Il segretario della Cgil: Questo è un Paese confuso, si è capito che il propblema del mercato del lavoro non è quello". "Manovra squlibrata, chiediamo
di LAURA PERTICI
ROMA - "L'articolo 18? Considero l'argomento archiviato". Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, è ospite di Repubblica Tv. Risponde alle domande di Massimo Giannini. E con il consueto piglio torna sulle polemiche del giorno: licenziamenti, crisi dell'occupazione, sacrifici imposti dal governo Monti, precariato. Ma la retromarcia del ministro del Welfare Elsa Fornero, dopo tanto rumore, è necessariamente al centro della discussione. Per definire la questione chiusa, dal punto di vista del sindacato.
Tutto chiarito, dunque?
"In effetti questo è un Paese confuso - dice Susanna Camusso - ma per fortuna si è capito che il problema del mercato del lavoro non è la flessibilità in uscita bensì la precarietà. E che bisogna discutere di ammortizzatori. L'articolo 18, lo abbiamo ribadito più volte, è una norma di civiltà".
Per qualcuno un tabù.
"
Difende il lavoratore dalle dimissioni in bianco, decise non per fattori legati alle capacità oggettive ma per discriminazione. La discussione va fatta nel merito, con tutte le complicazioni che ci sono, senza utilizzare le bandierine ideologiche di chi vuole abolire l'Articolo".
Come si deve intervenire nel mercato del lavoro?
"La Cgil è molto interessata - forse lo fa con ritardo e per questo faccio autocritica - a chiudere quella dualità che è insopportabile, ma non determinata dallo Statuto. Ci sono 40 modalità di assunzione in Italia e soprattutto sopravvive l'idea che i giovani debbano essere pagati molto poco. Così non va. Per superare questo dualismo esiste l'apprendistato, uno strumento straordinario".
Salario minimo garantito: vi interessa?
"Il dibattito sul tema è storico. Ma ho io una domanda: dove sarebbero le risorse per questo salario? L'urgenza da affrontare è un'altra. Dare continuità di reddito a chi non riesce a stabilizzarsi nel mercato del lavoro".
Continuerete a chiedere la patrimoniale?
"Certo, vogliamo la patrimoniale perché gli squilibri permangono. La tassazione sulle abitazioni richiedeva progressività, c'è una differenza tra chi ha magari ricevuto la casa dal nonno in eredità e chi possiede venti abitazioni. Ma da subito insisteremo anche sulle pensioni, riproporremo il tema nel Milleproroghe, perché va presa in considerazione una realtà: c'è una relazione tra il lavoro che fai, come lo fai e per quanto tempo lo fai. Si può quindi discutere del fatto che 35 anni siano pochi per andare in pensione, ma è evidente che 41 sono ben altra cosa e che al momento si è accantonata qualsiasi ipotesi di gradualità. Per non dire delle donne, ora penalizzate due volte, dall'allungamento dell'età lavorativa e dalla discontinuità contributiva".
Capitali scudati: cosa può fare Monti nella fase 2 del suo governo?
"Più lotta all'evasione, all'elusione e al sommerso. Il patto di cittadinanza è fondato sul fisco e non è che quello con chi ha violato le regole valga di più di quello stipulato con chi le rispetta. Il riequilibrio deve essere finanziato con la patrimoniale".
Durerà la stagione dell'unità sindacale?
"Le cose momentanee sono figlie di quel che già era in moto. Distanze ce ne sono con Cisl e Uil, il percorso con loro non sarà lineare. Ma coltiveremo i momenti unitari".
Sarete in piazza anche il 24 dicembre.
"Davanti a Montecitorio, certo, con il presidio permanente. Sotto al nostro albero si raduneranno le storie e i problemi del lavoro".
Ci saranno altri scioperi nel 2012?
"C'è anche la possibilità che non ce ne siano, dipende dal Presidente del Consiglio, così come dal sistema delle imprese. Nel prossimo anno si aprirà una importante stagione contrattuale".
[Modificato da .pisicchio. 23/12/2011 03:34]