00 05/10/2013 13:26
Re:
(pollastro), 05/10/2013 01:22:

Dal professore Prisco, che mi prega di postare

"Esami culturali in pratica perfettamente inutili?". Ah, Trixam, che bestemmia! Lo sarebbero, se uno la cultura se la facesse altrove. Ma prego credere... Per il resto, molto di questa discussione è utile per un confronto e rivela assonanze e diversità tra il dato italiano e certe tendenze americane. E' vero, cinque anni di sola teoria sono una palla inutile e vomitevole; è vero: tanti da noi si laureano in legge (finché non ci saranno test d'ingresso, sarà sempre il refugium peccatorum), ma pochi sono avvocati (soprattutto bravi e con clienti), magistrati, notai; è vero: negli USA (e in Inghilterra) la formazione è perlopiù pragmatica e giurisprudenziale. Mettiamola così: da noi troppo lunga e troppo solo teorica, lì corta e pragmatica, forse un'esagerazione opposta. Il giusto mezzo no, eh?


L'ampiezza del bacino clientelare credo sia collegata al corredo genetico e alle soft skills (chi ha detto networking?) che all'effettiva bravura del leguleio in questione. Altrimenti non si giustificherebbero le greggi caproni a tutti i livelli (anche nei grandi studi, d'altronde se papa' ha gli agganci si puo' tollerare il puerulo incapace). Del resto la vulgata in via Arenula e' che nel mercato dei limoni il cliente non sappia distinguere tra bravo e cattivo (essendo obbligazione di mezzi, l'avvocato con un cursus di soccombenze non e' necessariamente incapace), quel "bravi e con clienti" si presta ad essere la descrizione dell'outlier.
[Modificato da ObbligazioneNaturale 05/10/2013 13:31]