00 14/04/2014 20:59
Stando ai dati della CCBE,vado a memoria, in Italia esistono oltre 216000 avvocati,contro i 150000 teutonici, i 50000 francesi e i 20000 circa dell'uk: non serve un premio nobel per comprendere che la categoria necessiti di una bella cura dimagrante.
Non mi addentro sulla questione dei soli laureati,dovendo riproporre idee scritte e riscritte in altre discussioni,basti ricordare che,in italia, la nostra laurea apre molte più porte delle nostre controparti d'oltreconfine. Poco male che, negli ultimi tirocini NATO banditi fossero richieste figure che i percorsi di laurea nostrani nemmeno osano contemplare come, poco significativo deve essere il numero sempre maggiore di dottori in giurisprudenza che si convertono tout court in economisti.

Sfrattare il classico per colmare lacune nelle materie scientifiche è un pò come far accoppiare una scimmia ad un albero, ma a questo punto mi domando, una volta esperti di analisi matematica e,con un mercato altrettanto saturo, rispolveriamo le chiare vecchie umanistiche? A questo punto,una moderata diversificazione non è poi così blasfema come idea.

Ritornando a gamba tesa sulla questione giustizia e categorie orbitanti, una miracolosa riforma normativa potrebbe salvarci non solo dall'asfissiante ipertrofia normativa,ma da una rivalutazione della figura della laurea in giurisprudenza, non più spelonca di ladri (NB riferimento alla percezione comune) ,ma apprezzata specializzazione.
Se la memoria non m'inganna il Savigny criticò aspramente la mole di avvocati e compagni nostrani e, da quel che ricordo, il berlusconismo era ancora nell'iperuranio...forse il solo Andreotti già governava
[Modificato da connormaclaud 14/04/2014 21:03]