00 04/10/2013 20:52
In realtà l'idea di ridurre la durata della laurea non è originale di Obama, al riguardo forse il massimo ideologo è Brian Tamanaha di Washinton St Louis che ha scritto al riguardo un libro piuttosto eloquente. www.amazon.com/Failing-Schools-Chicago-Series-Society/dp/02...

Alcune università già offrono dei corsi accelerati, www.law.northwestern.edu/academics/ajd/.
Inoltre alcuni stati americani come la California e la Virginia permettono di fare l'esame da avvocato senza aver frequentato la law school purché i candidati abbiano fatto un apprenticeship con un giudice o un procuratore.
Per altro questa possibilità sembra sia molto scarsamente usata almeno in California dove solo lo 0.05% dei candidati all'esame da avvocato nel periodo 2007-2012 proveniva da questo percorso.
Gli stessi corsi biennali sono discutibili nel senso che alla fine richiedono agli studenti gli stessi crediti e fees dando la possibilità di svolgerli in due anni lasciando una preparazione più lacunosa. Tre anni con le necessarie intership sono un periodo giusto per la laurea in giurisprudenza soprattutto in un sistema come
quello ameriano incentrato sulle materie fondamentali, nonostante il modello sia migliorabile.

Per quanto riguarda la convenienza della laurea, il dibattito è interessante. Di recente se ne è occupato un paper di due professori, Simkovic e Mcintyre, che trovate qui papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=2250585

In sintesi gli autori affermano che valga ancora la pena iscriversi ad una law School, il ritorno copre l'investimento, il livello dei salari dei laureati pur diminuito nella crisi in realtà è in linea con valori registrati in altre fasi del passato in fase di crisi minori o di non crisi e che il livello di default(cosa tipica americana) sui prestiti per i laureati in legge è più basso dei laureati in altre discipline.
Il problema di questo studio è che non introietta ancora pienamente gli effetti della crisi attuale anche se gli autori dicono di averli calcolati bene.

Altro problema è che il livello di default è basso anche a causa di uno "sfalsamento" del campione perché solo il 58% dei laureati in legge fa l'avvocato, cosa che in parte accomuna Usa e Italia dove non conosco dati precisi ma mi sembra di ricordare che solo uno su 2 laureati si dedica ad una professione legale nonostante il
consensus generale pensi diversamente. La cosa insomma è tipica della laurea in legge ed è singolare, in effetti sarebbe bizzarro se metà dei laureati in medicina o ingegneria non facesse il medico o l'ingegnere.

In definitiva però lo studio probabilmente riporta una verità, la laurea in legge conviene ancora negli usa nonostante tutto anche se poi bisogna vedere in che settori si va ad operare e dove ci si laurea. Ma questa è una costante. Negli Usa la disuguaglianza maggiore registrata negli ultimi 20 anni non è tra laureati e non ma tra
laureati di primo livello e quelli con titolo post universitario ad elevato valore aggiunto.


In italia però la questione secondo me è valida, 5 anni per una laurea in giurisprudenza è oggettivamente troppo tenuto conto che molti esami non sono altro che ripetizioni di parti già studiate in altre e potrebbero tranquillamente accorparsi mentre quelli culturali, nonostante siano in teoria giustificabili, sono in pratica
perfettamente inutili.