Ho un quesito da porvi.
La società cooperativa alfa stipula un contratto di mantenimento vitalizio a titolo oneroso con la signora tizia. Quest’ultima, riservandosi l’usufrutto, cede la nuda proprietà di determinati beni immobili a favore di alfa che se ne avvale per la propria attività, in cambio di assistenza non solo economica. Negli anni il rapporto non è stato dei migliori anzi, tizia ha creato tantissimi problemi, anche nel quotidiano svolgersi dell’attività, piuttosto delicata. Ciò ha indotto l’amministratore a lasciare di fatto tutto. L’intenzione era quella di procedere ad una risoluzione per mutuo consenso davanti ad un notaio. Dopo qualche settimana l’amministratore però è stato vittima di una serie di comportamenti minatori, in parte posti in essere da tizia, ed in parte da chi la circonda. pertanto oggi l’amministratore non vorrebbe più chiudere la cosa pacificamente, ma risolvere il contratto e chiedere però il rimborso delle ingenti spese sostenute per dei lavori fatti per sistemare l’abitazione e i terreni circostanti. Stando a quanto previsto nell’atto, ogni spesa idonea allo svolgimento dell’attività era a carico della cooperativa, dunque ciò mi farebbe pensare che non ci siano ampi margini per riottenere quanto esborsato per i lavori, avendo goduto dei beni fino al trasferimento dell’attività. Però al contempo mi chiedo se si possa configurare un’ipotesi di ingiustificato arricchimento, data anche l’impossibilità di proseguire l’attività in quei luoghi per ragioni non addebitabili all’amministratore, assolutamente adempiente rispetto ai suoi obblighi di mantenimento.
Chiedo opinioni in merito.
[Modificato da S3SI 10/05/2012 18:27]
