Le nostre democrazie non possono
accettare un'altra crisi finanziaria»
Draghi: è stato necessario aiutare le grandi banche
ma tutto questo «ha rinforzato l'azzardo morale»
CRITICHE AI SUSSIDI ai rischi delle compagnie più grandi
«Le nostre democrazie non possono
accettare un'altra crisi finanziaria»
Draghi: è stato necessario aiutare le grandi banche
ma tutto questo «ha rinforzato l'azzardo morale»
Mario Draghi (Ansa)
MILANO - «Le nostre società democratiche non possono accettare un'altra crisi finanziaria». Con queste parole il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi ha citato l'attuale presidente della Banca centrale europea Jean Claude Trichet durante un intervento alla cena che ha aperto il G20 a Parigi, intervento di cui l'agenzia Ansa ha diffuso alcuni passaggi. «Il denaro dei contribuenti - ha aggiunto Draghi - in futuro non dovrà essere utilizzato in caso di crisi». Draghi ha anche ricordato il nome dell'ex governatore della Bundesbank Hans Tietmeyer spiegando che il banchiere centrale tedesco è stato «padre fondatore del Financial Stability Forum», l'organismo poi divenuto il Financial Stability Board , ora presieduto proprio da Draghi.
Non è stata questa l'unica occasione in cui, giovedì, Draghi ha affrontato il tema della crisi finanziaria e delle sue conseguenze sul tessuto sociale. Il Governatore, in un articolo pubblicato su una newsletter del think tank «Eurofi», aveva sottolineato che l'uscita dalla crisi ha comportato prezzi immateriali ma non per questo meno salati: per esempio è stato necessario aiutare le banche troppo grandi per essere lasciate fallire, ma ciò «ha rinforzato l'azzardo morale in modo molto significativo».
L'ARTICOLO - Ora occorre dotare le giurisdizioni di meccanismi attraverso cui «ogni istituzione finanziaria possa passare attraverso un fallimento gestito senza danneggiare la stabilità finanziaria e senza sostegno dei contribuenti». Nell'articolo Draghi ha anche ricordato che nel corso della crisi finanziaria «la risposta delle autorità fu necessaria» per la «stabilità» e per «ragioni macroeconomiche». Ma gli aiuti hanno anche fornito «un sussidio alla leva finanziaria e ai rischi delle compagnie più grandi».