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Lettera di intellettuali e scienziati a Bersani: "Apri al nucleare"

Ultimo Aggiornamento: 14/05/2010 13:02
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13/05/2010 15:13
 
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Caro Segretario

chi ti scrive segue con attenzione l’esperienza del Partito Democratico. Alcuni sono impegnati anche nella vita del PD. Ed apprezzano il lavoro che stai facendo per dare al PD concretezza e radicamento, ponendo al centro della sua iniziativa i temi del lavoro e della insufficiente struttura produttiva italiana. Oltre naturalmente alla questione più generale ed importante delle regole della democrazia italiana.

Vorremmo dare un contributo serio a questa discussione. Tornando ai fondamentali come si dice e cercando di approfondire le questioni con rigore intellettuale e scientifico. E con spirito concreto.

Fra le grandi questioni irrisolte del nostro Paese vi è il problema energetico.
I dati ti sono chiari: importiamo più dell’80% dell’energia primaria di cui abbiamo bisogno, principalmente, da Paesi geo - politicamente problematici. Produciamo l’energia elettrica per il 70% con combustibili fossili. Circa il 15% la importiamo dall’estero e prevalentemente di origine nucleare. Se non la importassimo la nostra dipendenza dai combustibili fossili (gas e carbone in primo luogo) salirebbe oltre l’80%. Con le rinnovabili, se escludiamo l’idroelettrico, patrimonio storico del nostro Paese, ma praticamente non aumentabile, produciamo circa il 6%. L’energia solare per la quale sono stati investiti fino ad ora circa 4 miliardi, ben ripagati dai generosi incentivi concessi fino ad oggi dal sistema elettrico italiano, contribuisce al nostro fabbisogno elettrico per lo 0,2%.

Risultato: emissioni di CO2 e di inquinanti atmosferici molto alte, costo delle importazioni molto elevate e continuamente esposto al rischio “prezzo del petrolio”, sicurezza energetica in discussione, come si è visto qualche anno fa con la crisi fra Russia e Ucraina, prezzi dell’energia elettrica mediamente più elevati del 30% rispetto agli altri Paesi, in particolar modo Europei.

Una situazione che richiederebbe scelte ragionate, risposte strutturali “sostenibili” oltre che efficaci sia in termini di riduzione dello sbilanciamento strategico del mix energetico nazionale, sia in termini di miglioramento del suo impatto ambientale complessivo.

Per definire tali scelte a nostro avviso tutte le opzioni dovrebbero essere considerate, nessuna esclusa, inclusa quella nucleare, non come “LA” soluzione ma come “PARTE DELLA” soluzione.

L’energia nucleare, quasi ovunque, nel mondo industrializzato è vista come un’insostituibile opportunità che contribuisce alla riduzione del peso delle fonti fossili sulla generazione di energia elettrica, compatibile con un modello di sviluppo eco-sostenibile.

Dal punto di vista ambientale non vi è programma internazionale accreditato per la riduzione della CO2 che non preveda anche il ricorso all’energia nucleare e non vi è un solo studio internazionale che affidi alle sole rinnovabili il compito di ridurre il peso dei combustibili fossili

Ed invece tutti gli accenti che sentiamo oggi nel PD prescindono dall’analisi di questi dati e fatti.

Come ha autorevolmente affermato il Presidente USA Barack Obama: “Io credo che la creazione di lavori verdi sarà il traino della nostra economia per un lungo periodo. Per questo abbiamo destinato una grande ammontare di denaro per l’energia solare, quella eolica, il biodisel e tutte le altre fonti di energia pulita. Nello stesso tempo, sfortunatamente, per quanto velocemente crescano queste fonti avremo un enorme fabbisogno di energia, che non potrà essere soddisfatto da queste fonti. E la domanda è: “ Da dove verrà quest’energia?” L’energia nucleare ha il vantaggio di non emettere gas serra e dobbiamo avere il coraggio di riconoscere che Paesi come la Francia ed il Giappone ed altri Paesi sono stati molto più aggressivi nel ricorrere all’energia nucleare e con molto più successo, senza alcun incidente. Siamo consapevoli dei problemi legati al combustibile esausto ed alla sicurezza, ma siamo fermamente convinti che questa via sia da percorrere se siamo preoccupati per il cambiamento climatico”.



Ed è proprio, a nostro parere, dalla cooperazione fra le diverse opzioni, innovazione tecnologica ed efficienza energetica nella produzione e nel consumo, rinnovabili, fossili sempre più puliti e nucleare, che si può individuare la soluzione al duplice problema che abbiamo di fronte: disporre di energia elettrica e ridurre l’impatto ambientale. Senza preclusioni.

Siamo l’unico Paese del G8 che non produce energia dal nucleare. L’Europa produce circa il 30% della sua energia elettrica con il nucleare. Nell’Europa dei 27 ben 15 Paesi possiedono impianti nucleari, 12 (Gran Bretagna, Francia, Svezia, Polonia, Lituania, Romania, Bulgaria, Finlandia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia) hanno annunciato nuovi piani di espansione nucleari. Paesi, un tempo considerati in via di sviluppo, come la Cina, l’India, il Brasile sono fra i primi investitori mondiali in nuovi impianti nucleari. Grandi paesi produttori di petrolio stanno oggi lanciandosi convintamente nella costruzione di nuove centrali.

Sebbene la Legge che reintroduce la possibilità di utilizzo del nucleare contenga forzature e punti sbagliati e ci siano limiti nell’azione di Governo per la realizzazione dell’annunciato programma nucleare, riteniamo che non sia in alcun modo giustificata l’avversione al reingresso dell’Italia nelle tecnologie nucleari .

Gli errori del Governo meritano una puntuale sottolineatura da parte dell’opposizione e le prese di posizione dei Gruppi Parlamentari del PD nelle sedi competenti si sono ispirate ad una logica di contestazione di merito.

È incomprensibile, invece, la sbrigatività ed il pressapochismo con cui, spesso, da parte di esponenti del PD, vengono affrontati temi che meriterebbero una discussione informata e con dati di fatto.

Abbiamo nel Paese sentito parlare di “masserie fosforescenti” ed altre falsità di questo genere, che cozzano contro il buon senso ed ogni spirito di razionale e serio approccio al problema.

Basterebbe attraversare il confine e visitare centrali nucleari francesi vicine ai Castelli della Loira o quelle nelle vallate svizzere per capire l’enormità di tali affermazioni.

O ancora per quel che riguarda i costi del programma nucleare: incomprensibile senza una discussione completa su tutti i dati di riferimento (costi di generazione del kWh, costo del combustibile, durata di vita delle centrali, ecc.) e senza confronti con i costi delle alternative in caso di rinuncia al programma nucleare.

Per non dire del tema della sicurezza che punta a sottacere il track record di sicurezza degli impianti nucleari che non ha paragoni con quello di ogni altra filiera energetica .

Le tecnologie nucleari sono, ormai, essenziali e diffuse nel campo sanitario, industriale e della ricerca.

Il tema dello smaltimento, del deposito e della sicurezza di tutti i rifiuti nucleari, ad esempio, ci riguarda indipendentemente dalla scelta di costruire nuove centrali. E costituisce un grande tema di ricerca e innovazione tecnologica.

Infine. Crediamo che a te non faccia difetto la sensibilità di capire l’importanza per l’industria italiana di partecipare di nuovo ad un processo internazionale di sviluppo del nucleare che significherà investimenti significativi in tecnologia, infrastrutture e servizi. E nello sviluppo di occupazione qualificata.

Caro Segretario.

Occorre evitare il rischio che nel PD prenda piede uno spirito antiscientifico, un atteggiamento elitario e snobistico che isolerebbe l’Italia, non solo in questo campo, dalla frontiere dell’innovazione. Ampi settori di intellettualità tecnica e scientifica, che un tempo guardavano al centrosinistra come alla parte più aperta e moderna dell’Italia, non ci capiscono più e guardano altrove. Noi ti chiediamo di prendere atto che il nucleare non è né di sinistra, né di destra e che, anzi, al mondo molti leader di governi di sinistra e progressisti puntano su di esso per sviluppare un sistema economico e modelli di vita e di società eco-compatibili: Brasile con Lula, USA con Obama, Giappone con Hatoyama, Gran Bretagna con Brown.

Noi ti chiediamo di garantire che le sedi nazionali e locali del PD, gli organi di stampa, le sedi di riflessione esterna consentano un confronto aperto e pragmatico.

Riterremmo innaturale ed incomprensibile ogni chiusura preventiva su un tema che riguarda scelte strategiche di politica energetica, innovazione tecnologica e sviluppo industriale così critiche e con impatto di così lungo termine per il nostro Paese.
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13/05/2010 15:14
 
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La lista dei firmatari:
Giorgio Salvini Presidente Onorario Accademia Lincei

Margherita Hack Astrofisica

Carlo Bernardini Professore Emerito di Fisica Università di Roma - Direttore di “Sapere”

Enrico Bellone Ordinario di Storia della Scienza

Edoardo Boncinelli Professore di Biologia e Genetica

Gilberto Corbellini Docente di Storia della medicina-Università di Roma

Marco Ricotti Professore Politecnico di Milano

Ernesto Pedrocchi Professore Politecnico di Milano

Roberto Vacca Scienziato e scrittore

Franco de Benedetti Economista

Emilio Sassoni Corsi Presidente Unione Astrofili Italiani

Marco Carrai AD Firenze Parcheggi

Luigi de Paolis Professore Università Bocconi

Chicco Testa Imprenditore

Umberto Minopoli Manager

On. Erminio Quartiani Deputato PD

On. Francesco Tempestini Deputato PD

On. Enrico Morando Senatore PD

Sen. Tiziano Treu Senatore PD

Sen. Pietro Ichino Senatore PD

Andrea Margheri Senatore

Amedeo Lepore Professore universitario- Università di Napoli

Carlo Pedata Professore

Mario Bianchi Professore

Riccardo Casale Professore

Marino Mazzini Professore Università di Pisa

Bruno Neri Professore Università di Pisa

Giovanni Forasassi Professore Università di Pisa

Giorgio Turchetti Docente Unibo, Centro A. Volta, Presidente

Carlo Artioli Ingegnere Nucleare ENEA, Docente Master Nucleare Bologna

Sandro Paci Università di Pisa, Docente di Impianti Nucleari, Presidente Corso di Laurea

Davide Giusti Ingegnere Nucleare, ENEA, Master Nucleare Bologna, Docente

Ettore Lomaglio Silvestri Professore

Domiziano Mostacci Ingegnere Nucleare, Docente Università di Bologna

Roberta Musolesi Insegnante

Guido Fano Fisico Docente Università di Bologna

Giorgio Giacomelli Fisico Docente Università di Bologna

Vincenzo Molinari Professore Emerito di Fisica Università di Bologna

Marco Valenzi Ricercatore

Paolo Mautino

Francesco Romano Ingegnere

Aldo Amoretti Sindacalista e Consigliere Cnel

Fabrizio Rondolino Giornalista

Maria Giovanna Poli Giornalista

Myrta Merlino Giornalista

Gianfranco Bangone Direttore di Darwin

Anna Meldolesi Giornalista scientifica

Vincenzo Rosselli Imprenditore

Angelo Tromboni Imprenditore

Antonio Napoli Imprenditore

Maria Luisa Mello Imprenditore e Fisico

Giuseppe Gherardi Ingegnere Nucleare, ENEA

Francesco Pizzio Ingegnere Nucleare

Silvia De Grandis Ingegnere Nucleare e Imprenditrice

Gianni Petrangeli Ingegnere

Giuseppe Bolla Ingegnere

Bettanini Ingegnere elettrotecnico

Andrea Gemignani Presidente Confindustria Livorno

Herman Zampariolo Presidente Vona Energy

Giulio Valli Dirigente ENEA - Galileo 2001

Adolfo Spaziani Direttore Generale di Federutility

Giovanni Bignami Astrofisico

Massimo Locicero Economista

Paolo Saracco Fisico

Mauro Giannini Direttore Dipartimento di Fisica

Fabrizio Candoni Manager

Anna Ascani Manager

Francesco Semino Manager

Raffaella Di Sipio Manager

Pietro Costantino Manager

Silvio Simi Manager



Sen. Umberto Veronesi - Direttore scientifico Istituto Europeo di Oncolgia
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Utente Veteran
Moderatore
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14/05/2010 01:40
 
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due domande (sincere):
1) non produciamo uranio. Non rischiamo di essere dipendenti in modo analogo dagli stessi paesi che ci forniscono il gas?
2) come facciamo a fidarci di questa classe politica e dell'attenzione per la salute dei cittadini (penso anche a radio vaticana)? come facciamo a garantirci dalle infiltrazioni di quella stessa criminalità organizzata che ha sversato di tutto nel casertano, cioè nelle terre in cui loro stessi vivono?
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Utente Gold
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14/05/2010 09:54
 
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francamente non condivido. Gli altri paesi industrializzati usano anche fonti di energia rinnovabile e con ciò non riescono a farvi fronte perchè non hanno lo stesso sole che c'è in italia. Sappiamo bene che puntare sulle energie rinnovabili potrebbe essere, per l'italia, la svolta, perchè il nostro paese ha una grossa quantità di queste risosrse da utilizzare.




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Utente Master
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14/05/2010 12:34
 
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trixam, 13/05/2010 15.14:

La lista dei firmatari:

Marco Carrai AD Firenze Parcheggi

Luigi de Paolis Professore Università Bocconi

Chicco Testa Imprenditore






ditemi che non è la stessa persona [SM=x43820]









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14/05/2010 13:02
 
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L'investimento sul nucleare?penso che poteva essere una ottima cosa...ma una ventina d'anni fa..non certo tra 20 anni...Il resto d'europa e del mondo ci vedrebbe come i soliti ritardatari e a figure di merda non siamo scarsi..
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