(pollastro), 26/07/2014 19:09:
Guardate che l'interesse spasmodico ai processi, come "arma di distrazione di massa" c'è sempre stato, leggete i libri di storia. In antico la gente si portava pure da mangiare e bere ai processi e faceva il tifo come oggi allo stadio, le tricoteuses (sferruzzanti; il tricot è un tipo di maglia fatta a mano) lavoravano a maglia mentre assistevano alle decapitazioni della Rivoluzione francese, l'Affaire Dreyfus fu seguito da fior di romanxieri e così il processo Sacco E Vanzetti e in Italia Cianciulli, Bebawy, il processo Fenaroli, eccetera. Nulla di nuovo, o meglio: maggiore risonanza, perché c'è Internet e ci sono i social networks
Mi permetto di dire che è una differenza non da poco.
In passato la spettacolarizzazione poteva riguardare tante persone quante ne conteneva una piazza, al massimo.
Oggi il fenomeno è globale e riguarda la totalità di una nazione, quando non del mondo intero.
Ne consegue che l'abuso e la ricerca strumentale e pretestuosa della notizia, laddove essa non c'è, dell'accusa spesso fallace, del dare il mostro in pasto all'opinione pubblica, sbattere in prima pagina dettagli di vita privata etc etc...è tutto esploso, aumentato in maniera esponenziale e sempre più perversa...
A pagarne il prezzo, oltre che il cervello dei cittadini, sono proprio concetti di cui ancora con orgoglio di riempiamo la bocca come "giusto processo", presunzione di innocenza, garanzie costituzionali etc etc...
Aver messo questo Bossetti al centro dei rotocachi di tutta la nazione, aver scandagliato la sua vita privata come in una approfondita conoscopia pubblica, aver informato tutti del fatto che 45 anni fa la madre si coricava con uomo diverso dal marito, per concepire il sospettato...tutto ciò ha attirato come mosche sulla cacca l'attenzione morbosa dei media, ma è anche spaventoso.