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Elezioni americane

Ultimo Aggiornamento: 08/11/2012 19:43
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07/11/2012 21:53
 
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--letizia22--, 07/11/2012 21:30:

Questo non è più, decisamente, un paese per vecchi e bianchi. Non è più un paese di circoli elitari. Delle molte lezioni che arrivano dalla vittoria di Obama, l'Italia dovrebbe riflettere soprattutto su questa.

L'hanno capito bene i repubblicani americani, che hanno fatto il pieno di voti bianchi maschili, in un mondo in cui solo un terzo della popolazione elettorale oggi in Usa è bianca, rispetto al 1980 in cui era il 46 per cento. Solo trent'anni fa dunque senza bianchi non andavi da nessuna parte. Un vero e proprio regno, che oggi è finito.

Per chi avesse tempo e un po' di voglia di girare qualche coltello nella piaga consiglio di andare su The American Spectator (e giù di lì, su tutte le altre pubblicazioni repubblicane) che posta un articolo dal titolo "Doomed beyond all hope of redemption" (ma ce n'è solo da scegliere in una fila interminabile) ponendo a illustrazione un dettaglio di Bosch in cui una figura diabolica, ovviamente di pelle nera, porta via un bianco nudo, insanguinato, finito.

Il contrasto fra i due Usa rappresentati dal voto di ieri è netto.

Di qui, con Obama, il 55 per cento delle donne, il 60 per cento dei giovani, il 70 per cento (percentuale storica) degli ispanici, maggioranza fra neri, minoranze varie e la popolazione urbana. La parte più dinamica del paese, in termini di proiezione sul futuro.

Di là il partito di Romney che in un paese che diventa sempre meno "bianco" mostra un arroccamento progressivo sull'area sociale che sta svanendo, in termini di peso politico e demografico. Nel 2004 Bush ebbe il 44 per cento del voto ispanico; nel 2008 John McCain ne prese il 31 per cento e Romney solo il 27 per cento. Tenendo conto che questo è il settore di popolazione che cresce più velocemente nel paese non c'è da rallegrarsi. Proprio la Florida sui cui i repubblicani avevano investito tante speranze illustra bene questa dinamica. Obama vi ha vinto con solo il 2.5 di percentuale in più rispetto al 2008, ma quel poco è tutto dovuto al fatto che nello stato vi sono oggi 190mila ispanici e 50mila neri in più rispetto a quella data.

Il voto repubblicano è senza alcun dubbio bianco: (il 59 per cento), maschile e anziano: la fascia sopra i 65 anni ha favorito i repubblicani, quella sotto i 35 anni i democratici. Questi votanti sono religiosi (molti cattolici sono tornati a casa) sposati (le donne sposate votano in maggioranza Romney, ma la maggioranza di donne è single in Usa), abitanti dei quartieri residenziali, o delle aree rurali, prevalentemente nel Sud.

Questo profilo non è una novità per la destra americana. Ma come si diceva, i bianchi sono oggi solo un terzo della popolazione elettorale oggi. E la novità di questa elezione è che Romney, secondo queste statistiche, avrebbe dovuto e potuto intercettare proprio la classe media e operaia maschile che soffre nella crisi economica e che ha subito la maggiore delusione nei confronti di Obama. In parte questo voto è stato raccolto, ma non in numero sufficiente da dare il margine di vittoria. Il voto in Ohio e in tutti gli stati industriali è in questo senso il più significativo. L'offerta "liberista" di Romney è stata decisamente bocciata, a favore di quella "statalista" del Presidente.

Il risultato certifica così il definitivo assumere, da parte di questo paese, di una nuova pelle. Obama non ha più maggioranza assoluta e straripante ma guida una società in cui è un valore essere bianco, nero, donna, gay e povero e tutti gli altri incroci possibili. E' la vera fine dell'elitismo di sistema, rappresentato dal mondo bianco e maschile.

Quando capirà la politica italiana che sotto le tensioni, il rifiuto, la caduta di sistema cui stiamo assistendo nel nostro paese (e in Europa) c'è un identico cambiamento in corso?

lucia annunziata



Occhio e croce direi che ha un po' scopiazzato, solito stile dei giornalai italiani. Meglio leggersi tutto l'originale.
www.politico.com/news/stories/1112/83472.html?hp=t2_3
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