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Gunter Grass,l'Iran e Israele

Ultimo Aggiornamento: 09/04/2012 08:57
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04/04/2012 15:54
 
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Günter Grass difende l’Iran con una poesia
di Andrea Tarquini (Günter Grass) - 04/04/2012

Fonte: La Repubblica [scheda fonte]






Il testo del Nobel per la letteratura rifiutato dal settimanale di Amburgo "Die Zeit"
Attacco anche alla Germania per la fornitura di sottomarini allo Stato ebraico

Torna in campo Günter Grass. E lo fa con testo poetico destinato a suscitare polemica. Il Nobel della letteratura sostiene che il vero pericolo per la pace è Israele e non l´Iran, il deterrente nucleare israeliano e non l´arsenale che Ahmadinejad starebbe costruendo.
Rieccolo in campo, torna come sempre, da intellettuale impegnato di tutto il lungo dopoguerra, a lanciare le provocazioni più scomode possibili. Decenni fa in campagna elettorale per Brandt cancelliere della pace, questa volta sul tema caldo mondiale del momento, i piani atomici iraniani: secondo lui il vero pericolo per la pace è Israele e non l´Iran, il deterrente nucleare israeliano e non l´arsenale che Ahmadinejad sta costruendo. Di chi parliamo? Di Guenter Grass. Il Nobel per la letteratura, il massimo scrittore tedesco vivente, con la poesia che pubblichiamo vuole aprire un dibattito che si annuncia confronto lacerante, a livello globale.
"Quel che deve essere detto", s´intitola la lirica. In uno stile politico-didattico che ricorda il Brecht più impegnato e aggressivo, Grass lancia un attacco durissimo contro la politica dello Stato d´Israele, e contro la Repubblica federale. Perché, in nome della responsabilità per il passato chiamato Olocausto e del nuovo ruolo di potenza-leader di Berlino, la Germania di Angela Merkel ha fornito a prezzi stracciati sei sottomarini ultramoderni alla Hel ha´Halama le Israel, la Marina israeliana. Sottomarini che possono sparare missili da crociera.
Un´arma made in Germany per l´ultima difesa, deterrente da minacciare di usare per non usarlo, come fu con le atomiche tra Usa e Urss nella guerra fredda. In tecnica e strategia militari moderne, spieghiamolo al lettore, i missili lanciati da sottomarini servono a una risposta nucleare a un attacco nucleare subìto, non a un primo colpo. Il primo colpo atomico lo spari con i missili terrestri, come quelli che Teheran acquista in Corea del Nord. E non Gerusalemme e Washington, bensì l´Agenzia internazionale per l´energia atomica (Aiea) che fu guidata dal grande politico egiziano Mohammed el Baradei, denuncia per prima il programma atomico iraniano.
Grass non è d´accordo, non ci sta. Nel poema parla del deterrente israeliano come "minaccia alla pace". Una minaccia, si potrebbe sottintendere, va eliminata. Parla degli U-Boot tedeschi per Gerusalemme scrivendo di "crimine prevedibile, e nessuna delle nostre scuse cancellerebbe la nostra complicità". E denuncia "l´ipocrisia dell´Occidente". Tirades non nuove: da sempre Grass è un grande polemista, non solo un grande letterato. Anni fa, in "im Krebsgang", raccontando del piroscafo Wulhelm Gustloff carico di civili e silurato dai russi nel Baltico, dipinse i tedeschi in qualche modo come vittima della Seconda guerra mondiale. Più tardi, dopo un lunghissimo silenzio, in "Sbucciando la cipolla", confessò di aver prestato servizio nelle SS da giovane, credendoci. Passato e presente si confondono nell´eterno dramma tedesco. Ma questa volta è anche diverso. Die Zeit, l´illustre settimanale di Amburgo, ha rifiutato di pubblicare la poesia. La pubblicherà invece oggi (insieme a Repubblica, El Paìs, e a Politiken in Danimarca) la liberal Sueddeutsche Zeitung. «Grass è il più noto e massimo scrittore tedesco vivente, un Nobel, è sempre stato nel dibattito politico non si censura, si pubblica, in una certa misura i media sono anche bacheche, e Grass è uno dei tedeschi più famosi nel mondo», mi dice Heribert Prantl, direttore nella direzione collegiale della Sueddeutsche.
«Non si può censurare Grass, anche se si ritengono fuorvianti alcune sue opinioni», continua Prantl. «Forse riceverà applausi da una parte, interviene con una poesia nel dibattito, posso solo accettare l´intervento come contributo lirico al dibattito». Non si censurano i grandi intellettuali, insomma, neanche quando possono violare gravi tabù della Memoria o travisano la realtà odierna. La discussione è lanciata.


Quello che deve essere detto"
di Günter Grass

Perché taccio, passo sotto silenzio troppo a lungo
quanto è palese e si è praticato
in giochi di guerra alla fine dei quali, da sopravvissuti,
noi siamo tutt´al più le note a margine.

E´ l´affermato diritto al decisivo attacco preventivo
che potrebbe cancellare il popolo iraniano
soggiogato da un fanfarone e spinto al giubilo organizzato,
perché nella sfera di sua competenza si presume
la costruzione di un´atomica.

E allora perché mi proibisco
di chiamare per nome l´altro paese,
in cui da anni - anche se coperto da segreto -
si dispone di un crescente potenziale nucleare,
però fuori controllo, perché inaccessibile
a qualsiasi ispezione?

Il silenzio di tutti su questo stato di cose,
a cui si è assoggettato il mio silenzio,
lo sento come opprimente menzogna
e inibizione che prospetta punizioni
appena non se ne tenga conto;
il verdetto «antisemitismo» è d´uso corrente.
Ora però, poiché dal mio paese,
di volta in volta toccato da crimini esclusivi
che non hanno paragone e costretto a giustificarsi,
di nuovo e per puri scopi commerciali, anche se
con lingua svelta la si dichiara «riparazione»,
dovrebbe essere consegnato a Israele
un altro sommergibile, la cui specialità
consiste nel poter dirigere annientanti testate là dove
l´esistenza di un´unica bomba atomica non è provata
ma vuol essere di forza probatoria come spauracchio,
dico quello che deve essere detto.

Perché ho taciuto finora?
Perché pensavo che la mia origine,
gravata da una macchia incancellabile,
impedisse di aspettarsi questo dato di fatto
come verità dichiarata dallo Stato d´Israele
al quale sono e voglio restare legato
Perché dico solo adesso,
da vecchio e con l´ultimo inchiostro:
La potenza nucleare di Israele minaccia
la così fragile pace mondiale?
Perché deve essere detto
quello che già domani potrebbe essere troppo tardi;
anche perché noi - come tedeschi con sufficienti colpe a carico -
potremmo diventare fornitori di un crimine
prevedibile, e nessuna delle solite scuse
cancellerebbe la nostra complicità.

E lo ammetto: non taccio più
perché dell´ipocrisia dell´Occidente
ne ho fin sopra i capelli; perché è auspicabile
che molti vogliano affrancarsi dal silenzio,
esortino alla rinuncia il promotore
del pericolo riconoscibile e
altrettanto insistano perché
un controllo libero e permanente
del potenziale atomico israeliano
e delle installazioni nucleari iraniane
sia consentito dai governi di entrambi i paesi
tramite un´istanza internazionale.

Solo così per tutti, israeliani e palestinesi,
e più ancora, per tutti gli uomini che vivono
ostilmente fianco a fianco in quella
regione occupata dalla follia ci sarà una via d´uscita,
e in fin dei conti anche per noi.






Se la storia viene capovolta in un brusìo di responsabilità
di Adriano Prosperi

Günter Grass ha preso la parola per rompere – dice – un silenzio che gli pesa.
Il silenzio che circonderebbe l´intenzione di Israele di sferrare un attacco preventivo che "potrebbe cancellare il popolo iraniano". Ma il risultato della sua poesia è solo quello di creare un brusio confuso, un´impossibile equiparazione tra Israele e Iran, un´incredibile rimozione della minaccia che il regime di Teheran rappresenta per Gerusalemme. Günter Grass è stato a lungo un noto e importante scrittore europeo, cultore ammirato della concezione della letteratura come strumento di esercizio di una responsabilità civile verso la società e verso la storia. Oggi quello scrittore ritorna a battere sul suo tamburo di latta: dice che deve farlo specialmente perché scrittore tedesco, erede di una storia di tragedie nibelungiche. Non lo ha fatto quando doveva, ma non per questo tacerà adesso né lo frenerà il senso di colpa verso il popolo ebraico, né l´accusa di antisemitismo che sarebbe - sostiene - pronta a colpire chi non tace. E così capovolge la storia: accusa Israele (e non Teheran) di minacciare la fragile pace mondiale. E incolpa la Germania risorta dalla guerra di esserne complice per la fornitura di armi, frutto di ipocrita riparazione e di voglia di fare buoni affari. Ipocrisia non solo tedesca: di tutto l´Occidente. Punta il dito sulle testate israeliane e non sulla bomba di Teheran che per lui è "presunta", (Grass dimentica che è l´Aiea a sospettare che Ahmadinejad stia lavorando ad un ordigno nucleare). La proposta? Si chieda con voce collettiva all´Iran di rinunciare a quello che è un pericolo ipotetico, non provato, la costruzione di una bomba che per ora non c´è e che sarebbe comunque unica e sola: e si chieda a Israele di mettere sotto controllo internazionale le parecchie "testate annientanti" di cui segretamente disporrebbe. Insomma, Israele è l´aggressore, l´Iran il popolo minacciato.
È un rovesciamento della realtà che è tutto fuorché nuovo: il pericolo ebraico che l´altro ieri fu strombazzato dalla propaganda nazista e poi da quella fascista oggi è diventato il collante propagandistico che tiene insieme le masse del mondo islamico e vi consolida regimi tirannici. Responsabilità tutta europea, quella dell´avere infettato il mondo arabo col virus dell´antisemitismo, per secoli del tutto assente in quella cultura e in quella parte del mondo.
Di fatto, lo Stato di Israele si è trovato fin dalla sua nascita esposto al costante pericolo e alla continua minaccia di essere spazzato via dal mondo che lo circonda. Il rifiuto arabo e islamico dell´esistenza dello Stato d´Israele ha fatto gravare su di esso una condizione di guerra costante dagli effetti disastrosi, spingendolo anche a scelte sbagliate. Solo una pacificazione israelo-palestinese potrebbe avviare una nuova stagione in Medio Oriente. In questo contesto la scena pubblica è dominata da minacce di guerra e contro-minacce di azioni muscolose.
Le bombe, appunto: quelle vere di cui poco si sa e quelle che si possono immaginare dietro un confronto diplomatico e politico che dura da tempo. Da quando l´agenzia internazionale Aiea ha messo nero su bianco i sospetti di un ordigno nucleare in preparazione in Iran si è avviato uno scontro a più voci sulla questione: il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha minacciato di agire contro la Repubblica Islamica anche senza il permesso degli Stati Uniti. Obama lo ha corretto garantendo ancora protezione ma facendo sentire tutto il suo peso. Ma nessuno ha riconosciuto allo Stato d´Israele il diritto di schiacciare con una preventiva aggressione il popolo iraniano. Quello che si è avviato è il meccanismo della grande politica internazionale dove più delle bombe vere dominano quelle immaginate. Ma resta il pericolo che, mentre «si parla fin troppo di guerra» - come ha detto Obama nell´incontro recente con Netanyahu - qualcuno decida di usare davvero il "grosso bastone". In tutto questo il silenzio dell´Europa è assordante. l´Europa a misura tedesca di oggi è un nano politico, una spettatrice silenziosa. Ma non sarà una poesia a farla uscire dall´angolo: certo, non questa poesia.

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04/04/2012 16:29
 
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Ma è lo stesso Gunter Grass che si arruolò volontario nella 10.SS Panzer-Division "Frundsberg" nelle Waffen SS sotto il terzo Reich?

Perché se fosse lo stesso capirei il suo concetto di pacifismo.
[Modificato da trixam 04/04/2012 16:29]
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Re:
trixam, 04/04/2012 16.29:

Ma è lo stesso Gunter Grass che si arruolò volontario nella 10.SS Panzer-Division "Frundsberg" nelle Waffen SS sotto il terzo Reich?

Perché se fosse lo stesso capirei il suo concetto di pacifismo.




Lo sapevooooooooooooooooooooo che il primo commento sarebbe stato il tuo! e ,onestamente,mi aspettavo un commento di questo tipo.
figurati,mi sono preparato anche la contro domanda:
se non fosse stato nelle ss(ma c'è stato lo so) avresti valutato diversamente queste sue parole?
la domanda non è retorica,te lo chiedo perchè anche io sto cercando una risposta,ma sinceramente penso sia riduttivo rifarsi al(presunto,almeno attualmente)antisemitismo.

ps:auguri!

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Re: Re:
J.Rebus, 04/04/2012 16.35:




Lo sapevooooooooooooooooooooo che il primo commento sarebbe stato il tuo! e ,onestamente,mi aspettavo un commento di questo tipo.
figurati,mi sono preparato anche la contro domanda:
se non fosse stato nelle ss(ma c'è stato lo so) avresti valutato diversamente queste sue parole?
la domanda non è retorica,te lo chiedo perchè anche io sto cercando una risposta,ma sinceramente penso sia riduttivo rifarsi al(presunto,almeno attualmente)antisemitismo.

ps:auguri!




No, perché sempre una cazzata è. Grass non sa niente, ad esempio che i primi contrari all'attacco all'Iran sono i terribili generali israeliani quelli che, nelle fantasie occidentali abituate alla propaganda nazifascita palestinese, sono un po' come gli orchi di Tolkien.
Il fatto che l'abbia detta da quel vecchio nazistaccio che è, la rende solo qualitativamente migliore.

Seconda domanda meno scontata, che tu sappia Grass ha scritto qualche poesia sui fatti di Tolosa?
Anche questi frutto del presunto antisemitismo.

ps thanks.
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In effetti non mi risulta...


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Sui fatti di Tolosa c'è un silenzio colpevole e vergognoso.. assolutamente vergognoso! Purtroppo l'antisemitismo è fortissimo..
Non si tratta nemmeno di parlare di Israele, ma di persone sterminate in quanto ebrei. D'altra parte questa continua sovrapposizione tra ebreo ed israeliano è un'altra cazzata propagandistica. E' come se i cattolici fossero tutti responsabili delle scelte del Vaticano.
Le parole di Grass lasciano il tempo che trovano. Premio Nobel o meno il punto è che bisognerebbe interrogarsi di tutta questa difesa ad oltranza di Paesi come l'Iran, perché sentirsi la morale sull'Italia dittatoriale di Berlusconi non rende compatibile la difesa dell'Iran.
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Repubblica 5.4.12
Israele: "Le accuse di Grass sono antisemite"
Dopo la poesia sullo Stato ebraico. Berlino: "È uno scrittore, non un amico della Merkel"
di Andrea Tarquini

BERLINO - «Le accuse di Grass a Israele evocano l´antisemitismo, vecchia tradizione europea. Specie nel dettaglio di lanciare accuse agli ebrei prima del Pessach, la Pasqua ebraica». La reazione ufficiale dello Stato d´Israele alla provocazione del massimo scrittore tedesco vivente è venuta sul sito dell´ambasciata a Berlino. Per il governo tedesco, chiamato in causa da Grass per le forniture di sottomarini allo Stato ebraico, «c´è libertà di espressione per gli artisti e per fortuna anche libertà del governo di non commentare le loro esternazioni, Grass e la Cancelliera non sono amici e non lo saranno». E Ruprecht Polenz, portavoce di politica estera della Cdu, il partito di governo, aggiunge: «Grass è un grande autore, ma di solito in politica si sbaglia, il paese che preoccupa è l´Iran».
Ecco il day after. Il Nobel per la letteratura tedesco probabilmente se lo aspettava: con le sue accuse a Gerusalemme e il suo sdoganamento di fatto del programma atomico iraniano si attira accuse, condanne, denunce.
Ricordiamo brevemente i fatti: in una poesia pubblicata ieri su Repubblica, sulla Sueddeutsche Zeitung, su El Paìs, Grass definiva Israele con il suo deterrente atomico, e non già l´Iran con il suo programma atomico militare, come minaccia alla pace. E condannava la fornitura di sottomarini tedeschi a Gerusalemme.
«E´ un vero e proprio proclama antiebraico», ha denunciato l´ex presidente delle comunità ebraiche italiane, Amos Luzzatto. «L´attacco di Grass è oltraggioso», ci ha detto ieri Efraim Zuroff, cioè l´erede di Simon Wiesenthal, cacciatore degli ultimi criminali nazisti. «Riflette la trasformazione dell´antisemitismo tedesco negli ultimi anni». Per i tedeschi a cui nome Grass parla, continua Zuroff, «Israele è il bersaglio, il simbolo degli ebrei odiati. Il tamburo di latta che egli oggi suona non è quello della coscienza morale, compromessa dalla sua ammissione di aver militato nelle SS, bensì quello del profondo pregiudizio contro il popolo ebraico».
Durissime le reazioni della comunità ebraica tedesca. Dieter Graumann, suo presidente, parla di «pamphlet aggressivo che capovolge la realtà». «L´Iran è la minaccia alla pace mondiale», nota Charlotte Knobloch, una delle sue esponenti più autorevoli, «Israele è l´unica democrazia nella regione e l´unico paese al mondo la cui esistenza sia messa in forse». Per Deirdre Berger dello American Jewish Committee, «Grass rovescia la situazione e difende un regime brutale». Sul quotidiano liberalconservatore Die Welt, ritenuto vicinissimo al governo Merkel si leggeva: «Grass si rivela di nuovo come l´eterno antisemita, esempio dell´antisemitismo d´alto livello, un intellettuale che ha un problema con gli ebrei. Il cerchio della sua storia si chiude, ed era cominciato da adolescente nelle SS». Solo secondo la Linke, la sinistra radicale erede della dittatura chiamata Ddr, «Guenter Grass ha ragione indicando i pericoli di guerra».

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Repubblica 5.4.12
Parla il professore sopravvissuto ad Auschwitz
Esplode l´ira di Elie Wiesel "Un premio Nobel come lui non può ignorare la storia"
Sono davvero sorpreso e addolorato di leggere simili dichiarazioni L’aspetto più terribile è quando cerca di minimizzare il ruolo dell´Iran

BERLINO - «C´è una regola non scritta: dice che un Nobel deve astenersi dal criticare un altro Nobel. Ma ci sono eccezioni, e questo caso è un´eccezione, eccome». Il professor Elie Wiesel, sopravvissuto ad Auschwitz, Nobel per la Pace, comincia così il colloquio sull´attacco di Guenter Grass a Israele.
Professor Wiesel, qual è stata la sua prima reazione leggendo la poesia di Grass pubblicata da Repubblica e da altri media internazionali?
«Tra vincitori di premi Nobel non ci si critica a vicenda. Ma ci sono volte che non si può tacere».
Perché?
«Perché da scrittore e poeta tedesco, Guenter Grass dovrebbe sapere che lo Stato ebraico non ha mai programmato di eliminare un altro popolo. Come invece la Germania ha fatto nel passato, e come il presidente iraniano minaccia di fare attualmente. Guenter Grass è uno scrittore di talento, ma non è uno scienziato. Se avesse studiato qualsiasi disciplina scientifica nucleare, potrebbe chiedersi come sia mai arrivato a un simile giudizio così orrendo su Israele. Israele ha imparato, come noi tutti nel mondo d´oggi, a prendere sul serio le minacce del nemico. Per questo è così sensibile a qualsiasi tema legato a minacce nucleari. Da persone come Guenter Grass i leader israeliani si aspettano una posizione più attenta e cauta».
Grass scrive "il pericolo per la pace è Israele". Che ne dice?
«Sono sorpreso e addolorato di leggere simili dichiarazioni con quella firma. Chiunque conosca la situazione in Medio Oriente sa che non è vero».
Grass accusa Israele di volontà di attacco preventivo, che risponde?
«Il problema principale è come lui guarda all´Iran. A parte che in tutta la sua Storia di Stato Israele ha sempre e solo condotto guerre difensive. Ma il problema è l´Iran, e l´aspetto più terribile è come Grass parla minimizzando dell´Iran».
Definisce Ahmadinejad "fanfarone", è d´accordo o no?
«Io non paragono Ahmadinejad a Hitler. Ma è terribilmente chiaro come Grass si sbagli su Ahmadinejad. Le cui ripetute dichiarazioni di voler distruggere Israele non sono solo propaganda. Vuole veramente dire quello che dice. Come si deduce dai rapporti dell´Agenzia internazionale per l´energia atomica, i programmi nucleari iraniani sono una minaccia seria per Israele. Non solo le centrifughe, tutti i programmi, i missili nordcoreani. È una questione seria».
Insisto, l´Iran non è una minaccia sopravvalutata?
«È una minaccia da prendere sul serio. È poi anche terribile non gridare contro le violazioni dei diritti umani in Iran, dalle torture alle esecuzioni. Ma il peggio Grass lo ha scritto con le accuse a Israele. Lo attacco per quanto ha scritto su Israele, non per quanto tace sull´Iran».
Grass definisce la fornitura di U-Boot tedeschi a Israele come "complicità in crimini". Secondo lei ha ragione o no?
«Dirlo, per un tedesco, è oltraggioso moralmente e intellettualmente. Dai tempi di Adenauer il passato pesa in modo positivo sulla politica tedesca verso Israele. Il primo incontro tra Adenauer e David Ben Gurion – io c´ero, come reporter – fu commovente. Insieme da soli si dissero tanto, alla conferenza stampa successiva dominava il silenzio imbarazzato. Adenauer ruppe il ghiaccio, disse a noi giornalisti "raus", via. La critica di Grass ad Angela Merkel la quale dice che "la sicurezza di Israele è priorità strategica" è un problema per Grass stesso e per chi la pensa come lui. Prendiamo nota di cosa Grass vuole, capendo chi è il vero Guenter Grass. Lui che in un´intervista a un giornale israeliano paragonò l´Olocausto alle sofferenze dei civili tedeschi nella seconda guerra mondiale scatenata da Hitler».
(a.t.)

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06/04/2012 16:29
 
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Repubblica 6.4.12
Il genocidio degli ebrei è un crimine senza uguali
Impedire altre colpe. Il dovere di parlare
"Tacendo si rischia una guerra mondiale"
La difesa di Günter Grass: "Siamo una generazione segnata dal silenzio"
di Jan-Peter Gehrckens

Lo scrittore tedesco premio Nobel replica alle accuse. Nella sua poesia "Quello che deve essere detto" attaccava lo Stato di Israele
Dobbiamo parlare del presente per impedire altre colpe per non dire poi "Non lo sapevo"
Il genocidio degli ebrei è un crimine senza uguali. Un peso che dà agli scrittori il dovere di parlare

BERLINO - «Se Israele attacca gli impianti atomici iraniani, si potrebbe arrivare alla terza guerra mondiale». Così ha detto poche ore fa Günter Grass all´agenzia di stampa tedesca Dpa. Attaccato da quasi tutti i media e i politici tedeschi, difeso da pochissimi, glorificato dai media iraniani che lo elogiano come «intellettuale coraggioso», il Nobel si difende. Ecco cosa ci ha detto. Signor Grass, cosa ha voluto dire con questa poesia? «È una poesia nella grande tradizione della letteratura e della poesia tedesca, da Goethe a Heine a Brecht fino a poesie recenti contro la guerra nel Vietnam».
Ha voluto essere di nuovo "der Mahner" colui che ammonisce?
«L´ammonitore? No…, ma anche sì. Ammonire è un tratto distintivo della mia generazione. Una generazione segnata dal nazionalsocialismo, che si lasciò sedurre dal nazionalsocialismo, e dai silenzi del dopoguerra. Leggete tutti i miei libri, dal "Tamburo di latta" fino all´ultimo ho sempre trattato il tema del genocidio degli ebrei. Un genocidio che è senza uguali ma magari ci si dimentica il milione di Rom assassinati, o i due milioni e mezzo di prigionieri di guerra russi morti di fame. Tutto questo, l´insieme, è un crimine senza uguali. Sento tutto ciò come un peso che dà un dovere agli scrittori. E per questo c´è anche il dovere di parlare sul presente per impedire altre colpe, per non dire poi "non lo sapevo"».
Concretamente cosa l´ha spinta a scrivere la poesia?
«Due fatti. La visita del premier israeliano negli Usa e la dichiarazione di prontezza a ogni gesto di ultima difesa, anche un primo colpo. In Europa da centinaia di anni diciamo in diplomazia che finché si dialoga non si spara. Il secondo fatto: la fornitura a Israele, come risarcimento quasi, pagando con soldi dei contribuenti, di sottomarini tedeschi capaci di sparare missili, anche nucleari, a medio raggio. Il linguaggio del governo israeliano peggiora pericolosamente il clima in una regione - guardate alla Siria - carica di tensioni. E già con l´Iraq abbiamo visto la menzogna delle cosiddette e inesistenti armi di distruzione di massa di Saddam. Ciò mi ha reso diffidente».
Khomeini parlava di distruzione di Israele. Oggi lo fa Ahmadinejad; chiamarlo "fanfarone" non è un po´ poco?
«Nella poesia parlo di cose di cui non si parla. Prima di tutto che da anni Israele è una potenza atomica con molte testate nucleari, il governo israeliano tace e noi tacciamo. Il capo dell´esecutivo iraniano da tempo parla in discorsi, verbalmente, di negazione del diritto all´esistenza di Israele, è noto, non devo per forza parlarne nel poema. Perciò lo chiamo un fanfarone, ha retorica demagogica. La realtà di cui parlo è l´esistenza di una bomba atomica iraniana che finora è stata solo presunta, non dimostrata, mentre la potenza atomica Israele si sottrae a ogni controllo. Ci vogliono negoziati".
Si aspettava tante reazioni negative?
«Sì, ma constato che in un paese democratico ove vige la libertà di stampa, il nostro, si è manifestata una certa Gleichschaltung (il concetto con cui Goebbels uniformò e imbavagliò i media per Hitler, ndr) delle opinioni. Mi ferisce. Mi chiamano "eterno antisemita", è il rovesciamento del concetto di "eterno ebreo". È indegno parlare sempre subito e solo di antisemitismo tedesco».

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Israele contro Grass
"Ora è persona non gradita"
La decisione del governo israeliano: in una poesia in cui il Nobel tedesco attacca lo stato ebraico per la politica verso l'Iran e lo accusa di minacciare la pace nel mondo
Lo leggo dopo Guenter Grass (ap)
GERUSALEMME - Israele ha dichiarato oggi persona non grata lo scrittore tedesco Guenter Grass, autore di un poema contro la politica israeliana nei confronti dell'Iran. Lo si apprende da un comunicato del ministero dell'Interno israeliano.

Giorni fa il premio Nobel per la letteratura aveva affidato ai versi di una 'poesia civile', pubblicata anche su Repubblica, il suo tentativo di ingrossare le voci di chi vorrebbe che "un controllo libero e permanente / del potenziale atomico israeliano / e delle installazioni nucleari iraniane / sia consentito dai governi di entrambi i Paesi / tramite un'istanza internazionale". Ma più dell'appello, relegato alla fine del testo, hanno fatto scalpore le parole "la potenza nucleare di Israele minaccia / la così fragile pace mondiale".

"Perché ho taciuto finora?", è il verso auto-accusatorio dello scrittore che pochi anni fa aveva confessato di aver fatto parte per un breve periodo, da giovane, delle SS naziste: "Perché pensavo che la mia origine, / gravata da una macchia incancellabile, / impedisse di aspettarsi questo dato di fatto / come verità dichiarata dallo Stato d'Israele / al quale sono e voglio restare legato".

Durissime sono state le reazioni dei rappresentanti della cultura e dello Stato ebraico, in Germania come in Italia. Se per l'ex presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, Amos Luzzato, si è trattato di "un vero e proprio proclama antiebraico", secondo il presidente del Consiglio centrale ebraico tedesco, Dieter Graumann, la poesia era "un pamphlet aggressivo" che capovolge la realtà: non è Israele a minacciare, ma l'Iran.

Per il delegato dell'ambasciata israeliana a Berlino, Emmanuel Nahshon, quelle di Grass erano accuse che ricordano l'antisemitismo vecchio stampo: "Quel che deve essere detto - ha scritto Nahshon richiamando il titolo del componimento - è che appartiene alla tradizione europea accusare di omicidio rituale gli ebrei prima della Pesach (la Pasqua ebraica)".
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