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L'orrore di cleveland

Ultimo Aggiornamento: 13/05/2013 12:54
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09/05/2013 14:22
 
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Lacci simili a lunghi guinzagli, catene, una piscina gonfiabile per far nascere i bambini, lucchetti alle porte. Per 10 anni tre donne (ma se ne cerca una quarta) hanno subito torture e prove fisiche di ogni tipo, chiuse nella villetta di Seymour Avenue. Il capo degli agenti di Cleveland, Michael McGrath, fa sapere che "le catene pendenti dal soffitto" erano il maggiore strumento di controllo su cui il sequestratore Ariel Castro contava: Amanda Berry, Gina DeJesus e Michelle Knight potevano muoversi entro uno spazio limitato, ma appena facevano un passo le catene le bloccavano.
LEGATE PER 10 ANNI - Le donne "vivevano costantemente legate e stavano quasi sempre all’interno della casa" precisa il capo della polizia. Castro infatti permetteva solo "rare e improvvise uscite nel giardino sul retro della casa". All’interno della casa, Castro aveva creato un sistema di porte chiuse da lucchetti: consentivano di isolare attico, garage e seminterrato potendo avere più ambienti dove detenere le sequestrate. Alcune di queste porte furono installate nel 2001, l’anno precedente alla scomparsa di Knights, la prima ad essere rapita.
IL MISTERO DEI FIGLI - Le prove raccolte dall’Fbi vengono incrociate con il risultato degli interrogatori di Ariel Castro e dei suoi due fratelli, Pedro e Onil, considerati complici. Poi c'è il mistero dei figli nati durante il sequestro e scomparsi nel nulla: ne mancano all’appello 5, senza contare che le sequestrate avrebbero avuto "molteplici aborti" secondo alcuni parenti delle vittime. Per questo gli uomini dell’unità scientifica dell’Fbi hanno scavato per ore nel giardino della casa, come dentro il seminterrato e nel garage, ma senza trovare nulla.
L’assenza di resti umani lascia aperta ogni ipotesi: i bambini potrebbero anche essere stati venduti. Non è chiaro quale contributo possano dare le tre donne alle indagini, essendo reduci da un decennio di prigionia vissuto in quasi totale isolamento: Berry e DeJesus sono tornate ieri a casa ma hanno preferito non rilasciare dichiarazioni mentre Knight è quella che, secondo fonti ospedaliere, avrebbe subito maggiori danni psicologici.
LA PICCOLA JOCELYN - L’attenzione dell’America è soprattutto su Jocelyn, la piccola di 6 anni, che venne fatta nascere in prigionia dentro una piscina gonfiabile. La piccola era l’unica che a volte Castro faceva uscire, obbligandola a mettersi una parrucca nera. Quando Amanda l’ha spinta a fuggire, ha esitato ad uscire e d’istinto si è messa la stessa parrucca che però la madre le ha tolto, come primo gesto di liberazione. Ora la piccola è sotto il costante controllo di assistenti sociali e psicologi, soprattutto perché deve abituarsi all’idea di essere figlia dell’uomo che la imprigionava.
Intanto il procuratore distrettuale di Cleveland, Victor Perez, ha incriminato solo Ariel Castro con l'accusa di rapimento e stupro delle tre donne di Cleveland, Amanda Berry, Gina DeJesus e Michelle Knight (che ha tenuto prigioniere per 10 anni nella sua casa insieme alla figlia di Amanda, mentre non ha proceduto contro i due fratelli, Pedro e Onil, che erano stati arrestati insieme a lui. In particolare Ariel dovra' rispondere dui 4 accuse di rapimento e tre di stupro. Per l polizia l'uomo, 52 anni, non e' sospettato di aver commesso altri crimini.
La polizia di Cleveland ha spiegato che "non ha trovato alcun elemento per concludere che (Onil e Pedro Castro) siano coinvolti o sapessero alcunche'", delle donne tenute prigioniere dal fratello Ariel. Michelle Knight, vista l'ultima volta nel 2002, Amanda Berry, scomparsa l'anno dopo e Gina DeJesus, sparita nel 2004 sono state ritrovate lunedi dopo che un vicino di Ariel castro ha aiutato Amanda ad aprire la porta. Insieme a loro e' stata tratta in salvo una bambina di 6 anni che si ritiene sia figlia di Amanda Berry.La polizia di Cleveland ha aggiunto che nei 10 anni della loro prigionia le tre donne non hanno mai lasciato la casa di Castro tranne due volte in cui e' stato concesso loro di spingersi al massimo fino al garage ma sempre dentro la proprieta' del loro aguzzino ed in entrambi i casi per pochissimi minuti. Gli agenti hanno anche confermato che l'unica possibilita' di salvezza per le tre donne e' stata quella colta da Amanda Berry lunedi'.



For you I was a flame....love, is a losing game....


Quando stai per mollare, fermati un attimo a pensare al motivo per il quale hai resistito fino ad ora ... Pensa alla meta, non a quanto sia lungo il tragitto. Rimboccati le maniche e non aver paura della fatica. Guardati allo specchio e riconosci quel sognatore che ti sta di fronte. Lotta e combatti. E quando ciò che desideri sarà tuo, una mano al cuore e sentirai in ogni singolo battito l'eco di ognuno dei passi che hai compiuto. E se avrai qualche cicatrice non preoccuparti, non c'e vittoria senza una ferita di guerra, non c'è arcobaleno senza la pioggia.
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09/05/2013 14:22
 
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Almeno cinque bambini sono nati nella Casa di Cleveland, in Ohio, dove sono state tenute ostaggio per 10 anni Amanda Barry, 27 anni, Gina Dejesus, 23, e Michelle Knight, 32, tornate libere solo ieri. I bambini non sono sopravvissuti, ma al momento non si conoscono le cause del loro decesso. Stando a quanto riferito da fonti di polizia a Newschannel5, una delle tre donne avrebbe avuto tre aborti per malnutrizione. Non è chiaro se le fonti di polizia abbiano incluso tra i cinque anche la la bambina di 6 anni liberata ieri con le tre donne, figlia di Barry. Altre fonti hanno rivelato alla tv Wkyc che i tre sequestratori, arrestati ieri, picchiavano le donne quando rimanevano incinte.
FBI INCONTRA 3 VITTIME E INTERROGHERA' ARRESTATI - L'Fbi ha concluso i primi interrogatori delle tre giovani sequestrate una decina d'anni fa a Cleveland, in Ohio, e della la figlia di una di loro e prevede di interrogare gia' oggi i tre fratelli sospettati di averle tenute segregate nella casa. Uno specialista per abusi infantili ha incontrato ieri Amanda Berry, sparita nel 2003, e sua figlia di 6 anni, concepita durante la prigionia, oltre a Georgina 'Gina' DeJesus, sparita nel 2004 e Michelle Knight, di cui si persero le tracce nel 2002: le tre, dimesse dall'ospedale gia' ieri mattina, sono state incontrate dagli agenti federali in un ambiente "confortevole" per le tre ragazze, ha indicato alla Cnn la portavoce dell'Fbi, Vicky Anderson.
Il proprietario della casa, Ariel Castro (52 anni), e i suoi fratelli, Pedro (54) e Oneil (50) saranno interrogati probabilmente da un'equipe congiunta della polizia locale e da agenti dell'Fbi. Nelle serata americana (la notte italiana), scadono invece i termini per l'incriminazione dei tre sospettati. Le autorita' hanno perquisito la 'casa degli orrori', con l'aiuto di un cane specializzato nella ricerca di cadaveri; gli inquirenti hanno esaminato con attenzione anche il giardino posteriore della casa, dove sono state trovate tracce di 'terra rimossa'. Secondo l'emittente locale Newsnet5, nella casa di Seymour Avenue ci furono "diverse gravidanze" e almeno una delle ragazze subi' due o tre aborti e perche' era malnutrita. Secondo un'altra fonte, nell'abitazione di Ariel Castro (l'unico dei fratelli ad abitarvi; gli altri due, Pedro e Onei, risiedevano altrove) nacquero almeno 5 bambini (non e' chiaro se nel computo sia compresa la bimba di 6 anni, figlia di Amanda, e ritrovata in casa). Una delle fonti ha raccontato all'emittente Wkyc Tv che gli aguzzini picchiavano le ragazze incinte e per questo le gravidanze si interruppero. Non e' chiaro cosa accadde dopo. Durante la perquisizione, gli inquirenti si sono concentrati su qualcosa di "inquietante" ritrovato nel giardino; la fonte non ha saputo dire se il ritrovamento abbia a che fare con le gravidanze.
Intanto crescono gli interrogativi sulla gestione del caso da parte della polizia locale: si e' saputo infatti che gli agenti arrivarono in due occasioni fino all'abitazione ma non si accorsero di nulla. Una prima volta gli agenti furono chiamati proprio da Ariel Castro per una lite in strada. Qualche anno piu' tardi, nel 2004, gli agenti federali tornarono nuovamente a bussare alla porta di Castro (che ha lavorato come autista di scuolabus a Cleveland fino allo scorso anno): erano gli uomini del Child Protective Services, in sostanza i servizi sociali, che volevano interrogare Castro per aver inavvertitamente lasciato un bambino sul pullmino, al termine del suo giro. Ma non lo trovarono in casa, non tornarono mai piu' e l'episodio fu archiviato. Secondo i media americani, le ragazze venivano tenute segregate probabilmente in camere diverse e legate con catene e legacci, forse in momenti diversi l'una dall'altra.



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10/05/2013 11:39
 
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Sembra un film dell'orrore eppure è tutto vero... A parte lo schifo,la rabbia, l'odio nel pensare che degli innocenti siano torturati in questo modo. La cosa che più fa orrore è che nessuno si è attivato veramente, è terribile pensare che più di una volta la polizia sia andata a bussare da questi mostri senza accorgersi di nulla.... A me vengono i brividi.
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Utente Senior
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13/05/2013 12:51
 
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mi sembra irreale e la cosa agghiacciante è che non lo è affatto...stento a credere che nessuno sapesse nulla...sono sempre stata contraria alla pena di morte ma in questi casi così estremi è la prima cosa a cui penso
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Utente Master
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13/05/2013 12:54
 
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troppo facile e veloce come soluzione\punizione la pena di morte per questo mostro...rinchiuderlo in una cella con omaccioni dediti alla sodomia e a paliate continue e feroci sarebbe la punizione esemplare...proverebbe sulla sua pelle quello che ha fatto a quelle povere ragazze..mi auguro che la bambina non sia stata oggetto di abusi...
[Modificato da cucciolottastupenda 13/05/2013 12:55]
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