00 09/05/2013 21:55
Re @Trixam
In Italia si sta creando un rapporto perverso tra informazione, politica e social che mi sembra patetico. L''informazione non è mai stata in grado, per limiti propri o perché assoggettata ad interessi economici, di svolgere il compito di formare un'opinione pubblica matura di un paese occidentale.
In italia la stampa serve a creare zone di consenso che diventano poi tribù ed a questo è funzionale l'utilizzo del web come strumento tribale di legittimazione, si parla di un argomento e subito si va alla "rabbia del web", "mobilitazione del web" e via di questo passo utilizzando i social network come agit prop moderni. Dall'altra parte
i social network hanno una forza autonoma e diventano uno strumento dove gli indignati di professione trovano il proprio habitat naturale.

Perdonami il tuo discorso, che posso anche condividere, è territorialmente circoscritto. Io credo che quanto dici valga ovunque. In Italia come altrove. Non a caso abbiamo assistito a mobilitazioni web su scala internazionale, che hanno avuto la loro eco anche nel nostro paese. Interazione tra informazione, politica e social network non l’abbiamo certo creata noi, né solo da noi ha assunto sfumature particolari. Il presidente dei tuoi amati States ci ha fatto un’intera campagna elettorale col web. Noi importiamo solo idee che nascono altrove da questo punto di vista, né più né meno. Che poi da noi a sfruttare il fenomeno sia Casaleggio & co e che questo non ti piaccia poco importa, di certo non ne puoi fare un discorso di genere.
Poi scrivi: “in Italia la stampa serve a creare zone di consenso” ancora una volta come se fosse un isolato e caratteristico fenomeno tutto italiano. Per favore citami qualche mezzo di comunicazione che non funga da veicolo, ovunque, atto a creare consenso. La peculiarità tutta italiana invece l’abbiamo vissuta con Berlusconi, ma non ho certo bisogno di ricordarti io i come e i perché.
Sinceramente non capisco come ci si possa lamentare del livello del dibattito sul web in un paese dove la maggioranza della popolazione non legge nemmeno un libro all'anno e non è che puoi dargli nemmeno troppo torto dato il livello italiano.
Guarda Trixam, qualche giorno fa ho letto una frase scritta da uno dei moderatori, a memoria mi pare di ricordare che fosse Oneoftheesedays, dove chiariva che sono le persone a determinare il livello di qualsivoglia conversazione. Questo sia de visu che dietro un monitor. Ma resta pur sempre un discorso generale, che abbraccia qualsivoglia utenza, senza distinzioni territoriali.

Per concludere, il reparto saggistica delle librerie tende a fornirti il prodotto più commerciale, di sicura vendita. Spetta poi al singolo saper scegliere in sintonia con le proprie aspettative. Ma questo non accade solo oggi, è da sempre così. Io che per esempio sono una cultrice di buona musica, con quello che propongono le case discografiche, starei fresca. Perciò mi informo, vaglio, ricerco, e poi scelgo.
Questo per dire che internet è uno strumento formidabile di divulgazione, in Italia come altrove per chi sa comprendere, capire, scegliere ma che proprio perché così vasto e non circoscritto ad una ristretta élite paradossalmente si porta dietro anche tanta schifezza.
[Modificato da fridafrida 09/05/2013 21:56]



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