Una premessa doverosa,non ho firmato e non ho intenzione di farlo poichè credo che le questioni sollevate dai quesiti si prestino troppo facilmente a dare il fianco a strumentalizzazioni e distorsioni, qualunque sia la portata dei consensi e dissensi di un eventuale referendum e, solo in maniera residuale, per un mio personalissimo non condividere l'80% delle istanze proposte.
Detto questo,prendo atto dell'importanza dello strumento referendario in questo particolare contesto storico-politico dove è la sola freccia che si ha a disposizione per sollevare questioni troppo pericolose o imbarazzanti per partiti deboli e persi come quelli attuali.
Sono altresì consapevole che oggi,in questo paese, solo i radicali possono portare avanti la proposta referendaria senza scatenare putiferi e barricate d'appartenenza che tutto fanno fuorchè entrare nel merito dei problemi proposti.
Piccolo appunto sul tema giustizia.
Le indicazioni scaturenti dai quesiti radicali non sono valori indicativi per una riforma della giustizia, troppo eterogenei e interscambiabili per qualsiasi ideale di riforma,sono a mio avviso una pezza per coprire temporaneamente una falla dell'ordinamento esistente,ma un ostacolo ad una più radicale riforma e,in quanto tali, uno specchietto per le allodole.
Leggo che il parlamento ed i cittadini non devono avere voce in capitolo perchè ignoranti dell'arcano ius: lo stato ed il diritto che regolamento la vita di un popolo ne devono essere necessariamente espressione e manifestazione,questa sudditanza psicologica verso il diritto è un ritorno all'ipse dixit,pur senza la capacità a comprendere di pitagorica memoria.
La difesa della costituzione e dello status quo ricorda tanto gollum ed il "sssuuuuoo tesssssoro",un rapporto morboso e malato che paradossalmente è uno schiaffo agli stessi costituenti che avevano dato alla "costituzione più bella del mondo" il pregio di essere flessibile ed aperta all'evoluzione.
Sarò dissacrante,poco importa, ma gli esperti non devono fare solo un passo indietro, ma almeno cento ed attendere che la politica -intesa nella sua accezione più alta- prenda le redini e,solo dopo, venir interpellati per "dare forma alle parole".
Se si vuole che i giuristi si occupino di riformare l'ordinamento - con tutto il rispetto- si è più fessi che ingenui, chi cristallizza e sacralizza il diritto avrà troppa soggezione per modificarlo.
my two cents
[Modificato da connormaclaud 19/09/2013 15:52]