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Quando il Pd diceva 'mai con B.'

Ultimo Aggiornamento: 01/05/2013 11:07
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28/04/2013 23:00
 
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Un'analisi sintetica - ma anche di prospettiva futura - sugli ultimi eventi politico-costituzionali
Dal professore Prisco, che mi prega di postare. Non vi abituate, è ancora incazzato con qualche frequentatore del sito, ma altri invece lo hanno pregato di farsi leggere ancora. D'ora in poi "pontificherà" (come qualcuno gli ha amabilmente scritto che faccia) una volta sola alla settimana e solo se ne avrà voglia. Io (Pollastro), poi, ho molto lavoro e non potrei più seguirlo in un ritmo maggiormente sostenuto e frequente di interventi

Stefano Rodotà è un ottimo professore, che conosco bene. Detto questo, è un po' ripetitivo (ma con l'età lo si diventa tutti, io già forse lo sono e ho quasi vent'anni di meno) e molto radicale (io invece questo non lo sono mai stato). Stasera non l'ho sentito da Fazio (si può scrivere che quest'ultimo e la Littizzetto non sono proprio in cima alla mia personale classifica di gradimento?), comunque anche un ottimo professore - coi grillini c'è stata strumentalizzazione reciproca, lui poi non da oggi non sopporta Napolitano, che gli sfilò a suo tempo la presidenza della Camera - se mal proposto è insostenibile per una carica che richiederebbe il consenso più largo possibile e un sovrappiù di imparzialità.
Detto anche questo e con tutto il rispetto per Napolitano, prendo atto che nei fatti siamo diventati (da tempo, non oggi) una Repubblica semipresidenziale: non credo che si tornerà in futuro a un parlamentarismo di vecchio modello, di cui non ci sono più le condizioni, per cui quello a cui abbiamo assistito nei giorni scorsi e ancora vedremo non è un episodio contingente, ma un netto cambio di fase storica, politica e costituzionale. Penso che la "Convenzione per le riforme costituzionali", di cui si parla (ministro di settore Quagliariello, presidente previsto Berlusconi), sulla scorta delle proposte dei "saggi del Quirinale", lavorerà ad introdurre anche sul piano formale una Repubblica di tipo presidenziale, che del resto - ai tempi della Commissione D'Alema - fu approvata dalla maggioranza degli stessi Democratici di Sinistra (relatore l'onorevole Cesare Salvi), con l'assenso della Lega Nord.
In passato anche io, come tanti, avevo sostenuto che - per "importare" da noi la V Repubblica francese - sarebbero occorse condizioni inesistenti in Italia (la crisi algerina, un Parlamento impotente e diviso, un De Gaulle). In astratto, come ho più volte scritto, preferisco il modello tedesco, più coerente anche col nostro sviluppo costituzionale. Oggi peraltro queste condizioni ci sono: la crisi economica e di coesione sociale (devo dire che Letta è sfigato, purtroppo incomincia col botto), l'infarto del sistema dei partiti, e quindi del Parlamento "centrale" e il nostro De Gaulle è appunto il Presidente Napolitano.
Aggiungo che mi aspetto, in un clima di "pacificazione" e disarmo ideologico (favorito anche dagli spari di oggi ai poveri carabinieri), che Berlusconi, Prodi e forse lo stesso Rodotà vengano nominati senatori a vita. Già ai tempi di Tangentopoli avevo sostenuto che l'unico modo serio di chiudere la vicenda fosse un'amnistia (le amnistie sanciscono storicamente sempre i cambi di fase politica), in cambio dell'incandidabilità ulteriore per gli amnistiati.
A Berlusconi questo andrebbe benissimo, è il suo obiettivo essenziale; del resto, il generale cambio generazionale al Governo (e in Parlamento, col rinnovamento del personale politico delle ultime elezioni) è stato avviato. Quanto al PD, ne guadagnerebbe una definitiva legittimazione, forse: anche stavolta si è infatti verificata la "maledizione degli ex comunisti"; non Bersani, ma Letta oggi e magari Renzi domani sono in altri termini i suoi nomi emergenti. Ex democristiani, cioè.
Preciso che quella che si legge sopra non è un'analisi "tifosa": chi segue i miei corsi sa che non me ne concedo, in pubblico. E' solo un'analisi a mio parere realistica di chi conosce la storia politico-costituzionale italiana da un po' di tempo prima di voi giovani (purtroppo per lui)
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