Bersani è ironico, ma è triste vedere un Ministro che non riesce a capire quali siano i confini delle sue competenze, del lecito o delle indebite ingerenze:
|
Il Ministro Bondi e la compagna Manuela Repetti |
ROMA - Il giorno della mozione di sfiducia dell'opposizione contro Sandro Bondi, lunedì 29 novembre, si avvicina e si moltiplicano i fronti d'attacco: il crollo di Pompei, ma anche la protesta nel mondo del cinema, l'accusa di favoritismi e le bacchettate dai giornali amici. Il ministro della Cultura replica: «È una caccia all'uomo come non se ne vedevano da decenni». Intervenendo al question time, ieri ha aggiunto: «Sono sotto accusa perché ho cercato di rinnovare e proporre riforme».
Nei giorni scorsi si è venuto a sapere che il giovane figlio della compagna Manuela Repetti lavora al Ministero, sebbene sia ancora studente ad architettura.
E che l'ex marito della Repetti è tra i beneficiari del Fus, il Fondo unico per lo spettacolo, per 25'000 €. Bondi ha replicato al Fatto quotidiano: «Sono intervenuto solo per risolvere 2 casi umani. Una storia privata». Così non è parso a Filippo Facci, che ne ha scritto su un quotidiano vicino al centrodestra, Libero: «Bondi sta sistemando i suoi casini familiari a spese nostre».
L'imprenditrice-attrice Michelle Bonev:
Ieri il Secolo XIX ha raccontato che tra i beneficiati dal Fus c'è anche la banda musicale di Novi, dove vive la compagna. E che la compagnia teatrale di Mariano Anagni, vicina a Fivizzano, paese di Bondi, incassa 285'000 € di finanziamenti. Il Fatto ha raccontato anche un'altra storia. Il ministro Bondi avrebbe chiamato il direttore generale del ministero dei Beni culturali, Nicola Borrelli, per chiedergli di «inventare un premio» a Venezia per Michelle Bonev, «un'amica molto cara al primo ministro bulgaro e a Berlusconi». Fatto sta che la Bonev si presenta a Venezia con «Goodbye Mama», opera prima, e vince un «Premio speciale della Biennale», assegnato da «Action for Women». Alla cerimonia partecipano due ministri, un sottosegretario e una deputata. Tra loro c'è il ministro Giancarlo Galan: «Berlusconi mi ha dato un incarico preciso: salutare con calore e affetto Michelle Bonev». La Bonev era già stata al centro di uno scandalo: secondo le intercettazioni sarebbe stata «imposta» al Dopofestival di Sanremo da Agostino Saccà, ex direttore generale Rai.
Il ministro Bondi smentisce la ricostruzione su Venezia: «È una storia completamente inventata, sono fantasie, frutto di imbarbarimento. Il Fatto ne risponderà in tribunale». Deborah Bergamini, deputata pdL, è la promotrice di «Action for Women»: «Un concorso per corti di una bellezza strepitosa, un lavoro di sensibilizzazione sul tema della violenza sulle donne». E la Bonev? «"Action for Women" si svolse anche nel 2009 e anche allora fu affiancato da un film, "Scheherazade, Tell me a story". Che, nel palmarès, risulta vincitore di un altro premio, il "Lina Mangiacapre"». Continua la Bergamini: «Anche quest'anno abbiamo scelto un film in tema». Abbiamo chi? «Il film mi è stato segnalato forse da Borrelli forse da Salvo Nastasi: comunque dal ministero della Cultura. Hanno deciso loro. Comunque era un bel film, anche se non mi intendo di cinema». E le presunte pressioni di Bondi? «Mi sopravvaluta, non ne ho idea». Parla Francesco Giro, sottosegretario alla Cultura presente alla premiazione: «Chi l'ha scelto? Era un premio della Biennale, chiedete a loro. Non ci accusate sempre di ingerenza?». Le è piaciuto? «Ho visto solo il primo tempo. Non male: comunque meglio del "Vallanzasca" di Placido».