gran generale, 11/10/2010 14.17:
Moroni scrisse:
Mi rendo conto che spesso non è facile la distinzione tra quanti hanno accettato di adeguarsi a procedure legalmente scorrette in una logica di partito e quanti invece ne hanno fatto strumento di interessi personali.
...
Ricordo ancora con passione tante battaglie politiche e ideali, ma ho commesso un errore accettando il "sistema", ritenendo che ricevere contributi e sostegni per il partito si giustificasse in un contesto dove questo era prassi comune, ne mi è mai accaduto di chiedere e tanto meno pretendere.
ammise di aver preso soldi non per trarne un profitto personale, ma per il partito (se questo non è reato allora non è reato nemmeno l'omicidio su commissione..)
ammise anche di aver
accettato il sistema del finanziamento illecito.. che è cosa ben diversa dal combatterlo
Forse non ci capiamo. Sulla vicenda Moroni c'è una sentenza definitiva, che non so se valga qualcosa, che ha assolto tutti i dirigenti socialisti coinvolti e ha riconosciuto la totale estraneità di Moroni alla pratica tangentizia. Sergio è morto innocente, questa non è una opinione, è un fatto giudiziariamente accertato.
Quando nella lettera scrive: "Mai e poi mai ho pattuito tangenti, né ho operato direttamente o indirettamente perché procedure amministrative seguissero percorsi impropri e scorretti, che risultassero in contraddizione di “ladro” oggi così diffusa. Non lo accetto, nella serena coscienza di non aver mai personalmente approfittato di una lira". Diceva la verità e la cassazione glielo ha riconosciuto.
In un paese civile il Pm che lo minacciava con le manette in mano per estorcergli una confessione falsa, starebbe in galera, non in parlamento.
Ora se non ricordo male una cosa che si chiama costituzione della repubblica dice che la responsabilità penale è personale.
Moroni però nel momento in cui decide di togliersi la vita, non si chiama fuori facendosi scudo della sua innocenza personale.
Da dirigente politico di uno dei più importanti partiti italiani, il partito di Giacomo matteotti, dei fratelli rosselli, di Pietro Nenni, Ernesto De martino, sandro pertini, giusto per ricordare qualcuno, si assume la responsabilità storica di non aver combattuto la degenerazione del partito, quello che lui definisce il sistema.
Cioè aver omesso di combattere quelli che rubavano per il partito.
Questo è un lascito morale che il giustizialismo del processo al morto non potrà cancellare.
Ripeto che aspettiamo ancora che gli eredi del partito comunista facciano lo stesso. Aspetto che Bersani dica: "quando nel 1971 prendemmo 1.6 milioni di dollari dal partito comunista sovietico, per il tramite della società Italinvesti, che era domiciliata a San Marino ed era pure una cooperativa, commettendo quindi anche frode fiscale, è stato un errore.
Così come è stato un errore prendere l'anno successivo per le stesse vie 5.2 milioni di dollari, così come fu un errore prendere l'anno successivo 3.6 milioni ecc" e via di questo passo, non continuo perché la lista è troppo lunga e questi sono solo i finanziamenti che siamo riusciti a rintracciare, ma ancora devo essere aperti gli archivi principali. Io gli batterei le mani.