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Lazio, non mangiava solo il Pdl

Ultimo Aggiornamento: 24/09/2012 20:46
19/09/2012 09:52
 
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Se nel Lazio il Partito democratico non sembra essere da meno del Pdl. Così se il Popolo della libertà è nell'occhio del ciclone per l'inchiesta sulla gestione dei fondi erogati al gruppo, che vede indagato l'ex capogruppo Franco Fiorito, nemmeno il Pd sembra immune da una gestione dei fondi regionali se non proprio allegra, certo neppure accortissima. Con il partito che nel 2011 ha pensato bene di spendere e spandere con disinvoltura circa 80 mila euro fra 'cene politiche' in ristoranti, agriturismi e hotel 5 stelle senza troppo badare alle cifre.

Somme che nel bilancio dello scorso anno (2 milioni e 18 mila euro di finanziamento pubblico) sono comprese alla voce "riunioni, conferenze, incontri" e alla quale vanno aggiunti, altri 23.042 euro per "alberghi, ristoranti e bar". Totale: oltre 100 mila euro.

Su tutte le uscite "goderecce", spiccano gli 8.470 spesi nel ristorante "La foresta" di Rocca di Papa, dove il 18 marzo 2011 si è tenuto il convegno del gruppo alla Regione Lazio "Idee e proposte del Pd". I consiglieri devono essere stati trattati particolarmente bene, perché meno di due mesi dopo sono tornati. E hanno speso altri 9.800 euro.

A seguire, per entità, cinquemila euro all'agriturismo Borghetto d'Arci ("incontro con i cittadini") e 4.400 a favore del ristorante Barbitto di Sezze. La sede ideale per un convegno sul bilancio della Regione Lazio.

Il Pd si è mostrato molto attivo anche a Fiumicino, dove in cinque mesi sono stati spesi oltre 10 mila euro per tre iniziative: 2.730 al lussuoso Parco degli Abruzzi, i restanti al ristorante Pinzimonio. Ovviamente, anche se la sede prescelte farebbero pensare ad altro, le ragioni erano tutte politiche: incontri con i cittadini e dibattiti.

Il record spetta però al godibile agriturismo "Il Bagolaro" di Nerola, vicino Roma, prescelto sette volte in appena cinque mesi (forse per la presenza della piscina) per una spesa complessiva di 4.790 euro.

Assai gettonata anche l'enoteca Tuscia, nella quale il Pd del Lazio ha speso ottomila euro. La prima volta è stata il 2 maggio 2011. Si era da dodici mesi insediata Renata Polverini e il partito ha organizzato il convegno "Un anno di opposizione alla Regione". Un lavoro così alacre da giustificare i duemila euro spesi all'enoteca.

Il clou però è stato a fine anno, coi 4.500 euro impiegati per non meglio specificate "spese di rappresentanza feste di Natale", sempre alla medesima enoteca.

E per un seminario sul federalismo fiscale, il Partito democratico del Lazio non ha potuto che scegliere l'hotel Boscolo Exedra di piazza della Repubblica, a Roma, un extra lusso a cinque stelle dove sono stati lasciati 2.800 euro.

Si sbaglierebbe però a tacciare di snobismo il partito: nella lunga lista del bilancio 2011, non mancano infatti taverne, osterie e agriturismi. Come "Le Cascine" (5.200 euro per due incontri), il ristorante "Il chiocchio" di Artena (duemila euro) e i familiari nonché ricorrenti "Da Fiorello" (2.760 euro per tre iniziative), "Da Pietro" (2.300 euro per due meeting).

Oppure gli oltre tremila euro a favore del signor Renzo D'Orazio, distributore all'ingrosso di vini e bevande, cui il Pd è ricorso in un paio di occasioni per dissetare i partecipanti a un convegno sulla politica agricola del Pd e a un altro sugli effetti della manovra Polverini sui territori della Sabina.

Ma sempre senza dimenticare "Il Peperoncino", "Saint Tropez", "Il bersagliere" o i 1.056 euro per il catering al circolo della Garbatella, affidato alla società "Eat in".

Quelle per i ristoranti non sono tuttavia le uniche voci apparentemente stonate del bilancio del Pd laziale. La pratica bipartisan delle interviste a pagamento nelle tv locali agli eletti, che in Emilia ha scosso il Movimento Cinque Stelle , sembra infatti essere diffusa anche attorno a Roma. Almeno così verrebbe da pensare a giudicare dai 41 mila euro versati dal Partito democratico nel 2011 all'emittente Teleuniverso: 25 mila, si legge nella causale delle ricevute, per la "realizzazione e messa in onda di n.10 servizi e n.13 trasmissioni de 'Il nodo'" e altri 16mila per pubblicizzare l'attività del gruppo Pd nella provincia di Frosinone.
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