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Il vostro caro numero chiuso

Ultimo Aggiornamento: 10/12/2014 12:35
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14/04/2014 20:14
 
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Per Raffaele. Mi sia consentita una nota tecnica. Il tuo punto su cui batti è il rapporto tra numero di studenti ed output. Il dibattito su questo punto è stato forte tra gli esperti di economia della conoscenza ma gli studi del professor Hanusheck di Stanford hanno dimostrato come questo rapporto sia insussistente ed oggi questo è
un punto di minore interesse.
Infatti i tuoi esempi possono essere ribaltati: un seminario con 300 Phd interessati(il numero di presenti in un semiario internazionale di alto livello) è più o meno didattico di un seminario con 30 persone scazzate che sono lì per la firma che comporta la riduzione di programma?
Qui mi sembra che si ragioni tenendo presente solo la facoltà di giurisprudenza della Fed II, un modello un po' ristretto per basarci una politica educativa.
Se prendessimo questo ragionamento alla lettera dovremmo applicarlo anche alle scuole superiori. L'obiezione che le superiori siano "scuola dell'obbligo" è formalistica e risibile in un paese che ha la dispersione scolastica italiana, problema particolarmente grave a Napoli e dintorni.
Se volessimo davvero mettere tutti i ragazzi in età scolare a scuola le strutture esistenti non basterebbero e dunque si potrebbe introdurre il numero chiuso, in alcune scuole del nord italia peraltro esiste un numero chiuso informale.

Ma un punto buono è quello dell'accountability. Il problema nell'università è macroscopico, ma riguarda tutto il sistema di istruzione italiano.
Voi vi dimenticate sempre che la causa prima dei tanti iscritti a giurisprudenza è che molti arrivano a 18/19 anni con un diploma ma senza saper distinguere un'equazione di secondo grado da una pera. Questo non è solo un problema italiano, ma riguarda molti paesi occidentali compresi i più avanzati sotto il profilo educativo come i Finlandesi che dopo aver primeggiato per anni nei test Pisa quest'anno hanno raggranellato un misero dodicesimo posto(meglio non dire dov'era
l'italia per carità di patria). E avrei voluto farvi vedere che tipo di dibattito c'è stato in quel paese dopo la pubblicazione dei risultati, roba fantascientifica per l'italia. Il sistema di istruzione italiano va drasticamente riformato ma con riforme vere e non quelle finte degli ultimi 20 anni, ad esempio superando l'arcaica
organizzazione delle scuole superiori attuali e prevedendo il liceo unico a specializzazione crescente(qui ai puristi del liceo classico viene la tachicardia) affiancato da scuole tecniche basate sulla partnership scuola azienda.
Finché questo non si fa l'introduzione di una singola misura come il numero chiuso produrrà sempre il miglioramento della posizione di alcuni a scapito di altri, situazione che notoriamente non soddisfa l'efficienza paretiana.

Quanto infine al numero chiuso come strumento per programmare il mercato del lavoro, ahimé è la solita mentalità da giurista continentale tipo "fermati o sole".
Perché non c'è dubbio che diminuiscano le opportunità di lavoro nella PA ma lo stato ancora oggi offre(al costo di una tassazione distorsiva) condizioni di lavoro generalmente migliori del privato sopattutto da certi livelli in su. L'italia è sempre il paese dove un funzionario della camera guadagna quanto il presidente degli
stati uniti.
Ma mi dovreste sempre spiegare come si calcola il giusto numero di una certa categoria, ad esempio come si calcola quanti avvocati devono esserci?
Mi potete indicare la formula con adeguata spiegazione di come ci arrivate.


Io non sono contrario al numero chiuso, ma in un sistema riformato dove vi sia una competizione fair che poi è l'unica vera competizione.
Nella situazione italiana attuale il numero chiuso è la risposta sbagliata ad un problema giusto. L'incapacità di affrontare il problema è sintomatico del livello di decomposizione del paese.

Ps Devo dire che queste discussioni sono utili perché fanno capire come ragiona la gente. Qui non si è fatto qualunquismo, anzi è venuta fuori la logica di persone cresciute in un paese che non conosce la crescita economica da un quindicennio con le conseguenti riduzioni di opportunità.
Un paese dove molti credono che l'unico modo di progredire sia di utilizzare l'arbitrio della legge per spoliare legalmente gli altri.
La logica che molti di voi utilizzano è figlia dello sdoganamento del conflitto di interessi. In questo senso 20 anni di berlusconismo non sono passati invano.
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