La grazia con cui ci siamo distrutti
La cura che abbiamo messo nel far marcire i frutti
Le cose che ci hanno ucciso
Le abbiamo addormentate per non graffiarci in viso
Le abbiamo urlate in silenzio
Guardandoci attraverso per non scovarci dentro
Venere dal ventre di vetro
Io non riesco a piangere
Ti svelo un altro segreto
Sono debole
La rabbia con cui ci siamo cullati
Il fondo dei silenzi e il lento spogliarsi dei prati
Le cose che ci hanno ignorato
Che cosa ci ha sfiorato mentre eravamo distratti?
Scoprire che in fondo è normale
L'insonnia dei primi giorni, le labbra che sanno di sale
Venere dal ventre di vetro
Io non riesco a piangere
Ti svelo un altro segreto
Sono debole
Con il laccio che doveva unire i loro cuori hanno strangolato la loro pace.
(G. C. Lichtenberg)