Sparisce dal ddl intercettazioni
la violenza contro i minori
Il relatore Centaro (Pdl): emendamento per eliminare dal testo l'intera questione, posta originariamente dall'Idv
ROMA - Sparisce dal ddl sulle intercettazioni la questione dell'arresto obbligatorio nei casi di violenza contro i minori. Il relatore Roberto Centaro, senatore del Pdl, ha annunciato che verrà soppressa, grazie a un suo emendamento, tutta la parte del testo che riguarda la violenza e gli atti sessuali con i minori. La materia era stata introdotta nel provvedimento con un emendamento presentato dal senatore dell'Idv Luigi Li Gotti, nel quale si prevedeva l'arresto obbligatorio in flagranza di reato per i casi di violenza sessuale, di atti sessuali con minori e il reato di violenza di gruppo. Poi, la maggioranza aveva presentato un altro emendamento che eliminava l'arresto obbligatorio per atti sessuali con minori «di più lieve entità». In seguito alle forti polemiche, la maggioranza ha deciso di eliminare dal testo l'intera questione. Pertanto Centaro ha presentato un emendamento soppressivo del comma nel quale era stato recepito l'emendamento di Li Gotti.
«TOPPA PEGGIORE DEL BUCO» - «Dura la reazione del senatore Idv: «Come al solito, la toppa è peggiore del buco - afferma Li Gotti -. Il nuovo emendamento riguardante i pedofili prevede infatti un altro guazzabuglio di norme senza capo né coda. È da sottolineare la disparità di trattamento nel caso di atti sessuali nei confronti di minori e in quello di violenza sessuale. In flagranza di reato, nei casi di minore gravità è previsto l'arresto facoltativo per entrambe le fattispecie; nei casi più gravi c'è l'obbligo di arresto solo per la violenza sessuale. Perché questa differenza? Una semplice dimenticanza o un altro capolavoro dei super esperti giuridici del ministero e della maggioranza?».
PLAUSO PD: «NORMA BIECA» - Il Pd invece canta vittoria. «Le ragioni dell'opposizione hanno costretto la maggioranza a ritirare il bieco provvedimento - dice la senatrice Anna Serafini, vicepresidente della commissione per l'infanzia - che ha suscitato la ferma reazione dell'opposizione e le giuste proteste di associazioni, organizzazioni e utenti del web, che lo avevano ribattezzato "tutela-pedofili". Il concetto di violenza sessuale di lieve entità non deve assolutamente entrare nella legislazione che riguarda i reati sessuali a danno di minori. Il rischio immediato sarebbe infatti un inevitabile riflesso negativo di questa norma sull'esito dei procedimenti giudiziari, perché impedirebbe l'arresto in flagranza e il processo per direttissima dei pedofili».
[Modificato da fulvio25 08/06/2010 20:49]