diegodp, 3/14/2011 11:08 AM:
Secondo me
Io sono a favore del nucleare.
Perchè la Francia ci schiavizza economicamente e ci vende l'energia che produce a 3 mtr da casa nostra.
Una cosa vergognosa che evidentmente nasconde accordi ben più profondi che noi non possiamo conoscere.
Il nucleare è pulito, è sicuro, è anche più salutare rispetto ad altre fonti di energia, a parità di costo/pruduttività.
Non diciamo minchiate adesso. La Francia non schiavizza nessuno.
In primis: l'Enel e' presente nel mercato francese con quote di partecipazione in Powernext ed EPR, e' una presenza massiccia. Tecnicamente non sarebbero i francesi bastardi a schiavizzarci vendendoci l'energia, sarebbe una societa' italiana a farlo.
Se il costo energetico fosse oltremodo spropositato avremmo trovato un mercato piu' conveniente, evidentemente ci sta bene che la Francia ci rifornisca. L'indipendenza non l'avresti lo stesso, sarebbero i francesi a costruire e gestire le nostre centrali (l'Italia ha perso il know how) ergo l'indipendenza la vedresti comunque col binocolo.
Resterebbe il problema dell'approvvigionamento e dell'arricchimento dell'uranio.
Il calcolo della produttivita' andrebbe fatto con cognizione di causa. E' l'energia nucleare l'alternativa al momento piu' conveniente? Bada bene, io parlo di attualita'.
Che una centrale costruita nel 1990 sia produttiva e' ovvio, non e' detto che lo sia altrettanto una del 2011.
Il fenomeno va ricostruito da un profilo economico.
Edificare un impianto richiede finanziamenti statali.
Una centrale costa in media dai 5 ai sette miliardi di dollari (quelle italiane dovrebbero costarne 10
).
30 miliardi di euro ai quali devi aggiungere i costi di stoccaggio (quelli vanno considerati nel bilancio della difesa), di manutenzione, ed il prezzo del "combustibile". Ovviamente ci sarebbero aumenti non lineari dovuti all'aumento della domanda. Sono costi che inevitabilmente finiranno in bolletta. A questo punto: conviene ancora al consumatore?
Parliamo poi di scorie. Dove le metti? Nessun paese al mondo ha un impianto di stoccaggio permanente. Gli Stati Uniti qualcosa di simile potrebbero averlo pensato, e' una montagna nel Nevada, peccato che le quote di gestione siano salite oltremodo e che nessuno abbia la minima idea di dove lasciarle ste scorie (gli isotopi dell'uranio restano radioattivi per qualche milione di anni), in Germania le han depositate in una miniera di sale (il cloruro di sodio abbatte il tempo di decadimento), peccato ci siano state delle fuoriuscite ed i tedeschi non sappiano che cazzo fare.
Va da se' che le scorie devono essere protette, che qualche pazzo col turbante voglia mai decidere di immolarsi assieme ai fusti al grido di Allah Akbar.
Procediamo. Le centrali non sorgono per magia dall'oggi al domani. Servono studi di impatto, e non solo risorse economiche ma anche di tempo minimo per l'edificazione.
Identificare i siti, ottenere le autorizzazioni (proprio ieri il governo ha cancellato la norma sulla trasparenza nell'individuazione dei siti), arricchire il materiale fissile e metterle in funzione.
15 anni prima che si possa produrre energia, senza contare che il design delle nostre centrali e' gia' vecchio. Una centrale per essere produttiva deve funzionare dai 20 ai 30 anni, arriveresti al 2046-2050 con centrali obsolete ed inquinanti. Nel 2025 il primo prototipo di reattore a fusione dovrebbe essere operativo (per non parlare della tecnologia ad idrogeno).
3 centrali servono a poco, ci fai un 5% della produzione energetica nazionale, indi compreresti comunque energia dalla Francia, ci fosse stato un progetto serio sul piatto (produrre il 50% dell'energia in Italia tramite nucleare) il discorso sarebbe stato ragionevole, cosi' com'e' formulata la proposta mi pare sia l'ennesimo tentativo di fregare soldi al contribuente.
Il problema dell'approvvigionamento energetico paneuropeo va risolto con sistemi come SuperSmart Grid, una rete energetica continentale che ti permette di diversificare le fonti (nucleare, rinnovabili, un po' di petrolio, sempre meno carbone) in un mercato unico e concorrenziale che permetta una gestione ottimale delle risorse. Peccato che l'UE non sia coesa, le pressioni lobbystiche siano forti e che il progetto costi tanto (quasi 600 miliardi di euro) e sia a lungo termine.