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Islanda, la rivoluzione silenziosa

Ultimo Aggiornamento: 22/04/2012 20:23
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20/04/2012 12:50
 
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giusperito, 20/04/2012 11.47:

Obbligazione per quanto condivida il tuo punto di vista sull'argomento. Sarebbe sempre interessante argomentare le proprie posizioni.


Ho letto rapidamente l'articolo e a pezzi. Le prime considerazioni che mi sono venute sono, attendo il conforto di persone più esperte di me:

1) Il neoliberismo c'entra poco anzi pochissimo. Il fatto che una banca si indebiti e pretenda che i suoi debiti siano pagati dallo Stato non ha nulla a che vedere con il neoliberismo. Il neoliberismo prevede che quella banca fallisca, arrivederci e grazie. Pretendere di pagare i debiti privati con denaro pubblico è una forma distorta, ma molto reale, di socialismo.

2) Nel caso dell'Italia il debito non è quello delle banche, ma proprio quello dello Stato. Non sono situazioni simili. In un caso si può tranquillamente far fallire una banca, nell'altro c'è il problema di far fallire uno Stato. Concretamente vuol dire che domani mattina non si pagano più gli stipendi.

3) La democrazia diretta non è mai una buona cosa soprattutto quando si parla di milioni di persone. Le esperienze più simili alla democrazia diretta le abbiamo con Napoleone III e con i totalitarismi del '900.

4) Ciò che dovrebbero capire i cittadini italiani e co. riguarda la distribuzione del peso del risanamento. Non dovrebbe riguardare semplicemente ricchi e poveri, ma capitali produttivi ed improduttivi. In pratica la distorsione non è avvenuta tra ricchi e poveri di oggi, ma tra generazioni precedenti ed attuali in particolare future.




Gius, la questione è semplice. Dall'approvazione del Glass-Steagall Act del 1933 il modello di organizzazione del business bancario nei paesi occidentali si basa due pilastri: la regolamentazione e la garanzia dei depositi. Lo stato sottopone il settore bancario ad una forte regolamentazione ed in cambio fornisce una assicurazione sui depositi che prevede un contributo a carico del sistema bancario, ma è in gran parte una garanzia pubblica. Questa garanzia serve a tranquillizare i risparmiatori ed evitare il panico e le corse agli sportelli. Leggi del genere esistono più o meno in tutto l'occidente, l'italia ad esempio garantisce i depositi fino a 103.000 euro.
Per le banche straniere, c'è un concorso tra le garanzie dei due stati coordinata dal fondo europeo di compensazione.
Per esempio la ING per il famoso conto arancio offre la garanzia fino a 103.000 che sono così ripartiti: 20.000 sono garantiti dal fondo di deposito olandese che prevede quel plafond massimo, il resto dal fondo di deposito italiano a cui Ing aderisce.
Quando ING era sull'orlo del fallimento il governo olandese è intervenuto ed ha garantito anche i risparmi degli italiani per la sua quota, i quali altrimenti sarebbero andati bruciati con le stesse prevedibili conseguenze dei bond argentini quando la gente andava in piazza a gridare ai ladri.

La questione che si potrebbe porre è se questo sia il miglior modello possibile, io dico di no, ma il punto non è questo.
Se tu Stato Islandese attrai risparmio nel tuo paese che poi viene impiegato in investimenti ecc fornendo la tua garanzia, vale il vecchio principio pacta sunt servanda.
I risparmiatori olandesi e inglesi hanno fatto affidamento anche su questo quando hanno investiti. Ora i rivoluzionari vogliono tenersi i frutti, ma hanno rinunciato ai debiti. E qui ci sta a pennello il detto romanesco citato nel primo commento.

Per quanto riguarda l'italia hai ragione, si tratta di un debito dello stato(anche se non dimentichiamoci mai che in Italia le banche sono di fatto ancora pubbliche).

Ricordando sempre che il 54% del debito è in mano alle famiglie italiane, se lo stato decidesse di non pagare si finirebbe in una crisi da medioevo altro che recessione a -1.2. Le banche fallirebbero, a cascata ci sarebbe l'insolvenza di milioni di imprese, specialmente quelle medio piccole, che dipendono dal credito bancario e che già oggi sono alla canna del gas e quindi avremmo i milioni ddi disoccupati e via di questo passo. Insomma come dice Ben Bernanke: "il credito è stato capace di costruire l'economia moderna in tre secoli. L'arresto del credito può distruggerla in una settimana".

Cmq il dibattito nei prossimi credo che crescerà, dato che al 70% finiremo sotto la tutela del FMI entro la fine dell'anno.
[Modificato da trixam 20/04/2012 12:54]
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