Non mi è ben chiara una cosa: se faceva già parte di un programma Onu e c'erano dei dottori che lo seguivano, cosa ci faceva da solo, per terra, con un avvoltoio che lo "aspetta"?
E' stato messo lì apposta per scattare quella foto?
E non capisco nemmeno "l'ironia" del fotografo scagionato...forse che se il bambino fosse morto in quella circostanza la sua azione sarebbe stata più grave...mentre morendo dopo diventa più lieve?
Tuttavia nemmeno condivido la ferocia delle critiche. La maggior parte di coloro che criticano, nemmeno ci sono mai andate in Africa, né per aiutare concretamente né per testimoniare la realtà con una foto.
E' troppo facile dire, commentare, giudicare l'operato o le omissioni altrui, ma chi parla dov'era?
Con questo non voglio dire che io avrei agito allo stesso modo, dico solo che si tratta di una realtà che non conosco e faccio una enorme fatica mentale anche solo ad immaginare.
Non parliamo di un bambino che, occasionalmente, vedi ai margini di una strada, solo e in difficoltà, in una nostra città...parliamo di un mondo, di zone in cui va così in maniera sistematica... Se tu vai lì a fare foto, puoi anche aiutare un bambino, due, 3, 10, ma quanti ne vedi che non puoi aiutare? E sei il responsabile?
E' tua la responsabilità?
E se il tuo "compito", quello che ti aveva indotto ad intraprendere il viaggio, era fotografare una realtà e trasmetterla, documentarla,
denunciarla...trovatoti poi dinanzi alla realtà, devi abbandonare il proposito e trasformare la tua missione in una missione umanitaria, altrimenti smetti di essere un uomo?
E perché chi è proprio rimasto a casa, e non ha fatto altro che criticare una foto, per poi passare al canale successivo, sarebbe più uomo?
Credo che la realtà sia un po' meno facile da giudicare..