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Cosentino: la camera nega le intercettazioni.

Ultimo Aggiornamento: 23/09/2010 13:33
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23/09/2010 13:28
 
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L'Aula della Camera ha negato la richiesta all'uso delle intercettazioni del deputato del Pdl Nicola Cosentino, approvando il parere della Giunta delle Autorizzazioni di Montecitorio. I sì sono stati 308, i no 285. I presenti alla votazione, che si è svolta a scrutinio segreto, erano 593. Il sì era stato annunciato anche dal gruppo dei finiani, che si era riunito prima della votazione. "Il nostro sì è dovuto a una ratio politica e a una valutazione nel merito", aveva detto Fabio Granata, assicurando sulla 'unita'' del gruppo, che pure non intende schierarsi contro il governo.

Cosentino: "Ampia maggioranza anche senza Fli" - Dopo il voto di Montecitorio, Cosentino commenta: "il Governo Berlusconi esce rafforzato". Cosentino fa i conti: "Fli ha detto che avrebbe votato a favore dell'uso delle intercettazioni, e contro questa scelta ci sono stati 308 voti. Se contiamo i 9 in missione e gli 11 assenti giustificati della maggioranza, arriviamo a 328 voti senza i finiani". Dunque "c'è un'ampia maggioranza a favore del governo Berlusconi che esce rafforzato dal voto". Poi Cosentino rivolge "un appello ai miei pubblici accusatori: mandatemi a giudizio, dimostrerò nel processo la mia estraneità ai fatti e la totale infondatezza delle accuse strumentali contro di me. Sono anni che vengo accusato senza potermi difendere". Accuse che Cosentino spiega con i successi del Pdl in Campania: "Dopo 15 anni di opposizione grazie a me siamo tornati al governo della Regione".

Granata (Fli): "Nostro sì per ratio politica e merito" - Secondo il deputato di Fli e vicepresidente della commissione Antimafia "è giusto utilizzare le intercettazioni che vedono coinvolto anche Cosentino nel suo stesso interesse e perché poi di fronte alla legge siamo tutti uguali". "Siamo tutti uniti - aggiunge - si vede che nei giorni scorsi non parlavo a titolo personale". "Aumentato il solco con il Pdl? La differenza sui temi della giustizia c'é ed è uno dei motivi per il quale abbiamo creato un gruppo autonomo - spiega Granata - più che altro si conferma".

La Russa: la maggioranza c'è - "La maggioranza c'è alla grande" e "chi ha giocato a fare di questa autorizzazione una vicenda di valenza politica ha sbagliato". Così il ministro della Difesa e coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa, commenta con i giornalisti il voto dell'aula della Camera che ha negato l'autorizzazione all'uso delle intercettazioni per il deputato del Pdl Nicola Cosentino. "Il governo - ragiona La Russa - ha avuto una maggioranza ben più ampia dei famosi 316 deputati perchè ai 308 voti contrari all'utilizzo delle intercettazioni c'è da sommare il fatto che c'erano 25 deputati nostri assenti... Quanto fa? 333, mi pare, molto più di 316...".

Della Vedova: governo avanti con 308 voti, contenti loro - "Avendo chiesto il Pdl il voto segreto e avendo raggiunto 308 voti con il voto segreto, contenti loro...".
Così il vicecapogruppo vicario di Fli risponde al portavoce del Pdl Daniele Capezzone. "C`è una tradizione rispetto a queste vicende - spiega Della Vedova - il Pdl non ha approfittato del fatto che come prassi è l`opposizione a chiedere il voto segreto, evidentemente perché sapeva o sperava di contare sui franchi tiratori. Ma se si ritiene che il prosieguo del governo possa dipendere dai 308 voti raggiunti oggi dalla maggioranza col voto segreto, è chiaro che non è così. Contenti loroà".

Qualche intoppo durante le votazioni - La votazione è rimasta aperta per parecchio tempo per consentire a Domenico Desiano, proclamato deputato proprio stamattina in sostituzione di Marcello Taglialatela, di votare: il suo meccanismo di voto, infatti, non funzionava, per cui è stato costretto a spostarsi al banco della commissione. Alla votazione hanno partecipato tra gli altri il leader del Pd Pier Luigi Bersani e i ministri Bossi, Tremonti ed Alfano. La votazione è stata a scrutinio segreto.

La richiesta per l'uso delle intercettazioni si inserisce nell'inchiesta condotta dalla procura della Repubblica di Napoli sulle attività criminali delle varie famiglie camorristiche di Casal di Principe, in provincia di Caserta. Si tratta della stessa indagine nell'ambito della quale era pervenuta nell'autunno 2009 una domanda di arresto di Cosentino, negata dall'Aula.

Cosentino si era dimesso da sottosegretario il 18 febbraio dell'anno in corso, a seguito dell'iscrizione nel registro degli indagati, il 7 novembre dell'anno precedente, dalla Procura di Napoli con l'accusa di concorso esterno in associazione camorristica per presunti rapporti con il clan dei Casalesi. La Cassazione, il 28 gennaio scorso, ha rigettato la richiesta di annullamento dell’ordinanza di arresto, comunque bloccata dal no della Camera all'autorizzazione a procedere.

Successivamente coinvolto nell'inchiesta cosiddetta P3, Cosentino è stato iscritto nel registro degli indagati, insieme al senatore del Pdl Marcello Dell'Utri, per associazione a delinquere e violazione della legge Anselmi sulle società segrete. Coinvolti nella stessa inchiesta anche il coordinatore nazionale del Pdl, Denis Verdini, ed Ernesto Sica, ex assessore all'avvocatura della Regione Campania. In carcere sono finiti invece Flavio Carboni, Pasquale Lombardi e il costruttore Arcangelo Martino. Cosentino è coinvolto per l'episodio che mirava a screditare Stefano Caldoro, quale candidato del Pdl alla Regione Campania.

Assenti 36 deputati - Di questi, tabulati alla mano, 13 risultano in missione e 23 assenti o che non hanno partecipato al voto. Un terzo degli assenti, 12, sono del Pdl, fra i quali il premier Silvio Berlusconi e i ministri Frattini, Carfagna, Prestigiacomo (tutti in missione). Cinque assenti sono invece della Lega, fra i quali il ministro dell'Interno Roberto Maroni (in missione). Nell'Udc , invece, risultano assenti 8 parlamentari: fra loro i quattro "dissidenti" ancora nel partito di Casini, Romano, Mannino, Ruvolo e Drago. Al voto mancavano anche due esponenti di Noi Sud-Pli, Gaglione e Guzzanti, e Francesco Pionati, dell'Adc. Fra quelli che non hanno votato o non hanno partecipato al voto anche l'esponente del Misto Americo Porfidia, il deputato dell'Mpa Angelo Lombardo (in missione) e l'esponente dell'Api Massimo Calearo. Nel Pd mancavano in cinque, tra i quali Massimo D'Alema, che dai tabulati risulta in missione. Fra i deputati che non hanno votato si contano sei potenziali 'responsabili': i quattro dissidenti dell'Udc, Pionati e Gaglione (Noi Sud). Nell'Italia dei valori tutti presenti.
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23/09/2010 13:33
 
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Come fa il Governo ad avere magicamente i numeri per governare? In quali partiti ha fatto compravendita?
Poi nell'udc 8 assenti (che ci sta a fare l'udc nel parlamento se si astiene sempre o sempre assenti?) e nel PD 5. Ma che razza di opposizioni sono? [SM=x43608]

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