| | | | Post: 2.696 Post: 2.696 | Utente Veteran | | OFFLINE | |
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30/07/2014 22:01 | |
A parte l'incogruo "lei", trovo che abbia ragione Paperino, che cita senza dirlo MacLuhan: il mezzo è il messaggio. Cioè non è innocente rispetto al messaggio, ogni mezzo ne crea di propri, prevale sul messaggio, lo plasma. Una cosa è un libro , un'altra comunicare sul web; col libro fai più fatica a leggere, pensi mentre leggi, torni indietro, eccetera. Col web scrivi e invii (anche io adesso lo farò fra poco). E' tutto iperveloce, non c'è tempo per pensare, "digerire", mediare, i messaggi sono dello stile aut- aut, bianco-nero, mentre il grigio ha molte sfumature interessanti (non sto pensando al titolo di quel romanzetto erotico). Internet è potentissimo: molto "democratico", ma anche molto "demagogico", la radice (démos) è la stessa. Solo che io credo che democrazia sia diritto di parola per tutti, ma previo dovere non di ricercare l'infomazione vera (che non esiste), ma almeno quella ragionata, motivabile. Pensare prima di parlare, insomma, tanto poi comunque si sbaglia. Il minimo comun denominatore dei casi di insana curiosità? Da Eva in poi (quella che mangiò la mela, da cui tutti i nostri guai successivi, da cui "Porca Eva", come si dice) a me sembra "il legno storto dell'umanità", come diceva Isaiah Berlin. "Se stiamo insieme ci sarà un perché", dice la canzone. La società potenzia tutto, il buono e le invidie. Se fossi un eremita non mi confronterei con nessuno e sarei l'uomo più buono del mondo. Anzi nulla, a pensarci: che cosa me ne faccio di essere buono da solo e senza nessuno che me lo dica? Ma se qualcuno me lo dice, la mia bontà è tutta pura o è anche un po' esibizionistica? |