00 22/01/2015 21:14
Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Riformulando - nel senso di una reinterpretazione - il pensiero di Paperino (così mi faccio anche uno spot a S. Prisco, Costituzione, diritti umani, forma di governo. Frammenti di un itinerario di studio tra storia e prospettive, Giappichelli, Torino, 2014 [SM=g2725404]), Napolitano ha difeso il potere, certo (commento: beh, da un Presidente della Repubblica non ci si aspetta che difenda l'antipotere e il contropotere), cioè la stabilità istituzionale (niente scioglimenti anticipati, nessuna barricata contro l'euro, anzi vaselina per i mercati, perché in agguato c'erano la Lega e poi Grillo).
Il problema è sempre quello. L'Italia non è storicamente e strutturalmente davvero bipartitica, il suo bipolarismo intermittente si concreta in realtà in una forte area "centrale" articolata (mica da ora: da Cavour, Depretis, con Mussolini - che governò durante il Regno dal centro, controllando le estreme, poi Salò fu cosa diversa - con la DC, con Monti e Letta, ora con FI+NCD+PD, i cui leaders in altri tempi avrebbero diretto non partiti, ma correnti democristiane diverse).
In tale area "centrale" trasformista si litiga e si compete per il governo, ma in - in tempi di crisi - ci si chiude comunque verso la sinistra e la destra estreme, con accordi tra differenti moderatismi.
Napolitano ha difeso tutto questo perché è il nostro DNA (non dico se sia bello o brutto, dico solo che questo è) e l'elasticità/vaghezza della Costituzione sui poteri presidenziali glielo ha consentito (in nessun momento è formalmente mancata la fiducia delle Camere al Governo, ma in più il Presidente ha molto "protetto" l'Esecutivo: un semipresidenzialismo parlamentare, insomma [SM=g2725401]).
Se non avesse fatto così, lo spettro c'era già pronto: la Grecia. Ora, però, se fossimo gente seria, faremmo davvero le riforme (a lui lo hanno dovuto pregare perché restasse e gli era chiaro che non ci sono alternative al cambiamento; nel discorso dopo la rielezione era impressionante vedere come lo applaudissero, come se - ad un padre che dice al figlio "Sei uno s..., un p..., vaff..."; ma Napolitano è troppo elegante per dirlo - il figlio rispondesse: "Sì, papà, hai ragione, papà") e premeremmo per fare europeizzare il debito pubblico dei Paesi più inguajati; alternative non ne abbiamo, siamo troppo grandi per fallire e troppo mosci per diventare la Germania.
Ora sono alle porte un Presidente poco amato, poco bonino, sbiadito abbastanza per non disturbare Renzi, però tutelandolo in Europa e verso i mercati (ma ricordatevi Cossiga, che all'inizio sembrava un notaio; sarà il momento dell'infinocchiatura?), un Renzi- Berlusconi- Alfano e una grazia. Indovinate a chi? [SM=g2725401]