Con l'arrivare del Natale è in un certo senso più semplice trovare sui volti della gente il sorriso, incontrare per la strada persone che hanno messo da parte i loro dispiaceri e si concedono un attimo di pace. Insomma è come se, almeno per quel momento dell'anno, tutto andasse un po' meglio.
Voglio condividere con voi quello che ho saputo ieri mentre in treno scendevo a casa per il Natale.
Ero un po' triste, ad essere sincera avevo anche pianto, stavo ascoltando musica, come sempre, quando vedo arrivare in treno una ragazza di Maratea che oggi vive e lavora in Veneto.
Sono stata contenta quando l'ho vista avvicinarsi e tra me e me ho pensato che il viaggio sarebbe stato più piacevole chiacchierando con lei.
Abbiamo ricordato momenti di esperienze passate, fatto qualche battuta su personaggi tipici del posto, poi Marcella mi dice: "Chiara, lo sai che è morto a Roma il marito di Angelica?" Non conosco bene questa Angelica, ma alla notizia ho spalancato gli occhi, sapendo qual è la sua età e ho chiesto conferma al fatto che ricordassi che la coppia ha anche una bambina, e la mia amica mi ha confermato che avevano una figlia di 4 anni.
Ho pensato a questa ragazza, a quello che potrà essere il suo Natale, alla bambina, ma mi sono in un certo senso rasserenata pensando che, comunque, la bambina è piccola e magari non ricorderà.
Arrivo a Maratea, mio padre viene a prendermi alla stazione e nel tragitto in macchina mi chiede: "Lo sai che è morto..." Io l'ho interrotto dicendo che ero stata già informata da Marcella, ma papà ne sapeva di più.
Pare che questo giovane di circa 40 anni fosse da solo in casa con la bambina, era sera e le stava lavando i piedi, quando all'improvviso è caduto a terra, ucciso da un infarto. La bambina, appena ha sentito la mamma entrare in casa è scappata alla porta dicendo: "Mamma, mamma, papà mi ha lavato solo un piedino e poi si è messo a dormire."
Cari colleghi, cari amici, cari utenti, non so descrivervi cosa ho sentito dentro, se il mio fosse tremore o paura, dispiacere o rabbia, commozione o dolore, non ve lo so dire...
...ma posso dirvi che stanotte ho fatto un sogno: io piangevo, piangevo a dirotto e alcuni bambibi africani, quasi nudi e denutriti asciugavano le mie lacrime.
Buon Natale a tutti.
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Di fronte a questo brulichio di artisti e di bambini, di gente in vario modo allegra, chiedo che festa si stia celebrando. “Nessuna, qui da noi ogni giorno si festeggia la vita.”
Silvano Agosti – Lettere dalla Kirghisia