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La Rai lancia la campagna “Sms al Papa per la solidarietà"

Ultimo Aggiornamento: 12/05/2010 10:45
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12/05/2010 10:42
 
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Un Paese al contrario. E’ questa la prima, devastante, impressione nel leggere dell’avvio della campagna “Sms al Papa per la solidarietà” indetta dalla Tv pubblica, nella fattispecie dal programma “A sua immagine” di Raiuno.

In sintesi, la Rai ha attivato un numero telefonico (335 1863091) per raccogliere sms di solidarietà da consegnare, tutti insieme, a Benedetto XVI alla fine di maggio.

Se l’iniziativa fosse stata lanciata da Radio Maria, nessuno (forse) ci avrebbe trovato nulla di strano. Ma qui si tratta della Tv di Stato, la differenza è abissale e sembra anche paradossale doverla sottolineare.

Ratzinger è il capo della Chiesa cattolica, un’istituzione che si è macchiata del silenzio, perpetrato per decenni, sui numerosi casi di pedoflia all’interno del clero. Insabbiamento sistematico, trasferimenti dei colpevoli in altre diocesi, dove potevano continuare indisturbati a compiere i loro disgustosi delitti, mancata collaborazione con la giustizia italiana e internazionale. E’ colpevole il Papa di tutto ciò? Sì, come ogni rappresentante di ogni istituzione che si macchi di un crimine.

Ma c’è di più. Ci sono almeno tre casi, che abbiamo già citato su queste pagine, in cui la responsabilità personale di Ratzinger è inconfutabile.

E’ lui che, come arcivescovo di Monaco di Baviera, accettò il trasferimento nella sua diocesi di un prete pedofilo, poi condannato dal tribunale dell’Alta Baviera. E’ lui che, come prefetto della Congregazione della dottrina della fede, ordinò di non ridurre allo stato laicale un prete pedofilo che ne faceva richiesta ad Oakland adducendo come pretesto “il bene della Chiesa universale”. E’ sempre lui, e sempre nelle stesse vesti, che in qualche modo fermò il processo a carico del prete pedofilo Murphy, violentatore di duecento minori sordomuti, per “dubbi sulla fattibilità e opportunità”.

Ma anche se tutto ciò non fosse successo, anche se fossero solo ipotesi, Benedetto XVI sarebbe ugualmente responsabile di questo e di tutti gli scandali che lentamente stanno affiorando in tutto il mondo, in quanto capo supremo dell’istituzione che si è macchiata di tali crimini.

Così come l’amministratore delegato di una società risponde in prima persona di irregolarità amministrative che i suoi sottoposti hanno commesso, magari a sua insaputa, così il Papa, per il suo stesso ruolo, avrebbe l’obbligo – almeno morale – di assumere le colpe sue e di terzi. Così come l’amministratore delegato del caso, infatti, Ratzinger non poteva non sapere. E se anche, per assurdo, non avesse saputo, sarebbe ugualmente responsabile in qualità di capo della Congregazione della dottrina della fede prima, e di papa poi.

Ora, a fronte di tutto ciò, la televisione di Stato non trova di meglio da fare che istituire un servizio per mandare messaggi di solidarietà al Papa. Non alle migliaia di vittime degli abusi, ancora in attesa di un qualsiasi riconoscimento legale (e anche economico), ma al capo dei preti che hanno abusato della loro veste e della loro missione falcidiando infanzie, e di quei prelati che hanno messo tutto a tacere per non rovinare il buon nome della Chiesa. Il Papa è diventato quindi, almeno per la Rai, la vera vittima dello scandalo pedoflia.

In un Paese normale piazza san Pietro sarebbe stata invasa dagli stessi cattolici inferociti per il tradimento bieco e abominevole cui sono stati sottoposti da chi predica contro il preservativo, scomunica le donne che abortiscono, tuona contro l’omosessualità e le coppie di fatto e nello stesso tempo copre il crimine più orrendo e disgustoso che si possa immaginare.

Da noi, invece, gli si mandano sms di solidarietà a spese del servizio pubblico televisivo.

Fonte:cronachelaiche.it


E poi non dicono che l'Italia non è provincia di città del vaticano!
Vomitevole



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12/05/2010 10:45
 
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discussione già presente, chiudo questa :)




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