(pollastro), 29/09/2012 17.09:
Dal professore Prisco e da Pollastro
Nessuno di noi due nega i mali che denunci e la necessità di riforme normative di settore. Volevamo dire però che (a parte norme di legge) occorre - ed è prevista - anche la deontologia professionale, in materia. La migliore regola legislativa del mondo è elubibile, se non supportata dalla specifica "moralità professionale", alla quale del resto ogni legge di settore rinvia per disciplinare integrativamente ciascuna diversa attività professionale.
L'articolo è basato su una circostanza falsa, come è stato accertato da una sentenza coperta in giudicato: non era stato imposto alla bambina di abortire, il giudice non le aveva imposto la propria volontà (secondo la legge, infatti, non può farlo). La bambina era un soggetto in condizione difficile, che non parlava in famiglia, non aveva con essa rapporti.
Può benissimo condannarsi l'aborto di una minore (qui poi proprio una ragazzina) ed eventualmente criticare un istituto legislativo, ma (per farlo) non può dirsi il falso. Chi lo fa (e non pensiamo che lo facciano tutti) sbaglia dolosamente. Ecco il punto. Se si dice che tutti sbagliano, allora nessuno è davvero responsabile. I responsabili qui ci sono: un giornalista che ha raccontato una balla, un direttore che ha omesso di sorvegliare, come di suo obbligo. Poi si puà discutere se il carcere per il direttore sia opportuno, in un caso del genere, ma è altra storia
Certamente prof. Prisco e pollastro,ma la deontologia professionale si trasforma spesso,nei fatti,in una farsa.
Qualsiasi categoria tenderà potenzialmente a "coprire" gli errori e le malefatte del proprio "simile"; i vaccini contro stronzaggine e ipocrisia ancora devono essere scoperti.
Non sono un penalista e neppure un avvocato, ma da profano due domande mi sorgono spontanee:
- se l'articolo è quello postato pochi interventi addietro sussiste la fattispecie di reato quando l'unico indizio è " una ragazza di torino"? Altri riferimenti non sono presenti e come sia riconoscibile o almento astrattamente riconoscibile il giudice tutelare in questione rimane un mistero.
- ho sentito -ergo,col beneficio del dubbio- che lo stesso caso era stato proposto dal quotidiano la stampa un giorno prima di libero e che la stessa querela -curiosamente postuma- per la testata non abbia avuto seguito.Digitando "ragazza minorenne torino aborto" è possibile trovare diversi articoli-datati 2007- di testate diverse che ripropongono il caso,ma di querele neppure l'ombra. Il buonsenso non dovrebbe suggerire che sia stata rispettata l' ordinaria diligenza nell'acquisizione di dati di conoscenza del caso?
Condivido in linea di principio sul secondo punto e mi domando se sussistono possibilità di ritrovarsi tra le mani una seconda patata bollente come quella del caso Rioli.
[Modificato da connormaclaud 29/09/2012 21:12]