gcgcgc, 09/06/2010 17:07:
...ma da dove è uscita questa notizia? Nessuno mi ha anocra risposto...
...pura curiosità, desidererei tanto saperlo...
una tra tante
archiviostorico.corriere.it/2010/giugno/06/autopsia_sui_pacifisti_uccisi_Colpiti_co_9_1006060...
L' autopsia sui pacifisti uccisi «Colpiti da spari a bruciapelo»
Il racconto del soldato: «Ne ho abbattuti sei da solo»
ISTANBUL - Il più giovane, Furkan Dogan, 19 anni, è stato colpito cinque volte: in faccia alla destra del naso, alla nuca, alla schiena, alla gamba sinistra, alla caviglia sinistra. Il più anziano, Ibrahim Bilgen, 60 anni, è stato colpito quattro volte: al petto, alla schiena, all' anca destra, alla tempia destra. Le autopsie sui corpi dei nove attivisti uccisi sulla Mavi Marmara - racconta il quotidiano britannico Guardian - rivelano l' intensità della forza usata dai soldati israeliani e quanto gli scontri siano stati ravvicinati. «I proiettili 9 mm sono stati sparati da molto vicino - spiega Haluk Ince, presidente del consiglio turco di medicina forense -, fino a venti centimetri. In due casi (Cegdet Kiliclar, 38 anni, e Cengiz Songur, 47 ndr) abbiamo riscontrato una solo ferita (nel mezzo della fronte, un colpo sparato da lontano e l' altro al collo), tutti gli altri avevano numerosi fori d' ingresso». Cetin Topcuoglu, 54 anni, ex campione di taekwondo che lavorava come allenatore per la nazionale turca, è stato colpito tre volte: alla nuca, all' anca e allo stomaco. Cengiz Alquyz, 42 anni, quattro volte: alla nuca, al volto, alla schiena, alla gamba sinistra. Anche Sahri Yaldiz, quattro colpi: al petto, alla gamba sinistra, due volte alla gamba destra. Aliheyder Bengi, 39 anni: al petto, allo stomaco, al braccio destro, alla gamba destra, due volte alla mano sinistra. Necdet Yildirim, 32 anni: spalla destra e schiena. Il dottor Ince dice di aver estratto una pallottola che non aveva mai visto: «Era come un contenitore di diversi tipi di proiettili. Tutti i colpi erano intatti, questo vuol dire che non hanno toccato un altro punto prima di entrare nel corpo, non sono arrivati di rimbalzo, altrimenti sarebbero stati deformati». Michael Oren, ambasciatore israeliano a Washington, ha scritto in un editoriale pubblicato dal New York Times, che sulla nave sono stati recuperati caricatori di un calibro non utilizzato dalla Shayetet 13, l' unità speciale israeliana. Gli attivisti hanno sempre sostenuto di essere partiti disarmati. Il sergente S. è stato il quindicesimo e ultimo commando a scendere, lungo la fune attaccata all' elicottero Black Hawk, sul ponte della Mavi Marmara. «Non mi aspettavo di ritrovarmi su un campo di battaglia - racconta al Jerusalem Post, quotidiano israeliano - circondato da mercenari assassini». Vede tre dei suoi ufficiali feriti a terra e decide di spingerli contro il muro per organizzare un cordone di protezione. «Ci sparavano con due pistole sottratte ai nostri compagni - continua -. Le nostre vite erano in pericolo, ho estratto la Glock e ne ho uccisi sei. Non avevo altra scelta». Adesso l' esercito israeliano spiega che il ponte superiore era controllato da un gruppo addestrato di estremisti («trovati senza documenti e con le tasche piene di dollari»), divisi in squadre da venti. «Indossavano maschere antigas e giubbotti antiproiettile, erano armati di bastoni, barre di metallo, coltelli, granate assordanti». Eppure nel pianificare l' arrembaggio, l' intelligence aveva preventivato solo la resistenza passiva. «Ci aspettavamo gente seduta per terra, incatenata con le braccia», ha detto una fonte militare al New York Times. Dalle 5.08 di lunedì, quando i militari sono riusciti a prendere il controllo della nave dopo un' ora, il ponte insanguinato della Mavi Marmara racconta un' altra storia