Cara cucciolottastupenda, condivido l'esigenza di laurarsi in tempi rapidi e condivido l'idea che la facoltà dovrebbe essere orientata in direzione teorico-pratica. Questo peraltro non è un difetto unicamente della nostra, né solo delle università europee (peraltro non tutte, all'estero va meglio), bensì è una caratteristica purtroppo degli ordinamenti non di
common law , non concentrati - come sa - sulla pratica appresa attraverso lo studio dei casi. Come ho ripetutamente scritto qui, io peraltro ho provato ad introdurre nelle mie lezioni lo studio
attivo della giurisprudenza, ma
sono stato ripagato male dagli stessi studenti, che perlopiù (con eccezioni, ovviamente) copiavano da
Internet quanto io chiedevo loro. Voglio dire che le buone pratiche potrebbero essere introdotte già da ora, ma occorrerebbe che cooperassero e facessero fronte comune per questo docenti e studenti motivati. Entrambe le categorie sono carenti, ma io rispondo degli errori della mia (anche se cerco di non farli personalmente e accetto critiche per migliorarmi). Lei è per la sua parte disposta ad ammettere che esistono anche pessimi studenti? A parte questo, però, sarebbe molto sbagliato - lo dico perché ci rifletta attentamente - pensare che la facoltà debba insegnare solo tecnica e pratica del diritto. Occorre in primo luogo cultura - da qui i seminari di Diritto e Letteratura (lei non legge libri e giornali? Non va a cinema? Non va oltre testi di esame e dispense, visto che tanto le piacciono?) - altrimenti si resterà sempre umanamente e intellettualmente "poveri" e si sarà professionalmente solo mezze cartucce, mi creda