Beh pisicchio, se per 13 anni si pettinano le bambole non si può pretendere che dall'oggi al domani si parta in quinta con lo studio dell'inglese nelle università.
Fatta questa premessa, c'è una bella differenza tra un corso obbligatorio triennale o quinquennale e certificati in lingua e la sostituzione sine qua dell'italiano con l'idioma albionico.
Solo inglese,cui prodest?
Non poi a così tanti perchè verosimilmente non tutti, per limiti di posti, posso emigrare e non sarà certo l'inglese a portare studenti stranieri.
Le nostre università non sono appetibili per ben altre ragioni che vanno dall'organizzazione del percorso di studi,alla disorganizzazione dei corsi,all'assenza di sensate metodologie di studio,ricerca e insegnamento al TOTALE DISINTERESSE verso tirocini e percorsi post laurea.
Tra le poche che si salvano ci sono bocconi e luiss (che snobbai a suo tempo) che invece premono molto su questi aspetti oltre che la flessibilità nella formazione e sostenibilità dell'insegnamento.
Ho amici in entrambe le università che le loro esperienze all'estero,pur non essendo cime in inglese,le stanno facendo con tirocini retribuiti e ,per chi aveva la triennale, opportunità di contratti già durante l'università.
QUi si deve martellare, oltre che riformare i servizi universitari, se si vuole internazionalizzare l'università,magari sognando il concetto di campus.
Solo recuperando questo terreno e iniziando ad uniformare qualità e durata del percorso universitario si farà qualcosa di sensato.
Che ci sia più o meno diffusa malcreanza nella classe docenti - fatte le dovute eccezioni- è un altro paio di maniche.
A me interessa poco se il mio docente conosce o meno 4 o 5 lingue, quello che voglio è qualcuno che sia REALMENTE interessato all'insegnamento e a questo si dedichi anima e corpo,docenti che s'interessino alla ricerca e allo studio della materia,non entità astratte che arrotondano lo stipendio con la cattedra universitaria.
Lo stesso dicasi per gli assistenti che sono troppo e sostanzialmente inutili e inutilizzati perchè ,nessuno me ne voglia, sembra quasi un posto alle poste e non una focina di ricerca.
Si dovrebbe iniziare con l'avere docenti e - ove possibile- studenti a tempo pieno, questi ultimi presenti ( e qui si dovrebbe accennare al numero chiuso e diminuzione dei posti) nei dipartimenti e impegnati a collaborare attivamente nella ricerca.
Questo e quanto scritto precedentemente serve per internazionalizzare l'università, cambiandone l'indole sormiona, ma l'inglese vale all'incirca come un due di picche,non cambia la sostanza e non risolve il problema.
E' un fattore importante,ma non determinante.
[Modificato da connormaclaud 24/05/2013 13:52]