Ecco i supermiliardari di Forbes Gates battuto, il Paperone è Slim

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La classifica di Forbes

NEW YORK (11 marzo) - Messico batte Stati Uniti, almeno nella classifica dei miliardari più ricchi del mondo. Ieri la prestigiosa rivista Forbes ha incoronato Carlos Slim Helu, padrone di un potentissimo impero delle telecomunicazioni, in cima alla lista dei «billionaires» che pubblica ogni anno. Assieme alla sua famiglia, Helu avrebbe un patrimonio di 53,5 miliardi di dollari.

Bill Gates, genio dei computer e fondatore di Microsoft, è passato dal primo al secondo posto, con 53 miliardi di dollari. In terza posizione, con 47 miliardi, c'è il ricchissimo Warren Buffett, che per le previsioni sempre azzeccate sui mercati viene chiamato «l'oracolo di Omaha», la città del Nebraska dove vive. Il magnate messicano, invece, controlla Telefonos del Mexico (Telmex), Telcel e America Movil, e ha diviso le sue ricchezze con i tre figli: Carlos, Marco Antonio e Patrick Slim Domit, responsabili della gestione operativa dell'impero delle telecomunicazioni che si estende anche in altri Paesi del Sudamerica.

Nel 2007, sempre secondo Forbes, Helu aveva già sorpassato i giganti americani Gates e Buffett, i quali avevano poi recuperato riprendendosi i primi posti. Non a caso, comunque, lo «squalo del Messico» - una sorta di Rupert Murdoch centramericano - un paio d'anni fa era riuscito a comprare il 6,4% del New York Times, il simbolo del giornalismo americano che, boccheggiante per la crisi, aveva poi accettato un prestito di 250 milioni di dollari.

C'è chi immagina, in un futuro più o meno prossimo, che il gigante dei telefoni del Centramerica tenterà il colpo grosso sul più autorevole quotidiano degli Stati Uniti. Sarebbe un grande balzo per l'immagine del Messico, che l'opinione pubblica americana spesso associa alla povertà e all'immigrazione. Va sottolineato, però, che lo stesso Helu viene criticato in patria per eccessiva avidità: in posizione da monopolista (controlla il 90% della telefonia fissa messicana) può applicare le tariffe che preferisce, le quali sono tra le più alte del mondo.

I racconti dei ricchi di Forbes toccano spesso l'America latina. Carlos Alberto Sicupira, piazzatosi al 176esimo posto, ha costruito una fortuna grazie al binomio della B: banche e birra. Una storia simile, in un certo senso, è quella di Americo Amorim, la persona più ricca del Portogallo grazie ai tappi di sughero, che si è guadagnato la posizione numero 212.

Tra le poche donne elencate dalla rivista degli affaristi c'è la 66enne Antonia Johnson, originaria della Svezia ma dal curriculum internazionale, alla guida della Axel Johnson, società di investimento in mercati europei che si concentra soprattutto nel Nord del Vecchio Continente. In cima alla classifica, comunque, la potenza emergente indiana fa la parte del leone: al quarto posto troviamo il gran maestro della petrochimica Mukesh Ambani, al quinto Lakshmi Mittal, maraja dell'acciaio.

Segue lo statunitense Lawrence Eliasson, gran maestro del gigante tecnologico Oracle. Quindi, in settima posizione, c'è il miliardario francese Bernard Arnault, fondatore della LVMH, sigla poco conosciuta che controlla le più famose Louis Vuitton, Dior e Fendi. Il miliardario 61enne, grande amante dell'arte e del lusso, è ben conosciuto negli Stati Uniti, anche perché passò tre anni di «esilio» in Florida durante la presidenza di Francois Mitterrand, che Arnault considerava troppo progressista.

«Money matters, anyway»: a ogni modo, contano i soldi. Tanto in Usa, quanto in Francia: il miliardario è stato testimone di nozze al primo matrimonio dell'attuale presidente francese, Nicolas Sarkozy.

Matteo Bosco Bortolaso