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Roberto Vecchioni e Teresa De Sio - Il violinista sul tetto

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    Un_Minollo
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    Utente Master
    00 28/03/2011 19:26


    Io da grande partirò soldato
    con la giacca nuova e col fucile,
    con la giacca che tu m’hai cucito
    servirò la patria, a costo di morire.

    Mamma, oppure no, farò il pompiere
    che si getta impavido nel fuoco,
    salverò la vita del mio amore,
    brucerà il mio cuore di ben altro fuoco.

    Mamma dammi centomila lire
    che domani parto, vado a ddà il pompiere
    mamma dammi centomila lire
    che domani voglio fare il bersagliere.

    Ecco qua le centomila lire
    per l’eroico piccolo pompiere,
    ecco qua le centomila lire
    per le piume al vento
    del mio bersagliere,
    ecco qua le centomila lire
    te le darò quando ti vedrò partire.

    Mamma, sento che sarò poeta,
    già mi vedo scrivere “Alla luna”,
    “L’infinito”, “A Silvia”, la vicina
    che è la nipotina della sora Bruna,

    o mi faccio frate confessore,
    pè sentì i peccati della gente,
    soprattutto quelle delle suore
    che se fanno fare, ma non se sà niente.

    Mamma dammi centomila lire
    che mi fo poeta pè ccantà l’amore,
    mamma dammi centomila lire
    che sarò domani frate confessore.

    Figlio figlio che tu sia poeta,
    o soldato o frate confessore,
    o il pompiere che non teme niente,
    se ne accorgeranno tutta quela gente:
    dormi adesso ninno, nella sera
    tu sarai l’orgoglio d’ogni tuo parente.

    Mi dicevo quando sarò grande
    sceglierò tra vivere e capire,
    se dovrò cambiare le mutande
    se dovrò restare, se dovrò partire:
    mamma sono diventato uomo,
    e mi hai dato centomila lire,
    ma non sò né frate, né pompiere
    nianca sò poeta, nianca bersagliere.

    Sai dov’è finito il tuo bambino?
    solo sopra il tetto a sonà il violino,
    a sonà il violino sopra il tetto
    con un muro bianco proprio dirimpetto.

    Figlio, figlio, se nessuno ascolta,
    la tua mamma ti farà una torta,
    sono sona figlio tutta notte,
    non ti disperare, tanto che ce fotte?

    Mamma, mamma, forse il mio destino
    era lì sul tetto a sonà il violino,
    che mme frega se nessuno sente,
    tanto non lo suono mica per la gente.

    Sona, sona, figlio, figlio bello
    mamma tua ti porta il limoncello,
    e ti porta pane e pecorino
    se ti viene fame prima del mattino.

    Mamma, mamma, questo è il mio destino
    stare sopra il tetto a sonà il violino,
    dillo a babbo, dillo alle sorelle
    se nessuno sente, sòno per le stelle;
    dillo a babbo, dillo alle sorelle
    sòno per me solo, sòno per le stelle.







    "...a quella quasi da immaginare, tanto di fretta l'hai vista passare...dal balcone a un segreto più in là...e ti piace ricordarne il sorriso che non ti ha fatto e che tu le hai deciso, in un vuoto di felicità..."



    "...si sente sempre più spesso che sono un pazzo depresso...meglio depressi che stronzi del tipo "Me ne fotto", perchè non dicono "Io mi interesso?!"..."



    ...harmony you will be my bride...






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    birrena@
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    Utente Veteran
    00 27/04/2015 09:12
    Molto bella [SM=x43799]



    [SM=g2725282]




    "Ho visto cose bellissime grazie alla
    diversa prospettiva suggerita dalla mia perenne
    insoddisfazione, e quel che mi consola ancora, è
    che non smetto di osservare".

    (Edgard Degas)