che ha teorizzato un salto di qualità con un ruolo politico diretto della magistratura in nome della supremazia dei giudici, quella che io chiamo l'iranianizzazione della magistratura(democratica). Che poi trova sponde culturali nel travaglismo ecc.
Questa è una cosa con cui dovremo fare i conti una volta che B sarà fuori dalla scena.[/
QUOTE]

ottimo pensiero, veramente ben scritto. Ti straquoto! [SM=x43601]
ci penso spesso anch'io ed è una delle cose che mi preoccupa di più.





…ma il Capitano Bellodi, emiliano di Parma, per tradizione familiare repubblicano, e per convinzione, faceva quello che in antico si diceva il mestiere delle armi, e in un corpo di polizia, con la fede di un uomo che ha partecipato a una rivoluzione e dalla rivoluzione ha visto sorgere la legge: e questa legge che assicurava libertà e giustizia, la legge della Repubblica, serviva e faceva rispettare. E se ancora portava la divisa, per fortuite circostanze indossata, se non aveva lasciato il servizio per affrontare la professione di avvocato cui era destinato, era perché il mestiere di servire la legge della Repubblica, e di farla rispettare, diventava ogni giorno più difficile.
Leonardo Sciascia - Il giorno della civetta

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20/11/2010 01:02
 
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Non contesto la necessità che attraverso i partiti venga esercitato il diritto di voto e sia espressa la volontà popolare. Nemmeno penso che la militanza possa essere eliminata o che debba essere eliminata né voglio ergermi a censore del pensiero. Il punto è diverso. Nel momento in cui viene adorato il Partito a prescindere dall'idea, la militanza partitica diventa lo strumento migliore per rendere nulli i principi. L'esempio di Cameron e dell'Inghilterra è calzante. Se domani voti Ed Milliband, sai a cosa vai incontro, sai quali sono le sue idee e sai che condivide una serie di principi con il suo avversario Cameron. (ovvio che il discorso può essere fatto a parti invertite). Il partito (questa volta volutamente in minuscolo) viene dopo l'idea e l'idea dopo i principi.
La militanza a cui mi riferisco, invece, è quella tipica del Partito con la P maiuscola, quella dove tutto ruota intorno all'appartenenza che fa da chioccia all'uomo e non all'idea. Quando i Russi scesero a Praga per reprimere non una rivolta e nemmeno una fuoriuscita dall'agone comunista, ma una richiesta di autonomia, in Italia i comunisti esultavano ed erano gli stessi che avevano combattuto contro la dittatura fascista (con la buona pace di tuo nonno). In ogni caso non voglio scendere nello specifico di questa situazione, ma voglio sottolineare come l'appartenenza venga privilegiata rispetto alle idee e soprattutto rispetto ai principi.
Mi sembra che la mentalità italica sia affetta da una costante necessità di legislazione d'emergenza. E' un Paese dove ai principi non scritti si può derogare, mentre quelli scritti diventano sacri a seconda di chi li abbia scritti.

Spiego cosa intendo per principio e per idea.

Un principio è un elemento di accomunamento che prescinde dall'appartenenza e dalle idee stesse. Per esempio la difesa della libertà è un principio che non può essere mai derogato dalle idee o dalle appartenenze e che dovrebbe unire anche i sostenitori di idee diverse. Personalmente credo fermamente nell'esistenza dei principi e rifiuto il relativismo del pensiero debole.
Le idee sono, invece, i programmi specifici che caratterizzano le varie parti e le rendono diverse.
Solo le idee giustificano la diversa appartenenza, ma di certo l'appartenenza non si autogiustifica.

Poi possiamo essere d'accordo che ognuno è libero di suicidarsi come vuole, ma non posso accettare che le idee siano quasi mai transitive in modo che si possa dire che X vale per A e per B e che, pur essendo C uguale ad A, X per C non vale. La logica (mi riferisco al termine in modo generico ed ampio) è un paradigma di validità del pensiero. Ho un po' di difficoltà a tollerare questa sorta di decostruzionismo e di pensiero debole che all'improvviso rende forte il relativismo (mi sono diplomato con un percorso intitolato "tutto è relativo, forse" e delle tante idee che sono cambiate in questi anni proprio questa resta intatta).
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20/11/2010 22:02
 
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Il problema che tu dici è vero, ma bisogna specificarlo.
é ovvio che un partito politico debba mostrarsi unito e compatto e che difficilmente in pubblico i suoi esponenti si prendano a pesci in faccia a meno che non siano del partito democratico.
Questo perché un partito, in un paese civile ovviamente, ha bisogno di dare una idea generale di credibilità.
Prendiamo Cameron. Oggi che è passato qualche mese siamo in grado di anazalizzare con più dati la campagna elettorale.
Come ha fatto a dilapidare in due mesi un vantaggio di 18 punti che avrebbe dovuto dargli una maggioranza di oltre 100 seggi?
Diciamo che quel vantaggio non era genuino e fosse la metà, resta il fatto che negli ultimi due mesi ha perso molti consensi che gli hanno impedito per un soffio di arrivare alla maggioranza assoluta.
Dove è stato il suo errore? Nell'aver pensato ad un certo punto che l'elettorato si fosse convinto del messaggio rinnovatore del partito conservatore. Cioè negli ultimi quattro anni cameron ha detto: "guardate che non siamo più quelli di 20 anni, non siamo più parrucconi, sulla sanità la pensiamo diversamente, sull'ambiente lo stesso, pensiamo che alcune delle cose fatte da Blair fossero giuste" ecc. E la gente gli ha creduto. A un certo punto quindi Cameron ha dato briglia sciolta agli euroscettici guidati da william hauge che fino a quel momento erano stati zitti e buoni.
Questo è stato il suo errore, perchè per una fetta importante dell'elettorato, quella tra i 20 e i 45 anni l'Europa è un dato di fatto, la accettano come parte della loro cultura perché hanno viaggiato, hanno studiato all'estero ecc...
In questo elettorato la credibilità del messaggio rinnovatore è stata compromessa, si è insinuato il tarlo: "Ma si sono veramente rinnovati questi tory o no? O fanno solo scena"? E molti non fidandosi più sono andati con clegg o sono tornati al partito laburista al quale gran parte di loro per cultura o inclinazioni apparteneva.
Con questo errore strategico cameron ha rovinato il suo stesso risultato, cioè attrarre gente che non aveva mai votato Tory.
L'insegnamento è che quando un partito manda un messaggio questo deve essere sempre coerente. Ma dietro le quinte nei veri partiti la battaglia delle idee è sempre forte.
Tu citi giustamente Miliband. Miliband è stato eletto al termine di uno scontro durissimo, peraltro contro il fratello, dove si sono confrontate due idee di partito: quella neolaburista di david Miliband che restava nel solco del grande Tony Blair, cioè sostanzialmente l'idea di un partito ancorato al centro; e quella di Ed di un partito che invece deve tornare a stare più a sinistra, che è poi quella che è risultata vincente per un soffio di voti.
Ma stai sicuro che i labour attraverserano anni di lotte al coltello tra di loro, ma non le faranno in pubblico.
Quindi un punto importante è che non bisogna scambiare l'uniformità del partito all'esterno con l'assenza di libertà di pensiero.
Non ci sarà mai un partito, che voglia essere democratico, dove tutti sono sono d'accordo su tutto e quindi ci sarà sempre una minoranza che dovrà ingoiare dei rospi.

Il problema che tu denunci è vero per i partiti antidemocratici e l'esempio del pci è quanto mai calzante.
Il pci non era un partito, era una chiesa. Per uomini come mio nonno il comunismo non era una dottrina politica, era una religione, con i suoi dogmi, le sue liturgie, la sua teologia.
Lasciare il pci era impossibile. Chi si azzardava a fare questa scelta era visto come un eretico.
Basta andare a vedere cosa il Pci fece ad Antonio Gramsci che lo aveva fondato, lo lasciarono marcire nelle carceri fasciste escludendolo da una lista di prigionieri graziati dal regime grazie alla mediazione del vaticano. Ecco, Gramsci era un uomo di partito eppure una delle persone più libera che l'Italia abbia mai avuto e rimase un uomo di partito anche quando capì il tradimento, di un partito naturalmente che non era più suo.
L'invasione di Praga, ma ancora prima quella di budapest, è un simbolo di quello che dici tu.
Posso dirti che se vai a parlare con gli ex compagni di mio nonno ancora vivi, gente come il partigiano Gullo, l'uomo a cui Beppe Fenoglio si ispirò per il protagonista di quel grande romanzo sulla resistenza che è la paga del Sabato; Gullo a 92 anni ancora difende la scelta dei sovietici di invadere Budapest.
Se togliatti, che di suo era una persona moralmente spregevole, avesse condannato l'invasione, gli ex partigiani sarebbero andati a Roma e lo avrebbero fucilato. Perchè quel partito era un partito che non aveva una morale democratica, per loro la democrazia era una invezione della borghesia, una cosa formale ecc.
Ricordati che ci furono 101 intellettuali che firmarono un manifesto di condanna dell'invasione e poi quasi tutti ritrattarono quando capirono che la base li condannava.
Giuseppe di vittorio, che era di Vittorio, un idolo della classe operaia, l'uomo che non si toglieva il cappello davanti ai padroni; leader della cgil, scrisse un durò comunicato condannando anche lui l'invasione di Budapest e anche lui dovette ritrattare perché capì che quella volta il proletariato italiano non era con lui.
All'opposto il leader della gioventù comunista, ENRICO BERLINGUER, portò in piazza un milione di giovani comunisti e gridò: "Viva L'armata rossa"! (é giusto ricordare che gli studenti democratici scesero in piazza per sostenere i rivoluzionari, ci fu una grande manifestazione a Milano guidata dal leader del movimento studentesco milanese: Bettino Craxi).

Tutto questo è quello che dici tu, anche se però anche qui ci furono eccezioni. Il pci ebbe al suo interno anche voci dissonanti.
Ricorda che durante l'invasione di praga il napoletano Chiaromonte gridò al senato, facendo scandalo tra i suoi compagni: "Cari compagni, diciamo la verità, i sovietici non vanno a praga a difendere il socialismo, ma a difendersi dal socialismo".
E uno dei leader di quel partito, il napoletano Amendola, figlio di quell'Amendola che fu assassinato dai fascisti, suscitò scandalò perché appoggio le tesi revisioniste di de felice sul fascismo.
Insomma anche in quel partito si ebbero voci dissonanti, nel contesto del conformismo piatto della dottrina.
Se gli intellettuali italiani sono stati degli sciatti comunisti in maggioranza è perché l'intellettuale italiano ha la tendenza di mettersi al servizio del principe mecenate che sovvenziona le sue tendenze elitarie e nel dopoguerra il pci era il miglior principe su piazza.

Dunque il tuo discorso lo condivido per i partiti antidemocratici, non per i partiti democratici, che invece quando svolgono la loro funzione correttamente, come avviene in Inghilterra, sono una fucina di idee ed hanno bisogno di intellettuali che sappiano contribuire alla battaglia delle idee.
Ovvio che il rischio che la cosa sfugga di mano e si finisca come nella prima repubblica dove la fedeltà al partito aveva sostituito la coscienza morale (ricordo l'immagine di moro che gridò in parlamento rispondendo a pasoli "Non ci faremo processare"!)c'è sempre, ma può essere curato con una costituzione liberale che impedisca ai partiti di impadronirsi della Repubblica.

Certo ci saranno sempre gli spiriti anarchici che non potranno mai far parte di un partito, ma non credo che l'appartnere ad un partito sia un discrimine tra la libertà di pensiero o meno.

Ps: il discorso antirelativistico io l'ho sempre condiviso.
Le società liberali si basano su valori di verità, sulla capacità di avere principi comuni su cui fondare la propria libertà.
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