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Intervista ad Ultimo

Ultimo Aggiornamento: 10/01/2013 15:42
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10/01/2013 15:42
 
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tratto da : cronacacriminale.tgcom24.it/2013/01/09/parla-ultimo-luomo-che-arresto-toto-riina-ingroia-in-politica-io-resto-per-la...

Arrestò Totò Riina il 15 gennaio del 1993. Innovò le tecniche investigative, utilizzando ambientali, cimici e sistemi informatici. Il suo vero nome è Sergio De Caprio ed ora è diventato colonnello. Dopo anni di latitanza di “Totò u’ Curto”, riuscì in un’ impresa quasi impossibile: decapitare il vertice mafioso, ricostruire le dinamiche che portarono Cosa Nostra a dominare nel mondo della malavita organizzata. Un carattere difficile da domare, capitano Ultimo, soprattutto in una struttura – quella dell’Arma – dove la disciplina è al primo posto. Ma lui, genio e sregolatezza nell’indagini, è riuscito – comunque – a conquistare la stima dei vertici, ma soprattutto quella dei semplici carabinieri, quelli impegnati sulla strada, spesso a rischio della vita personale.
Una personalità talmente affascinante da diventare un eroe popolare, amato dalla gente.
Qualche anno fa, in polemica con il generale Sabato Palazzo, allora comandante del Ros, chiese di essere trasferito al Noe, dove ora ricopre il ruolo di vicecomandante. Anche nel nuovo incarico, sue moltissime inchieste degli ultimi tempi sulle ecomafie.
Non ha fatto carriera e se ne vanta: “Quello che per altri è un premio, per me è un disonore – ha sempre detto – la carriera la facciano gli altri. A me piace stare con i miei soldati straccioni”

Noi l’abbiamo intervistato in esclusiva:
Colonnello, il successo della fiction Ultimo, andata in onda sulle reti Mediaset, dimostra che Capitano Ultimo e i suoi uomini sono ancora molto popolari e che il processo a cui lei è stato sottoposto assieme al generale Mori (ndr, finito con l’assoluzione piena dei due ufficiali) non ha minimamente intaccato l’immagine degli investigatori che hanno arrestato Totò Riina il 15 gennaio del 1993

L’amore tra noi e il popolo resta forte. Noi siamo soldati del popolo. Non ci può dividere nulla. Il processo è stata un’altra battaglia, rispetto a quella fatta ai mafiosi. Una battaglia fatta contro un nemico invisibile, che è difficile da combattere. Un attacco arrivato da chi pensavi tuo fratello, insomma: una lotta fratricida. Che fa solo male. La sentenza ha tolto ogni dubbio e ha riportato in evidenza quella che era la realtà. Non ho mai avuto nulla da nascondere, ho sempre risposto a tutte le domande. Ero certo che l’ipotesi di accusa fosse campata in aria. Io e i miei uomini abbiamo fatto sempre tutto alla luce del sole, concordando ogni decisione con la procura.

Antonio Ingroia, il pm che la mise sotto processo, ora è entrato in politica. Che cosa ne pensa?
E’ una scelta che non mi riguarda e non mi interessa.

Vista la sua popolarità, ha mai pensato di fare politica?
Un soldato non fa politica. Lotta e combatte sulla strada, accanto al suo popolo. La politica la devono fare altri.

Com’è la sua vita ora?
Come sempre, sulla strada, accanto ai più deboli.

Lei ha fondato una Casa Famiglia in cui accoglie i ragazzi difficili, senza genitori, ma anche giovani che sono inciampati nella malavita e che ora cercano una nuova occasione.
Nella casa famiglia “Parco della Mistica” ospitiamo ragazzi che ci vengono assegnati dal tribunale e dai municipi. Ospitiamo anche minorenni detenuti che svolgono attività socialmente utile ed emarginati, senza tetto o in gravi difficoltà economiche e psicologiche. Il nostro ruolo è quello di sostenerli, facciamo assieme a loro attività per avviamento al lavoro, come corsi di panificazione, da pizzaiolo, da falegname… Ma facciamo anche pet-therapy, educazione ambientale con i falchi, produciamo pane con lievito madre e cotto a legna, prepariamo pizza e piatti tipici della cucina italiana.
Il ricavato va tutto a favore dei ragazzi delle casa-famiglia.
Insomma, per loro, per questi ragazzi, un modo sano per ripartire e far vincere una legalità che è rispetto delle regole e solidarietà

Rita dalla Chiesa su Twitter ha parlato di lei dicendo: “Avremmo bisogno ancora di credere in uomini come Ultimo”. Che effetto le fa sentire parole così lusinghiere da parte della figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa?
Voglio bene a lei come volevo bene a suo padre. Lo stesso amore. Lo stesso rispetto. Le sue parole, ancora una volta, mi fanno ricordare quanto grande fosse il “Generale”.

Che cosa ha imparato da Dalla Chiesa?
Tutto. Mi ha insegnato tutto. Ma, soprattutto, a combattere e a vivere combattendo

Come è cambiata la mafia in questi ultimi anni e come dovrebbe essere l’antimafia?
Come è cambiata la mafia lo devono dire le sentenze dei tribunali e non io, ora. L’antimafia deve essere il popolo e deve essere combattuta per la strada, lontano dai palazzi e dai salotti. E soprattutto non deve essere un mezzo per fare carriera.



Mi risultava che non fosse autorizzato a concedere pubbliche interviste,ma prendiamo questa col beneficio del dubbio...
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