Lazio, non mangiava solo il Pdl

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--letizia22--
00mercoledì 19 settembre 2012 09:52
Se nel Lazio il Partito democratico non sembra essere da meno del Pdl. Così se il Popolo della libertà è nell'occhio del ciclone per l'inchiesta sulla gestione dei fondi erogati al gruppo, che vede indagato l'ex capogruppo Franco Fiorito, nemmeno il Pd sembra immune da una gestione dei fondi regionali se non proprio allegra, certo neppure accortissima. Con il partito che nel 2011 ha pensato bene di spendere e spandere con disinvoltura circa 80 mila euro fra 'cene politiche' in ristoranti, agriturismi e hotel 5 stelle senza troppo badare alle cifre.

Somme che nel bilancio dello scorso anno (2 milioni e 18 mila euro di finanziamento pubblico) sono comprese alla voce "riunioni, conferenze, incontri" e alla quale vanno aggiunti, altri 23.042 euro per "alberghi, ristoranti e bar". Totale: oltre 100 mila euro.

Su tutte le uscite "goderecce", spiccano gli 8.470 spesi nel ristorante "La foresta" di Rocca di Papa, dove il 18 marzo 2011 si è tenuto il convegno del gruppo alla Regione Lazio "Idee e proposte del Pd". I consiglieri devono essere stati trattati particolarmente bene, perché meno di due mesi dopo sono tornati. E hanno speso altri 9.800 euro.

A seguire, per entità, cinquemila euro all'agriturismo Borghetto d'Arci ("incontro con i cittadini") e 4.400 a favore del ristorante Barbitto di Sezze. La sede ideale per un convegno sul bilancio della Regione Lazio.

Il Pd si è mostrato molto attivo anche a Fiumicino, dove in cinque mesi sono stati spesi oltre 10 mila euro per tre iniziative: 2.730 al lussuoso Parco degli Abruzzi, i restanti al ristorante Pinzimonio. Ovviamente, anche se la sede prescelte farebbero pensare ad altro, le ragioni erano tutte politiche: incontri con i cittadini e dibattiti.

Il record spetta però al godibile agriturismo "Il Bagolaro" di Nerola, vicino Roma, prescelto sette volte in appena cinque mesi (forse per la presenza della piscina) per una spesa complessiva di 4.790 euro.

Assai gettonata anche l'enoteca Tuscia, nella quale il Pd del Lazio ha speso ottomila euro. La prima volta è stata il 2 maggio 2011. Si era da dodici mesi insediata Renata Polverini e il partito ha organizzato il convegno "Un anno di opposizione alla Regione". Un lavoro così alacre da giustificare i duemila euro spesi all'enoteca.

Il clou però è stato a fine anno, coi 4.500 euro impiegati per non meglio specificate "spese di rappresentanza feste di Natale", sempre alla medesima enoteca.

E per un seminario sul federalismo fiscale, il Partito democratico del Lazio non ha potuto che scegliere l'hotel Boscolo Exedra di piazza della Repubblica, a Roma, un extra lusso a cinque stelle dove sono stati lasciati 2.800 euro.

Si sbaglierebbe però a tacciare di snobismo il partito: nella lunga lista del bilancio 2011, non mancano infatti taverne, osterie e agriturismi. Come "Le Cascine" (5.200 euro per due incontri), il ristorante "Il chiocchio" di Artena (duemila euro) e i familiari nonché ricorrenti "Da Fiorello" (2.760 euro per tre iniziative), "Da Pietro" (2.300 euro per due meeting).

Oppure gli oltre tremila euro a favore del signor Renzo D'Orazio, distributore all'ingrosso di vini e bevande, cui il Pd è ricorso in un paio di occasioni per dissetare i partecipanti a un convegno sulla politica agricola del Pd e a un altro sugli effetti della manovra Polverini sui territori della Sabina.

Ma sempre senza dimenticare "Il Peperoncino", "Saint Tropez", "Il bersagliere" o i 1.056 euro per il catering al circolo della Garbatella, affidato alla società "Eat in".

Quelle per i ristoranti non sono tuttavia le uniche voci apparentemente stonate del bilancio del Pd laziale. La pratica bipartisan delle interviste a pagamento nelle tv locali agli eletti, che in Emilia ha scosso il Movimento Cinque Stelle , sembra infatti essere diffusa anche attorno a Roma. Almeno così verrebbe da pensare a giudicare dai 41 mila euro versati dal Partito democratico nel 2011 all'emittente Teleuniverso: 25 mila, si legge nella causale delle ricevute, per la "realizzazione e messa in onda di n.10 servizi e n.13 trasmissioni de 'Il nodo'" e altri 16mila per pubblicizzare l'attività del gruppo Pd nella provincia di Frosinone.
--letizia22--
00mercoledì 19 settembre 2012 09:55
e' uno schifo indegno! questi maiali stanno ancora tentennando sull' affidare il controllo del bilancio dei partiti ad una societa' di revisione esterna, ma non hanno proprio la decenza!

Dovremmo cacciarli a calci in c**o!!
GiuristaCorsaro
00mercoledì 19 settembre 2012 16:15
Fino a quando nel nostro paese esisterà la mentalità del clientelismo, che il politico deve trovare il posto di lavoro al figlio di tizio in cambio di voti, questi sprechi li vedremo ancora per anni, qualunque sia il colore di partito; anche perchè una riforma che cambi registro allo status quo dovrebbe provenire proprio dai magnaccioni che ci amministrano. E' come se Provenzano o un qualsiasi pluriomicida fosse al tempo stesso imputato e giudice di se stesso: secondo voi si condannerebbe mai all'ergastolo? L'alternativa sarebbe una rivoluzione popolare prima e culturale dopo: ma nel paese del "chiagn e fott" è di difficile realizzazione...
ObbligazioneNaturale
00mercoledì 19 settembre 2012 16:54
Gia' che siamo in tema di clientelismo, ecco il ritorno all'antica Roma .
Porco bue, che pacchianata.

roma.repubblica.it/cronaca/2012/09/18/foto/foto_mauro-428...
GiuristaCorsaro
00mercoledì 19 settembre 2012 17:10
Alla festa dei magnacci c'era anche quella grandissima P....olverini, della governatrice del Lazio.

http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/09/19/foto/anche_la_polverini_alla_festa_in_stile_antica_grecia-42833189/1/
--letizia22--
00mercoledì 19 settembre 2012 17:53
Re:
ObbligazioneNaturale, 19/09/2012 16.54:

Gia' che siamo in tema di clientelismo, ecco il ritorno all'antica Roma .
Porco bue, che pacchianata.

roma.repubblica.it/cronaca/2012/09/18/foto/foto_mauro-428...




raccapricciante.


Alla Camera torna "il principio della verifica dei bilanci dei gruppi parlamentari da parte di una società esterna". Lo ha stabilito la giunta per il Regolamento di Montecitorio. Nel corso della riunione, a quanto si è appreso si è deciso all'unanimità di approvare il testo dei relatori Gianclaudio Bressa (Pd) e Antonio Leone (Pdl), e integrarlo con il principio della verifica dei bilanci dei gruppi tramite una società esterna.

L'atto, la settimana prossima, sarà all'esame dell'aula di Montecitorio. "Allo scopo di garantire trasparenza e correttezza", si legge nel testo approvato, i gruppi saranno sottoposti al controllo "di una società di revisione legale selezionata dall'Ufficio di presidenza con procedura di evidenza pubblica". La società verificherà "nel corso dell'esercizio" la regolare tenuta "della contabilità e la corretta rilevazione dei fatti di gestione" ed esprimerà "un giudizio sul rendiconto".

"Penso che la saggezza prima o poi prevarrà da parte di tutti", ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda, commentando lo scontro alla Camera sui controlli esterni. "La saggezza prima o poi si afferma nella vita di tutti", ha detto Giarda, "e gli echi di queste loro decisioni poi si trasferiscono nel Paese e non sono positivi per cui penso che si troverà una soluzione".

"Il Pd da quando
è nato ha fatto certificare i conti alla stessa società che certifica i conti di Banca Italia. Noi problemi zero", è stato il commento di Pier Luigi Bersani.

''Oggi la giunta per il Regolamento finalmente ha colmato una lacuna. Fino ad oggi non c'erano nei nostri regolamenti regole per il controllo dei bilanci interni ai gruppi. È stata approvata all'unanimità una norma che rende obbligatoria la certificazione da parte di un'agenzia specializzata che sarà individuata da un bando di gara messo a punto dalla presidenza dei bilanci dei gruppi parlamentari'', ha commentato il presidente della Camera, Gianfranco Fini, sottolineando che ''questo dimostra che non c'è stato alcuno scontro fra chi voleva il controllo e chi non lo voleva'

------- vediamo cosa ne verra' fuori------

il punto resta che oltre la revisione, bisognerebbe tagliare,chiudere molti rubinetti, altrimenti la revisione stessa puo' fare ben poco.Purtoppo non e' cosi che si risolve questo schifo.
trixam
00mercoledì 19 settembre 2012 19:15
Roma è roma. Certo gli scandali sono successi anche in Lombardia(per non dire di sicilia e campania) perché dovunque arriva il denaro pubblico arrivano anche i ladri.

Ma roma è particolare.
I circoli del lungo tevere dove se dici "presidente" si girano in duemila, le terrazze di mariuccia dove i politici che si scannano in tv sono pappa e ciccia e brindano circondati da splendide ragazze sudamericane poco vestite, i ristoranti di trastevere dove i ministeriali e gli imprenditori vanno a cena insieme a contrattare mazzette(tra tutti il mitico Gino, uno che ha visto più trafficoni di quanto passere abbia visto rocco), i palazzoni di Prati con 50 uffici di 50 enti differenti con 50 cda ecc, i circoli sportivi dove la sera tutta la borghesia romana si ritrova a spettegolare e decidere nomine e appalti come novelli patrizi.

Un intero modello sociale che vive intorno al denaro dei contribuenti che scorre a fiumi, qui c'è una parte importante del potere reale del paese. Un ristretto numero di persone controlla milioni di voti in grado di decidere chi vince le elezioni e chi perde.
Sono loro il motivo per cui in Italia si pagano le tasse più alte d'europa. Il generone romano, un girone infernale di parassiti che strangolano il paese.

Da questo si dovrebbe imparare una semplice lezione politica ed economica. L'intervento dello stato nell'economia e nella vita delle persone in generale comporta dei costi di transazione che ne annullano i supposti benefici(alla faccia dei moltiplicatori immaginari), nei paesi poi dove l'etica pubblica non esiste come nel nostro quell'intervento fa danni mostruosi mettendo un carico fiscale via via maggiore sui ceti produttivi con una progressiva perdita di competitività e l'aumento drammatico della disuaglianza. Quello che sta avvenendo all'italia in pratica, con buona pace dell'articolo 3.

ps cmq a pacchianaggine la festa di De romanis non batterà MAI l'elezione di Miss pariolina, chi c'è stato sa.
giusperito
00mercoledì 19 settembre 2012 19:23
Re:
trixam, 19/09/2012 19.15:

Roma è roma. Certo gli scandali sono successi anche in Lombardia(per non dire di sicilia e campania) perché dovunque arriva il denaro pubblico arrivano anche i ladri.

Ma roma è particolare.
I circoli del lungo tevere dove se dici "presidente" si girano in duemila, le terrazze di mariuccia dove i politici che si scannano in tv sono pappa e ciccia e brindano circondati da splendide ragazze sudamericane poco vestite, i ristoranti di trastevere dove i ministeriali e gli imprenditori vanno a cena insieme a contrattare mazzette(tra tutti il mitico Gino, uno che ha visto più trafficoni di quanto passere abbia visto rocco), i palazzoni di Prati con 50 uffici di 50 enti differenti con 50 cda ecc, i circoli sportivi dove la sera tutta la borghesia romana si ritrova a spettegolare e decidere nomine e appalti come novelli patrizi.

Un intero modello sociale che vive intorno al denaro dei contribuenti che scorre a fiumi, qui c'è una parte importante del potere reale del paese. Un ristretto numero di persone controlla milioni di voti in grado di decidere chi vince le elezioni e chi perde.
Sono loro il motivo per cui in Italia si pagano le tasse più alte d'europa. Il generone romano, un girone infernale di parassiti che strangolano il paese.

Da questo si dovrebbe imparare una semplice lezione politica ed economica. L'intervento dello stato nell'economia e nella vita delle persone in generale comporta dei costi di transazione che ne annullano i supposti benefici(alla faccia dei moltiplicatori immaginari), nei paesi poi dove l'etica pubblica non esiste come nel nostro quell'intervento fa danni mostruosi mettendo un carico fiscale via via maggiore sui ceti produttivi con una progressiva perdita di competitività e l'aumento drammatico della disuaglianza. Quello che sta avvenendo all'italia in pratica, con buona pace dell'articolo 3.

ps cmq a pacchianaggine la festa di De romanis non batterà MAI l'elezione di Miss pariolina, chi c'è stato sa.




ecco il punto... quoto in toto
--letizia22--
00mercoledì 19 settembre 2012 19:45
Re:
trixam, 19/09/2012 19.15:

Roma è roma. Certo gli scandali sono successi anche in Lombardia(per non dire di sicilia e campania) perché dovunque arriva il denaro pubblico arrivano anche i ladri.

Ma roma è particolare.
I circoli del lungo tevere dove se dici "presidente" si girano in duemila, le terrazze di mariuccia dove i politici che si scannano in tv sono pappa e ciccia e brindano circondati da splendide ragazze sudamericane poco vestite, i ristoranti di trastevere dove i ministeriali e gli imprenditori vanno a cena insieme a contrattare mazzette(tra tutti il mitico Gino, uno che ha visto più trafficoni di quanto passere abbia visto rocco), i palazzoni di Prati con 50 uffici di 50 enti differenti con 50 cda ecc, i circoli sportivi dove la sera tutta la borghesia romana si ritrova a spettegolare e decidere nomine e appalti come novelli patrizi.

Un intero modello sociale che vive intorno al denaro dei contribuenti che scorre a fiumi, qui c'è una parte importante del potere reale del paese. Un ristretto numero di persone controlla milioni di voti in grado di decidere chi vince le elezioni e chi perde.
Sono loro il motivo per cui in Italia si pagano le tasse più alte d'europa. Il generone romano, un girone infernale di parassiti che strangolano il paese.

Da questo si dovrebbe imparare una semplice lezione politica ed economica. L'intervento dello stato nell'economia e nella vita delle persone in generale comporta dei costi di transazione che ne annullano i supposti benefici(alla faccia dei moltiplicatori immaginari), nei paesi poi dove l'etica pubblica non esiste come nel nostro quell'intervento fa danni mostruosi mettendo un carico fiscale via via maggiore sui ceti produttivi con una progressiva perdita di competitività e l'aumento drammatico della disuaglianza. Quello che sta avvenendo all'italia in pratica, con buona pace dell'articolo 3.

ps cmq a pacchianaggine la festa di De romanis non batterà MAI l'elezione di Miss pariolina, chi c'è stato sa.




questo e' vero solo in parte.Lo spreco di denaro pubblico e' un fatto strutturale, poiche' la cosa pubblica e' gestita da uomini, e la democrazia come forma di governo porta anche questo.Per l' italia pero' si potrebbe fare di piu' dal punto di vista legislativo,ma manca la volonta' politica in tal senso.E' un po' come dire, tutti i paesi fanno i conti con i rifiuti, ma c'e' chi li gestisce meglio e chi come noi( campani, e non solo) ad esempio, lo fanno in maniera disastrosa.Purtoppo il governo tecnico ha avuto le mani legate dai partiti solo rispetto ai loro privilegi, per "le lacrime e sangue" ha avuto via libera.Per smuovere gli italiani devi togliere loro, solo il piatto dalla tavola,letteralmente.
(pollastro)
00mercoledì 19 settembre 2012 20:15
Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Quoto anch'io il grassetto. Aggiungo che scontiamo un equivoco non più tollerabile, un nodo che viene al pettine: i partiti sono in pratica i reali titolari della sovranità ( questa non è la teoria, ma i partiti sono "il popolo attivo e politicamente organizzato", dice tanta dottrina costituzionalistica classica). Ovvio, allora, che un sovrano non tolleri se non autocontrolli, perché il controllore sarebbe altrimenti lui il vero sovrano, quindi ridicoli controlli di società esterne (ridicoli perché le società sarebbero come i sondaggisti oggi: "di fiducia"). Tuttavia, l'art. 49 della Costituzione consentirebbe una legge sui partiti, che ad esempio c'è in Germania e in Spagna (su controllo del tesseramento, vita democratica interna, trasparenza, finalità delle attività svolte, costi da documentare, modalità corrette di selezione delle candidature). Se però questa - e una diversa legge elettorale, nonché una anticorruzione - non arrivassero nemmeno in questo triste e vergognoso momento e se inoltre imsistessero a volere essere ancora leaders dei rispettivi partiti gli eterni Berlusconi, Bersani, Casini, temo fortemente che gli Italiani avranno fra sei mesi solo due scelte: o Grillo (il cui Movimento sta peraltro già rivelando "zelle" e problemi), o astenersi in massa e in subordine annullare la scheda. Non lo auspico: conosco personalmente due deputati (uno di centro e uno di centrosinistra), so che sono onesti e lavorano (ma sono anche molto demotivati: mi riferiscono che a volte, dopo tanto lavoro, arriva il/la capogruppo e bisogna buttare tutto a mare, perché lui/lei ha fatto altri accordi), però ormai la misura è colma. Avete ragione voi, ho visto le fotografie: che puttanate e che pacchianate! E almeno facessero (anche) buona politica
trixam
00mercoledì 19 settembre 2012 21:47
Re: Re:
--letizia22--, 19/09/2012 19.45:




questo e' vero solo in parte.Lo spreco di denaro pubblico e' un fatto strutturale, poiche' la cosa pubblica e' gestita da uomini, e la democrazia come forma di governo porta anche questo.Per l' italia pero' si potrebbe fare di piu' dal punto di vista legislativo,ma manca la volonta' politica in tal senso.E' un po' come dire, tutti i paesi fanno i conti con i rifiuti, ma c'e' chi li gestisce meglio e chi come noi( campani, e non solo) ad esempio, lo fanno in maniera disastrosa.Purtoppo il governo tecnico ha avuto le mani legate dai partiti solo rispetto ai loro privilegi, per "le lacrime e sangue" ha avuto via libera.Per smuovere gli italiani devi togliere loro, solo il piatto dalla tavola,letteralmente.




150.000 leggi non bastano a dimostrare che altre leggi non servono? Lety, mi dispiace, ma questi sono ragionamenti da cittadini abituati a vivere in uno paese arretrato che si illudono di poter eliminare l'arretratezza con politiche di legislativismo poliziesco, un po' come avviene con la dottrina befera della lotta all'evasione: abolire i diritti civili di tutti perché tutti sono mariuoli potenziali, così realizziamo il bene comune.
Chi ha vissuto anche per poco in paesi civili sa che sono più efficienti del nostro non perché abbiano leggi migliori o più severe(in alcuni casi le hanno) ma perché ci sono gli elementi che costuitiscono la democrazia civile a cominciare da un prerequisito fondamentale: la fiducia sociale.
L'italia è il paese dei timbri, controtimbri, numeri di protocollo, dichiarazioni sostitutive anche per andare al bagno o quando sei morto, tutti all'affannosa ricerca di una "carta" che li metta al sicuro da ogni responsabilità, da qui il circolo vizioso che nessuno è mai responsabile di nulla e per stabilire torti e ragioni bisogna ricorrere ad un livello di contezioso che non ha eguagli in occidente al termine del quale si arriva quasi sempre alla soluzione salomonica che lascia tutto come prima.
Cmq pensare che lo spreco del denaro pubblico sia fisiologico significa non avere proprio le coordinate della democrazia che è nata perché è il sistema che meglio dovrebbe permettere di evitarlo, dato che la sovranità appartiene al popolo(lasciando stare se questa cosa sia giusta o meno filosoficamente) come dice la costituzione, ma è sottinteso che dovrebbe essere il popolo che paga le tasse(i famosi contribuenti).

Forse è meglio fare casi pratici, così ci capiamo. Il governo monti si è battuto per questo famoso tetto agli stipendi dei manager pubblici e sta arrivando a fissarlo a 294.000 euro, grosso modo la cifra che guadagna il presidente degli stati uniti. In italia invece i dirigenti la considerano una vera miseria, d'altronde qui ci sono direttori generali dei ministeri che guadagnano 500.000 euro all'anno, il capo della polizia ne guadagna 620.000(per confrontare, il capo dell'fbi guadagna 180.000 euro), il mitico direttore dell'agenzia delle entrate antievasori si cucca i suoi 460.000 euro. Ah dimenticavo, tutte retribuzioni automaticamente adeguate all'inflazione, non sia mai che questi perdono potere d'acquisto.
Ma tra questi che sono la VERA CASTA di cui i politici sono marxianamente la sovrastruttura, i principi sono i manager delle grandi aziende pubbliche e degli enti. Ovviamenti davanti al tetto c'è stata la sollevazione e siccome questi controllano i voti di cui ho detto immediatamente è arrivato l'emendamento(a firma pd se non ho sentito male) per prevedere le "eccezioni".
Prendiamo il mio case study preferito: l'amministratore delegato di un'importante azienda pubblica italiana, diciamo con il leone a sei zampe.
Sapete quanto guadagna questo signore? Se non lo sapete ve lo dico io: 4 MILIONI E MEZZO DI EURO di STIPENDIO NETTO a cui vanno aggiunti i bonus(la cui entità è sconosciuta). La cifra in sé già dovrebbe lasciare basiti, ma per capire l'enormità di cui parliamo confrontiamola con la retribuzione dei due top manager più potenti di wall street: Llyod Blankfein di GS ha uno stipendio netto di 750.000 dollari(con i bonus quest'anno Llyod si è portato a casa la miseria di sette milioni, un vero flop per i suoi standard); Jamie Dimon di JPMorgan Chase ha un netto di 820.000 dollari(con i bonus ha guadagnato 17 milioni l'anno scorso). Confrontando i netti i due banchieri di wall street sono dei poveracci rispetto al nostro grande manager che gestisce una compagnia che fa utili grazie ai prezzi amministrati di cui le famiglie italiane pagano il costo con le tariffe energetiche più alte d'europa.
Naturalmente il nostro manager è tra quelli in odore di eccezione ed il motivo, non mi stancherò mai di ripeterlo, è solo ed esclusivamente che questo manager controlla tramite la sua catena di comando decine di migliaia di voti e li controlla con i soldi dei contribuenti/utenti.
Pensate alla situazione kafkiana: lo stato controlla quell'azienda, ha nominato quel manager, ha il potere di rimuoverlo, ma il governo di fatto non può farlo(e il signore in questione ha superato già 3 governi diversi, ma c'è gente che ha superato ben 24 governi e si è arresa solo quando era il momento di portare i libri in tribunale) perché altrimenti ci sarebbe una destabilizzazione della situazione politica con un calo del suo consenso.
La domanda sorge spontanea: ma tutto questo che c'entra con il ruolo dello stato? Ma lo stato non deve garantire i servizi pubblici ai cittadini?
Perché invece si ritrova a far da tutore alle rendite parassitarie di un manager che non avrebbe quella retribuzione in una situazione di mercato?
E pensate che questo è solo uno di quel mondo di cui parlavo sopra. In Italia come questo ce ne sono circa 10.000 che ogni 3 anni partecipano al gran ballo delle nomine e delle poltrone. Questi qui che non ha eletto nessuno sono strapagati per controllare la spesa pubblica, le nostre tasse.
Se questi non sono i problemi, viviamo sulla luna. Qual è la soluzione? Per dirla con il vecchio saggio: il governo è un male necessario, facciamone il minor uso possibile.
trixam
00mercoledì 19 settembre 2012 21:53
Re:
(pollastro), 19/09/2012 20.15:

Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Quoto anch'io il grassetto. Aggiungo che scontiamo un equivoco non più tollerabile, un nodo che viene al pettine: i partiti sono in pratica i reali titolari della sovranità ( questa non è la teoria, ma i partiti sono "il popolo attivo e politicamente organizzato", dice tanta dottrina costituzionalistica classica). Ovvio, allora, che un sovrano non tolleri se non autocontrolli, perché il controllore sarebbe altrimenti lui il vero sovrano, quindi ridicoli controlli di società esterne (ridicoli perché le società sarebbero come i sondaggisti oggi: "di fiducia"). Tuttavia, l'art. 49 della Costituzione consentirebbe una legge sui partiti, che ad esempio c'è in Germania e in Spagna (su controllo del tesseramento, vita democratica interna, trasparenza, finalità delle attività svolte, costi da documentare, modalità corrette di selezione delle candidature). Se però questa - e una diversa legge elettorale, nonché una anticorruzione - non arrivassero nemmeno in questo triste e vergognoso momento e se inoltre imsistessero a volere essere ancora leaders dei rispettivi partiti gli eterni Berlusconi, Bersani, Casini, temo fortemente che gli Italiani avranno fra sei mesi solo due scelte: o Grillo (il cui Movimento sta peraltro già rivelando "zelle" e problemi), o astenersi in massa e in subordine annullare la scheda. Non lo auspico: conosco personalmente due deputati (uno di centro e uno di centrosinistra), so che sono onesti e lavorano (ma sono anche molto demotivati: mi riferiscono che a volte, dopo tanto lavoro, arriva il/la capogruppo e bisogna buttare tutto a mare, perché lui/lei ha fatto altri accordi), però ormai la misura è colma. Avete ragione voi, ho visto le fotografie: che puttanate e che pacchianate! E almeno facessero (anche) buona politica




Quoto quasi tutto professore, tranne sulle società di revisione che sono una cosa seria soprattutto quelle straniere(vedasi di recente l'operato di Ernst Young nel caso Fonsai dove ha fatto ingoiare parecchi "bocconi" amari a Mediobanca).

Se continua così, Grillo prenderà voti a man bassa tra i "moderati".
Ma da qui a primavera credo che succederà qualcosa.
ObbligazioneNaturale
00mercoledì 19 settembre 2012 23:07
Quoto trixam col ragionamento antimonopolista, un po' meno con l'esempio che e' veramente inventato di sana pianta. [SM=g2725401]
--letizia22--
00giovedì 20 settembre 2012 00:41
forse non mi sono spiegata bene prima, perche' il mio ragionamento e' molto simile a quello del prof prisco.Puntare su altre soluzioni legislative puo' essere un'idea visto che altri paesi sono piu' efficienti di noi almeno su questo punto.Le leggi servono anche a far progredire un popolo in termini di cultura e di "fiducia sociale", non sempre, ma qualche volta puo' succedere.Bisognerebbe togliere potere e soldi a chi ne ha troppi, in maniera equilibrata.E'vero che la sovranita' e del popolo, ma e' anche vero, nonostante per tutti noi, rappresenti la migliore forma di governo, che la democrazia che c'e' in italia e' una mangiatoia per maiali.Tornando al tuo esempio, e' proprio tramite la legge che potremmo fare un uso minore del governo.Io cmq sono per l'astensione e per l'annullamento della scheda,almeno per adesso.
GiuristaCorsaro
00giovedì 20 settembre 2012 10:48
Re:
--letizia22--, 20/09/2012 00.41:

forse non mi sono spiegata bene prima, perche' il mio ragionamento e' molto simile a quello del prof prisco.Puntare su altre soluzioni legislative puo' essere un'idea visto che altri paesi sono piu' efficienti di noi almeno su questo punto.Le leggi servono anche a far progredire un popolo in termini di cultura e di "fiducia sociale", non sempre, ma qualche volta puo' succedere.Bisognerebbe togliere potere e soldi a chi ne ha troppi, in maniera equilibrata.E'vero che la sovranita' e del popolo, ma e' anche vero, nonostante per tutti noi, rappresenti la migliore forma di governo, che la democrazia che c'e' in italia e' una mangiatoia per maiali.Tornando al tuo esempio, e' proprio tramite la legge che potremmo fare un uso minore del governo.Io cmq sono per l'astensione e per l'annullamento della scheda,almeno per adesso.



Ma queste leggi "virtuose" hai capito chi dovrebbe farle?

--letizia22--
00giovedì 20 settembre 2012 12:12
Re: Re:
GiuristaCorsaro, 20/09/2012 10.48:



Ma queste leggi "virtuose" hai capito chi dovrebbe farle?





certo, infatti e' un cane che si morde la coda, diciamo che e' una speranza [SM=g2725401]
.pisicchio.
00giovedì 20 settembre 2012 13:01
Re: Re:
trixam, 9/19/2012 9:53 PM:




Quoto quasi tutto professore, tranne sulle società di revisione che sono una cosa seria soprattutto quelle straniere(vedasi di recente l'operato di Ernst Young nel caso Fonsai dove ha fatto ingoiare parecchi "bocconi" amari a Mediobanca).

Se continua così, Grillo prenderà voti a man bassa tra i "moderati".
Ma da qui a primavera credo che succederà qualcosa.




Ma chi questi?

http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-649739/ernst-young-2008-giovanni-burani/


Trixam, anche Parmalat aveva i revisori esterni (credo Italaudit + DT...)

Insomma io a Bersani e a tutti i partiti che invocano il controllo contabile esterno direi che sono dei gran bei paraculi.

Non si fa prima ad eliminare questi maledetti rimborsi?






--letizia22--
00venerdì 21 settembre 2012 18:21
ore 13 Di Pietro: "Il tempo delle monetine è tornato"
"Sui fatti personali non posso giudicare perché non conosco le carte come le conoscevo venti anni fa - ha detto il leader Idv, Antonio di Pietro, a Sky Tg24, alla domanda se crede che la governatrice del Lazio Renata Polverini fosse all'oscuro di quanto stava accadendo - So però una cosa che il tempo delle monetine eè tornato perché la gente è stanca, non ne può più. E in questi 20 anni... noi all'epoca avevamo scoperto una malattia sociale, un tumore sociale, la corruzione diffusa, l'uso del denaro pubblico per tangenti e altro". Oggi, prosegue, "dopo 20 anni, invece di curare la malattia hanno curato i medici. Il risultato è che oggi è ancora peggio di prima perché i soldi li prendono direttamente dal pubblico".



--letizia22--
00venerdì 21 settembre 2012 18:22
La Guardia di Finanza ha acquisito una serie di documenti presso la sede del Consiglio regionale della Campania al Centro direzionale. L'iniziativa è stata disposta nell'ambito di una inchiesta della Procura di Napoli che ha aperto un fascicolo per l'ipotesi di peculato.

La Finanza ha acquisito, in particolare, documenti del bilancio regionale in cui si fa riferimento alla ripartizione di fondi per i vari gruppi nonchè la relazione della presidenza del Consiglio sulle modalità di rendicontazione. L'inchiesta è condotta dal pm Giancarlo Novelli ed è coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco. L'indagine arriva subito dopo quella riguardante il Lazio: entrambe le regioni sono a guida Pdl. L'inchiesta è in una fase iniziale ed è volta ad accertare eventuali irregolarità nella gestione dei fondi destinati ai gruppi.

Dai primi accertamenti emergerebbe che 6 milioni di euro destinati ai gruppi regionali presenti in Consiglio in Campania era finito attraverso bonifici nella disponibilità di singoli consiglieri. Sono in corso accertamenti per verificare se e in che modo il denaro sia stato successivamente speso.
Giubo
00venerdì 21 settembre 2012 20:08
capisco che le cene elettorali e istituzionali appaiono necessarie,ma mica si deve per forza champagnare e ostricare,se mi concedere il termine.
--letizia22--
00domenica 23 settembre 2012 11:06
L’elenco dei “non sapevo, lo scoproggi” è lungo e si tratta di nomi sempre importanti. Il primo è lui, Silvio Berlusconi: non sapeva che Rubyrubacuori era minorenne. Sapeva – di contro – che era la nipote di Mubarak, motivo per cui mandò Nicole Minetti in piena notte a prendere la giovin donzella in un commissariato milanese. Il secondo – e non potrebbe essere altrimenti – è l’ex rais Hosni Mubarak, legato a doppio filo con il nostro Paese proprio durante l’età in cui un pensionato dovrebbe essere lasciato in pace: prima di passare a miglior vita, infatti, ha scoperto che il premier italiano gli aveva affibbiato una nipote, a sua insaputa. Poi sono venute le rivolte e la caduta del regime. Ma Hosni, intanto, aveva una nipote in più.

Subito dopo, con un bronzo che potrebbe dividere a pari merito con Formigoni, l’ex ministro Claudio Scajola: a lui la casa qualcuno l’ha comprata – vista mozzafiato sul Colosseo – senza però comunicargli nulla, anche qui: a sua insaputa. Scherzi del destino.

Sullo stesso gradino del podio segue il “Formiga”, altrimenti noto come il governatore della Regione Lombardia. Ciellino doc, non sapeva che qualcuno gli aveva pagato le vacanze. Anche qui: a sua insaputa.

Quarto posto per Vasco Errani, governatore dell’Emilia Romagna: secondo i pubblici ministeri avrebbe dato un milione di euro alla cooperativa del fratello, salvo poi alzare le mani e dire: non ne sapevo nulla. A sua insaputa, appunto.

Segue a stretto giro il mascellone d’oro: Francesco Rutelli. Del bancomat Lusi – ex Margherita – lui proprio non immaginava alcunché. E idem l’intero centro sinistra.

The least but not he last: Nichi Vendola e Renata Polverini. Il primo ha rimarcato in tutte le sedi che lui con l’affiare Tedesco proprio non c’entra nulla. La seconda – governatrice della Regione Lazio – ha fatto sapere che di Fiorito davvero non sapeva niente: 109 bonifici, tutti a sua insaputa. E la Giunta – insieme all’intero Pdl anche nazionale – potrebbe sì cadere, ma all’insaputa di tutti.

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--letizia22--
00lunedì 24 settembre 2012 17:15
e dopo la banda della magliana, abbiamo la politically correct " banda della Pisana"!
GiuristaCorsaro
00lunedì 24 settembre 2012 18:09
La cosa ancor più scandalosa e paradigmatica del livello dei nostri amministratori è che la Polverini sta ancora valutando se dimettersi o meno...
Lo scorso anno il ministro della difesa tedesco Guttenberg si era dimesso perchè aveva copiato parti della tesi di dottorato.

Sempre lo scorso anno si dimise il ministro giapponese degli esteri a seguito delle polemiche nate dalla donazione di 50.000 yen (circa 440 euro) ricevuti da una «zainichi», una cittadina sudcoreana di 72 anni residente da sempre in Giappone e titolare a Kyoto di un piccolo ristorante di «yakiniku», una specie di barbecue locale.

Sempre in Giappone si era dimesso il ministro dell'economia perchè aveva definito Fukushima una città di morte e aveva osato fare una battuta con un giornalista locale dicedo : "ti passo un pò di radiazioni".
--letizia22--
00lunedì 24 settembre 2012 20:46
ROMA - Renata Polverini si è dimessa: lo dice lei stessa alla stampa intorno alle otto di sera al residente Ripetta con accanto il vicepresidente Ciocchetti dell'Udc. «Ieri l'ho comunicato al presidente Napolitano, poi al premier Monti e oggi ai leader della mia coalizione. Non ritengo questo Consiglio più degno di rappresentare una regione importante come il Lazio». Dimissioni irrevocabili. «Questi signori li mando a casa io. Noi arriviamo qui puliti. Ero a capo di una giunta che ha operato bene ma che va a casa a causa di un consiglio regionale non più degno». Il Lazio, sostiene, è un organismo «a due teste: da un lato c'è la giunta, dall'altro il consiglio. Non potevo mai immaginare che tutti nel consiglio facessero un uso così disinvolto dei fondi pubblici». Non sembra affatto intenzionata a mollare la politica: «Ho intenzione di continuare a testa alta. Con questi malfattori non ho niente a che fare: lo devo alle persone leali come il vicepresidente Cioccetti dell'Udc che mi è stata fedele fino all'ultimo. Questa storia nasce per una faida interna al Pdl. Un partito che non consegnò la lista che ci ha consegnato un dibattito interno coordinato da personaggi ameni che si aggirano in Europa».
ATTACCHI ALL'OPPOSIZIONE - Attacchi anche al Pd: racconta di aver deciso di lasciare la guida della Regione già lunedì scorso, «ma sono andata avanti per smascherare l'opposizione che chiedeva le mie dimissioni. Anche Pd voleva regolare una battaglia interna. Vadano a casa ma non si permettano di parlare di me e dei miei collaboratori. Le ostriche non le ha inventate l'ex capogruppo. Io non hai avuto una carta di credito, nemmeno i miei collaboratori». Attacchi anche all'Idv. «Io dico basta, non lo merita la mia storia personale, la mia famiglia, infangata da due anni. Da pochi minuti sono tornata una persona libera e mi sento veramente bene. Due anni e mezzo in questo sistema, me lo sentivo come una gabbia». Polverini rimarrà in carica per le attività ordinarie. «Me ne vado senza colpa alcuna... ma lo faccio a testa alta». Alla fine una battuta: «Vado a mangiare, con la mai carta da credito».

UDC - La comunicazione arriva dopo che l’Udc aveva “staccato la spina” a Renata Polverini. Al termine di una giornata frenetica, caotica, fitta di incontri e appuntamenti, gli uomini di Pierferdinando Casini hanno deciso: via dal consiglio regionale, dimissioni imminenti che si vanno a sommare a quelle, già pronte, di Pd, Sel, Federazione della Sinistra, Idv. E’ la goccia che fa traboccare il vaso: alla Regione, si tornerà a breve a votare. Casini lo ha detto esplicitamente intervenendo al Tf3: Polverini lasci. «Mi auguro che non ascolti chi le dice di rimanere ancora lì. Gli italiani apprezzeranno. Mi auguro che il Presidente Polverini e chi ha collaborato con lei in modo serio capisca che con questa marea di fango che si è alzata restituire la parola agli elettori significa essere dignitosi».

TRAVOLTA DALLO SCANDALO - L’amministrazione della Polverini, così, non è arrivata neppure a metà mandato ed è stata travolta dallo scandalo-Fiorito, denunciato ad inizio settembre dal Corriere della Sera. I consiglieri regionali Udc, insieme al vicepresidente della giunta Luciano Ciocchetti e all’assessore Aldo Forte, hanno provato a resistere. Ma, dai leader nazionali, è arrivato l’aut aut: o fuori dalla Regione, o fuori dal partito. Così, dopo l’Udc, è venuto giù tutto il resto: anche i consiglieri di Fli (Francesco Pasquali) e di Api (Mario Mei) hanno comunicato le loro dimissioni. Il numero di 36 defezioni, necessario per far decadere il consiglio regionale, è così raggiunto. Dimissioni anticipate da quelle della presidente, che nel pomeriggio aveva disertato l’unico appuntamento della giornata, il premio “Anima” in Campidoglio. Sarebbe stato il suo ultimo evento pubblico da presidente del Lazio.

Ernesto Menicucci
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